giovedì 19 dicembre 2013

Istat: pensioni nel pubblico doppie rispetto a privati. 'Sistema solido, forse migliore in Ue'



''Il sistema pensionistico italiano è in solido equilibrio. Forse è il più affidabile sistema pensionistico in Europa''. Lo ha dichiarato Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, su Tgcom24. ''L'Inps è solida e le risorse per pagare le pensioni si sono e ci saranno sempre - ha detto-. Il problema sono i giovani che non lavorano, il Paese deve crescere e aumentare i posti di lavoro per il pagamento delle pensioni future. Ci devono essere inoltre delle misure di sostegno al reddito quando si perde il lavoro".

''Gli importi medi annui delle prestazioni erogate nel comparto pubblico risultano doppi rispetto a quelli delle pensioni erogate nel comparto privato e nell'ordine assumono valore pari a 21.951 e 11.023 euro''. E' quanto riporta l'Istat nell'Annuario statistico, con riferimento al 2011.

''L'elevata sopravvivenza, unita al calo della fecondità, rende l'Italia uno dei Paesi più vecchi al mondo''. Lo afferma l'Istat spiegando che l'indice di vecchiaia, 148,6 anziani ogni 100 giovani, colloca l'Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania (155,8%). La speranza di vita è di 79,4 anni per gli uomini e 84,4 anni per le donne.

I disoccupati durante la crisi, tra il 2008 e il 2012, sono aumentati di oltre un milione. E' quanto emerge dalle tabelle contenute nell'Annuario statistico dell'Istat. Nel dettaglio le persone in cerca di lavoro sono salite di 1 milione 52 mila nel giro di quattro anni.

L'Italia è tra i paesi più vecchi d'Europa, seconda solo alla Germania nel vecchio Continente. L'Istat spiega che l'elevato indice di vecchiaia, 148,6 anziani ogni 100 giovani, colloca l'Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania (155,8%) è dovuto all'alta sopravvivenza, unita al calo della fecondità. La speranza di vita è di 79,4 anni per gli uomini e 84,4 anni per le donne. Inoltre le donne continuano a posticipare la maternità e a limitarsi, spesso, a un solo figlio: con un numero medio di bambini a donna pari a 1,39, in calo nel 2011 rispetto all'anno precedente (1,41), ''Nell'Unione europea a 15 Paesi l'Italia si colloca al quinto posto per bassa fecondità''. L'età media del parto è cresciuta a 31,4 anni, tra le più alte in Europa. Le mamme italiane in questo sono seconde (ma per un soffio) solo a quelle irlandesi e spagnole dove la maternità arriva a 31,5 anni.

Non si arresta il trend negativo delle immatricolazioni cominciato nel 2004, ma aumentano le persone che riescono a laurearsi. I giovani iscritti per la prima volta sono quasi 279 mila, 9.400 circa in meno rispetto all'anno precedente. La popolazione universitaria è composta da 1.751.192 studenti, -1,7% rispetto all'anno precedente, con una partecipazione agli studi particolarmente alta in Molise, Abruzzo e Basilicata. A proseguire gli studi sono soprattutto i diplomati dei licei rispetto a quelli degli istituti tecnici o professionali. Nel 2011 circa 299 mila studenti hanno conseguito una laurea o un diploma universitario, +3,4% rispetto all'anno precedente, interrompendo così una tendenza decrescente iniziata nel 2006. A 4 anni dalla laurea lavora il 69,4% dei laureati in corsi a ciclo unico, il 69,3% di quelli laureati nei corsi triennali e l'82,1% di quelli che hanno completato i corsi biennali.


Contratto di lavoro choc. Sesso una volta mese con il datore di lavoro



Un contratto di lavoro che imponeva alla segretaria particolare  di fare sesso una volta alla settimana con il suo datore di lavoro. La donna doveva "stare insieme al suo datore di lavoro - è scritto testualmente nel documento - almeno quattro volte in un mese.

Lo scandalo scoppiato alla Regione Abruzzo con l’arresto, a metà novembre, dell’assessore alla Cultura (per truffa aggravata e peculato) si arricchisce di un nuovo capitolo. il datore di lavoro, pretendeva sesso dalla sua segretaria di 32enne. Tutto avveniva in cambio di denaro, 36mila euro all’anno, e tutto era “regolarmente” messo nero su bianco, prestazione extra comprese.

L’accordo è stato trovato in casa della donna durante una perquisizione degli agenti della polizia giudiziaria della Procura di Pescara . Anche la 32enne era infatti stata arrestata, con l’accusa di essere complice dell’assessore nel chiedere tangenti ai piccoli operatori culturali. Durante un interrogatorio la donna avrebbe confermato di aver avuto una relazione con l’assessore. «Era ossessionato da me - ha spiegato - mi ha costretto a firmare quel contratto. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura...».

Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come "quella lì", ma non ho fatto nulla, non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo..." ha detto la giovane al pm.  La segretaria ha descritto così la sua situazione all'epoca della firma del contratto ufficiale con la Regione e  di quello segreto con l'assessore: "Avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma, in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perché mia madre stava male. È stato l’assessore a propormi di fare la sua segretaria. Mi misi in aspettativa e accettai il lavoro, perché avrei potuto gestire meglio i miei problemi visto che dovevo lavorare solo per 3 giorni,  mi propose il lavoro, anche se non ho mai partecipato alle sue campagne elettorale. ". Il secondo contratto è stato poi un passaggio obbligato, ha spiegato.

"Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella.... " le diceva … al telefono senza sapere di essere intercettato "poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr'ore... Chi ti conta la jurnata... capit?".

E ora che è venuto tutto a galla la segretaria racconta: "La mia vita è diventata un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L'impatto dell'arresto sulla mia vita è stato devastante, perché sono mamma di una bambina piccola".

domenica 15 dicembre 2013

Posti di lavoro Google con il turismo online




Uno dei dati presentati al 'Buy tourism on line' dalla ricerca realizzata per Google da Oxford Economics, con l'incremento di contenuti turistici on line in Italia si potrebbe dare un impulso all'economia per 250 mila posti di lavoro in più. E' uno dei dati presentati oggi al sesto 'Buy tourism on line' a Firenze dalla ricerca realizzata per Google da Oxford Economics, che ha studiato i casi di Grecia, Italia e Spagna sul tema del Travel 2.0.

Se l'Italia puntasse sul turismo online, il "premio" potrebbe essere di circa 250 mila posti di lavoro in più. È quanto emerge da una ricerca realizzata per Google da Oxford Economics, che ha studiato i casi di Grecia, Italia e Spagna sul Travel 2.0. "Con l'incremento di contenuti turistici online in Italia si potrebbe dare un impulso all'economia per 250 mila posti di lavoro", sostiene la ricerca.

Mentre, in Grecia - si legge nella ricerca presentata da Diego Ciulli, senior policy analyst di Google Italy- sarebbero 100.000 i posti di lavoro in più se si incrementasse l'utilizzo di internet nel settore del turismo e 50.000 in Spagna. Questo poterà a una crescita del pil del 3% in Grecia, del 1% in Italia e dello 0,5 in Spagna".

"Internet è sottoutilizzato -continua- nei paesi presi in considerazione dalla ricerca. Il 76% dei nuclei familiari sono on line e ben il 51% usa internet per viaggiare. La percentuale di ricerche su destinazioni di viaggio legate alla cultura sono: il 45% in Grecia, il 31 in Italia e il 44 % in Spagna. Internet svolge un ruolo vitale e sempre crescente nel settore dei viaggi europei. Infatti, secondo la ricerca, tra le fonti di informazione più importanti sono in primis i suggerimenti degli amici e al secondo posto la fonte più utilizzata è la rete".

"Tuttavia, anche se la domanda di turismo -osserva Ciulli- si sta orientando sempre di più verso l'ambiente on line, e la cultura è un fattore motivante, solo una proporzione relativamente bassa di operatori in Spagna, Italia e Grecia usa il commercio elettronico per entrare in contatto con potenziali clienti. Un tale squilibrio presenta una significativa opportunità per incrementare le vendite mediante un'adozione più ampia da parte del settore delle piattaforme di vendita e di marketing via Internet".

"L'Italia può contare su un brand fatto di prodotti, di stile di vita, di cultura apprezzato e ricercato all'estero, il Made in Italy, ancora poco presente on line. In questo senso internet può rappresentare uno straordinario volano di crescita per far conoscere le eccellenze del nostro Paese e proprio per questo, come ha annunciato Eric Schmidt a Roma lo scorso ottobre, Google ha deciso di investire in un progetto sul made in Italy".

Uno dei suoi programmi più noti è il «20% time project», tempo libero puro per lavorare allo sviluppo di idee proprie. Ma c’è anche il TGIF (Thanks God it’s Friday - Grazie a Dio è Venerdì), momento in cui Larry Page e Sergey Brin rispondono alle domande dei dipendenti senza esclusione di colpi (a seguire birra). Non c’è da sorprendersi dunque se quest’anno, a scalare la classifica dei migliori posti di lavoro nel mondo, ci sia proprio Google. E non tanto per la birra e il «20% project» che ha fatto nascere Gmail («mai abolito» fanno sapere dall’azienda), quanto per l’appeal del motore di ricerca e la soddisfazione dei googler, i lavoratori del colosso di Mountain View.

Google è infatti stata incoronata da Great place to work la «best multinational workplace». È la prima volta da quando la società americana ha avviato l’indagine a livello globale. Al secondo posto Sas Institute e al terzo gradino Netapp, tutte aziende del settore information technology. «È un comparto tendenzialmente giovane — spiega Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia — che ha un approccio alle risorse umane un po’ diverso da quello tradizionale, tende a liberare creatività e ingegno». E non si tratta del calcio balilla o degli uffici open space “alternativi” dov’è possibile portarsi dietro pure il cane, come succede per i lavoratori di Mountain View. «È il differente approccio — fanno sapere dalla società che stila la graduatoria — sempre teso a conquistare la fiducia e la soddisfazione dei dipendenti con strategie di welfare e di conciliazione dei tempi vita-lavoro». Come dimostrano i programmi valutati da GPTW: dai premi per l’eccellenza di Marriott alla settimana in famiglia di Autodesk concessa, fuori dal monte ferie, durante il periodo delle feste natalizie per consentire ai dipendenti di trascorrere ulteriore tempo con le famiglie.

E così, mentre al Pil si vanno affiancando sempre più calcoli di benessere che scattano fotografie dei Paesi più virtuosi del mondo, allo stesso modo il fattore di gratificazione continua ad essere seriamente preso in considerazione da molte multinazionali. Superfluo citare gli innumerevoli studi secondo cui i dipendenti felici hanno una produttività addirittura del 31% superiore alla media. Molte cercano di adottare strategie tese all’ascolto e alla fiducia indipendentemente da questo fa parte della loro cultura, ci credono. E non hanno paura di essere sottoposte al giudizio dei lavoratori: circa 6200, quest’anno, le società che hanno partecipato alla ricerca e tre milioni i dipendenti coinvolti. Il podio che ne viene fuori è tutto a stelle e strisce: dalle californiane Google, Sas e NetApp si passa a Microsoft che dal quinto posto del 2012 avanza di un gradino incassando quest’anno la medaglia di legno. L’azienda di Bill Gates ha del resto ben altre questioni da affrontare in questo momento e dopo l’acquisizione di Nokia è alla ricerca di un sostituto di Steve Ballmer per la poltrona di amministratore delegato.

E l’Italia? Come per l’indagine europea, il nostro paese resta completamente fuori dalla classifica Great place to work: nessuna delle imprese made in Italy ha raggiunto il range dei 25 migliori luoghi di lavoro. E diminuiscono pure le sedi italiane delle multinazionali presenti in graduatoria (erano dodici nel 2011, oggi sono otto).

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