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lunedì 19 giugno 2017

Imprenditoria femminile: i finanziamenti agevolabili



Le donne rappresentano un traguardo importante per lo sviluppo di nuova imprenditorialità. In Italia, vuoi per la crisi economica che per le reali difficoltà nel trovare un posto di lavoro, cresce sempre di più la voglia di mettersi in proprio e trasformare un'idea di impresa in una start up di successo. Ed è a questo target che oggi vogliamo dedicare una guida facile e pratica ai finanziamenti agevolati per le donne, ai requisiti di accesso richiesti, ai tipi di incentivi riservati all'imprenditoria femminile e dove e a chi rivolgersi per presentare la domanda.

La legge 215 del 1992 è lo strumento principale di agevolazione attraverso il quale il Ministero dello sviluppo economico mette a disposizione dell’imprenditoria femminile erogazioni, sotto forma di contributi in conto capitale, distribuiti a fronte di investimenti.

L’imprenditoria femminile si rivolge a:

società cooperative o di persone costituite per almeno il 60% da donne;

società di capitali le cui quote di partecipazione siano, per almeno 2/3, in possesso di donne;
imprese individuali gestite da donne;

imprese, consorzi, associazioni, enti di formazione e ordini professionali promotori di corsi di formazione imprenditoriale, servizi di consulenza e assistenza, la cui quote siano possedute per almeno il 70% da donne.

I soggetti beneficiari devono inoltre rientrare nella definizione di “piccola impresa”, determinata in base ai seguenti parametri:

meno di 50 dipendenti;

fatturato inferiore a 7 milioni di Euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni di Euro;

indipendenza da imprese “partecipanti”.

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile possono essere concessi nei settori industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo, per i seguenti motivi:

avvio di nuove attività;

acquisizione di attività preesistenti;

progetti aziendali innovativi;

acquisizione di servizi reali.

Le spese ammesse dalla legge possono essere acquisite tramite acquisto diretto o tramite il sistema della locazione finanziaria e sono inerenti a:

studi di fattibilità e piani d’impresa (2% dell’investimento ammesso);

progettazione e direzione dei lavori (5% dell’importo per opere murarie);

macchinari ed attrezzature;

impianti generali;

opere murarie (25% dei macchinari ed impianti);

beni usati (solo per acquisto di attività preesistenti);

software;

brevetti;

attività preesistenti;

servizi reali.

L’imprenditoria femminile non ammette le seguenti tipologie di spese:

acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune;

spese per manutenzione ordinaria;

acquisto di beni di uso promiscuo (ad es. personal computer portatili, autovetture, cellulari, ecc);

scorte di materie prime, semilavorati e materiali di consumo; acquisto di terreni e fabbricati;
beni usati (ad eccezione del caso di acquisto di attività preesistente; avviamento; mezzi targati di trasporto merci.

I tipi di agevolazioni che spettano alle donne che costituiscono imprese femminili, ossia, che rientrano nei requisiti sopra elencati, a seconda del bando a cui partecipano e al tipo di Ente a cui si rivolgono spettano:

Contributi a fondo perduto: sono incentivi che servono ad avviare l'impresa femminile, per cui sono costituiti da una parte di capitale che non deve essere restituito, generalmente il 50% dei fondi sono a fondo perduto e il resto è rimborsato in rate mensili a tasso agevolato.

Agevolazioni per avviare l'attività imprenditoriale, realizzare nuovi progetti aziendali, acquistare nuovi prodotti e servizi ecc;

Fondo di Garanzia: non è un contributo economico, ma permette di richiedere un finanziamento garantito dallo Stato. Il Fondo non interviene nei rapporti tra il beneficiario e la banca né tantomeno sui tassi di interessi applicati ma sulle garanzie reali, assicurative e bancarie. Le domande per la concessione della Garanzia dello Stato possono essere presentate sia dalle imprese femminili che dalle professioniste, direttamente alla banca e al Fondo.

Microcredito: anche questo tipo di agevolazione prevede non un contributo economico ma la garanzia sull'eventuale prestito richiesto da imprese femminili già costituite o da professioniste con Partita IVA da almeno 5 anni.

Per accedere al microcredito le imprese e le professioniste non devono avere più di 5 dipendenti e 10 in caso di Società di persone, SRL semplificate e cooperative.

Come e dove si presenta la domanda? Le donne interessate ad accedere ai finanziamenti a fondo perduto e alle agevolazioni legge 205/1992 devono verificare l'uscita dei bandi sul sito del MISE o della propria regione. Tali bandi, sono infatti periodicamente pubblicati, di volta in volta, specificando le risorse disponibili, le modalità di finanziamento a fondo perduto e delle agevolazioni per l'Imprenditoria femminile.

Una volta uscito il bando, e verificato il possesso dei requisiti, è possibile poi presentare la domanda, utilizzando i moduli pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Successivamente all'invio della domanda, l'Ente gestore, provvede alla pubblicazione della graduatoria sulla base di criteri bene precisi quali: occupazione, fattibilità dell'idea di impresa, partecipazione femminile, business plan, certificazioni ambientali e di qualità.

Per vedere i bandi finanziamento aperti o di prossima apertura bisogna fa riferimento a:

IF imprenditorialità femminile UnionCamere;  

Imprenditoria femminile e lavoro autonomo bando ABI  

MISE finanziamenti giovani e donne 2017: è stato da poco pubblicato in GU il decreto che prevede la concessione di finanziamenti e agevolazioni per promuovere e sostenere la nuova imprenditorialità in Italia attraverso la creazioni di micro e piccole imprese costituite in prevalenza da donne e giovani.  



venerdì 1 luglio 2016

Prestiti agevolati a professioniste, autonome e imprese femminili



Il nuovo protocollo dell' Abi, mira a rendere più agevole il finanziamento all'imprenditoria femminile, offrendo condizioni particolarmente vantaggiose rispetto alle classiche modalità di finanziamento.

E' stato recentemente firmato dall' Abi ( associazione bancaria italiana) un nuovo protocollo per rendere più agevole un finanziamento verso l' imprenditoria femminile. Tale documento  ha lo scopo principale di valorizzare il lavoro per le donne, dando una importante possibilità di accesso ad appositi finanziamenti con tassi più agevolati rispetto alle classiche condizioni presenti sul mercato.

Fino al 2017 lavoratrici autonome, libere professioniste e imprese femminili possono utilizzare le agevolazioni per l’accesso al credito previste dal Protocollo ABI per la crescita delle imprese a prevalente partecipazione femminile, scaduto il 31 dicembre 2015 ma prorogato a dicembre 2017.

I prestiti agevolati sono erogati dalle banche aderenti all'accordo. Ogni istituto mette a disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome uno specifico tetto finanziario, destinato alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive, ai base ai seguenti programmi:

Il Protocollo prevede che ciascuna delle banche aderenti - vedi elenco - metta a disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome uno specifico plafond finanziario, destinato alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive, lungo le seguenti tre linee direttrici:

“Investiamo nelle donne” – finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione

“Donne in start-up” – finanziamenti finalizzati a favorire la costituzione di nuove imprese a prevalente partecipazione femminile ovvero l’avvio della libera professione;

“Donne in ripresa” – finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle Pmi e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà.

Tali finanziamenti potranno beneficiare della garanzia della Sezione speciale del Fondo di garanzia in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile o delle eventuali garanzie, pubblico o private, che le banche riterranno utile acquisire.

Il Protocollo prevede, inoltre, la possibilità che il rimborso del capitale dei finanziamenti erogati possa essere sospeso, una sola volta nell'intero periodo dell’ammortamento del finanziamento bancario e per un periodo fino a 12 mesi, nei seguenti casi:

maternità dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma;

grave malattia dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma, ovvero del suo coniuge, o convivente, o dei figli anche adottivi;

malattia invalidante di un genitore o di un parente o affini entro il terzo grado conviventi dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma.

Il protocollo d' intesa per i finanziamenti verso una nuova imprenditoria femminile è stato stipulato tra l' Associazione Bancaria Italiana ( Abi) e dodici banche italiane, per agevolare maggiormente il percorso di un prestito alle donne appartenenti alle categorie di liberi professionisti o alle piccole e medie imprese. Tali finanziamenti agevolati, potranno essere attivati in tutti i settori economici e per ogni attività d'impresa, purché dietro ci sia una donna.

Nello specifico, sono stati erogati circa 450 milioni di euro a favore della nuova imprenditoria femminile, che potranno essere utilizzati per sostenere dei nuovi investimenti, per avviare delle start- up o anche per ottenere un po' di liquidità, viste le crescenti difficoltà operativa per le imprese in questo difficile momento di crisi economica.

Per verificare se si rientra nei requisiti di accesso ai finanziamenti alla nuova imprenditoria femminile,  è necessario recarsi in una delle banche aderenti al suddetto protocollo con l' Abi, per richiedere tutte le informazioni relativi ai suddetti finanziamenti e soprattutto sulle condizione economiche previste ( tra cui ad esempio un tasso di interesse agevolato).

E' possibile inoltre consultare tutta la documentazione sul relativo sito dell' associazione bancaria italiana, al seguente indirizzo www.abi.it. Nella sezione imprese, è presente una voce specifica sull' imprenditoria femminile, con il documento firmato dalla stessa Abi e le dodici banche italiane il 10 giugno 2014, dal nome "  Protocollo d' intesa per l' imprenditoria  femminile e lavoro autonomo".

Sarà possibile consultare anche il documento sulle banche aderenti al protocollo con l'Abi, tra cui ricordiamo, essere presenti il gruppo Banca popolare di Milano, Unipol banca,  cassa di risparmio di Parma e Piacenza,  Banca di credito popolare, ed eventuali comunicazioni o documenti inerenti allo stesso protocollo.

A favore infine della nuova imprenditoria femminile, sono stati promossi degli interessanti benefici nella " sezione speciale del fondo di garanzia delle PMI" che prevede per le sole imprese  con una prevalente partecipazione di donne, di poter sospendere il rimborso di un capitale per un finanziamento ottenuto, in caso di maternità, per una grave malattia sia della stessa donna imprenditrice e sia di un suo familiare o per una malattia invalidante di un genitore ( o di parenti entro il terzo grado) che vivono con la donna imprenditrice.

Il finanziamento è garantito della Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile, o dalle eventuali garanzie pubbliche o private che le banche riterranno utile acquisire.

La sospensione rate (rimborso del capitale) può avvenire una sola volta e per un massimo di 12 mesi, in una serie di specifici casi: maternità, grave malattia dell’imprenditrice o lavoratrice autonoma ovvero del suo coniuge, convivente o figli anche adottivi, malattia invalidante di un genitore o parente o affine entro il terzo grado convivente con l’imprenditrice o lavoratrice autonoma.

Ecco l’elenco delle banche aderenti riportate dall'ABI:

Gruppo Intesa Sanpaolo 600 milioni di euro

Gruppo Banca Popolare di Milano 300 milioni di euro

Gruppo Ubi Banca 300 milioni di euro

Banco Popolare 100 milioni di euro

Banca delle Marche  20 milioni di euro

Cassa di Risparmio Parma e Piacenza 15 milioni di euro

Banca Popolare dell’Emilia Romagna 15 milioni di euro

Banca Carim 10 milioni di euro

BCC di Avetrana 10 milioni di euro

Unipol Banca 10 milioni di euro

Credito Valtellinese 10 milioni di euro

Banca Popolare di Friuladria 8 milioni di euro

Cassa di Risparmio di San Miniato  5 milioni di euro

Banca di Piacenza 5 milioni di euro

Banca Malatestiana 5 milioni di euro

Cassa di Risparmio della Spezia 5 milioni di euro

Cassa di Risparmio di Cesena  5 milioni di euro

Banca di Credito Popolare 5 milioni di euro

Credito Cooperativo Ravennate e Imolese 5 milioni di euro

Banca Popolare di Bari 5 milioni di euro

Gruppo Bancario Cassa di Risparmio di Ravenna 5 milioni di euro

BCC di Sangiovanni Rotondo 3 milioni di euro

BCC delle Prealpi 2,5 milioni di euro

Banca di Cesena 2 milioni di euro

Banca Tercas 2 milioni di euro

Cassa di Risparmio di Orvieto 2 milioni di euro

Banca Caripe 1 milione di euro

Banca Valdichiana Credito Cooperativo Tosco Umbro 500 mila euro

Banca Area Pratese Credito Cooperativo 500 mila euro



sabato 16 marzo 2013

Imprenditoria femminile fondo perduto per il 2013

I contributi a fondo perduto sono somme che, una volta ricevute, non devono essere restituite da coloro che ne hanno beneficiato. Sono finanziamenti erogati generalmente da enti pubblici (Unione Europea, Ministeri, Regioni, ecc.) a favore delle nuove imprese o delle imprese già attive. Normalmente non sono necessarie garanzie per ottenere il contributo, tranne nei casi in cui è prevista l’erogazione di un anticipo.

Il contributo a fondo perduto viene concesso a fronte di un investimento dell’imprenditore per la realizzazione di opere o l’acquisto di beni strumentali che abbiano effetti durevoli sull’impresa ed è calcolato in percentuale sul totale dell’investimento. Il contributo viene erogato solo a fronte della presentazione di documentazione di spese (ovvero fatture dei fornitori quietanzate).

Il nuovo momento sociale, la crisi economica e ovviamente la mancanza di lavoro, hanno negli ultimi anni ingenerato un forte aumento dell’interesse verso l’imprenditoria femminile e i finanziamenti a fondo perduto. Sicuramente, l’idea di aprire un’impresa è un’ottima opportunità per mettersi in gioco e lavorare di creatività, consentendo di innovarsi su più fronti.

Vediamo come si può partecipare al bando finanziamenti imprenditoria femminile.
Richiedere la partecipazione ai bandi è possibile presentando un business plan fornito di descrizione del progetto che si intende realizzare e di una sezione più dettagliata inerente a requisiti di fattibilità finanziaria del progetto. Le spese ammissibili per le agevolazioni riguardano solitamente l’acquisto di terreni, di impianti e macchinari, consulenze e corsi di formazione.

Per ottenere i vantaggi dedicati all’imprenditoria femminile con finanziamenti a fondo perduto occorre possedere alcuni requisiti di ammissibilità. Sarà pertanto possibile ricevere le agevolazioni finanziarie nei casi di:
imprese individuali in cui il titolare sia una donna;
società di persone costituite in maggioranza, sia numerica che di capitale, da donne;
società di capitali costituite in maggioranza, sia numerica che di capitale da donne, e in cui l’organo di amministrazione sia costituito prevalentemente al femminile.

Possono essere erogate diverse tipologie di contributi a fondo perduto, si tratta di contributi in conto impianti (il cui valore massimo può ammontare per le micro e piccole imprese fino al 50% delle spese), contributo in conto interessi, il cui valore massimo del finanziamento può arrivare al 75% dell’investimento per micro e piccole imprese.
Inoltre vi è la possibilità di richiedere una combinazione di contributi Per accedere ai finanziamenti a fondo perduto le imprese devono operare nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi.

Per vedersi agevolati nell’imprenditoria al femminile e poter usufruire dei finanziamenti a fondo perduto, è necessario rientrare in alcuni settori. Tra i settori ammessi vi sono quello manifatturiero e il settore dei servizi, mentre tra i settori esclusi emergono l’industria carboniera, il settore siderurgico e quello delle fibre sintetiche.

Come trovare i finanziamenti a fondo perduto attualmente a disposizione? Considerato che l’elenco di tutti i finanziamenti a fondo perduto esistenti attualmente in disponibilità sul territorio italiano sarebbe troppo lungo, cerchiamo di tracciare un percorso per consentirvi di individuare il finanziamento a fondo perduto più conforme alle proprie esigenze.

Una prima strada porta indubbiamente alle istituzioni comunitarie (Unione Europea – europa.eu) e a quelle statali (Governo – governo.it). Molti finanziamenti a fondo perduto vengono tuttavia erogati da parte delle Regioni su stanziamenti comunitari. Di conseguenza, è certamente buona norma consultare il sito internet della vostra regione (es. regione.nomeregione.it). Si consiglia inopltre di consultare il sito internet dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa (invitalia.it) e quello della Camera di Commercio più vicino alla sede della vostra impresa.

domenica 11 novembre 2012

Pensioni ed esodati sembra sciolto il nodo dei finanziamenti


E' stato sciolto il nodo relativo alla salvaguardia degli esodati: è stato presentato un emendamento che offre "finalmente una copertura ampia e risolutiva per l'arco di tempo di competenza della Legge di Stabilità".

«Con l'emendamento al Ddl Stabilità che abbiamo depositato - ha affermato Baretta, in commissione Bilancio - il nodo degli esodati viene risolto non solo con i 100 milioni già previsti ma anche con i risparmi che si potranno ricavare dai 9 miliardi già stanziati per la platea dei primi 120mila salvaguardati». «Viene così offerta finalmente - afferma Baretta - una copertura ampia e risolutiva per l'arco di tempo di competenza della Legge di Stabilità al delicato problema degli esodati. Noi relatori ci siamo assunti la responsabilità di chiudere una fase di discussione e di avviare finalmente la fase legislativa. Mi auguro, naturalmente, che la Camera e il Governo condividano il testo».

I 100 milioni necessari per finanziare la salvaguardia degli esodati arriveranno dalle risorse già stanziate ma che non saranno utilizzate per le precedenti "tranche" di intervento. E' quanto stabilisce l'emendamento dei relatori al Ddl di Stabilità che fissa anche un monitoraggio da effettuare entro il 30 settembre 2013 per evidenziare l'esigenza di ulteriore risorse. Ulteriori verifiche, poi, saranno fatte con scadenza semestrale tra governo e parti sociali.

domenica 20 novembre 2011

Promozione imprenditoria femminile e le agevolazioni per le imprenditrici

Per gli aiuti e le agevolazioni all'imprenditoria femminile bisogna far riferimento al Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 ovvero il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna che contiene le disposizioni vigenti in materia di pari opportunità tra uomo e donna.

Mentre la legge che disciplina i finanziamenti all’imprenditoria femminile è la legge n. 215 del 1992. Lo scopo della legge relativa ai finanziamenti imprenditoria femminile consiste nell'incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. E riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti e stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Come acquisire i finanziamenti?
Per ottenere i finanziamenti imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura dei bandi di gara le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , e sono così organizzati:
si presenta la domanda per i finanziamenti imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo, tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.
Chi può far richiesta per acquisire i finanziamenti per l’imprenditoria femminile?
Può presentare domanda per ottener un finanziamento per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il responsabile è una donna;
tutti gli enti ossia associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione che nel loro operare e nel loro indirizzo economico favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I finanziamenti all’imprenditoria femminile includono i contributi, vediamo come in conto capitale:
per l’avvio dell’impresa imprenditoriale, l’acquisto di attività già esistenti oppure il rilevamento di un’area aziendale con affitto per almeno cinque anni, la realizzazione di progetti aziendali innovativi, l’acquisizione di servizi reali;
agevolazioni per l’acquisto di servizi destinati ad aumentare la produttività, sviluppare l'innovazione organizzativa attraverso nuove tecnologie e nuove tecniche di produzione, di gestione e di commercializzazione, nonché lo sviluppo di sistemi di qualità.
Mentre l’importo del finanziamento dell’imprenditoria femminile corrisponde a delle agevolazioni per le imprese che promuovono progetti con un investimento totale tra i € 60.000 e € 400.000.
Vediamo le agevolazioni per le imprenditrici.
L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni. Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile sono corrisposte attraverso una somma di denaro che varia in base al luogo in cui l’impresa è ubicata. Le imprenditrici possono richiedere un finanziamento per il loro progetto manageriale in base alla regola de minimis ossia si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati e predefiniti che prevede un finanziamento massimo di € 100.000 in tre anni e un’agevolazione pari al 60% nelle aree svantaggiate o al 50% in aree non svantaggiate.
Una volta ottenuta l’agevolazione di imprenditoria femminile, il proposito di investimenti deve essere realizzato entro 2 anni dalla data di concessione dell'agevolazione. Ed il prospetto di investimento può comprendere i costi relativi a: impianti, macchinari e attrezzature, brevetti, software, oneri di progettazione e direzione dei lavori.

martedì 22 febbraio 2011

UNIONE EUROPEA: DOMANDE E FINANZIAMENTI

Iniziamo a porci una domanda. Vogliamo chiedere un finanziamento all’Unione Europea? Quali sono i progetti concreti che son o permessi dall’Unione Europea?
 
La Direzione Generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della Commissione europea sono responsabili  per gli strumenti di finanziamento quali:
Fondo sociale europeo (FSE), il programma Progess, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)
Analizziamo il Fondo sociale europeo, è una finanziamento che ha lo scopo di aiutare le persone a migliorare le loro competenze e prospettive professionali. Le autorità di gestione a livello nazionale e regionale sono i veri responsabili dell'amministrazione del Fse. La Commissione europea, d’altro canto non è direttamente coinvolta nella selezione e nel finanziamento dei progetti.
Il programma Progress invece  è finalizzato a sostenere lo sviluppo delle politiche dell'UE in determinati  settori: occupazione, parità uomo-donna,  integrazione e protezione sociale e condizioni di lavoro. E importante sapere che ad inizio di ogni anno devnon  essere definite le priorità di finanziamento del programma. Il sostegno finanziario è concesso, come da prassi europea,  sulla base di bandi di gara e inviti a presentare proposte.
Con il finanziamento FEG si intende venire in aiuto dei lavoratori che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale, aiutandoli in tal modo a trovare una nuova occupazione. Le domande di finanziamento devono venire presentate dagli Stati membri. Le persone disoccupate e le imprese con esuberi che desiderino beneficiare del Fondo sono  invitate a contattare le autorità nazionali competenti.
E poi vi è una priorità da sempre  di finanziamento dell’Unione Europea,  che è quello a  favore della ricerca e dell'innovazione: la Commissione in questo caso avvia una consultazione su cambiamenti significativi per incrementare la crescita e l'occupazione. Infatti la Commissione europea ha avviato una consultazione in merito a cambiamenti importanti del finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'UE al fine di agevolare la partecipazione, rafforzare l'impatto scientifico ed economico e migliorare la redditività. L’obiettivo è di consentire di creare un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo la catena dell'innovazione nella sua interezza, dalla ricerca fondamentale all'immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, sostenendo anche l'innovazione non solo tecnologica, ad esempio nel settore del design e della commercializzazione.
Non ultimo abbiamo lo strumento europeo di microfinanziamento (EMF), soprattutto in questo momento di difficoltà economica questo  nuovo strumento punta ad agevolare l'accesso al credito da parte delle microimprese è stato istituito  questo  strumento per fornire microcrediti alle piccole imprese e a chi ha perso il lavoro e vuole avviare una piccola impresa.
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