E' un grave errore licenziarsi preparare e consegnare al datore di lavoro la lettera di dimissioni prima dell’avvenuto fallimento dell’azienda, meglio aspettare ed avere pazienza che le procedure concorsuali di fallimento iniziano.
Innanzitutto per dar luogo a licenziamenti collettivi devono sussistere contemporaneamente quattro condizioni:
1. l'impresa deve avere in forza più di quindici dipendenti;
2. si effettuino almeno cinque licenziamenti nell'arco temporale di 120 giorni;
3. i provvedimenti riguardino un'unica unità produttiva o più unità produttive situate nella medesima provincia;
4. i licenziamenti derivino da riduzione o trasformazione di attività o lavoro ovvero dalla cessazione dell'attività.
Ricordiamo che con sentenza del 7 maggio 2008, n. 11147 la Corte di Cassazione ha disposto che il dipendente è pienamente tutelato nel caso di insolvenza dell'azienda, in particolare per quanto attiene al trattamento di fine rapporto TFR che l'Inps deve erogare, tramite il Fondo di garanzia, in luogo del datore di lavoro fallito. Per la Cassazione, il pagamento del TFR è dovuto al lavoratore anche è parzialmente valutato all'anzianità maturata in precedenza alle dipendenze di altro datore di lavoro (anche cioè in caso di trasferimento d'azienda), non avendo rilevanza la cessione dei diritti maturati dal lavoratore in materia di Tfr presso la prima azienda.
Ed ancora il TFR è garantito dall'INPS in caso di cessazione del rapporto di lavoro: il pagamento del TFR maturato dal dipendente è a carico del Fondo di garanzia anche se non sussiste tecnicamente il fallimento del datore di lavoro ma questi si dimostra insolvente. A chiarirlo è stata la sentenza 1° aprile 2011 n.7585 della Corte di Cassazione. La quale ha chiarito che il Fondo di garanzia INPS deve sostituirsi al datore di lavoro in caso di insolvenza del medesimo nel pagamento del trattamento di fine rapporto.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione vuole tutelare i lavoratori anche in casi di insolvenza accertati con modalità e in sedi diverse da quelle tipiche delle procedure concorsuali.
domenica 20 novembre 2011
Fallimento aziendale che fine fa il TFR?
Unioncamere, la metà delle nuove imprese è rosa e parte la rete Europea
Probabilmente le pari opportunità non sono ancora totalmente entrate nel dizionario comune degli italiani. Ma un fatto appare chiaro la “voglia di impresa” delle donne si fa sentire e non cedono il passo. Ed alla fine di settembre sono quasi 9 mila le imprese femminili in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento dello 0,6%. Pari al 47% delle nuove imprese totali registrate alle Camere di commercio. Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione dell’avvio del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” dati dell’ Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Giro d’Italia delle donne che fanno impresa è un’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l'imprenditoria femminile, che si articolerà in sette tappe sul territorio nazionale. Ed è un’occasione per dare visibilità alle imprenditrici e per riflettere, tenendo conto della complessità ed eccezionalità del contesto economico e sociale, sul contributo delle donne alla crescita del Paese.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
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Promozione imprenditoria femminile e le agevolazioni per le imprenditrici
Per gli aiuti e le agevolazioni all'imprenditoria femminile bisogna far riferimento al Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 ovvero il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna che contiene le disposizioni vigenti in materia di pari opportunità tra uomo e donna.
Mentre la legge che disciplina i finanziamenti all’imprenditoria femminile è la legge n. 215 del 1992. Lo scopo della legge relativa ai finanziamenti imprenditoria femminile consiste nell'incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. E riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti e stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Come acquisire i finanziamenti?
Per ottenere i finanziamenti imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura dei bandi di gara le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , e sono così organizzati:
si presenta la domanda per i finanziamenti imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo, tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.
Chi può far richiesta per acquisire i finanziamenti per l’imprenditoria femminile?
Può presentare domanda per ottener un finanziamento per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il responsabile è una donna;
tutti gli enti ossia associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione che nel loro operare e nel loro indirizzo economico favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I finanziamenti all’imprenditoria femminile includono i contributi, vediamo come in conto capitale:
per l’avvio dell’impresa imprenditoriale, l’acquisto di attività già esistenti oppure il rilevamento di un’area aziendale con affitto per almeno cinque anni, la realizzazione di progetti aziendali innovativi, l’acquisizione di servizi reali;
agevolazioni per l’acquisto di servizi destinati ad aumentare la produttività, sviluppare l'innovazione organizzativa attraverso nuove tecnologie e nuove tecniche di produzione, di gestione e di commercializzazione, nonché lo sviluppo di sistemi di qualità.
Mentre l’importo del finanziamento dell’imprenditoria femminile corrisponde a delle agevolazioni per le imprese che promuovono progetti con un investimento totale tra i € 60.000 e € 400.000.
Vediamo le agevolazioni per le imprenditrici.
L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni. Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile sono corrisposte attraverso una somma di denaro che varia in base al luogo in cui l’impresa è ubicata. Le imprenditrici possono richiedere un finanziamento per il loro progetto manageriale in base alla regola de minimis ossia si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati e predefiniti che prevede un finanziamento massimo di € 100.000 in tre anni e un’agevolazione pari al 60% nelle aree svantaggiate o al 50% in aree non svantaggiate.
Una volta ottenuta l’agevolazione di imprenditoria femminile, il proposito di investimenti deve essere realizzato entro 2 anni dalla data di concessione dell'agevolazione. Ed il prospetto di investimento può comprendere i costi relativi a: impianti, macchinari e attrezzature, brevetti, software, oneri di progettazione e direzione dei lavori.
Mentre la legge che disciplina i finanziamenti all’imprenditoria femminile è la legge n. 215 del 1992. Lo scopo della legge relativa ai finanziamenti imprenditoria femminile consiste nell'incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. E riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti e stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Come acquisire i finanziamenti?
Per ottenere i finanziamenti imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura dei bandi di gara le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , e sono così organizzati:
si presenta la domanda per i finanziamenti imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo, tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.
Chi può far richiesta per acquisire i finanziamenti per l’imprenditoria femminile?
Può presentare domanda per ottener un finanziamento per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il responsabile è una donna;
tutti gli enti ossia associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione che nel loro operare e nel loro indirizzo economico favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I finanziamenti all’imprenditoria femminile includono i contributi, vediamo come in conto capitale:
per l’avvio dell’impresa imprenditoriale, l’acquisto di attività già esistenti oppure il rilevamento di un’area aziendale con affitto per almeno cinque anni, la realizzazione di progetti aziendali innovativi, l’acquisizione di servizi reali;
agevolazioni per l’acquisto di servizi destinati ad aumentare la produttività, sviluppare l'innovazione organizzativa attraverso nuove tecnologie e nuove tecniche di produzione, di gestione e di commercializzazione, nonché lo sviluppo di sistemi di qualità.
Mentre l’importo del finanziamento dell’imprenditoria femminile corrisponde a delle agevolazioni per le imprese che promuovono progetti con un investimento totale tra i € 60.000 e € 400.000.
Vediamo le agevolazioni per le imprenditrici.
L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni. Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile sono corrisposte attraverso una somma di denaro che varia in base al luogo in cui l’impresa è ubicata. Le imprenditrici possono richiedere un finanziamento per il loro progetto manageriale in base alla regola de minimis ossia si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati e predefiniti che prevede un finanziamento massimo di € 100.000 in tre anni e un’agevolazione pari al 60% nelle aree svantaggiate o al 50% in aree non svantaggiate.
Una volta ottenuta l’agevolazione di imprenditoria femminile, il proposito di investimenti deve essere realizzato entro 2 anni dalla data di concessione dell'agevolazione. Ed il prospetto di investimento può comprendere i costi relativi a: impianti, macchinari e attrezzature, brevetti, software, oneri di progettazione e direzione dei lavori.
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