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martedì 27 agosto 2013

Cdm del 26 agosto 2013. Novità sul lavoro: precari, assunzioni e contratti a termine




Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge "con le norme che hanno una funzione fondamentale per riorganizzazione e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione".

Il Consiglio dei ministri, accogliendo la proposta del Ministro della Salute Lorenzin di introdurre una specifica disciplina per la stabilizzazione del personale medico e del ruolo sanitario, ha introdotto lo strumento idoneo per affrontare il tema del precariato, che nel Servizio Sanitario Nazionale ha assunto dimensioni tali da mettere in crisi la qualità delle prestazioni erogate, specie nelle Regioni in piano di rientro. Tra medici, personale infermieristico, tecnici e altri 11 profili professionali, sarà possibile stabilizzare le circa 35.000 persone del settore sanitario, tramite concorso pubblico riservato.

Con il decreto legge, ha detto il premier Enrico Letta, "si decide di dare una soluzione strutturale" al precariato e si intende "tipizzare e ridurre le forme di lavoro flessibile" e mettere "barriere" per evitare "scorciatoie per le assunzioni". Via libera all'assunzione di oltre 1.000 Vigili del Fuoco.

Come fine strettamente operativo per la stabilizzazione degli attuali precari viene istituita una riserva del 50% nei concorsi, riservata a chi ha lavorato 3 anni nei 5 anni. Prevista, inoltre, "una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso". In parte questo "riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti". Assunzione nella P.A. per i collaboratori di giustizia.

«Quelli da stabilizzare saranno scelti con procedure altamente selettive». Via libera all’Agenzia per la coesione: dovrà spendere meglio i fondi europei.

Una corsia preferenziale per la stabilizzazione di alcune decine di migliaia di lavoratori pubblici precari. Ma anche nuove regole per la mobilità in particolare nelle società partecipate, l’assunzione di 1.000 Vigili del Fuoco e - per un numero limitato di dipendenti pubblici - una scorciatoia per la pensione con i criteri precedenti alla riforma Fornero.

Sul tema dei precari sia Letta sia il Ministro della Funzione pubblica D’Alia hanno sottolineato che la graduale immissione dei dipendenti pubblici che hanno lavorato almeno tre anni avverrà secondo procedure «altamente selettive», in modo da far entrare «i migliori».

L’effettiva assunzione degli interessati è condizionata dalle disponibilità di bilancio delle amministrazioni e ancora di più dai vincoli sulle assunzioni. Non è un caso che in questo stesso decreto venga previsto l’obbligo di autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio per poter bandire nuovi concorsi. Le nuove procedure dovrebbero partire all’inizio del 2014.

Contemporaneamente, si vuole far sì che d’ora in poi il ricorso a forme contrattuali a tempo sia limitato a casi veramente eccezionali e temporanei: le assunzioni che non avranno queste caratteristiche saranno automaticamente nulle.

Ma oltre ai dipendenti con contratto a termine, c’è un’altra categoria che attendeva novità da questo decreto: è quella di coloro che hanno già vinto concorsi pubblici o sono comunque risultati idonei ma poi sono rimasti fuori. Il testo prevede la proroga della validità delle graduatorie fino alla fine del 2015.

Un’ulteriore novità inserita nel decreto riguarda la Civit, commissione il cui lavoro sarà concentrato sulla lotta alla corruzione nelle amministrazioni pubbliche. Non è invece entrata nel disegno di legge la norma che avrebbe in qualche modo privatizzato gli incidenti stradali, affidando ad ausiliari il compito di intervenire nei casi non gravi.

«Norma per assumere tutti i vincitori di concorso». «E' prevista anche una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso. Il precariato non sarà più una scorciatoia rispetto al concorso pubblico- ha detto D'Alia - Saranno previste, inoltre, procedure selettive per scegliere i migliori tra coloro che negli ultimi cinque anni sono stati sotto contratto a termine per tre anni. Per questi è prevista una riserva del 50% dei posti messi a concorso. Assunzione garantita anche per i testimoni di giustizia: è un fatto di giustizia».

«Non possiamo più permetterci 1,2 miliardi di consulenze» - ha detto D'Alia, parlando del via libera a nuovi tagli - Non solo interveniamo riducendo i costi ma obblighiamo le amministrazioni a fornire i dati per un ulteriore intervento selettivo rispetto alle auto di servizio e per il ricorso a prestazioni qualificate esterne. In più si introducono sanzioni per chi viola le norme: chi le viola paga di tasca sua».

sabato 20 aprile 2013

I contributi Inps non versati crescono di oltre il 20% in due anni

I numeri danno concretezza a una sensazione diffusa nel mondo produttivo. La difficoltà delle imprese è cresciuta al punto tale che molte non riescono nemmeno più a far fronte agli obblighi contributivi. Secondo i dati forniti dall'Inps gli importi dovuti e non versati in due anni sono cresciuti di oltre il 21 per cento.
Secondo i dati forniti dallo INPS, sono aumentati del 21,4% i contributi annuali non versati all'ente di previdenza da parte dei datori di lavoro e degli iscritti. Secondo i dati forniti dallo stesso Inps, dai 4,59 miliardi di euro del 2010 si è passati ai 5,57 miliardi del 2012.

Si evidenzia un andamento diverso tra il 2011 e l'anno scorso (il cui bilancio consuntivo non è stato ancora approvato ma si può contare su dati contabili reali). Tra il 2010 e il 2011, i contributi non versati sono cresciuti del 3,1%, mentre tra il 2011 e il 2012 il salto è stato del 17,8% segno, di un grave e brusco peggioramento della situazione delle imprese, che, alle prese con difficoltà economiche, rinunciano a rispettare gli obblighi di contribuzione.

Un quadro che è emerso a seguito del decreto legge messo a punto per sbloccare i pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione. Tale provvedimento prevede quale condizione per accedere ai pagamenti, la regolarità contributiva da parte delle aziende. Ma proprio per la difficoltà delle imprese a far fronte agli obblighi, in questi giorni si sta lavorando per escludere il possesso del Durc dai requisiti previsti, tanto più che spesso sono proprio i mancati pagamenti della Pubblica amministrazione ad aver contribuito all'irregolarità contributiva delle imprese.

L'analisi per settori ha messo in evidenza come sia in particolare l'industria ad aver peggiorato i valori. Da 2,02 miliardi di euro di contributi non versati nel 2010 si è passati a 2,91 miliardi nel 2012, con un incremento del 44,1%, mentre per commercio, servizi e artigianato l'aumento è stato del 10% circa. Non si rilevano sensibili differenze a livello territoriale, dato che Nord, Centro, Sud e Isole oscillano tra un incremento del 21,2 e il 21,4 per cento.

A fronte di entrate contributive per 154 miliardi stimate nel 2012 (esclusa la gestione ex Inpdap), i 5,5 miliardi mancanti rappresentano il 3,6%, una dimensione che non costituisce un elemento di criticità per i bilanci dell'Inps. Però allargando l'orizzonte si nota che nel corso degli anni il totale dei contributi mancanti all'appello è andato crescendo.

Secondo quanto riportato nei rendiconti generali, a fine 2003 i crediti per contributi non versati ammontavano a 33,3 miliardi di euro (rettificati in 14,1 miliardi nel fondo svalutazione crediti contributivi). A fine 2011 l'importo era salito a 66,3 miliardi (30,5 miliardi postati nel fondo dedicato). In otto anni il debito complessivamente accumulato dalle imprese è raddoppiato.

Questa situazione rischia di trasformarsi come un boomerang, dato che spesso sono i ritardati pagamenti della Pa una delle ragioni che determinano una situazione di anomalia contributiva, la quale, impedisce all'operazione di pagamento delle somme arretrate dovute dal committente pubblico. I dati affermano che già nel 2007 i contributi non versati nell'anno ammontavano a 4,5 miliardi. Poi, nel pieno della crisi, dal 2008 al 2011 il dato è rimasto stabile, segno che finché hanno potuto gli imprenditori hanno rispettato gli obblighi.

sabato 16 marzo 2013

Stipendi per i dipendenti della Pubblica amministrazione : è online il servizio per accedere alla propria busta paga

E’ online il nuovo servizio per visualizzare gli stipendi della Pubblica amministrazione. Tutti i dipendenti pubblici hanno ora accesso online al proprio cedolino stipendiale e ad altri interessanti servizi erogati dal sito Noipa.

StipendiPa, il servizio online per la visualizzazione e la stampa del cedolino stipendiale dei dipendenti pubblici e per scaricare altri documenti, è stato sostituito da Noipa, che ha le stesse funzionalità.

Tutti i dipendenti della pubblica amministrazione hanno accesso online alla propria busta paga e ad altri servizi. Infatti, possono visualizzare i propri documenti tramite il portale Stipendipa, sostituito da Noipa, che consente di variare autonomamente la modalità di pagamento degli stipendi e di fare altre operazioni, senza dover recarsi necessariamente presso gli uffici competenti.

Ricordiamo che il servizio di NoiPa nasce al fine di consentire il processo di dematerializzazione dei documenti e ogni dipendente, anche chi non disponga di casella di posta elettronica istituzionale o che si trovi dislocato fuori sede, può visualizzare e stampare il proprio cedolino e scaricare altri documenti.

Questo servizio consente di accedere ad una serie di documenti utili:
 cedolino stipendiale, buste paga, CUD e il modello 730

I documenti sono disponibili in formato digitale e per breve tempo, è necessario pertanto stamparli o salvarli sul proprio computer. Il portale di NoiPa rende disponibili una serie di funzionalità self-service e nell’area servizi online sono descritte, per ciascuna tipologia di utente, tutte le applicazioni a cui questi può accedere https://noipa.mef.gov.it/servizi-online .

La busta paga per i dipendenti della P. a. è caratterizzato da tre pagine chiare, nella prima pagina dispone informazioni riepilogative, nella seconda pagina sono presenti i dettagli delle informazioni riepilogative, e la terza pagina può contenere eventuali note all'amministrato.

Accedere al cedolino stipendiale è possibile tramite una registrazione al sito di NoiPa e inserendo il codice riservato ai dipendenti pubblici.

Vediamo nel dettaglio la composizione del cedolino per gli stipendi Pa.

Prima pagina: i suoi diversi riquadri contengono rispettivamente l’anagrafica del dipendente, i dati dell’ente di appartenenza, la posizione giuridico-economica, il dettaglio delle detrazioni e gli estremi di pagamento, nonché i dati riepilogativi della retribuzione con le competenze fisse, quelle accessorie, le ritenute e i conguagli fiscali.

Seconda pagina: vengono riportati i dati di dettaglio della retribuzione con competenze fisse, competenze accessorie e altri assegni, e i dati circa le ritenute previdenziali,fiscali e le ritenute sindacali.

Terza pagina: si compone dei dati dell'amministrazione e dell'Ufficio Responsabile, i dati del relativo codice fiscale e dell'Ufficio di Servizio del dipendente, ed eventuali note dell'amministrazione al dipendente.

StipendiPa è diviso in due categorie: una di accesso libero e un’area riservata. La prima categoria, di accesso libero, contiene le circolari, comunicazioni e informazioni generali della pubblica amministrazione mentre che la seconda categoria è riservata alla consultazione personale dei dipendenti pubblici sui propri dati stipendiali, cedolini, CUD, ecc….Nello specifico, sono disponibili 13 mensilità per la visualizzazione e stampa del cedolino e 5 annualità per i CUD ed i 730 (relativo alle assistenze dirette).

Ci sono diverse modalità di accesso al servizio StipendiPa (ora Noipa). Infatti, esso può avvenire con l’inserimento User (codice fiscale) e Password (fornita dal sistema) o tramite CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Per accedere al servizio StipendiPa tramite password, è necessario registrarsi: cliccare il pulsante in alto a destra “area riservata” ed effettuare la registrazione (primo accesso) tramite il proprio codice fiscale del dipendente pubblico e la partita stipendiale.

Una volta inseriti i dati però, è necessario modificare la password, altrimenti non sarà possibile utilizzare il servizio online StipendiPa, sostituito da Noipa. Inoltre, la password va modificata ogni 180 giorni. Una volta scaduta, sarà il proprio sistema a condurre il dipendente presso la pagina apposita per cambiare password.

I cedolini degli stipendi vengono mostrati in ordine decrescente e rappresentano le ultime 13 mensilità. E’ possibile scaricare il documento in PDF (cliccando su ‘azioni’) per procedere alla stampa.

Per quel che riguarda i CUD, viene selezionato un elenco premendo il pulsante Visualizza CUD. Sempre in ordine decrescente e in riferimento agli ultimi 5 anni. Lo stesso serve per i 730: selezionando il pulsante Visualizza 730 viene rappresentato l’elenco, in ordine decrescente, dei 730 di competenza del dipendente pubblico connesso.

La prima volta che viene utilizzato il nuovo sito per scaricare lo Stipendio Pubblica Amministrazione, Noipa, è necessario realizzare il Primo accesso.  Esso viene effettuato inserendo il codice fiscale e la partita stipendiale.

La partita stipendiale viene attribuita al momento della creazione della partita di stipendio. Si trova in alto a destra del cedolino, nel riquadro dove è presente il cognome e il nome. Quindi, nel momento in cui un dipendente pubblico riceve la prima busta paga, ha già una partita stipendiale. La partita stipendiale, per il primo accesso a Stipendio Pubblica Amministrazione deve essere digitata comprensiva degli zeri iniziali quando presenti, per un totale di 8 caratteri.

Una volta realizzato il primo acceso, e quando il sistema avrà controllato l’identità del dipendente interessato, viene inviata una mail con una password di accesso. Ma questa password è soltanto per il primo accesso, ovvero, una volta il dipendente avrà effettuato l’accesso a Stipendipa sarà automaticamente indirizzato ad un nuovo spazio per modificare la password e creare una chiave di accesso personale. Questa nuova password, di Stipendipa, va collegata ad una domanda segreta, ed è importante fare attenzione alla domanda scelta perché sarà la prima cosa che richiederà il sistema nel caso di password smarrita.

mercoledì 28 novembre 2012

Pubblica amministrazione una speranza per i precari


Il governo sta lavorando a una proroga dei contratti in scadenza nella pubblica amministrazione fino al prossimo 31 luglio da inserire nella legge di stabilità. Lo ha annunciato il commissario straordinario dell'Aran, Antonio Naddeo, all'incontro con i sindacati a Palazzo Vidoni, secondo quanto si apprende da fonti sindacali. Con la proroga, avrebbe riferito Naddeo "non abbiamo più la ghigliottina per definire l'accordo quadro" sui lavoratori flessibili. Di questa misura si parlerà nel Consiglio dei Ministri di venerdì e sarà formalizzata eventualmente ai sindacati in un nuovo incontro con i sindacati.

I precari nel pubblico impiego sarebbero all'incirca 250 mila nei diversi comparti e per la maggior parte con scadenza dei contratti al 31 dicembre 2012. Lo avrebbe comunicato l'Aran all'incontro governo-parti sociali, in corso al ministero della Pubblica Amministrazione, secondo quanto si apprende da fonti sindacali.

I lavoratori flessibili  nella scuola sono 135 mila, 14.800 nello Stato, di cui 3.600 nei Vigili del Fuoco, nella Sanità 35.194 e tra Regioni ed Enti locali oltre 52.000 (52.098), inoltre nelle Regioni a Statuto speciale 12.760.

«Un risultato positivo e utile frutto della nostra iniziativa». Così la Cgil ha commentato l'ipotesi di una proroga ai contratti precari in scadenza nella Pa come illustrato oggi nell'incontro tra il ministero della funzione pubblica e i sindacati a Palazzo Vidoni. «In attesa di leggere il testo della proroga e dell'accordo quadro- dice Michele Gentile, responsabile settori pubblici della Cgil nazionale - salutiamo questo come un risultato positivo e utile, frutto della nostra iniziativa, che permette di costruire un percorso che per quanto ci riguarda prevede la stabilità dei precari della Pa».

 A ottobre risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa quattro milioni di dipendenti (intorno ai 3 milioni nel pubblico impiego). Lo ha comunicato l'Istat precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 30,7% nel totale dell'economia, in leggero rialzo rispetto a settembre.
A ottobre tra i contratti monitorati dall'indagine l'Istat registra il positivo scioglimento della riserva dell'accordo per i dipendenti dell'industria chimica, rinnovato prima della conclusione naturale del contratto (dicembre 2012), mentre sono scaduti quelli per i lavoratori dell'industria alimentare e olearia (al riguardo l'istituto precisa che alla fine di ottobre per questi accordi è già stata siglata l'ipotesi di intesa, che sarà recepita definitivamente non appena sarà sciolta la riserva da parte dei lavoratori). L'Istat ricorda per quanto riguarda gli statali che a partire da gennaio 2010 tutti i contratti della pubblica amministrazione sono scaduti, subendo il blocco stabilito per legge.

Le retribuzioni contrattuali orarie a ottobre salgono dell'1,5% su base annua, dall'1,4% di settembre, mentre su base mensile crescono dello 0,2%. Il dato tendenziale rimane, nonostante il forte rallentamento dei prezzi, sotto il livello d'inflazione annuo dello stesso mese (+2,6%), ma il divario si restringe a 1,1 punti (da 1,8 di settembre).

Guardando ai primi dieci mesi dell'anno, nella media del periodo gennaio-ottobre 2012 le retribuzioni contrattuali orarie risultano cresciute su base annua dell'1,5%. Analizzando le proiezioni dell'Istat, con riferimento al semestre novembre 2012-aprile 2013, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell'indice generale sarebbe pari all'1,6% a novembre, diminuirebbe leggermente a dicembre all'1,5% e da gennaio 2013 subirebbe una drastica riduzione attestandosi allo 0,9%.

Tenendo conto dei diversi settori, a ottobre presentano i rialzi tendenziali più forti i comparti dell'acqua e servizi di smaltimento rifiuti (3,0%), dell'energia elettrica e gas (2,9%), del tessile, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%). Si registrano invece variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.

domenica 7 ottobre 2012

Lavoro e imprese 2012 – 2013 si riparte con agenda digitale e start up

Anagrafe unica, ricetta e carta di identità digitale, cartelle cliniche in rete e la carriera scolastica in una scheda online. Tutti nuovi provvedimenti, considerati indispensabili per innovare il paese. E un'agenda digitale che riguarda tutta la pubblica amministrazione e favoriscono lo sviluppo dell'economia.

Tra i provvedimenti più importanti, l'introduzione della carta di identità elettronica - o meglio il documento digitale unico - che verrà fornito gratuitamente ai cittadini. Questo strumento sarà chiave di volta dell'unificazione di tutte le anagrafi permettendo un «censimento continuo e aggiornato in tempo reale». Importanti novità anche nella sanità, con il fascicolo sanitario elettronico in tutti gli ospedali di Italia. Entro il 2015 saranno poi introdotte le ricette digitali.

Agenda digitale, nascita e sviluppo di startup innovative, strumenti fiscali per agevolare la realizzazione di
grandi opere con capitali privati, attrazione di investimenti esteri,credito alle Pmi e liberalizzazioni in campo assicurativo: sono le principali aree di intervento.

Benefici e agevolazioni fiscali per le imprese innovative e per chi investe nel loro capitail; contratto di lavoro su misura (con deroghe alla riforma Fornero); incubatore certificato di imprese start up innovative, una società di capitali di diritto italiano, o una Societa Europea residente in Italia, che offra servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up.

Vediamo gli incentivi alle imprese, start up.  Sono stati messi  a disposizione circa 200 milioni di euro, tra i fondi stanziati dal decreto sotto forma di incentivi e fondi per investimento messi a disposizione dalla Fondo Italiano Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti.

Per le start up e gli incubatori certificati è prevista anche l’esenzione da imposta di bollo e di registro e dal diritto annuale alle Camere di Commercio.
Per le start up è posticipato il termine per la ricapitalizzazione si posticipa di un esercizio in caso di perdite superiori a un terzo del capitale.
Le start up potranno usufruire gratis e in modo semplificato del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, anche mediante condizioni di favore in termini di copertura e di importo massimo garantito.

Il contratto per start up innovative concede deroghe sui contratti a tempo determinato rispetto a quanto previsto dalla Riforma del Lavoro. Il contratto a termine deve durare almeno sei mesi: nei primi tre anni può essere rinnovato anche senza soluzione di continuità, ed è poi possibile un altro rinnovo per un solo anno (quindi, si arriva a un massimo di 48 mesi). Dopo, scatta l’assunzione a tempo indeterminato.

Ampio capitolo dedicato alle misure per favorire gli investimenti nel capitale delle nuove aziende 2.0 con facilitazioni per amministratori, dipendenti, e collaboratori delle start up: il rendimento delle azioni, opzioni o quote loro assegnate nel contesto dei piani aziendali non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali e contributivi.

Spazio al crowdfunding: in deroga alle norme sul risparmio le partecipazioni nelle start up possono costituire oggetto di offerta al pubblico di strumenti finanziari.
Per i privati cittadini e per le imprese che investono in start up c’è una detrazione Irpef del 19% per tre anni (dal 2013 al 2015).

Tra le misure approvate nell'ambito dell'agenda digitale all'interno del decreto crescita 2, c'è la completa digitalizzazione dell'amministrazione pubblica. A livello di metodo la pubblicazione dati e informazioni in formato aperto. I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto. In questo modo sarà possibile ampliare fortemente l'accesso a informazioni di pubblica utilità, favorendone i riutilizzo per analisi, servizi, applicazioni e soluzioni, con sensibili ricadute dal punto di vista della crescita economico-sociale. Tali dati avranno una licenza d'uso aperta e saranno dunque utilizzabili - in primis da persone affette da forme di disabilità sensoriali - senza alcun tipo di restrizione.

lunedì 9 luglio 2012

Spending review gli esuberi dei dipendenti statali


Ci siamo sta partendo l'iter parlamentare che porterà all'entrata in vigore della cosiddetta "spending review", la revisione e razionalizzazione della spesa pubblica voluta dal governo Monti. Il dipendente statale da garantito in tutto e per tutto diventerà più simile ad un lavoratore del privato.

Vediamo i punti salienti del decreto che riguarda il settore della Pubblica Amministrazione e i dipendenti pubblici in modo particolare.

I dipendenti statali: non saranno più obbligati ad andare in vacanza nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno. Le ferie costrette per legge, previste nella prima bozza del decreto sulla spending review, sono state cancellate nell'ultima versione.

Misure principali adottate c'è quella del taglio dei dipendenti pubblici in esubero, 24 mila, così ripartiti: circa 11.000 lavorano nei ministeri e negli enti pubblici non economici (di cui 5.600 nei ministeri) e 13.000 negli enti territoriali (escluse le regioni). Tra gli 11.000 ministeriali, sono 6.000 quelli pensionabili al 31/12/2012 e 2.000 negli enti locali. Per i lavoratori della PA in esubero e vicini alla pensione potrebbe scattare il meccanismo della mobilità lunga (senza lavorare ma con l'80% dello stipendio per quattro anni).

Uscita dal lavoro morbida per chi rientra nella revisione delle piante organiche del pubblico impiego.
Il decreto sulla spending review porterà a una consistente diminuzione dei dipendenti della pubblica amministrazione sia Ministeriale che Locale.
Uno dei criteri individuati per la sospensione dalle attività del personale dichiarato in esubero partirebbe da coloro che hanno compiuto 60 anni: a loro andrebbe un'indennità dell'80% dello stipendio base (non dell'intero trattamento economico) fino alla pensione. Diversa la questione per quanto riguarda i dirigenti, per i quali è al vaglio, per quelli giunti alla maturazione dei 42 anni di contribuzione (41 per le donne), la possibilità della sospensione immediata.
E la mobilità del settore pubblico, verrebbe esercitata con un percorso simile allo stato di crisi per le aziende private. Ossia, riduzione dello stipendio, l'80% della busta paga base senza straordinari e indennità.

Entro la fine di ottobre sarà tagliata la pianta organica dei ministeri e degli enti pubblici non economici. La riduzione complessiva sarà del 20% per i dirigenti e del 10% per tutti gli altri dipendenti ma con livelli diversi a seconda delle singole amministrazioni.

Le amministrazioni pubbliche attualmente hanno trattamenti diversi per quanto riguarda i buoni pasto; alcuni lavoratori hanno diritto ai ticket da 5 euro, altri possono arrivare a valori di 14 euro e oltre. La manovra di spending review forfettizza il valore del singolo buono pasto a 7 euro per tutti.

Con quest'unico intervento lo Stato recupererà 53,8 milioni di euro. I maggiori risparmi verranno realizzati negli enti pubblici non economici dove l'importo medio dei ticket è di 11,60 euro. A guadagnarci sarà il personale dei ministeri, dove oggi i buoni pasto valgono in media 6,97 euro, e il Servizio sanitario nazionale (Ssn), che è ancora fermo a 5,60 euro a testa.

I dipendenti della Pubblica Amministrazione si vedranno anche ridimensionare lo spazio di lavoro. Il decreto prevede l'introduzione dello spazio standard per il dipendente pubblico. Gli spazi ad uso ufficio vengono infatti rapportati alle effettive esigenze funzionali degli uffici e alle risorse umane impiegate in base a un parametro di riferimento compreso tra 20 e 25 metri quadrati per addetto. Una misura di rapida applicazione, perché le amministrazioni hanno 90 giorni dalla pubblicazione del decreto per compilare i piani.

sabato 5 maggio 2012

Intesa sul lavoro pubblico

L'intesa tra ministero della Pubblica Amministrazione, Regioni, Province, Comuni e Sindacati  "ridisegna il sistema delle relazioni sindacali restituendo un ruolo attivo alle parti sociali, attualmente bloccato dalla normativa vigente". Così Pirani, segretario confederale Uil.

Al centro dell'intesa l'armonizzazione delle regole sul mercato del lavoro, la valorizzazione delle relazioni sindacali e la revisione della cosiddetta riforma Brunetta.

L’Intesa rappresenta un passo importante perché stabilisce che la riorganizzazione del pubblico impiego si fa insieme ai lavoratori pubblici, con più contrattazione, più partecipazione e più trasparenza” così i segretari generali Giovanni Faverin (Cisl Fp) e Francesco Scrima (Cisl Scuola) hanno commentato l’Intesa sul lavoro
pubblico.

Il documento, è un accordo di alto profilo che rimette i lavoratori al centro delle relazioni sindacali nel pubblico impiego e la contrattazione è definita come la fonte deputata per determinare retribuzioni e rapporti di lavoro, c’è un pieno riconoscimento del ruolo delle Rsu, la mobilità è riportata alla concertazione e a percorsi di formazione e qualificazione professionale. Si pone anche la premessa per risolvere in modo positivo il contenzioso che per mesi abbiamo sostenuto, in particolare nella scuola, in difesa delle prerogative contrattuali su importanti aspetti dell’organizzazione del lavoro e della gestione del personale.

Si riapre adesso una stagione di coinvolgimento dei lavoratori pubblici nella trasformazione dei servizi. Il punto però ora è far ripartire le retribuzioni dei dipendenti pubblici e della scuola”, rilanciano Faverin e Scrima. “L’Intesa recepisce il principio secondo cui parte dei risparmi di spesa pubblica che i lavoratori contribuiscono a generare debbano andare ai salari. Su questo ci aspettiamo concretezza e rapidità. Da parte del Governo, ma anche da parte di governatori, sindaci e presidenti di provincia”.

Per Baratta, segretario confederale della Cisl, l'intesa è "un importante traguardo perché i sindacati e la Pubblica Amministrazione, insieme, tornano ad essere protagonisti del cambiamento attraverso la contrattazione integrativa,rispetto ai processi di miglioramento dei servizi pubblici". E aggiunge: "Ora aspettiamo che il ministro Griffi presenti il disegno di legge delega”.

Quindi anche il lavoro pubblico avrà nuove regole, incluso un riordino normativo dei licenziamenti disciplinari. Ma diverse dal lavoro privato. Nelle otto pagine dell'intesa emergono molte novità.

Le ragioni di questo accordo risiedono nell'articolo 2 della riforma Monti-Fornero sul mercato del lavoro che rimanda proprio al ministro delle Pubblica Amministrazione il compito di armonizzare la disciplina relativa ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Articolo 18 compreso.

L' accordo opera su molti aspetti. Sul licenziamento disciplinare, mentre per i privati sarà il giudice a stabilire - laddove sia illegittimo - se il lavoratore ha diritto all'indennità o al reintegro, per i pubblici è previsto solo il reintegro. Almeno così appare quando nel testo si parla di «garanzie di stabilità». Nei licenziamenti economici, al contrario della riforma Brunetta, ritorna il coinvolgimento dei sindacati in «tutte le fasi» di mobilità collettiva.

sabato 31 dicembre 2011

Gestione del personale e valutazione della spesa nella pubblica amministrazione

Il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98  e la legge del 15 luglio 2011 , n. 111  si inseriscono nell’ambito del piano concordato in sede europea per il rientro dalla situazione di disavanzo eccessivo. A tal fine il decreto-legge reca interventi principalmente in materia di riduzione dei costi della politica e degli apparati, controllo e monitoraggio della spesa delle amministrazioni pubbliche, contenimento della spesa per pubblico impiego, sanità, istruzione, previdenza, enti territoriali nonché disposizioni in materia di entrate e misure per lo sviluppo.
Quindi dovrebbero essere ridotte le spese dei ministeri e si prevede l'avvio di un ciclo di analisi e valutazione della spesa diretto alla definizione dei fabbisogni standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato, al fine di migliorarne l’efficacia e l’efficienza.
La pubblica amministrazione dovrà applicare le disposizioni di razionalizzazione contenute nelle disposizioni legislative decreto legge n. 98 2011 e nel decreto legge n 138 2011, diverse per comparto e per livello di governo. Se le amministrazioni centrali dello Stato saranno tenute nei prossimi mesi a razionalizzare i propri uffici periferici, a rivedere in riduzione gli organici, accorpare gli enti previdenziali.
Il quadro dovrebbe essere questo ossia da richiedere piani di razionalizzazione strutturali e nuovi modelli di gestione. Per questo occorre pensare ad alcune soluzioni organizzative e logistiche che già da tempo le amministrazioni avrebbero potuto adottare e che invece o sono rimaste sulla carta oppure hanno trovato un'applicazione falsata e improduttiva.
L'esempio imitabile è dato dalla gestione del personale, una funzione interna resa sempre più complessa dall'evolversi del quadro normativo e che assorbe molte energie e soprattutto un eccessivo personale all'interno delle singole amministrazioni. La realtà è data dal fatto che ogni amministrazione sia pubblica che privata ha un proprio ufficio per il personale, ma molto spesso ogni settore, dipartimento o direzione ha a sua volta una propria struttura dedicata alla gestione del personale ed alle sue peculiarità. Un'area questa che potrebbe essere esternalizzata e gestita in outsourcing, migliorando sia l'efficienza che la qualità dei servizi. Nell'ambito della gestione del personale è possibile ad esempio ricorrere alle agenzie per il lavoro, che sono portatrici di un conoscenze di rilievo nel settore della gestione delle risorse umane; questo consentirebbe alle direzioni interessate di liberare seriamente il settore pubblico da una serie di incarichi amministrative.
In merito alle spese di gestione il premier Mario Monti ha scritto alle amministrazioni pubbliche e, con una circolare esplicativa ha chiesto impegno in una ''rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica''. Un intervento reso necessario dalla ''crisi finanziaria globale'' e dalle ''avverse condizione in sede europea'', e che ha come obiettivo di ''assicurare un intervento organico diretto'' per il pareggio di bilancio del 2013. Sono obiettivi prefissati dal governo" in sede Ue per il pareggio di bilancio è richiesta a tutta la pubblica amministrazione. E' richiesta "un'oculata riduzione degli stanziamenti per le spese diverse da quelle obbligatorie e inderogabili".

venerdì 2 settembre 2011

Pubblica amministrazione: -30% sui bonus per i dirigenti

Novità per i dirigenti della pubblica amministrazione sui bonus.

Se i ministeri non dovessero raggiungere gli obiettivi di risparmio previsti, per reperire risorse non si ricorrerà più al differimento delle tredicesime in tre rate annuali posticipate ma ci sarà un taglio del 30% dei bonus dei dirigenti responsabili delle pubbliche amministrazioni. Lo prevede un emendamento alla Manovra del senatore Viespoli, capogruppo di Coesione nazionale al Senato, approvato dalla Commissione Bilancio.

Quindi nel caso in cui i ministeri non raggiungano gli obiettivi di risparmio si ricorrerà non più al differimento delle tredicesime in tre rate annuali posticipate ma a un taglio del 30% dei bonus dei dirigenti responsabili delle pubbliche amministrazioni. Quindi nel caso in cui non siano assicurati gli obiettivi di risparmio stabiliti può essere disposto, nel rispetto degli equilibri di bilancio pluriennale, su comunicazione del ministero dell'Economia e delle Finanze la riduzione della retribuzione di risultato dei dirigenti responsabili nella misura del 30%.
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