domenica 22 gennaio 2012

“Ora riforma del mercato del lavoro. L’art 18 non deve essere tabù”

"Per anni si sono rispettati gli interessi delle singole categorie, che però hanno dato luogo a una gabbia che danneggia il Paese, che sprofonda". Lo ha detto il premier Mario Monti alla trasmissione di Lucia Annunziata a "1/2 Ora", su Rai Tre. Il premier ha parlato anche di mercato del lavoro, "bisogna riformarlo a favore dei giovani", e l'articolo 18, "non deve essere un tabù". Monti si è soffermato poi sullo scorporo della Snam, su cui "non si è mai osato andare avanti", e sulle semplificazioni, che "migliorano la condizione delle imprese".

Per Monti, liberalizzazioni e lavoro sono legati - "C'é un legame stretto tra l'operazione decisa venerdì e quello che avvieremo domattina a Palazzo Chigi". "L'Italia sta o non sta nel mercato internazionale per la sua capacità di collocare i suoi prodotti. Nel determinare il costo dei prodotti entrano tante cose, il lavoro in modo importante". Monti, con semplificazioni migliora condizione imprese - Varato il decreto concorrenza-infrastrutture e "avere la prossima settimana le semplificazioni vuol dire che la condizione delle imprese è destinata a migliorare: risparmieranno sui costi".

Sul problema del mercato del lavoro ha detto il premier che bisogna riformalo a favore dei giovani - "Dobbiamo riformare il mercato del lavoro a favore dei giovani". "Tutto si lega. Più agiamo su altre cose meno dobbiamo agire sul lavoro che però è quota molto grande dei costi delle imprese".

In questi ultimi anni e grazie anche alla legge Biagi, il mercato del lavoro è diventato sempre più flessibile: è l’effetto è stato che molte più persone lavorano. Ma Il problema del mercato del lavoro è che la flessibilità del lavoro è stata raggiunta imponendo un costo considerevole ai giovani, mentre i lavoratori più anziani continuano ad essere protetti da contratti a tempo indeterminato. E, se occupati in imprese con più di quindici dipendenti preservati dall’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori  che ne sancisce la difficoltà di licenziare. E se poi la loro azienda è in difficoltà li soccorre la cassa integrazione, un istituto estraneo alla gran maggioranza dei giovani.

sabato 21 gennaio 2012

Imprenditoria giovanile e mercato del lavoro. Ecco la Srl semplificata

Con il decreto «Cresci-Italia» viene istituita una nuova figura di società per l'imprenditoria giovanile e in modo particolare per i giovani sotto i 35 anni: la società semplificata a responsabilità limitata. Per aprirla basterà un euro di capitale e non sarà necessario l’intervento del notaio ma solo la comunicazione unica telematica al Registro delle imprese.
La società semplificata a responsabilità limitata, è una nuova una forma giuridica che può permettere ai giovani di età non superiore ai 35 anni di avviare una nuova attività imprenditoriale fruendo di un regime agevolato. Questo è quanto prevede una delle norme contenute nelle decreto sulle liberalizzazioni. Il regime agevolato, in particolare, è rappresentato sia da un alleggerimento delle formalità di costituzione della società semplificata a responsabilità limitata, sia dalla possibilità di costituire la nuova impresa con un capitale sociale che parte da un minimo di appena un euro.
La nuova disposizione ha l'obiettivo di favorire l’imprenditoria giovanile mediante la partecipazione a strutture associative libere dai rigorosi limiti previsti per le società di capitali, come la soglia del capitale minimo e le spese notarili necessarie per la costituzione mediante atto pubblico. La Srl semplificata è infatti assoggettata ad un regime agevolato sia per quanto riguardo l’ammontare del capitale sociale, previsto nella misura simbolica di un euro a fronte dei 10.000 euro richiesti per la costituzione della Srl ordinaria, sia per quanto riguarda le formalità di costituzione, che non contemplano più la redazione dell’atto pubblico, e quindi l’ intervento del notaio Occorre, inoltre, che la denominazione sociale rechi l’espressa indicazione di «Società semplificata a responsabilità limitata».
La Srl semplificate, inoltre, è soggetta all’Ires e favoriscono la integrale deducibilità delle spese di formazione professionale che rappresentano un obbligo deontologico a volte gravoso dal punto di vista finanziario, soprattutto per i più giovani ovviamente.
La società semplificata a responsabilità limitata può essere costituita con contratto o atto unilaterale da persone fisiche che non abbiano compiuto i trentacinque anni di età alla data della costituzione. L'atto costitutivo deve essere redatto per scrittura privata e deve indicare:
il cognome, il nome, la data, il luogo di nascita, il domicilio, la cittadinanza di ciascun socio;
la denominazione sociale contenente l'indicazione di società semplificata a responsabilità limitata e il Comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie;
l'ammontare del capitale sociale non inferiore a un euro sottoscritto e interamente versato alla data della costituzione. Il conferimento deve farsi in denaro.
L'atto costitutivo deve essere depositato a cura degli amministratori entro quindici giorni presso l'ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale, allegando i documenti comprovanti la sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 2329 codice civile.
L'iscrizione è - effettuata con unica comunicazione esente da diritti di bollo e di segreteria nella quale si dichiara il possesso dei requisiti di cui al presente articolo. L'ufficiale del registro deve accertare la sussistenza dei requisiti richiesti e procedere all'iscrizione entro il termine perentorio di quindici giorni. Si applica l'articolo 2189 codice civile. Decorso inutilmente il termine indicato per l'iscrizione, il giudice del registro, su richiesta degli amministratori, verificata la sussistenza dei presupposti, ordina l'iscrizione con decreto.

Assunzioni 2012 il lavoro fisso resta un miraggio

L'assunzione a tempo indeterminato resta un miraggio anche nel 2012 è quanto emerge dalle stime Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le aziende prevedono nel complesso circa 270mila nuove entrate ma tra queste solo 66 mila saranno con un contratto a tempo indeterminato quindi solo il 24%. Ed entro il mese di marzo 2012 le aziende italiane dovrebbero assumere circa 152 mila persone a fronte di 227 mila uscite, con un saldo negativo di 75 mila unità.
Le 152 mila nuove forze lavoro programmate dalle aziende industriali e di servizi sono circa 60 mila in più di quelle rilevate per l'ultimo trimestre dello scorso anno (erano 92 mila tra ottobre e dicembre 2011) ma che si tratta in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure che hanno interrotto il loro rapporto di lavoro.
La “croce” di questo saldo occupazionale negativo colpisce soprattutto l'occupazione nelle piccole imprese, il Mezzogiorno e i contratti a tempo determinato. Tra le aziende che assumono il 44% lo fa per sostituire dipendenti in uscita o per stabilizzare personale che già ha. Per il 12% le assunzioni riguardano attività stagionali mentre per il 32% l'assunzione è motivata dal picco di domanda.
Su 152 mila assunzioni programmate 125.700 saranno a carattere non stagionale mentre 26.400 saranno stagionali. Il 34% delle assunzioni totali dovrebbe esser fatto da aziende industriali (51.700 unità) mentre il 66% dovrebbe riguardare i servizi (100.400 unità). L'industria recupera rispetto ai trimestre precedenti quando registrava meno di un quarto delle assunzioni totali.
Secondo le stime di Unioncamere a oltre 66 mila neo assunti (il 34% del totale) verrebbe proposto un contratto a tempo indeterminato mentre i contratti a termine riguarderebbero il 56% delle entrate previste (85.600 assunzioni). L'apprendistato sarebbe proposto a 10 mila lavoratori (il 6,4% delle entrate). Oltre un terzo delle assunzioni (52 mila pari al 34,2% del totale) sono esplicitamente indirizzate verso i giovani under 30 ma a questi se ne potrebbero aggiungere molti altri tra le 60 mila richieste senza limiti di età.
I conti che riguardano i posti di lavoro in Italia non tornano mai.
Lo dimostra anche la previsione del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che per i primi tre mesi del 2012 mette sul piatto più uscite di personale che assunzioni.
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