domenica 30 settembre 2012

Consiglieri regionali dal 2013 nuovi stipendi?


Dopo lo scandalo dei fondi dei partiti nato con il caso Lazio e che ha determinato inchieste in altri sei consigli regionali, il Consiglio dei ministri ha preso in considerazione tra le misure all'esame del governo, la riduzione del numero dei consiglieri regionali, la riforma del loro trattamento previdenziale con il passaggio al sistema contributivo. Dovrebbero essere tagliati anche gli stipendi e le spese dei gruppi consiliari, sui quali vigilerà la Corte dei Conti.

La Conferenza delle regioni ha definito il pacchetto di proposte per tagliare i costi della politica. Una proposta che prevede il taglio degli stipendi, del numero dei consiglieri e una limitazione delle spese dei gruppi. Lo ha spiegato il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani.

Dal 2013 ci dovrebbe essere una riduzione di tutti gli emolumenti dei consiglieri regionali, dei presidenti di regione e dei componenti delle giunte è quello che ha asserito il presidente della Conferenza delle regioni. Le misure dovrebbero prevedere la riduzione di tutti gli emolumenti percepiti dai consiglieri, dai presidenti e dai componenti della Giunta; la riduzione del numero dei consiglieri regionali; limitazione ed uniformazione delle spese dei gruppi consiliari eliminando i benefit sotto qualsiasi forma, riconoscendo il finanziamento delle spese riferite esclusivamente alle funzioni istituzionali, che vengono sottoposte al controllo della Corte dei Conti.

Quindi a vigilare sulle spese dei partiti, sia a livello locale che nazionale, sarà la Corte dei Conti con poteri di controllo e sanzione.

Per i consiglieri regionali si profila anche la riforma del trattamento previdenziale, già previsto ma non ancora attuato. Dopo la rinuncia ai vitalizi, che quasi tutte le Regioni hanno già fatto, il governo Monti deve dare piena attuazione alla norma di legge del 2011 che prevede l’abbandono del sistema previdenziale retributivo (come già accaduto per il Parlamento nazionale) e dunque pensioni riferite ai contributi versati nel corso del mandato e non allo stipendio, che di fatto è rimasta inapplicata.

Taglio delle poltrone, riforma del trattamento previdenziale, rinuncia ai vitalizi (in realtà già attuata dagli enti). Il governo è pronto a varare giovedì il decreto-legge che interviene sugli incredibili privilegi della politica negli enti locali dopo gli scandali. Nel pacchetto, sul quale c’è attesa e attenzione anche da parte del Quirinale, ci saranno anche la riduzione del numero dei consiglieri regionali, il taglio delle indennità di tutti gli eletti, una forte sforbiciata alle spese dei gruppi politici, che dovranno essere tutte certificate, e sanzioni economiche pesanti per le Regioni inadempienti. Nello stesso tempo si profila una nuova stretta anche sui Consigli provinciali e l’accelerazione delle norme attuative del federalismo, con il varo definitivo dei primi costi standard per Comuni e Province.

Lavoro: stipendio precari sotto i 1.000 euro

I lavoratori a tempo determinato, nel 2011, hanno percepito una retribuzione inferiore del 28% rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Il divario è in crescita: nel 2010 era del 27,2%. E' quanto emerge dai dati dell'Isfol. La direttrice generale dell'Isfol, Bulgarelli, ha spiegato che lo stipendio medio dei lavoratori a tempo determinato, indipendentemente dall'età, non supera 1.000 euro; quello dei permanenti va da poco più di 900 euro, nella fascia d'età 14-24, a quasi 1.500 euro, nella fascia 55-64 anni. Il divario cresce con l'età.

Ovviamente un posto di lavoro da precario viaggio in parallelo  con una busta più leggera, in media del 28% rispetto al posto fisso: la conferma emerge dai dati dell'Isfol. Infatti in media un dipendente a tempo determinato, con riferimento al 2011, non riesce a superare i mille euro al mese di reddito netto da lavoro, indipendentemente dalla fascia d'età. Per i dipendenti a tempo, infatti, il salario medio nel 2011 è di 945 euro, a fronte dei 1.313 euro degli occupati a tempo indeterminato. Basti pensare che nel 2011 l'aumento per i dipendenti precari è stato in media solo di un euro. Ovviamente, precisa l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, aggiornando dati già contenuti nel Rapporto 2012, i contratti a tempo prevalgono soprattutto tra le nuove generazioni, anche se in valori assoluti i dipendenti precari sono numerosi pure tra i più adulti, con oltre un milione di occupati a termine tra gli chi ha almeno 35 anni. I dipendenti senza posto fisso, ha spiegato già l'Isfol "sono i più colpiti dalla crisi economica" e, aggiunge, "si tratta di un patrimonio di conoscenze e competenze che non sembra essere valorizzato, costituendo di fatto uno spreco per gli individui e per l'intero sistema economico".

Riforma del lavoro 2012: le prestazioni accessorie e i buoni lavoro


Il lavoro occasionale di carattere accessorio è stato concepito dal legislatore con la finalità di favorire l'inserimento nel mondo del lavoro di fasce deboli del mercato aumentando le opportunità presso le famiglie o enti senza scopo di lucro.

Sono prestazioni lavorative di natura autonoma, realizzate a favore di un soggetto senza il vincolo della subordinazione e con il carattere dell’occasionalità. Non è richiesta l’iscrizione in un Albo professionale né l’apertura di una partita Iva, in quanto il corrispettivo versato dal datore di lavoro è soggetto ad una ritenuta d’acconto pari al 20% dell’importo.

Vediamo le novità portate dalla riforma Fornero, ha innovato l'articolo 70 del Dlgs 276 del 2003, dispone che il ricorso ai buoni da parte di un committente pubblico possa avvenire solo nel rispetto dei vincoli previsti dalla vigente disciplina in materia di contenimento delle spese del personale e, ove previsto, dal patto di stabilità interno.

Altra novità, a favore dei prestatori, è la disposizione che considera i compensi percepiti attraverso i voucher utili alla determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Per il capitolo oner i, indipendentemente dalla modalità con la quale i voucher sono acquistati (telematica, presso le sedi Inps, presso gli uffici postali, presso i tabaccai, e così via) è sempre necessario effettuare la comunicazione preventiva di inizio della prestazione. Infatti, nell'ipotesi in cui questo obbligo sia violato, scatta la maxi-sanzione prevista per il lavoro nero, nella misura da 1.500 euro a 12mila euro, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo (così come indicato nella circolare del ministero del Lavoro 38/2010).

Ciò significa che bisogna  adempiere nella comunicazione al l'Inps o all'Inail di attivazione delle prestazioni accessorie. Sono diversi i canali attraverso cui questa comunicazione può essere inoltrata: telefonando al contact center Inps-Inail (al numero 803164), collegandosi al sito www.inps.it, alla pagina «Lavoro occasionale» (questa è l'unica modalità nel caso dei voucher acquistati presso i tabaccai), oppure recandosi presso una sede Inps. Se si opta invece per la richiesta dei voucher attraverso la procedura telematica presso il sito Inps (previo acquisto tramite modello F24) sarà necessaria anche la registrazione da parte del prestatore, così da consentire al committente di "inserire" la prestazione.

Ricordiamo inoltre che la legge 92 del 2012 (articolo 1, commi 32 e seguenti) ha rivisitato in primo luogo il ricorso al lavoro accessorio – retribuito tramite i voucher o buoni lavoro – previsto dal Dlgs 276 del 2003.

Il lavoro accessorio è rapporto flessibile, destinato ad «attività lavorative di natura meramente occasionale»: qualunque committente privato o pubblico può oggi rivolgersi a qualunque prestatore di lavoro, anche minore (nel rispetto delle norme in materia di salute sui luoghi di lavoro) – per ottenere una collaborazione e per compensi limitati: il tetto è fissato a 5mila euro per anno solare, con riferimento alla totalità dei committenti, che diventano 2mila euro se il committente è un imprenditore commerciale o professionista. Escluso il settore agricolo, in cui il lavoro accessorio è destinato a pensionati e studenti sotto i 25 anni, per attività stagionali, non ci sono limiti soggettivi alle attività "accessorie".

Anche per il 2013, le prestazioni retribuite attraverso i buoni lavoro sono aperte, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite massimo di 3mila euro di corrispettivo per anno solare, anche per i titolari di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito.

Il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio avviene attraverso il meccanismo dei buoni.

La riforma del Fornero  ha chiarito il valore "orario" del voucher (articolo 72, comma 1, Dlgs 276 del 2003): salvo migliori intese tra le parti, a ogni ora di lavoro deve corrispondere un buono. Precisata la corrispondenza voucher-ora, si può determinare in modo preciso il tempo che ogni lavoratore può dedicare ogni anno al lavoro accessorio: di norma, non oltre 500 ore. Imprenditori e professionisti, però, non possono dare incarico ai collaboratori per più di 200 ore all'anno.
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