Visualizzazione post con etichetta Confartigianato. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Confartigianato. Mostra tutti i post

domenica 18 agosto 2013

Ecobonus 13.700 assunzioni per il settore edilizia



Gli incentivi per l’edilizia rilanciano l’occupazione. A misurare l'impatto degli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico un rapporto di Confartigianato: a luglio 2013 sono 2 milioni i proprietari di case orientati a effettuare entro 12 mesi un intervento di manutenzione circa 22,2% rispetto a luglio dell'anno scorso".

Sono 13.700 i nuovi posti di lavoro nel settore costruzioni per effetto degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni. E' la stima della Confartigianato, che sottolinea che questo è "uno dei principali effetti degli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico varati a giugno dal governo. Una boccata d'ossigeno per il comparto maggiormente colpito dalla crisi, che nell'ultimo anno ha perso 122mila occupati".

Se gli incentivi fiscali trainano l’occupazione, rimane un nodo, quello dei mutui: in uno studio diffuso in vista del nuovo piano casa da 5 miliardi che il governo «si appresta a presentare per sbloccare i mutui e agevolare l’acquisto di abitazioni», Confartigianato avverte: per le famiglie «comprare un’abitazione rimane un miraggio», anche perché in Italia i mutui sono ancora «i più cari d’Europa».

In crescita anche la spesa per ristrutturazioni e riqualificazione energetica che, prevede Confartigianato, nel secondo semestre di quest'anno aumenterà di 1.565 milioni, pari al +26%, di cui 1.065 milioni per ristrutturazioni edili e 500 milioni per risparmio energetico. Gli incentivi fiscali hanno già mostrato in passato il loro effetto benefico sull'edilizia: secondo la Confartigianato, nel 2011 le detrazioni sono state utilizzate da 6.752.644 contribuenti italiani per una cifra di 3.595 milioni e hanno inciso per il 4,2% del valore aggiunto del settore costruzioni.

La spesa complessiva effettuata nel 2011 per interventi di ristrutturazione ammonta a 12 miliardi di cui 3,5 miliardi (29,1%) per il risparmio energetico e 8,5 miliardi (70,9%) per il recupero del patrimonio edilizio. Tale spesa rappresenta il 5,8% del valore del fatturato nel settore delle costruzioni e il 13,9% del valore aggiunto. Positivo anche l'impatto sull'ambiente: nel 2011 gli interventi per l'efficienza energetica degli edifici (per detrazioni pari a 1,8 miliardi) hanno generato un risparmio energetico notevole di 1.435 Gwh/anno.

Dal 2007 al 2011 il risparmio energetico ottenuto grazie agli ecobonus arriva a 7.637 Gwh/anno. Il maggiore risparmio deriva dall'impiego di impianti di riscaldamento efficienti (40,3%), seguito dalla sostituzione di infissi (22,2%), sostituzione di scalda acqua elettrici (13,6%) e dalla coibentazioni di superfici opache orizzontali (7,8%).


sabato 16 febbraio 2013

Dati del CERVED: nel 2012 perse oltre 100.000 imprese


Il 2012 è stato l'anno più duro della crisi per il numero di imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila), procedure non fallimentari (2mila) sono state 104mila le aziende italiane perse. Lo affermano dati Cerved che sono state 104mila le aziende italiane perse.

La forte crescita delle nuove forme di concordato preventivo è nata con la riforma entrata in vigore a settembre: Cerved, il gruppo specializzato nell'analisi della situazione finanziaria delle imprese, stima che nel solo quarto trimestre del 2012 siano state presentate circa 1.000 domande, soprattutto nella forma del concordato con riserva. Il dato totale sulla chiusura delle aziende l'anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011. «Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved - supera del 64% il valore registrato nel 2008, l'ultimo anno pre crisi: sono stati superati anche i livelli precedenti al 2007, quando i tribunali potevano dichiarare fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche». Nel 2012 la recessione ha avuto un impatto violento nel comparto dei servizi (+3,1%) e nelle costruzioni (+2,7%), mentre la manifattura - pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici - ha registrato un calo rispetto all'anno precedente (-6,3%). Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (-0,4%). Nel Nord Est i casi sono invece più chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20mila (+8,6% sul 2011).

Quattrocentottanta occupati in meno al giorno. Tanto ci è costata la recessione più grave del Dopoguerra. I conti li ha fatti l'ufficio studi della Confartigianato in uno studio sul mercato del lavoro dal 2007 a oggi di prossima pubblicazione.

Gli occupati erano 23 milioni e 541 mila ad aprile 2008. Allora, giustamente, si diceva che una delle priorità dell'Italia era di aumentare il numero di persone che lavorano. L'aggiornamento degli obiettivi di Lisbona (Europa 2020) prevede infatti per l'Italia un target del 67-69% di occupati nella fascia d'età 20-64 anni da raggiungere entro il 2020. Eravamo al 63% nel 2008, cioè a meno quattro dall'obiettivo. Purtroppo la crisi mondiale ha cambiato il corso delle cose e la priorità è diventata un'altra: evitare la falcidia di posti di lavoro. Che purtroppo c'è stata. A dicembre 2012 gli occupati sono stati calcolati dall'Istat in 22 milioni e 723 mila: 818 mila in meno rispetto a quattro anni e mezzo prima, 480 posti persi al giorno, appunto. E il tasso di occupazione (20-64 anni) è sceso al 61%: il traguardo di «Europa 2020» si allontana. Ed è praticamente impossibile da raggiungere, secondo Confartigianato.

Infatti, se prendiamo a riferimento il tasso di variazione dell'occupazione previsto per il triennio 2013-2015 nel Documento di economia e finanza del governo, che è pari allo 0,6%, i livelli di occupazione pre crisi verranno ripristinati solo nel 2025, cioè fra 18 anni. Insomma, è lo stesso governo a non credere in un rilancio a breve dell'occupazione.

L'altro dato che colpisce analizzando il dossier è che in questi 5 anni a diminuire, di circa il 20%, sono stati gli occupati fino a 35 anni, scesi di quasi un milione e mezzo, mentre c'è stato un aumento di quasi 600 mila occupati con più di 55 anni. Abbiamo insomma molti più lavoratori anziani. Si tratta di una delle conseguenze dell'aumento dell'età pensionabile dovuto da ultimo alle riforme Sacconi e Fornero, certamente necessario, ma che evidentemente, avvenuto in coincidenza della grave crisi economica, ha tolto occasioni di lavoro ai giovani. E non c'è neppure da stupirsi se, sempre nel quinquennio, gli occupati a tempo pieno sono diminuiti del 5,1% mentre quelli a part-time aumentati dell'11,3%. I disoccupati sono raddoppiati: da 1,4 milioni prima della crisi a 2,8 milioni oggi.

Il poco lavoro che c'è è sempre più difficile da difendere. Spesso i dipendenti sono costretti ad accettare riduzioni di orario. Nelle situazioni più gravi intervengono gli ammortizzatori sociali, che negli ultimi 4 anni hanno raggiunto livelli record, per una spesa complessiva di 53 miliardi.

L'artigianato ha sofferto molto perché più presente nei settori con maggiore cedimento dell'occupazione, dal manifatturiero alle costruzioni. Imprenditori e lavoratori in proprio hanno subito una sorta di decimazione, passando dai quasi 4 milioni del 2008 ai 3,6 milioni di oggi. Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, lancia un messaggio disperato alle forze politiche: «Le drammatiche cifre sul calo di occupati sono il risultato delle debolezze strutturali del nostro mercato del lavoro penalizzato da tanti vincoli burocratici e gestionali, da un cuneo fiscale troppo elevato, dalla distanza tra scuola e mondo del lavoro. Inoltre, le recenti misure introdotte sulla flessibilità in entrata rischiano di comprimere ulteriormente le opportunità occupazionali».

domenica 7 ottobre 2012

Lavoro: prospettive 2012 – 2013 con eolico e fotovoltaico

Le nuove opportunità di impiego nel totale rispetto dell'ambiente e risparmio energetico. La tendenza a investire e trovare occupazioni nell'eco-sostenibilità ha catturato anche il settore turistico. Crescono i posti di lavoro disponibili nel settore del cosiddetto ecoturismo, sono tra i più richiesti e più appaganti. Il turismo eco sostenibile registra impennate nelle richieste da parte dei turisti di strutture ricettive attente alla preservazione dell'ambiente.

Sono le nuove professioni puntano sul settore eco-sostenibile: tante opportunità di lavoro per chi sta dalla parte della natura  si può visitare il sito www.greenergyjobs.com/ , che è il primo sito totalmente dedicato alle offerte di lavoro nel settore delle energie rinnovabili. Potrai registrarti, inserire il tuo curriculum e candidarti a tutte le offerte di lavoro disponibili presso le aziende del settore fotovoltaico, solare, eolico e green.

C’è comunque da mettere in evidenza che il lavoro Eolico e fotovoltaico è in leggera crisi in quanto si stanno tagliando i posti di lavoro soprattutto negli USA, infatti sembra stando alle notizie di stampa che la crisi economica che imperversa ormai da anni minaccia di travolgere un intero comparto, quello dell'eolico statunitense, il quale  potrebbe pagare caro l'addio agli incentivi. L'allarme è stato rilanciato dal Financial Times: gli Stati Uniti in questo momento sono il secondo maggiore mercato mondiale dell'energia eolica alle spalle della Cina.

L'incertezza sul futuro e il rallentamento dei nuovi progetti hanno già spinto  i maggiori 'operatori mondiali a lasciare a casa quasi mille lavoratori.

Ma i casi di difficoltà nel settore delle rinnovabili non riguardano solo l'eolico ma anche il fotovoltaico: gli operatori del solare pagano la riduzione degli incentivi messa in atto da quasi tutti i governi a livello globale ma, soprattutto, il protrarsi della guerra dei prezzi. La politica low cost avviata dai produttori asiatici negli ultimi anni ha infatti comportato la perdita di quote di mercato e la riduzione dei margini per quasi tutta la filiera industriale occidentale, con vere e proprie crisi per molte aziende.

Uuna delle aziende leader del fotovoltaico con sede nella Sassonia-Anhalt, che ha sospeso le attività produttive lo scorso 27 agosto perché non era più rimasto – parola del curatore fallimentare – un solo euro in cassa. Turni ridotti, cassa integrazione e gravi difficoltà finanziarie hanno toccato pure tutti i produttori italiani di celle e moduli nell'ultimo biennio.

Comunque per quanto riguarda l’Italia il fotovoltaico sta superando l'eolico e diventa la prima fonte energetica rinnovabile, a eccezione dell'idroelettrico. Un sorpasso storico avvenuto a febbraio 2012: 10.678 GWh del primo contro i 10.568 GWh dell'eolico. A maggio la distanza è aumentata ulteriormente: 14.490 GWh contro 11.541 GWh. I dati sono stati forniti dall'Ufficio studi di Confartigianato che sottolinea come oggi, soltanto con l'energia prodotta dal fotovoltaico, potrebbe essere soddisfatto il fabbisogno delle famiglie di tutto il Sud Italia (14.451 GWh).

Investire sulle rinnovabili non sembra portare vantaggi soltanto in termini ambientali. Secondo Confartigianato, i primi benefici sono di natura economica. "Le energie rinnovabili - dice il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia in termini di innovazione sia per la creazione di posti di lavoro. Per questo, Confartigianato si batte affinché i decreti sulle energie rinnovabili in corso di emanazione da parte dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente, non penalizzino i piccoli impianti".

sabato 23 giugno 2012

Fotovoltaico aumentano i posti di lavoro


E' boom occupazionale per il fotovoltaico che supera l'eolico e diventa la prima fonte energetica rinnovabile in Italia, a eccezione dell'idroelettrico: 10.678 GWh del primo contro i 10.568 GWh dell'eolico.

A rilevarlo è l’Ufficio studi di Confartigianato, che sottolinea come soltanto con l’energia prodotta dal fotovoltaico, potrebbe essere soddisfatto il fabbisogno energetico delle famiglie di tutto il Sud Italia (14.451 GWh). Un risultato raggiunto grazie al boom dell’ultimo anno del fotovoltaico. “Investire sulle rinnovabili, però - secondo Confartigianato - non sembra portare vantaggi soltanto in termini ambientali”. Le aziende del settore, dal 2009 al 2012, sono cresciute del 10,2%, attestandosi su 100.289 imprese con 369.231 addetti.

Per Confartigianato, il solare basterebbe oggi a coprire il bisogno energetico del Sud. Dal 2007 al 2011, rivela ancora la Confartigianato, il numero di impianti fotovoltaici in Italia è passato da 7.647 a 330.196. Un aumento che ha permesso al settore di registrare un aumento occupazionale dell'11,9% tra il 2010 e il 2011. In Europa, solo la Germania ha registrato un aumento di posti di lavoro nel settore (+1,2%). Col segno negativo Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Sempre secondo l’ufficio studi di Confartigianato, infatti, i primi benefici sono di natura economica. Dal 2007 al 2011, il numero di impianti fotovoltaici installati in Italia è passato da 7.647 a 330.196. Un incremento che ha permesso al settore di registrare un aumento dell’occupazione dell’11,9% tra il 2010 ed il 2011.

Un dato settoriale “straordinario”, ha aggiungto la Confartigianato, se si considerano le dinamiche occupazionali del nostro paese, che ha permesso all’Italia di conquistare il primo posto nel confronto con le altre principali economie nazionali europee. Soltanto la Germania ha registrato un aumento dell’occupazione nel settore (+1,2%).

“Le energie rinnovabili – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia in termini di innovazione sia per la creazione di posti di lavoro. Per questo, Confartigianato si batte affinché i decreti sulle energie rinnovabili in corso di emanazione da parte del ministero dello Sviluppo economico e del ministero dell’Ambiente, non penalizzino i piccoli impianti”.

domenica 22 aprile 2012

Lavoro e aziende sotto i 40 anni in forte calo

Nel 2010 erano 18.004, nel 2011 sono scesi a 16.667, registrando una diminuzione netta del 7,4%, perdendo così in un solo anno 1.337 imprese. Sono i dati sui Giovani Imprenditori Artigiani della Sardegna, quelli con meno di 40 anni, emersi dal “Rapporto del 6° Osservatorio Confartigianato Giovani Imprenditori” sull’imprenditoria giovanile artigiana in Italia.

 “Non c’è dubbio che, anche in Sardegna, gli imprenditori under 40 abbiano pagato il prezzo più alto della crisi – ha commentato il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu – però dobbiamo dire che la situazione è brutta in ogni zona d’Italia. Basti pensare che la regione con il risultato 'meno negativo', è stata il Molise che ha registrato un -3,9%, con una media nazionale del -5,1%”.

Dall'inizio della crisi stanno pagando il prezzo più salato, in termini di occupazione e di accesso al mondo del lavoro, le nuove generazioni. E quanto ha affermato uno studio di Confartigianato.

Tra il 2008 e il 2011, secondo lo studio di Confartigianato, i lavoratori italiani con meno di 40 anni sono diminuiti dell'11,4%: oltre 1,2 milioni di occupati in meno, dunque, mentre la fascia degli "over 40" ha registrato un incremento di 663.700 unità, il 5,2% in più. A perdere il posto sono state le nuove generazioni, meno protette. Nel confronto settembre 2011-settembre 2010, l'Italia è seconda soltanto alla Spagna per quanto riguarda il calo dell'occupazione "under 40" (-1,6% rispetto a un +2,4% di aumento tra chi ha più di 40 anni). A questo primato negativo, il nostro Paese rispondo con un record positivo sul fronte dell'imprenditoria giovanile, che si conferma uno dei motori dell'economia. L'Italia è al vertice della classifica europea per quanto riguarda il numero d'imprenditori e di lavoratori autonomi tra 15 e 39 anni: 1.872.500, seguita da Regno Unito (1,3 milioni), Polonia (1,1 milioni) e Germania (poco sopra il milione).

«Quello che manca oggi in Italia è un progetto per le nuove generazioni», ha detto Marco Colombo, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato. «Da troppo ci avvitiamo su vecchie ricette preconfezionate - aggiunge -. La crisi ci sfida a trovare idee nuove: per riprendere a crescere bisogna riportare l'attenzione sui giovani, bisogna tornare alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa, bisogna credere nello spirito di concorrenza e d'innovazione».
«I nostri imprenditori stanno soffrendo pesantemente gli effetti della crisi e pagano colpe non certo imputabili a loro», ha detto Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato. «La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende - continua - occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d'impresa. Basta celebrare i meriti delle Pmi – ha concluso Guerrini - adesso vogliamo vedere risultati concreti». È il messaggio che arriva dagli artigiani riuniti a Firenze.

E secondo fonti di Confindustria, la disoccupazione non si fermerà. Ad affermarlo è il centro studi di Confindustria, nel report "Congiuntura flash". «La brusca impennata della disoccupazione italiana proseguirà perché permarranno le condizioni che l'hanno causata: perdite di posti di lavoro che si coniugano alla maggiore ricerca di impiego per compensare la caduta del reddito reale».
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog