sabato 14 settembre 2013
Certificato di gravidanza online con il decreto del fare
Il decreto del fare ha introdotto novità importanti anche per quanto riguarda la comunicazione telematica all’INPS dei certificati di maternità. Il certificato di gravidanza, necessario per fruire del congedo di maternità, verrà inviato online.
E’ stato il decreto del fare, il D.L. n. 69 del 2013 a prevedere la telematizzazione dei certificati medici da inviare all’Inps, ricomprendendovi anche il certificato di gravidanza quello che attesta lo stato di gravidanza e che indica la data presunta del parto insieme alla documentazione relativa alla nascita del figlio. Il certificato di gravidanza è necessario per godere del congedo di maternità
Adesso è più semplice con la trasmissione da parte del medico del servizio sanitario nazionale, o con esso convenzionato. Si dovrà attendere un apposito decreto interministeriale attuativo Lavoro-Salute-Economia, da emanare entro il 21 dicembre 2013.
Il decreto interministeriale attuativo Lavoro-Salute-Economia definirà le modalità applicative. Queste decorreranno dal novantesimo giorno successivo alla sua entrata in vigore. Sempre in base al Dl «del fare» (che ha aggiunto il comma 2-bis, all'articolo 21, del Dlgs 151/2011), le stesse modalità riguarderanno anche il certificato di interruzione della gravidanza, che dovrà essere trasmesso dalla struttura sanitaria all'Inps, in via telematica.
In entrambi i casi, sarà l'Inps a mettere a disposizione del datore di lavoro la documentazione sanitaria in questione, con il sistema in uso per i certificati di malattia.
Nel frattempo, la consegna dei certificati deve avvenire con le vecchie regole: la lavoratrice trasmette all'Inps, oltre che al datore di lavoro, i certificati di gravidanza, di parto e di interruzione della gravidanza.
Oltre all'intervento del decreto legge 69/2013, già il Dl 179/2012, nel solco della telematizzazione delle certificazioni di malattia, ha semplificato la gestione operativa dei certificati medici per l'assenza del lavoratore a causa della malattia del figlio (articoli 47 e 51 del Dlgs 151/2001), che dovrà essere inviata per via telematica all'Inps direttamente dal medico del Ssn che ha in cura il minore, per poi essere inoltrata ai datori di lavoro interessati – con il sistema già attivo per la trasmissioni dei certificati medici di malattia dei dipendenti – e all'indirizzo di posta elettronica della lavoratrice o del lavoratore che ne facciano richiesta.
Certificato di gravidanza necessario per fruire del congedo di maternità da inviare on line in seguito alla conversione in legge del decreto n. 69/2013. Così come gli altri certificati medici, anche quello che attesta lo stato di gravidanza deve essere trasmesso sia all’Inps che al datore di lavoro on line direttamente dal medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale.
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Richiesta assegni per il nucleo familiare per figli maggiorenni e studenti
Guida alla richiesta degli assegni familiari per i figli maggiorenni di età compresa tra 18 e 21 anni purché studenti o apprendisti.
Molte volte fra i commenti ci viene chiesto se possono essere richiesti gli assegni familiari anche per figli maggiorenni. La risposta è si se si è in presenza di un nucleo familiare numeroso e i figli in questione hanno fra i 18 e i 21 anni e sono studenti o apprendisti, ma vediamo di affrontare più nel dettaglio la questione.
Con la Circolare numero 13 del 12-1-2007 l’INPS ha attuato l’Art 1, comma 11, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Con tale legge oltre a rivedere i vari livelli di reddito sono state introdotte varie novità, tra le quali la possibilità di richiedere gli ANF anche per figli che hanno compiuto il 18° anno di età e fino al compimento dei 21 anni, ma solo a determinate condizioni.
Quando si possono richiedere e per chi
Solo per le famiglie numerose, così come indicato dalla legge, è stata prevista la possibilità di richiedere l’assegno per il nucleo familiare anche per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni purché studenti o apprendisti.
Ai fini della determinazione dell’assegno per il nucleo familiare, in presenza di nuclei numerosi (almeno quattro figli o equiparati di età inferiore a 26 anni) rilevano al pari dei figli minori anche i figli o equiparati di età superiore a 18 anni compiuti ed inferiore a 21 anni compiuti purché studenti o apprendisti.
Come bisogna procedere per la richiesta
Il primo passo da compiere è far riconoscere il proprio nucleo come numeroso, cioè composto da almeno 4 figli o equiparati che non hanno ancora compiuto 26 anni. Per fare questo l’INPS ha messo a disposizione il modello ANF/NN (lo trovate a fondo pagina) che non è altro che un’autocertificazione della propria situazione familiare. N.B. Al posto dell’autocertificazione si possono comunque presentare altresì il certificato di frequenza scolastica/universitaria e/o copia del contratto di apprendistato
Il secondo passo è compilare il modello ANF42 (lo trovate a fondo pagina), cioè il modello che l’INPS ha previsto per richiedere l’autorizzazione ad includere nel proprio nucleo determinati familiari, in questo caso figli maggiorenni.
Questi due modelli, compilati in ogni parte, vanno presentati, corredati del Documento d’identità del richiedente, ad uno sportello INPS di propria competenza territoriale.
Una volta ricevuta l’autorizzazione dall’INPS, il richiedente può compilare il modello ANF/DIP, allegando l’autorizzazione dell’INPS e presentarla al Datore di Lavoro, che è tenuto quindi a pagare gli assegni familiari anche per i suddetti familiari. Ovviamente potranno essere chiesti anche gli assegni familiari arretrati.
Allo stesso modo, chi richiede gli Assegni direttamente all’INPS, ad esempio gli iscritti alla gestione separata o coloro che percepiscono la disoccupazione o la mobilità (ANF/PREST, ANF/GEST.SEP.) dovranno allegare direttamente alla domanda i modelli di cui ai punti 1 e 2 della presente guida.
Il nucleo per i lavoratori dipendenti, i parasubordinati e i titolari di pensioni dirette (vecchiaia, anzianità, invalidità, assegno ordinario di invalidità, inabilità) è composto da:
il richiedente lavoratore o il titolare della pensione;
il coniuge è escluso dalla composizione del nucleo familiare il coniuge che sia legalmente ed effettivamente separato o che abbia abbandonato la famiglia.
La separazione legale deve risultare dalla relativa sentenza, mentre l’effettività della separazione deve essere desumibile dalla certificazione anagrafica.
Lo stato di separazione dei coniugi risulta comprovato, provvisoriamente, dal provvedimento di affidamento dei figli minori emesso a norma dell’art. 708 c.p.c. e l’effettiva separazione si ritiene verificata per tutta la durata del procedimento di separazione legale. Al coniuge affidatario può essere rilasciata l’autorizzazione a percepire la prestazione con decorrenza non anteriore al provvedimento di affidamento e con validità annuale, rinnovabile se permane l’affidamento dei minori.
Lo stato di abbandono è comprovato da un documento dell’autorità giudiziaria o di altra pubblica autorità.
i figli legittimi o legittimati ed equiparati (adottivi, affiliati, naturali legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio del coniuge, affidati dai competenti organi a norma di legge), di età inferiore a 18 anni o maggiorenni inabili senza limiti di età, purché non coniugati;
N.B.:Sono considerati inabili i soggetti che, per difetto fisico o mentale, si trovano nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi a proficuo lavoro;
i figli ed equiparati, studenti o apprendisti,di età superiore ai 18 anni compiuti ed inferiore ai 21 anni compiuti, purchè facenti parte di "nuclei numerosi",cioè nuclei familiari con almeno 4 figli tutti di età inferiore ai 26 anni. (Circ. 13 del 12/1/2007 punto 6)
Per la corresponsione dell'assegno ai figli ed equiparati di età compresa tra i 18 ed i 21 anni, bisognerà farne richiesta all'I.NP.S. su apposito modello af 42 ed ottenere la necessaria autorizzazione.
i nipoti in linea retta di età inferiore a 18 anni, viventi a carico dell'ascendente;
i fratelli, le sorelle del richiedente e i nipoti (collaterali o in linea retta non a carico dell'ascendente), minori o maggiorenni inabili, solo nel caso in cui essi sono orfani di entrambi i genitori, non abbiano conseguito il diritto alla pensione ai superstiti e non siano coniugati.
Il nipote, il fratello e la sorella formalmente affidati sono equiparati ai figli e quindi entrano nella composizione del nucleo familiare anche se non è orfano ovvero è orfano di un solo genitore o titolare di pensione ai superstiti;.
L'assegno per il nucleo può essere richiesto anche se i familiari suindicati:
non sono a carico del lavoratore o del pensionato (per la concessione dell’assegno per il nucleo non è più previsto il requisito del carico familiare);
non sono residenti in Italia, a condizione che il richiedente sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione Europea o di altro Stato estero convenzionato;
non sono conviventi con il lavoratore o pensionato.
La convivenza è richiesta per i figli naturali, legalmente riconosciuti da entrambi i genitori.
I nipoti in linea retta per essere equiparati ai figli devono essere a carico dell'ascendente (nonno/bisnonno). Tali requisiti sono dimostrati quando l’ascendente provvede abitualmente al mantenimento del minore.
Il mantenimento è presunto in caso di convivenza, mentre, in caso di non convivenza, può essere attestato con dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Nell’applicazione delle tabelle andranno comunque esclusi dal numero dei componenti e dalla determinazione del reddito familiare, oltre ai figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni, non aventi la qualità di studente o la qualifica di apprendista, anche i figli di età compresa tra i 21 e i 26 anni, anche se studenti o apprendisti, i quali rilevano solo ai fini dell’individuazione del nucleo numeroso. Cioè nel nucleo in questi casi saranno conteggiati anche loro ma solo per poter stabilire che si tratta di nucleo familiare numeroso, ma non si potranno richiedere per loro gli ANF nè si dovrà indicare il loro eventuale reddito.
Con il venir meno del requisito relativo al numero dei figli (almeno 4) di età inferiore a 26 anni o con la perdita della qualifica di studente o di apprendista o con il compimento del ventunesimo anno di età tale equiparazione cessa e i figli ultradiciottenni sono esclusi dal nucleo familiare salvo che si trovino, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi ad un proficuo lavoro.
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Le migliori università al mondo nel 2013 secondo QS World University Rankings
Rivelati i risultati della nuova l'edizione del QS World University Rankings che classifica le top 800 università su una analisi che ne comprende 3.000. Nelle prime tre posizioni troviamo sempre il Massachusetts Institute of Technology (Mit) che si conferma la migliore, superando anche quest'anno Harvard e Cambridge.
Secondo Ben Sowter, responsabile della QS Intelligence Unit, "La formazione universitaria asiatica sta subendo una rapida trasformazione, e Singapore, Hong Kong, Cina e Corea sono in prima linea, esprimendo senza esitazioni la propria appartenenza alla élite accademica globale".
"Ci sono già il 17% di più università asiatiche nella Top 200 del QS World University Rankings da quando é iniziata la recessione, e nei prossimi due decenni, é prevedibile che la leadership statutinense e europea siano messe a dura prova dalla forza di queste realtà, che sono sostenute fortemente dai governi locali”.
Comunque le università italiane migliorano le loro posizioni, (anche se la prima università italiana è solo al 188°posto) e altre entrano per la prima volta nelle classifiche internazionali delle migliori università al mondo.
A distinguersi nella formazione accademica italiana sono invece l'Università di Bologna, La Sapienza Roma, Politecnico di Milano, università degli Studi di Milano e quella di Pisa. La Bocconi ha guadagnato 17 posizioni rispetto all'anno scorso tra gli atenei in social sciences and management, collocandosi al 29mo posto nel mondo. In Europa si classifica nona.
Cresce l'impatto della ricerca di questi atenei italiani in classifica: l'Università di Bologna è in cima alla classifica nazionale (è al 188esimo posto del ranking, lo scorso anno era al 194esimo); seconda La Sapienza di Roma (sale al 196esimo, nel 2012 era al 216). Terzo posto per il Politecnico di Milano (230esimo, lo scorso anno era al posto 244). Quarta postazione per l'università degli Studi di Milano (posto 235, nel 2102 era al 256) e quinta l'Università di Pisa (259esimo posto, era al 314esimo nel 2012).
Questo anno rientrano nelle top 800 in tutto 26 nostri atenei, con quattro new entry (Milano Bicocca, Roma tre, Università studi di Brescia e Verona). Quattordici delle 26 università italiane in classifica hanno mantenuto o migliorato il punteggio. La Bocconi ha guadagnato 17 posizioni rispetto all'anno scorso tra gli atenei in social sciences and management, collocandosi al 29mo posto nel mondo e nona in Europa.
In particolare, undici tra le prime venti università al mondo sono statunitensi, dalla Massachusetts Institute of Technology (MIT), alla Harvard University, alla a Yale, alla University of Chicago, alla Princeton, alla Columbia, California Institute of Technology (Caltech), all'Università della Pennsylana, alla Johns Hopkins University.
Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale, ha spiegato che si tratta di "un risultato positivo nonostante i tagli alle risorse che da anni colpiscono gli atenei italiani che, sebbene l'apparente scarsa attenzione dedicata alla innovazione ed alla alta formazione da parte della politica, ha mantenuto ed addirittura migliorato le sue perfomance in questa lista di ranking. D'altra parte anche nei recenti dati della VQR, gestita dall'Anvur, la valutazione del confronto internazionale della università italiana aveva dimostrato l'ottimo risultato della nostra ricerca nei campi tecnologici e bio-medici".
"In tempi recenti – ha sottolineato Lenzi - sembra che finalmente il sistema paese e la politica si siano resi conto che senza ricerca, innovazione e cultura non si può avere sviluppo. Le più recenti normative per il rientro dei cervelli dall'estero, ma anche quelle per favorire un rapporto virtuoso fra università e impresa con norme che favoriscono i dottorati di ricerca misti pubblico-privato nei campi tecnologici e progettualità nel settore dei beni culturali, ci potranno finalmente consentire di avere anche quella organizzazione indispensabile per competere sui grandi finanziamenti e progetti europei ed internazionali", ha concluso.
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