Importanti novità sull'età per andare in pensione , prima fra tutte le possibilità di anticipare fino a un massimo di tre anni e 7 mesi l'uscita dal mondo del lavoro, rispetto all'età prevista normalmente per la pensione di vecchiaia.
Nel 2017 tutte le prestazioni pensionistiche saranno pagate il 1° giorno bancabile del mese, con la sola eccezione della rata di gennaio, il cui pagamento è stabilito al 2° giorno bancabile del mese).
La norma riguarda sia i dipendenti pubblici che privati che i lavoratori autonomi.
Va fatta una premessa: attualmente per il 2017 l'età per andare in pensione e ricevere la pensione di vecchiaia è fissata a :
66 anni e sette mesi per gli uomini ( sia autonomi che dipendenti , pubblici e privati) e le donne che lavorano nel settore pubblico;
65 anni e 7 mesi per le donne dipendenti del settore privato;
66 anni e 1 mese per le donne lavoratrici autonome.
Dal 2018, per tutti , l'età è stata unificata dalla riforma Fornero e sarà a 66 anni e 7 mesi
Da ricordare che alla pensione di vecchiaia hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con la previdenza obbligatoria e che all'età stabilita abbiano un anzianità contributiva di almeno 20 anni.
Per la pensione di anzianità , invece, cui si accedeva a prescindere dall'età ma avendo un requisito contributivo piu alto, la riforma Monti- Fornero ha alzato i paletti e, definendola " pensione anticipata"a partire dal 2012 sono necessari almeno:
41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e
42 anni e 10 mesi per gli uomini sia nel pubblico che nel privato con almeno 35 anni di contribuzione effettiva (questa ultima norma non vale per ex Inpdap ed Ipost ed ex FS).
Per chi sceglieva di andare in pensione prima era anche previsto un meccanismo di penalizzazione dell'assegno . Per ogni anno mancante dal momento in cui si sceglieva di andare in pensione e l'eta minima per la pensione di vecchiaia , il montante calcolato con il metodo retributivo era ridotto dell'1 percento (2% per gli anni prima dei 60 di età).
Con la legge di bilancio appena approvata a partire da maggio 2017 , è stato introdotto un nuovo meccanismo per anticipare l'eta per andare in pensione detto "APE" , anticipo pensionistico , destinato a tutti i lavoratori , con la possibilità di anticipare l'età della pensione fino ad un massimo di 3 anni e sette mesi. Data le difficoltà della finanza pubblica ovviamente si potrà però incassare un assegno ridotto rispetto a quello che si sarebbe avuto alla fine della carriera.
La pensione viene infatti pagata in anticipo grazie ad un prestito da istituti finanziari privati e controllato/ gestito dall'INPS sulla base della nuova legislazione.
Dall'assegno di pensione "regolare" viene detratta la rata di restituzione del prestito , della durata di vent'anni, e con tassi controllati sempre dallo Stato .
Il taglio della pensione dovrebbe aggirarsi intorno al 4/5% dell’importo mensile , per tutto il periodo del prestito. Si attende su questa materia un accordo tra ABI e ministero dell'Economia e il conseguente decreto ministeriale che definisca il tetto massimo dei tassi in interesse per tale prestito.
La norma specifica anche che potranno accedere i lavoratori con una pensione non inferiore a 1,4 volte la pensione minima, conteggiando il taglio per la restituzione del prestito. L'importo dell'a pensione al netto della rata del prestito, dovrà dunque essere superiore a 702,65 euro .
Avrà diritto all'APE anche chi soddisfa i requisiti tramite il cumulo contributivo, ossia la ricongiunzione non onerosa dei contributi versati a casse diverse, prevista sempre dalla legge di stabilità 2017.
L'età per la pensione nei lavori usuranti
Alle norme esposte sopra fanno eccezione i lavoratori che hanno svolto lavori detti usuranti (miniere, cave ,alte temperature, settore vetro e dell'amianto, addetti alla catena di montaggio, lavoro per turni, lavoro notturno, conducenti mezzi pubblici, come definiti dal d.lgs 67 2011) che possono andare in pensione dal 1° gennaio 2016:
con una anzianità contributiva minima di 35 anni e una età minima pari a 61 anni e 7 mesi oppure con 41 anni di contributi versati , indipendentemente dall'età .
Con la Legge di stabilità 2017 tali lavoratori non devono più attendere 12 mesi (18 mesi per i lavoratori autonomi) per la cd."finestra" di accesso introdotta dalla riforma Fornero per le pensioni anticipate, ma potranno andare in pensione il primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti.
Inoltre la stessa norma ha sospeso , solo per questi lavoratori, i futuri adeguamenti al meccanismo della speranza di vita sino al 31 dicembre 2027.
Quindi, l’età per la pensione di vecchiaia 2017 è pari a:
66 anni e 7 mesi per lavoratori dipendenti del privato,
66 anni e 7 mesi per lavoratori autonomi,
66 anni e 7 mesi per lavoratrici del pubblico impiego,
66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome,
65 anni e 7 mesi per lavoratrici del privato.
Per quanto riguarda la pensione anticipata, invece, il requisito 2017 è pari a 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.
C’è poi il caso particolare della pensione contributiva, applicabile sia ai trattamenti di vecchiaia sia alle pensioni anticipate. La pensione di vecchiaia contributiva riguarda lavoratori che quando raggiungono l’età pensionabile sopra riportata non hanno perfezionato i requisiti contributivi (20 anni di contributi versati, e un assegno pari ad almeno 1,5 volte il minimo). Se hanno cinque anni di contributivi versati, nel 2017 accedono comunque a una pensione di vecchiaia con 70 anni e sette mesi di età. La pensione anticipata contributiva è invece riservata a coloro che hanno 20 anni di contributi e un assegno pari ad almeno 2,8 volte il minimo: il requisito anagrafico 2017 è pari a 63 anni e sette mesi.
E veniamo alle tipologie per le quali la manovra 2017 ha eliminato l’aspettativa di vita. Aboliti del tutto per la pensione anticipata lavori usuranti.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci (con almeno un anno di contributi entro i 19 anni), sono stati eliminati gli adeguamenti 2013 e 2016, e il requisito 2017 per la pensione anticipata è stato fissato in 41 anni di contributi (bisogna comunque rientrare in una serie di categorie, elencate dalla legge). I prossimi adeguamenti alle aspettative di vita però, dal 2019 in poi saranno calcolati.
L’adeguamento alle speranze di vita si applica anche all’Opzione Donna, forma di pensione anticipata su cui la Legge di Stabilità 2017 ha introdotto nuove forme di flessibilità, aprendo alle lavoratrici nate nell'ultimo trimestre dell’anno. Accedono all’Opzione Donna le lavoratrici che hanno almeno 35 anni di contributi. L’età anagrafica comprensiva di aspettativa di vita, è pari a 57 anni e sette mesi per le dipendenti e 58 anni e sette mesi per le autonome.
Infine, ricordiamo che gli adeguamenti alle aspettative di vita non riguardano gli autonomi iscritti alla gestione separata e alle casse previdenziali dei professionisti. Per quanto riguarda i prossimi adeguamenti, sono previsti nel 2019 e poi ogni due anni (quindi 2021, 2023, 2025 e così via). L’entità degli aumenti è decisa di volta in volta, in base ai dati Istat. L’adeguamento 2019 sarà stabilito alla fine del 2017: secondo l’analisi della Ragioneria Generale dello Stato, l’adeguamento potrebbe essere inferiore a quelli precedenti, e non si esclude che sia pari a zero, nel qual caso, i requisiti resterebbero immutati fino al 2021.