Direi che vi sono i “fortunati” che lavorano durante i giorni della settimana, quelli canonici. Ed una parte dei lavoratori “fortunati” che lavorano su turni, per aziende ed imprese che non hanno pause lavorative.
Il punto di forza dei lavoratori dipendenti, che sono impegnati su turni giornalieri, è sicuramente nel momento in cui la vita privata, gli impegni familiari lo consentono è di proporsi a svolgere, mettersi in turno, per lavorare durante le festività (domenica, primo novembre, Natale, Santo Stefano ecc.)-
Perché lavorare durante le festività?
Durante le festività al lavoratore dipendente spetta la retribuzione giornaliera aumentata della maggiorazione per lavoro festivo aumentata con le indennità previste dai CCNL. E' vero che i giorni festivi sono visti come recupero delle risorse psico-fisiche. Ma è altresì vero per chi ha la possibilità vuoi per condizione familiare, vuoi per condizione di libera scelta (maggiore retribuzione, incentivi ed altro. Lavorare nei giorni di festività, feste comandate, a volte è un modo per essere liberi dalla consuetudine familiare e dimostrare al datore di lavoro una disponibilità verso
quelle giornate che per molti sono off limits.
Lavorare nei giorni di festività sicuramente aiuta la retribuzione rafforzando il netto in busta paga.
Quindi quando le condizioni lo permettono è consigliabile lavorare la domenica, e durante le feste comandate dal calendario. Tanto il periodo per il riposo delle risorse psico-fisiche lo abbiamo durante la settimana. Chissà se un giorno chi lavora durante le festività sia considerato un lavoratore “fortunato” e che i turni festivi siano di grande concorrenza. Per alcune aziende è già cosi.
domenica 31 ottobre 2010
GIORNATA FESTIVA: LAVORO O NO?
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sabato 30 ottobre 2010
SACCONI IL TERAPEUTA GOVERNATIVO?
Come sta il governo?
Nell’assemblea dei giovani imprenditori si è parlato della situazione influenzale del governo. Un paziente paralizzato, un paese fermo come ha sostenuto Emma Marcegaglia, durante il convegno annuale dei giovani imprenditori di Confindustria. La presidente ha fatto un’analisi per quanto possa essere veritiera della situazione economica attuale un tantino spregiudicata e, forse catastrofica. Quando ha sostenuto che siamo di fronte ad una iniziativa governativa assente. Sarebbe consono mettere in evidenza la reale difficoltà economica, analizzare con spirito critico le statistiche sulla disoccupazione e/o inoccupazione che sono in continua crescita. Forse più che uscire dalla paralisi si dovrebbe parlare e cercare di trovare delle soluzioni per risolvere la crisi occupazionale.
D‘altro canto il ministro Sacconi ha replicato alle dichiarazioni della Marcegaglia. Sostenendo che tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato.
Probabilmente stiamo vivendo un momento politico in cui da parte di tutto il parlamento, da parte di una gran parte della stampa cartacea si è entrati in un ambito che si vuole pensare più all’aspetto personale che alle vere finalità-problemi politici. Pensiamo al bunga bunga di questi giorni.
Riprendendo le parole del ministro Sacconi sembra che: "la finanza pubblica è sotto controllo e i collocamenti in corso ne risentono positivamente.
La stessa riforma delle pensioni con connotati europei e stata fatta con tutte le difficoltà inerenti ad una problematica sociale ed economica che ne compete una questione del genere.
Comunque in momento di grande difficoltà economica ed occupazionale. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata. Condivisibile, politicamente maturo quanto ha affermato il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a Capri.
Dobbiamo ricordaci tutti, datori di lavoro, dipendenti, amanti della cosa pubblica e parti sociali. Dove dobbiamo arrivare con le parole, pensiamo ai fatti ed ai reali problemi del lavoro e del mercato del lavoro. Accantoniamo tutti i bunga bunga, il gossip politico ed affrontiamo i veri problemi del paese. Tutti, dai politici, alla stampa e a quelle personalità che hanno cariche istituzionali politiche e non. Il problema di questa crisi è economico e sociale. In una parola occupazionale.
Nell’assemblea dei giovani imprenditori si è parlato della situazione influenzale del governo. Un paziente paralizzato, un paese fermo come ha sostenuto Emma Marcegaglia, durante il convegno annuale dei giovani imprenditori di Confindustria. La presidente ha fatto un’analisi per quanto possa essere veritiera della situazione economica attuale un tantino spregiudicata e, forse catastrofica. Quando ha sostenuto che siamo di fronte ad una iniziativa governativa assente. Sarebbe consono mettere in evidenza la reale difficoltà economica, analizzare con spirito critico le statistiche sulla disoccupazione e/o inoccupazione che sono in continua crescita. Forse più che uscire dalla paralisi si dovrebbe parlare e cercare di trovare delle soluzioni per risolvere la crisi occupazionale.
D‘altro canto il ministro Sacconi ha replicato alle dichiarazioni della Marcegaglia. Sostenendo che tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato.
Probabilmente stiamo vivendo un momento politico in cui da parte di tutto il parlamento, da parte di una gran parte della stampa cartacea si è entrati in un ambito che si vuole pensare più all’aspetto personale che alle vere finalità-problemi politici. Pensiamo al bunga bunga di questi giorni.
Riprendendo le parole del ministro Sacconi sembra che: "la finanza pubblica è sotto controllo e i collocamenti in corso ne risentono positivamente.
La stessa riforma delle pensioni con connotati europei e stata fatta con tutte le difficoltà inerenti ad una problematica sociale ed economica che ne compete una questione del genere.
Comunque in momento di grande difficoltà economica ed occupazionale. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata. Condivisibile, politicamente maturo quanto ha affermato il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a Capri.
Dobbiamo ricordaci tutti, datori di lavoro, dipendenti, amanti della cosa pubblica e parti sociali. Dove dobbiamo arrivare con le parole, pensiamo ai fatti ed ai reali problemi del lavoro e del mercato del lavoro. Accantoniamo tutti i bunga bunga, il gossip politico ed affrontiamo i veri problemi del paese. Tutti, dai politici, alla stampa e a quelle personalità che hanno cariche istituzionali politiche e non. Il problema di questa crisi è economico e sociale. In una parola occupazionale.
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venerdì 29 ottobre 2010
APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
Foto del sito Lucanianews24.it |
Concordando su un quadro operativo in cui questo strumento di lavoro acquisisca il termine ed un contesto di lavoro quale apprendistato professionalizzante con un riferimento particolare alla funzione compensativa dei CCNL, ed in modo ancora più efficace dove la Regione non abbia regolamentato la materia.
L’importanza di questo accordo è essenzialmente finalizzato a combattere l’uso distorto del tirocinio e delle collaborazioni. Obiettivo dell’ apprendistato professionalizzante deve essere quello di garantire un indirizzo formativo con la garanzia delle Regioni con l’aiuto delle parti sociali.
Per rendere funzionale tale accordo al mercato del lavoro sarà essenziale definire in modo scrupoloso come le Regioni applicheranno queste norme e come verrà valorizzata la formazione nelle aziende, quindi curare con intransigenza l’aspetto più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di orientamento al fine che siano di valorizzate le potenzialità in termini di occupazione prevenendo gli abusi e l'utilizzo distorto degli stessi tirocini formativi e di orientamento e di altre tipologie contrattuali in concorrenza con il contratto di apprendistato. Garanzia per un formazione di coloro che avranno una responsabilità diretta nella gestione dell’apprendistato.
L'apprendistato, in questa fase di difficoltà economica e non solo deve diventare la porta d'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Secondo il rapporto Isfol 2009 s'è registrato un forte calo del numero dei contratti di apprendistato attivati in un contesto, qual è quello italiano, caratterizzato da tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa.
Le parti si dovranno impegnare a garantire la certezza al quadro normativo che regola l'apprendistato anche nelle regioni che non hanno mai adottato norme in materia e alla luce delle sentenze emesse dalla Corte costituzionale. Inoltre in vista dell’accordo sull'apprendistato professionalizzante l'impegno deve essere quello di valorizzare la formazione aziendale di tipo formale,quindi di riscoprire la vocazione formativa dell’impresa e sarà fondamentale limitare l'abuso e la reiterazione dei tirocini formativi e delle collaborazioni a progetto che non a caso nascondono veri e propri rapporti di lavoro subordinato.
Se volete approfondire l'argomento sull’apprendistato altre informazioni si possono trovare sul sito Mondo lavoro.com.
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giovedì 28 ottobre 2010
PARTECIPAZIONE AGLI UTILI D’IMPRESA
E’ stato pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Codice della partecipazione dei lavoratori ai risultati di impresa al fine di raggiungere l’obiettivo comune di solidità competitiva della impresa e della valorizzazione del lavoro. Nel quotidiano Il MESSAGGERO qualche giorno fa è apparso un articolo in cui vengono messi in forte evidenza come alcune imprese italiane hanno adottato una politica del lavoro di stile europeo. Salari europei in cambio di una maggiore produttività e competitività.
Vorrei parlare dell’accordo fra imprese e sindacati, sottolineerei tutti i sindacati senza divisioni, hanno siglato un accordo basato su uno scambio di alto profilo e di qualità per entrambi i contraenti. In riferimento alla Luxottica e non solo, circa 8 mila dipendenti si sono impegnati ad aumentare la qualità del prodotto lavorato eliminando ogni difetto fin dal primo momento del processo di lavorazione di contro l’azienda ha garantito ai dipendenti una serie di bonus: assistenza sanitaria, parziale rimborso dei libri per la scuola dei figli, asilo nido interno agli stabilimenti di lavoro ed inoltre il rimborso per la spesa di determinati generi alimentari.
Il Ministro Sacconi, nell’ambito della presentazione del codice della partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa, ha precisato che è l’economia della partecipazione l’unica soluzione in grado di conciliare la solidarietà tipica del modello sociale europeo con l’efficienza della competizione globale.
Comunque per ottenere una giusta sinergia tra imprese e sindacati si deve avere un doppio filo d’azione. Il primo aumentare la produttività dell’azienda ed il secondo fornire maggiori garanzie sociali ai dipendenti lavoratori. Tutto ciò deve fare in modo che si crei un giusto connubio tra datore di lavoro e dipendente che miri sia al benessere dell’individuo che ad una nuova visione dei rapporti tra sindacati ed impresa. Bisogna avere una visione più moderna, più europea delle relazioni fra datore di lavoro e sindacati. Uno sguardo verso il futuro.
Sicuramente dare degli incentivi ai dipendenti significa che nelle fasi di lavorazione ci sia una maggiore attenzione dei tempi e modi di lavoro e come risultato diretto restringe i costi di produzione dando risultati diretti all’azienda e ai dipendenti stessi.
Vorrei parlare dell’accordo fra imprese e sindacati, sottolineerei tutti i sindacati senza divisioni, hanno siglato un accordo basato su uno scambio di alto profilo e di qualità per entrambi i contraenti. In riferimento alla Luxottica e non solo, circa 8 mila dipendenti si sono impegnati ad aumentare la qualità del prodotto lavorato eliminando ogni difetto fin dal primo momento del processo di lavorazione di contro l’azienda ha garantito ai dipendenti una serie di bonus: assistenza sanitaria, parziale rimborso dei libri per la scuola dei figli, asilo nido interno agli stabilimenti di lavoro ed inoltre il rimborso per la spesa di determinati generi alimentari.
Il Ministro Sacconi, nell’ambito della presentazione del codice della partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa, ha precisato che è l’economia della partecipazione l’unica soluzione in grado di conciliare la solidarietà tipica del modello sociale europeo con l’efficienza della competizione globale.
Comunque per ottenere una giusta sinergia tra imprese e sindacati si deve avere un doppio filo d’azione. Il primo aumentare la produttività dell’azienda ed il secondo fornire maggiori garanzie sociali ai dipendenti lavoratori. Tutto ciò deve fare in modo che si crei un giusto connubio tra datore di lavoro e dipendente che miri sia al benessere dell’individuo che ad una nuova visione dei rapporti tra sindacati ed impresa. Bisogna avere una visione più moderna, più europea delle relazioni fra datore di lavoro e sindacati. Uno sguardo verso il futuro.
Sicuramente dare degli incentivi ai dipendenti significa che nelle fasi di lavorazione ci sia una maggiore attenzione dei tempi e modi di lavoro e come risultato diretto restringe i costi di produzione dando risultati diretti all’azienda e ai dipendenti stessi.
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Gli annunci di lavoro: come scegliere?
Questo blog si chiama Manuale di Lavoro: mi piacerebbe fosse organizzato in modo di riuscire a trovare tutte le tematiche del lavoro dalla A alla Z. Ma non è semplicissimo: il blog è solo agli inizi.Intanto, però, pensando alla lettera A, ho pensato fosse utile un post sugli Annunci di Lavoro. Per cercare (e trovare lavoro) bisogna guardare in posti specifici: non dove capita. Bisogna fare attenzione a tutti quegli annunci che, in realtà, nascondono trappole. Quando, dopo aver selezionato un annuncio vengono richiesti i soldi, per poter lavorare, l'annuncio è sicuramente da cancellare. I siti che offrono gli annunci di lavoro migliori sono quelli del Corriere della sera, con il TrovoLavoro.it: ampia la scelta, divisa per zona e per tipo di lavoro che si sta cercando. Ottimi anche quelli del Job24Sole24ore.com con gli annunci di ricerca mirati e strategici.
In linea di massima sono molto buoni tutti gli annunci di lavoro di siti già ben conosciuti, come Monster.it, o Lavoro.org. Bisogna fare attenzione ai siti che hanno annunci di lavoro sparsi, confusionari che non spiegano con chiarezza quale tipo di lavoro viene offerto. A maggior ragione, bisogna tenersi alla larga dagli annunci che offrono compensi elevatissimi, con guadagni facili, senza fatica.
Ogni annuncio di lavoro deve essere serio: deve poter dimostrare quali figure lavorative sta cercando, dove, come e quali competenze vengono richieste.
In linea di massima sono molto buoni tutti gli annunci di lavoro di siti già ben conosciuti, come Monster.it, o Lavoro.org. Bisogna fare attenzione ai siti che hanno annunci di lavoro sparsi, confusionari che non spiegano con chiarezza quale tipo di lavoro viene offerto. A maggior ragione, bisogna tenersi alla larga dagli annunci che offrono compensi elevatissimi, con guadagni facili, senza fatica.
Ogni annuncio di lavoro deve essere serio: deve poter dimostrare quali figure lavorative sta cercando, dove, come e quali competenze vengono richieste.
mercoledì 27 ottobre 2010
La lettera di presentazione: un passo importante nella ricerca del lavoro
La lettera di presentazione è davvero una tappa fondamentale nella ricerca del lavoro. Non è semplicemente una lettera di accompagnamento del curriculum vitae. Spesso, chi ricerca il personale, controlla più accuratamente la lettera di presentazione che il curriculum vitae stesso. Infatti una lettera di presentazione ben fatta spiega meglio chi siamo, il nostro stile, cosa vogliamo, i nostri obiettivi. Per cui, se nel curriculum vitae è importante inserire dei dati chiave del nostro percorso lavorativo, la lettera di presentazione deve spiegare in maniera più personalizzata tutto quanto ci riguarda. Ovviamente non esiste una lettera di presentazione standard: proprio perché ognuno di noi è differente dall'altro e ha differenti necessità e scopi, ma anche perché, non sempre è possibile poter sempre trovare il lavoro della vita, quello che abbiamo sempre sognato e per cui abbiamo tanto studiato. Quindi mandiamo curriculum vitae e lettere di presentazione e ci candidiamo per posti di lavoro diversi e diversificati: a volte lontani dalle nostre preferenze. Per questo motivo, in una lettera di presentazione ben fatta, oltre a parlare di noi e dei nostri obiettivi, bisogna subito spiegare che tipo di competenze abbiamo in quel determinato campo. Oppure, se non abbiamo esperienza, dire quanto ci appassionerebbe quel determinato lavoro. Riepilogando:
- Aprire la lettera di presentazione con i nostri dati personali generali, ripetendoli anche se già ci sono nel c.v.
- fare un breve excursus sulle nostre esperienze, sui nostri desideri, sulle nostre competenze.
- Spiegare quale esperienza si abbia di quel determinato lavoro.
- Parlare dei propri obiettivi, della propria elasticità e flessibilità e della disponibilità a lavorare in gruppo. In generale questi sono sempre considerati punti di forza: e nel lavoro essere elastici, flessibili e disponibili a lavorare in gruppo è fondamentale.
- Chiudere con i saluti finale e di cortesia.
martedì 26 ottobre 2010
Motivazione del personale: cinque regole d’oro
Se si parte dal concetto che il personale, il che vuol dire i dipendenti, io, voi, tutti coloro che lavorano, sia una risorsa fondamentale per l’azienda, l’ente di appartenenza deve considerare la motivazione del personale come cosa fondamentale. Mediante analisi accurata delle competenze, delle tecnologie e dei servizi e svolgendo un’indagine sulla qualità delle risorse umane presenti in termini di natura delle attività svolte, funzioni e mansioni.
Le cinque regole d’oro per dare motivazione al personale sono:
1. adeguare le competenze specialistiche in un contesto di armonia e produttività;
2. fare in modo che il personale, in modo periodico, abbia dei tempi per i percorsi di formazione e di aggiornamento professionale ai fini specialistici e di settore;
3. creare i margini per poter esprimere nell’ambito del lavoro una propria creatività che possa coinvolgere il dipendente in modo più ampio rispetto al lavoro quotidiano;
4. l’aspetto retributivo deve essere ovviamente appropriato. Uno stipendio corretto dovrebbe corrispondere alle prestazioni del dipendente e considerare gli sforzi richiesti nell’ambito dalla posizione lavorativa; essere in conformità col mercato del lavoro;
5. fare in modo che le gratificazioni, premi ed incentivi coinvolgano il personale, magari esercitando un guadagno diretto e limpido sulla produttività aziendale.
Ovviamente creare un ambiente di lavoro in cui entusiasmo e motivazione non calino e vi sia una qualità di vita sul luogo di lavoro che aumenti la probabilità di raggiungere risultati professionali, con forti ripercussioni sulle perfomance dell’azienda, deve essere sempre l’obiettivo dell’azienda stessa. Speriamo non rimangano solo 5 regole utopiche…
lunedì 25 ottobre 2010
Come presentarsi al meglio a un colloquio di lavoro
Un colloquio di lavoro è un momento fondamentale della vita, a prescindere da cosa si sta cercando in quel determinato periodo. Generalmente uno si mette in gioco, ha deciso di avere chance di lavoro. Esistono una serie di piccole regole comportamentali che di certo potranno contribuire al buon esito della vostra candidatura.
Il primo consiglio è di prendere informazioni che possono sembrare utili sull’azienda dove stiamo andando ad affrontare il colloquio di lavoro.
Altro consiglio, che va bene anche come regola generale di vita, ma è fondamentale per il coloquio di lavoro, è di essere puntuali, perché non deve perdere tempo nè colui che ti sta aspettando per il colloquio e nemmeno tu che sei andato per candidarti.
Durante un colloquio di lavoro bisogna tenere sotto controllo la voce e cercare di non mostrare gestualità: altrettanto importante avere una postura, che esprima sicurezza senza mostrare alcuna esitazione nelle risposte e nell’atteggiamento. Guardare l'intervistatore negli occhi, stringere la mano con forza.
E’ utile mostrare di saper interagire con l’ interlocutore: bisogna essere in grado di porre delle domande e mostrare interesse verso l’azienda in cui si è andati per svolgere il colloquio di lavoro.
L'abbigliamento deve essere adeguato al tipo di azienda in cui si sta andando. Se, ad esempio state andando in uno Studio Legale, bisognerà vestirsi in giacca e cravatta, nel caso di un lui, e in tailleur, se si tratta di una lei. In altre aziende meno formali, andrà bene un abbigliamento informale, ma sempre elegante.
In tutto questo per un buon colloquio di lavoro è anche importante rispondere con sincerità alle domamde e rispondere in maniera naturale. Buon colloquio di lavoro a tutti!
Il primo consiglio è di prendere informazioni che possono sembrare utili sull’azienda dove stiamo andando ad affrontare il colloquio di lavoro.
Altro consiglio, che va bene anche come regola generale di vita, ma è fondamentale per il coloquio di lavoro, è di essere puntuali, perché non deve perdere tempo nè colui che ti sta aspettando per il colloquio e nemmeno tu che sei andato per candidarti.
Durante un colloquio di lavoro bisogna tenere sotto controllo la voce e cercare di non mostrare gestualità: altrettanto importante avere una postura, che esprima sicurezza senza mostrare alcuna esitazione nelle risposte e nell’atteggiamento. Guardare l'intervistatore negli occhi, stringere la mano con forza.
E’ utile mostrare di saper interagire con l’ interlocutore: bisogna essere in grado di porre delle domande e mostrare interesse verso l’azienda in cui si è andati per svolgere il colloquio di lavoro.
L'abbigliamento deve essere adeguato al tipo di azienda in cui si sta andando. Se, ad esempio state andando in uno Studio Legale, bisognerà vestirsi in giacca e cravatta, nel caso di un lui, e in tailleur, se si tratta di una lei. In altre aziende meno formali, andrà bene un abbigliamento informale, ma sempre elegante.
In tutto questo per un buon colloquio di lavoro è anche importante rispondere con sincerità alle domamde e rispondere in maniera naturale. Buon colloquio di lavoro a tutti!
domenica 24 ottobre 2010
I lavori creativi: la fantasia per trovare lavoro
Lavorare è un diritto: purtroppo sta diventando sempre più difficile trovare un lavoro. Questo potrebbe anche essere il momento giusto per lanciarsi nei lavori creativi. Tutti quelli che hanno un sogno, una passione, un hobby nascosto fin da piccoli, potrebbero pensare davvero ad approfondirli per trovare il lavoro della vita. Naturalmente lavorare nell'ambito delle arti e della creatività non è cosa facile. Ma chiunque abbia una passione, se anche continua a mandare curriculum vitae per poter lavorare in un impiego qualsiasi, deve sviluppare la sua creatività per poter provare a guadagnare. Pensiamo subito a tutti quelli che amano scrivere: il web è una fonte possibile di guadagno. Tantissimi sono i metodi per poter scrivere e guadagnare: primo fra tutti, il paid to write, ovvero un tipo di sito che paga tramite gli adsense di Google, cioè una piattaforma che permette di guadagnare soldi su ogni click che viene fatto sui banner pubblicitari del proprio articolo. Un esempio per tutti è il sito Socialpost.info: si scrivono articoli, i più popolari, ovvero i più letti, che ricevono più visite, guadagneranno di più. Con molto impegno e con molta costanza, il paid to write è un ottimo lavoro creativo che permette di riuscire a fare cospicui guadagni. Non guadagni facili e senza fatica: ripeto. La fatica è molta, ma la soddisfazione può essere enorme, per tutti quelli che amano scrivere. Altro lavoro creativo per gli scrittori è proprio quello di aprirsi un blog, curarlo con attenzione, iscriversi agli adsense di Google, e lavorare su un proprio blog di vario argomento. L'ideale è scrivere un blog di argomenti specifici: dall'informatica, alla cucina, allo sport: non un mero blog di fatti personali che, difficilmente possono avere un vasto pubblico, a meno di non essere già famosi!
Lavori creativi sono anche quelli che derivano dal Bricolage e dal fai da te: per chi sa fare il patchwork, lo stencil, il découpage, vendere i propri articoli potrebbe diventare fonte di guadagno.
Il sito Lavoricreativi.com propone tantissimi annunci di lavori creativi ogni giorno... Dare un'occhiata non guasta: per i copywriter, per i redattori, per i grafici. Più difficile trovare lavoro nell'ambito delle arti e dello spettacolo. Ma perché non provare a seguire un sogno?
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sabato 23 ottobre 2010
Crisi economica “800mila posti persi”
Stando alle notizie che provengono da a Firenze al congresso del Sel la crisi economica in Italia ha portato a far perdere 800.000 posti di lavoro mentre al momento sono 600.000 i lavoratori in cig. Ciò è quanto ha affermato il segretario generale della Cgil Epifani.
A fronte di questi dati le forze politiche, i movimenti sindacali e le associazioni di settore devono sedersi insieme o con incontri a più tavoli per dare un indirizzo che raccolga il più ampio consenso per affrontare in modo reale il problema della crisi economica.
Una soluzione potrebbe essere quello di promuovere la crescita economica e l’occupazione utilizzando gli strumenti a disposizione della società civile e politica.
Gli spunti di partenza si possono identificare nel ricercare le esigenze dei lavoratori e delle imprese:
fare in modo di aumentare la produttività, magari attuando un incremento delle retribuzioni collegato a risultati e utili della impresa;
adottare politiche per favorire l’occupazione, attraverso lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e alle donne;
attuare una vera politica per la ricerca e lo sviluppo tanto cara ad alcuni paesi della Comunità europea;
adottare politiche sul territorio contro l’emersione dell’economia per un’efficace azione di contrasto del lavoro irregolare.
Sintetizziamo delle idee, non delle soluzioni per l’occupazione: elevare la professionalità del lavoro; regolarizzare, ed incentivare la flessibilità del mercato del lavoro; tutelare i lavoratori che cessano il lavoro a causa della crisi economica e attuare politiche di formazione lavoro per i giovani.
A fronte di questi dati le forze politiche, i movimenti sindacali e le associazioni di settore devono sedersi insieme o con incontri a più tavoli per dare un indirizzo che raccolga il più ampio consenso per affrontare in modo reale il problema della crisi economica.
Una soluzione potrebbe essere quello di promuovere la crescita economica e l’occupazione utilizzando gli strumenti a disposizione della società civile e politica.
Gli spunti di partenza si possono identificare nel ricercare le esigenze dei lavoratori e delle imprese:
fare in modo di aumentare la produttività, magari attuando un incremento delle retribuzioni collegato a risultati e utili della impresa;
adottare politiche per favorire l’occupazione, attraverso lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e alle donne;
attuare una vera politica per la ricerca e lo sviluppo tanto cara ad alcuni paesi della Comunità europea;
adottare politiche sul territorio contro l’emersione dell’economia per un’efficace azione di contrasto del lavoro irregolare.
Sintetizziamo delle idee, non delle soluzioni per l’occupazione: elevare la professionalità del lavoro; regolarizzare, ed incentivare la flessibilità del mercato del lavoro; tutelare i lavoratori che cessano il lavoro a causa della crisi economica e attuare politiche di formazione lavoro per i giovani.
venerdì 22 ottobre 2010
I contratti di lavoro: ma quanti sono?
Un buon manuale di lavoro non può esimersi dal parlare delle tipologie dei contratti di lavoro. Esistono davvero tanti contratti di lavoro e non è facile parlarne accuratamente in un solo post: ma si può cominciare a catalogare i vari tipi di contratto di lavoro che si possono trovare. Vediamo intanto i principali.
Primo fra tutti il più desiderato, il più cercato, il più ambito... Ormai anche quello che sta diventando il più difficile da ottenere: stiamo parlando del contratto a tempo indeterminato!
Il contratto a tempo indeterminato è un tipo di contratto senza scadenza: il lavoratore firma per un contratto il cui dissolvimento potrà essere fatto solo se il lavoratore vorrà dimettersi; se il datore di lavoro, per giusta causa, deciderà per il licenziamento; o se l'azienda dichiarerà il fallimento.Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è regolato dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) di categoria. Così come sono regolati dai CCNL anche i contratti di lavoro a tempo determinato, che prevede gli stessi diritti del contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma che può avere la durata massima di tre anni e che può essere rinnovato solo una volta.
Esistono altri contratti di lavoro: il lavoro a chiamata, il job sharing, il lavoro occasionale o accessorio, il lavoro interinale.
I contratti di lavoro possono essere full time o part time. Il full time è un tipo di rapporto lavorativo a tempo pieno, mentre il part time prevede una riduzione di orario. Full time e part time sono lavori subordinati a termine o atempo indeterminato. Il lavoro part time può essere di tipo orizzontale o verticale o misto a seconda del tipo di orario che viene scelto.
Il contratto a progetto è un tipo di collaborazione tra il lavoratore e il datore di lavoro in cui viene stabilita la durata di un progetto lavorativo, la retribuzione d a corrsipondere, il tempo e il modo di realizzazione del progetto stesso. Per maggiori informazioni sul contratto a progetto si può approfondire sul sito Mondo-lavoro.com.
Altra forma di contratto di lavoro è il contratto di formazione lavoro un tipo di rapporto pensato apposta per i giovani: infatti si riferisce ad un range di età tra i 16 e i 32 anni. I neo assunti dovranno acquisire conoscenze base sulla disciplina del rapporto di lavoro, l'organizzazione aziendale, la prevenzione ambientale e l'antinfortunistica.
Per quanto riguarda il contratto di apprendistato, il datore di lavoro dovrà insegnare al lavoratore tutto quanto serve per fargli apprendere le capacità tecniche necessarieper diventare un lavoratore qualificato.
Primo fra tutti il più desiderato, il più cercato, il più ambito... Ormai anche quello che sta diventando il più difficile da ottenere: stiamo parlando del contratto a tempo indeterminato!
Il contratto a tempo indeterminato è un tipo di contratto senza scadenza: il lavoratore firma per un contratto il cui dissolvimento potrà essere fatto solo se il lavoratore vorrà dimettersi; se il datore di lavoro, per giusta causa, deciderà per il licenziamento; o se l'azienda dichiarerà il fallimento.Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è regolato dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) di categoria. Così come sono regolati dai CCNL anche i contratti di lavoro a tempo determinato, che prevede gli stessi diritti del contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma che può avere la durata massima di tre anni e che può essere rinnovato solo una volta.
Esistono altri contratti di lavoro: il lavoro a chiamata, il job sharing, il lavoro occasionale o accessorio, il lavoro interinale.
I contratti di lavoro possono essere full time o part time. Il full time è un tipo di rapporto lavorativo a tempo pieno, mentre il part time prevede una riduzione di orario. Full time e part time sono lavori subordinati a termine o atempo indeterminato. Il lavoro part time può essere di tipo orizzontale o verticale o misto a seconda del tipo di orario che viene scelto.
Il contratto a progetto è un tipo di collaborazione tra il lavoratore e il datore di lavoro in cui viene stabilita la durata di un progetto lavorativo, la retribuzione d a corrsipondere, il tempo e il modo di realizzazione del progetto stesso. Per maggiori informazioni sul contratto a progetto si può approfondire sul sito Mondo-lavoro.com.
Altra forma di contratto di lavoro è il contratto di formazione lavoro un tipo di rapporto pensato apposta per i giovani: infatti si riferisce ad un range di età tra i 16 e i 32 anni. I neo assunti dovranno acquisire conoscenze base sulla disciplina del rapporto di lavoro, l'organizzazione aziendale, la prevenzione ambientale e l'antinfortunistica.
Per quanto riguarda il contratto di apprendistato, il datore di lavoro dovrà insegnare al lavoratore tutto quanto serve per fargli apprendere le capacità tecniche necessarieper diventare un lavoratore qualificato.
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mercoledì 20 ottobre 2010
Lavoro notturno: vantaggi e svantaggi
Ricordiamo che quando si parla di lavoro ed in particolare di quello notturno bisogna porre con estrema attenzione ciò che la legge dispone. In questo caso particolare le norme legislative che si applicano a tutti i datori di lavoro che utilizzino lavoratori con prestazioni di lavoro notturno, devono considerare una peculiarità su tutte.
"Svantaggio" Chi è il lavoratore notturno? Il lavoratore notturno è colui che lavora almeno 3 ore nel periodo notturno tra le ore 24 e le 5 di mattina, non deve lavorare più di 8 ore nell'arco delle 24 ore, e deve avere una valutazione da parte delle strutture pubbliche competenti del suo stato di salute. Valutazione che deve essere, ovviamente reale ed accurata.
Vantaggio se vi sono le garanzie aziendali. Comunque al lavoratore dipendente è riconosciuta, o deve essere riconosciuta una maggiorazione sulla retribuzione (indennità notturna) , il quale valore monetario è stabilito dai CCNL. E’ bene che si sappia che per adibire un lavoratore ad operare nelle ore notturne è necessario accertarsi che egli sia idoneo dal punto di vista psico-fisico.
Vantaggio. Ricordiamo inoltre che per nel prossimo 730 , il lavoratore “notturno” potrà recuperare le maggiori imposte versate su straordinario e lavoro notturno degli anni 2008-2009. Basterà che il datore di lavoro certifichi le somme su cui calcolare il recupero in occasione della compilazione del Cud 2011. La restituzione dello sgravio contributivo al lavoratore può essere detassato nella misura del 10%, a patto che il lavoratore abbia i requisiti per accedere a questo beneficio.
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martedì 19 ottobre 2010
La Tredicesima mensilità, ovvero la gratifica natalizia
Tra pochi mesi arriverà il Natale… Molto prosaicamente a chi lavora il Natale fa pensare anche alla Tredicesima. Non solo a quella, ovviamente! Ma è vero che ricevere dei soldi a dicembre, dedicati per la maggior parte dei casi proprio al Natale e a tutto ciò che ne consegue, fa davvero piacere. La Tredicesima mensilità è proprio una gratifica natalizia che coinvolge molti lavoratori che abbiano un contratto collettivo nazionale a tempo indeterminato e anche determinato. Ogni CCNL è a sé stante: ognuno prevede una sua specifica retribuzione. In ogni caso fa riferimento allo stipendio percepito nel mese di dicembre. Ogni dipendente ha diritto alla tredicesima mensilità per intero solamente se ha lavorato per l’azienda tutto un anno: la somma diminuisce a seconda se il lavoro è iniziato o terminato nel corso dell’anno. Sul sito Arealavoro.org viene spiegato come calcolare la tredicesima mensilità.
domenica 17 ottobre 2010
FIOM E CGIL DOVE SIAMO ARRIVATI?
Sono mesi che da occidente fino ad oriente si parla di crisi economica, di crisi di valori sociali. Di crisi del LAVORO.
Il problema nostrro non è di fazione ma riguardano tutto ciò che è inerenti al lavoro ed alle sue sfaccettature e dovrebbe riguardare tutti noi lavoratori dipendenti, lavoratori a progetto, lavoratori occasionali ed altro.
Quasi due anni fa si parlava della crisi attuale come quella del 29’ del secolo scorso, probabilmente con grande fatica di tutti gli uomini di governo da occidente fino ad oriente si è arrivati, con estrema difficoltà ad una svolta. La soluzione è ancora lontana ma con l’impegno di tutti arriveremo ad una situazione economica e lavorativa migliore con vere opportunità.
Il pensiero dei lavoratori, dei precari e dei possibili nuovi disoccupati,veri e presunti in questo momento non deve essere rivolto ad una battaglia fine a se stessa. Con il pensiero sempre contro a priori.
Parlare di sciopero generale adesso, per di più a piazza San Giovanni a Roma, sembra anacronistico ed antipolitico. Se realmente si vuole dare una svolta sindacale e politica in questa difficile fase economica che sta attraversando il nostro Paese. L’abilità dei leader, delle guide che dettano l’indirizzo politico-sindacale dovrebbe rivolgersi con animo propositivo e non distruttivo di fronte alle masse. Si dialettica, si scambio di opinioni ma sicuramente no ad animare le persone verso una distruzione sociale, politica e soprattutto verso una disgregazione economica che vada a colpire in primis i lavoratori. Attenzione ad indire scioperi generali non torniamo indietro di quarantanni. Guardiamo avanti e ad un progresso economico senza coercizioni di parte.
Il problema nostrro non è di fazione ma riguardano tutto ciò che è inerenti al lavoro ed alle sue sfaccettature e dovrebbe riguardare tutti noi lavoratori dipendenti, lavoratori a progetto, lavoratori occasionali ed altro.
Quasi due anni fa si parlava della crisi attuale come quella del 29’ del secolo scorso, probabilmente con grande fatica di tutti gli uomini di governo da occidente fino ad oriente si è arrivati, con estrema difficoltà ad una svolta. La soluzione è ancora lontana ma con l’impegno di tutti arriveremo ad una situazione economica e lavorativa migliore con vere opportunità.
Il pensiero dei lavoratori, dei precari e dei possibili nuovi disoccupati,veri e presunti in questo momento non deve essere rivolto ad una battaglia fine a se stessa. Con il pensiero sempre contro a priori.
Parlare di sciopero generale adesso, per di più a piazza San Giovanni a Roma, sembra anacronistico ed antipolitico. Se realmente si vuole dare una svolta sindacale e politica in questa difficile fase economica che sta attraversando il nostro Paese. L’abilità dei leader, delle guide che dettano l’indirizzo politico-sindacale dovrebbe rivolgersi con animo propositivo e non distruttivo di fronte alle masse. Si dialettica, si scambio di opinioni ma sicuramente no ad animare le persone verso una distruzione sociale, politica e soprattutto verso una disgregazione economica che vada a colpire in primis i lavoratori. Attenzione ad indire scioperi generali non torniamo indietro di quarantanni. Guardiamo avanti e ad un progresso economico senza coercizioni di parte.
STAGE AZIENDALI
E' bene sapere che gli stage sono tirocini formativi e di orientamento lo scopo deve essere quello di avvicinare domanda e offerta di lavoro mediante l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro al fine di acquisire una conoscenza diretta dello stesso.
Gli stage si rivolgono ai giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico e a datori di lavoro sia pubblici che privati.
Se parliamo di stage aziendali, siamo di fronte al periodo che lo stagista trascorre presso un'azienda, dove ha modo di verificare ed applicare le conoscenze acquisite durante il percorso scolastico, sviluppa ed accresce le proprie competenze ed abilità, basandosi sull’esperienza diretta nell’ambito di un concreto ambiente lavorativo. Lo strumento formativo deve rispondere all’obiettivo di orientare i tirocinanti sul mercato del lavoro, attraverso il contatto diretto con le aziende, e di conoscere e valutare le capacità, le attitudini e le propensioni lavorative degli utenti, anche per un’eventuale assunzione futura.
Per maggiori informazioni sull'argomento vi invito a visitare il sito sul quale scrivo: Mondo-lavoro.com
Se parliamo di stage aziendali, siamo di fronte al periodo che lo stagista trascorre presso un'azienda, dove ha modo di verificare ed applicare le conoscenze acquisite durante il percorso scolastico, sviluppa ed accresce le proprie competenze ed abilità, basandosi sull’esperienza diretta nell’ambito di un concreto ambiente lavorativo. Lo strumento formativo deve rispondere all’obiettivo di orientare i tirocinanti sul mercato del lavoro, attraverso il contatto diretto con le aziende, e di conoscere e valutare le capacità, le attitudini e le propensioni lavorative degli utenti, anche per un’eventuale assunzione futura.
Per maggiori informazioni sull'argomento vi invito a visitare il sito sul quale scrivo: Mondo-lavoro.com
sabato 16 ottobre 2010
Ufficio del Personale. Un’arteria dell’azienda
Parlando di Personale, di politica del Personale spesso si pensa di parlare di un'entità oscura nell'ambito dell'azienda. Invece chi deve gestire le problematiche della gestione del personale e la squadra che è preposta a districarsi in questo ambito oltre ovviamente ad avere un atteggiamento molto attento alla privacy e dati sensibili deve avere un atteggiamento attento alle diverse richieste che il personale può chiedere in determinati momenti dell'anno lavorativo (ferie, presenze, spiegazioni fiscali e contributive ed altro). Quindi nell'ambito del settore del personale ci deve essere oltre una forte attenzione alle richieste, una professionalità e una sensibilità ad esaudire le tante domande che sono rivolte ad Ufficio del Personale.
Il Personale deve essere un ramo dell'azienda fondamentale che deve dimostrare in primis le seguenti caratteristiche RISERVATEZZA, PROFFESSIONALITA', CORDIALITA'. L'ufficio del personale deve essere un'arteria dell'azienda e non una montagna difficile da scalare e con tanta nebbia.
Il Personale deve essere un ramo dell'azienda fondamentale che deve dimostrare in primis le seguenti caratteristiche RISERVATEZZA, PROFFESSIONALITA', CORDIALITA'. L'ufficio del personale deve essere un'arteria dell'azienda e non una montagna difficile da scalare e con tanta nebbia.
Disoccupazione all'11 % ?
Questo post mi è venuto in mente leggendo questo articolo del Sole24ore...
E' da ormai quasi due anni che si sta parlando di dati, numeri e percentuali sulla disoccupazione in Italia. Chiediamoci, se forse a volte, sarebbe il caso di intraprendere un discorso sulla mancata ocuppazione o sulla incapacità dei timonieri delle aziende di creare lavoro. Perchè il dato della disoccupazione, per quanto grave e pericoloso è uno specchio del momento economico e sociale del Paese. Invece quando pensiamo alla mancata occupazione nel senso di dare vigore a forze, risorse ed energie nuove entriamo nel campo più gestionale e pratico sull'argomento di politica del lavoro. E' bene chiedersi se nel nostro Paese ci sia mai stata una politica del lavoro o delle leggi sul lavoro che sono entrate nella pratica di tutti i giorni con efficacia reale.
Aspettiamo a dare risposta.
Probabilmente il decreto Biagi ( legge sulla Riforma del Lavoro) è stato l'ultimo progetto legislativo in campo del lavoro, che ha dato novità significative ma per molti versi è diventata una voce, un insieme di commi con applicazione a volte discutibili.
Ebbene che la disoccupazione venga affrontata sia da un punto di vista sociale che etico, ossia creare delle reali funzioni, mansioni nei luoghi di lavori che corrispondano all'istruzione, esperienza e conoscenza. E' riflettere comunque sui dati ufficiali dei tassi di disoccupazione.
E' da ormai quasi due anni che si sta parlando di dati, numeri e percentuali sulla disoccupazione in Italia. Chiediamoci, se forse a volte, sarebbe il caso di intraprendere un discorso sulla mancata ocuppazione o sulla incapacità dei timonieri delle aziende di creare lavoro. Perchè il dato della disoccupazione, per quanto grave e pericoloso è uno specchio del momento economico e sociale del Paese. Invece quando pensiamo alla mancata occupazione nel senso di dare vigore a forze, risorse ed energie nuove entriamo nel campo più gestionale e pratico sull'argomento di politica del lavoro. E' bene chiedersi se nel nostro Paese ci sia mai stata una politica del lavoro o delle leggi sul lavoro che sono entrate nella pratica di tutti i giorni con efficacia reale.
Aspettiamo a dare risposta.
Probabilmente il decreto Biagi ( legge sulla Riforma del Lavoro) è stato l'ultimo progetto legislativo in campo del lavoro, che ha dato novità significative ma per molti versi è diventata una voce, un insieme di commi con applicazione a volte discutibili.
Ebbene che la disoccupazione venga affrontata sia da un punto di vista sociale che etico, ossia creare delle reali funzioni, mansioni nei luoghi di lavori che corrispondano all'istruzione, esperienza e conoscenza. E' riflettere comunque sui dati ufficiali dei tassi di disoccupazione.
Area del personale: incubo o sogno?
L'area del personale è vista da molti come una specie di posatccio frequentato da tipacci per niente collaborativi, parecchio indisponenti, sgarbati, odiosi...
Io lavoro nell'area del personale: che dirvi? Che io sono gentile, buono, premuroso? Sì, certo. In parte, perché nell'area del personale di una grande azienda il lavoro è enorme. Bisogna gestire i dipendenti, pensare alle buste paga, pensare ai modelli cud, alle ferie di ogni singolo lavoratore, che presenta richieste differenziate e particolareggiate, pensare agli straordinari, ai permessi, alle ferie non retribuite... No, non mi sto lamentando. Forse questo vuole essere un messaggio verso tutti i lavoratori per spiegare perché a volte i "famigerati dell'area del personale" non siano proprio degli angioletti. Tante le domande, tante le pressioni da parte di capi, manager, responsabili e superiori. Insomma non pensiate che chi lavora nell'area del personale sia uno che se la stia tirando da morire. Uno stronzetto che vuole solo il nostro male, che sbaglia appositamente le buste paga.
Ma no, lo sapete già... A volte il lavoro provoca tensioni. Importante è cercare di collaborare... Ah già, altro ruolo del responsabile dell'area del personale è cercare di essere diplomatico al cento per cento...
Ok: ora se incontrate qualcuno dell'area del personale, sapete cosa c'è dietro....
(la foto è presa dal sito Carminatiesonzogni : è importante citare le fonti delle foto!)
Io lavoro nell'area del personale: che dirvi? Che io sono gentile, buono, premuroso? Sì, certo. In parte, perché nell'area del personale di una grande azienda il lavoro è enorme. Bisogna gestire i dipendenti, pensare alle buste paga, pensare ai modelli cud, alle ferie di ogni singolo lavoratore, che presenta richieste differenziate e particolareggiate, pensare agli straordinari, ai permessi, alle ferie non retribuite... No, non mi sto lamentando. Forse questo vuole essere un messaggio verso tutti i lavoratori per spiegare perché a volte i "famigerati dell'area del personale" non siano proprio degli angioletti. Tante le domande, tante le pressioni da parte di capi, manager, responsabili e superiori. Insomma non pensiate che chi lavora nell'area del personale sia uno che se la stia tirando da morire. Uno stronzetto che vuole solo il nostro male, che sbaglia appositamente le buste paga.
Ma no, lo sapete già... A volte il lavoro provoca tensioni. Importante è cercare di collaborare... Ah già, altro ruolo del responsabile dell'area del personale è cercare di essere diplomatico al cento per cento...
Ok: ora se incontrate qualcuno dell'area del personale, sapete cosa c'è dietro....
(la foto è presa dal sito Carminatiesonzogni : è importante citare le fonti delle foto!)
Manuale di lavoro: perché
Lavoro, sì, parola che userò frequentemente, nell'ambito delle risorse umane e della gestione del personale di un'importante azienda. Un mondo pieno di questioni, domande, problematiche che possono andare dal semplice aiuto per leggere una busta paga, fino alla spiegazione delle ferie, della tredicesima, dei congedi matrimoniali. Scrivo su un sito che si occupa di lavoro, ma con il blog vorrei semplificare e rendere accessibili a tutti i temrini che riguardano la gestione del personale.
Speriamo di riuscire. Inizio il viaggio insieme a voi!
Gabrielito
Speriamo di riuscire. Inizio il viaggio insieme a voi!
Gabrielito
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