sabato 5 settembre 2015
Jobs Act: controlli a distanza su tablet e cellulari
La riforma del lavoro è conclusa. Ad annunciarlo, con «soddisfazione», è il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha annunciato in conferenza stampa a palazzo Chigi che sono stati approvati gli ultimi quattro decreti del Jobs act. «Abbiamo rimesso al centro il contratto a tempo indeterminato.
Centinaia di migliaia di precari hanno un contratto stabile», ha detto Poletti. Gli ultimi quattro decreti legislativi attuativi del Jobs act riguardano le semplificazioni, il riordino degli ammortizzatori, la razionalizzazione dell’attività ispettiva e il riordino delle politiche attive.
Così i lavoratori verranno controllati a distanza.
In pratica, non ci sarà bisogno di autorizzazione ministeriale nè di accordi sindacali, ma i lavoratori dovranno essere informati in modo preventivo sulle modalità di effettuazione dei controlli, che, comunque, non potranno mai avvenire in contrasto con quanto previsto dal Codice della privacy.
"È vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altri strumenti che abbiano quale finalità esclusiva il controllo a distanza dell'attività dei lavoratori". Gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti "dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori possono essere installati esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale, previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali".
In alternativa, "nel caso di imprese con unità produttive ubicate in diverse province della stessa regione ovvero in più regioni, tale accordo può essere stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. In mancanza di accordo gli impianti e gli strumenti di cui al periodo precedente possono essere installati previa autorizzazione della Direzione territoriale del lavoro o, in alternativa, nel caso di imprese con unità produttive dislocate negli ambiti di competenza di più Direzioni territoriali del lavoro, del ministero del Lavoro e delle politiche sociali".
L'accordo e l'autorizzazione "di cui al secondo comma non sono richiesti per gli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa e per gli strumenti di registrazione degli accessi e delle uscite. Le informazioni raccolte ai sensi del terzo comma sono utilizzabili a condizione che sia data al lavoratore adeguata informazione delle modalità d'uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli e nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196". In altri termini, se il lavoratore non verrà adeguatamente informato dell'esistenza e delle modalità d'uso delle apparecchiature di controllo e delle modalità di effettuazione dei controlli, i dati raccolti non saranno utilizzabili a nessun fine, nemmeno a fini disciplinari.
Con i decreti legislativi attuativi del Jobs Act la riforma del lavoro varata dal Parlamento lo scorso dicembre con la legge 183/2014 chiude il cerchio e diventa pienamente operativa su tutti i fronti: non soltanto quello contrattuale, già ai test con i nuovi contratti a tutele crescenti che cominciano a mostrare i primi frutti in termini di stabilizzazioni, ma anche quello della rete dei servizi per l’impiego, della ricollocazione, del sistema delle ispezioni e degli ammortizzatori. La parola d’ordine è una: semplificare. Anche se su alcuni fronti, come Cig e dintorni, l’operazione si annuncia molto complessa e andrà attentamente valutata sul campo. Anche per stimare quale sarà l’impatto effettivo dei costi che le imprese saranno chiamate a sostenere.
Sul tema controverso dei controlli a distanza, Poletti ha detto che è stato «colmato un vuoto normativo»: «Abbiamo modificato l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori per individuare una nuova disciplina nel rispetto della privacy colmando un vuoto non sugli impianti fissi ma sugli strumenti in dotazione ai lavoratori». Gli esiti dei controlli su strumenti e apparecchi di lavoro, come smartphone e tablet, possono dunque essere utilizzati con due paletti: informazione preventiva al lavoratore e rispetto delle norme sulla privacy, ma non serve l’autorizzazione del sindacato e del ministero come avviene per le telecamere.
Quanto alla razionalizzazione dell’inserimento mirato dei disabili: «Abbiamo una buona legge, l’unico problema è che a fronte di cento iscritti alla lista ora siamo sotto il 3%: ogni cento meno di tre trovano un lavoro. Abbiamo perciò pensato di rendere più semplici queste normative e cambiare il sistema degli incentivi», l'utilizzo delle informazioni può essere fatto solo in rispetto della privacy ma l'autorizzazione sindacale o del ministero non è necessaria per cellulare e tablet ma solo per telecamere".
Al debutto anche le novità sulle dimissioni in bianco, quelle che alcuni datori di lavoro usano far firmare senza data al momento dell’assunzione, soprattutto alle lavoratrici per poterle licenziare in caso di maternità: «Non saranno più possibili: le dimissioni saranno valide solo se stilate su un modulo numerato e datato scaricabile solo dal sito del ministero del Lavoro».
Addio alle dimissioni in bianco. La certificazione della richiesta di dimissioni dovrà essere fatta "su un modulo che va scaricato dal sito del ministero del Lavoro, se non c'è un modulo datato e certificato la dimissione non è valida". Ha annunciato Poletti al termine del cdm. "Per i controlli a distanza siamo intervenuti sull'art. 4 dello Statuto dei lavoratori rispetto alla privacy, colmando un vuoto normativo", ha spiegato il ministro. "Oggi abbiamo una normativa complessiva con al centro due obiettivi: una norma chiara e definita e il rispetto della privacy".
La Naspi, il nuovo assegno contro la disoccupazione involontaria durerà 24 mesi. Poletti ha sottolineato che la cig viene riportata alla sua visione originale. L'ammortizzatore in costanza di rapporto di lavoro durerà 24 mesi in un quinquennio mobile, periodo che sale fino a 36 se si usa la solidarietà. Sulle aliquote di applica il meccanismo bonus malus, paga di più chi più usa la cassa.
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Ultime novità su lavoro e delega fiscale
Fra le novità, le più importanti sono quelle sui controlli a distanza: è stato riscritto l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori per adeguare la disciplina all'evoluzione tecnologica, prevedendo norme specifiche per telefoni e tablet (strumenti sui quali, in pratica, non ci sono paletti). Secondo il ministro, si tratta di una «norma chiara e ben definita» che si muove nel «rispetto delle norme sulla privacy».
Le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non saranno più “in bianco”, ma dovranno avvenire solo attraverso un modulo online, «numerato e datato», fornito dal ministero del Lavoro. I lavoratori potranno cedere, a titolo gratuito, ai colleghi i riposi e le ferie maturate. La durata della Naspi, l'indennità di disoccupazione in vigore da maggio, è portata fino a 24 mesi anche dopo il 2016: sono queste alcune delle novità sul lavoro, che hanno avuto il via libera del Consiglio dei ministri e che il Sole analizza valutando efficacia e fattibilità.
E’ stata istituita l’ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive), sono stati fatti accordi con le Regioni per il rafforzamento dei centri per l’impiego con tanto di assegno di ricollocamento, riconosciuto a chi dopo quattro mesi di NASPI non ha ancora trovato lavoro, per aiutare a trovare una nuova occupazione.
Sono state unificate nel nuovo ispettorato generale lavoro le competenze prima distribuite fra tre diversi enti (ispettorato, INPS e INAIL), prevedendo il coordinamento con le ASL allo scopo di migliorare le performance delle ispezioni, semplificando al contempo la vita alle imprese.
Inoltre, i “nuovi” ammortizzatori sociali (Cig) vengono estesi a circa 1,4 milioni di lavoratori e 150mila datori, finora esclusi. Il Jobs Act estende le tutele della Cig a lavoratori e imprese, ridisegna le regole e riduce la burocrazia. Sul tema semplificazioni, invece, i controlli dei dipendenti si adeguano all'evoluzione tecnologica. L'Ispettorato nazionale del lavoro, poi, coordinerà tutte le attività di vigilanza in materia.
Sul fisco sono stati fatti interventi ad ampio raggio: dalla revisione delle sanzioni penali e delle sanzioni amministrative al riordino del contenzioso per arrivare a nuove regole sugli interpelli, le agenzie fiscali e la lotta all'evasione. I decreti approvati dal Cdm di venerdì dovranno ora passare al parlamento per un ultimo parere e avere un ultimo via libera dal Governo entro la fine di settembre.
E’ poi stato stabilizzato il finanziamento per la NASPI a 24 mesi (che quindi non scenderà a 18 mesi dal 2017). E’ anche stata finanziata la stabilizzazione degli interventi su maternità, permessi, cure parentali contenuti nel decreti sulla conciliazione vita-lavoro (previsti in via sperimentale per il solo 2015, diventando quindi strutturali). Infine, c’è una razionalizzazione dell’utilizzo della cassa integrazione a due anni, tre solo nei contratti di solidarietà.
Riguardo la delega fiscale si conferma la sensazione che interventi contenuti nella delega; non è incisiva sui grandi problemi di fondo.
I cinque decreti legislativi approvati in esame preliminare, sono:
Semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione
L’obiettivo del provvedimento è quello di creare un sistema di riscossione che favorisca la compliance, attraverso norme che inducano il contribuente ad adempiere spontaneamente ai versamenti delle imposte, anche attraverso forme più ampie di rateizzazione. Anche l’erario potrà beneficiare di una maggiore certezza nei tempi di riscossione e di modalità semplificate.
In caso di definizione concordata dell’accertamento, il pagamento può essere effettuato in quattro anni, anziché tre, con un minimo di otto rate e un massimo di sedici.
Viene introdotto il principio del ‘lieve inadempimento’, secondo cui non è prevista la decadenza della rateizzazione nel caso di ritardo del versamento fino a 5 giorni, o di un minor versamento fino al 3% del dovuto con un limite massimo di 10.000 euro.
Riordino delle agenzie fiscali
L’obiettivo della legge delega è quello della revisione dell’organizzazione delle agenzie fiscali, a 15 anni dalle loro istituzione, in funzione del potenziamento dell’efficienza dell’azione amministrativa e della razionalizzazione della spesa. Il decreto prevede il riassetto dei servizi di assistenza, consulenza e controllo per facilitare gli adempimenti tributari, contribuire ad accrescere la competitività delle imprese italiane e favorire un forte richiamo degli investimenti in Italia.
Controlli meno invasivi: la riorganizzazione delle agenzie deve garantire un approccio collaborativo tra amministrazione fiscale, imprese e cittadini. La loro attività deve essere ispirata al principio del ‘controllo amministrativo unico’. In questo modo si evitano duplicazioni e sovrapposizioni e si riduce il disagio per l’attività dell’impresa.
Nell'operazione di riorganizzazione delle agenzie è prevista una riduzione dell’organico dirigenziale con la contestuale riattivazione delle procedure concorsuali.
Riforma del sistema sanzionatorio penale e amministrativo
Il decreto legislativo ha l’obiettivo di rivedere il sistema sanzionatorio penale e amministrativo per tenere conto dei comportamenti che, seppure illeciti, sono comunque privi di elementi fraudolenti e quindi meno gravi. Sono invece rese più severe le sanzioni penali in caso di comportamenti fraudolenti.
Stima e monitoraggio dell’evasione fiscale e monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale
Nel decreto si prevede di intervenire in modo continuativo e strutturale sul monitoraggio e sulla revisione delle cosiddette “spese fiscali”, sulla rilevazione e l’evoluzione dell’evasione fiscale e contributiva e dei risultati conseguiti nell'azione di contrasto inserendoli in modo sistematico nelle procedure di bilancio.
Contenzioso e interpello
L’intervento normativo si muove prevalentemente lungo le seguenti principali direttrici:
1) l’estensione degli strumenti deflattivi del contenzioso;
2) l’estensione della tutela cautelare al processo tributario;
3) l’immediata esecutività delle sentenze per tutte le parti.
Per ridurre il contenzioso tributario viene potenziato lo strumento della mediazione che attualmente riguarda solo gli atti posti in essere dall’Agenzia delle Entrate con valore non superiore ai 20.000 euro. Con il presente decreto il reclamo finalizzato alla mediazione si applica a tutte le controversie, indipendentemente dall’ente impositore, comprese quindi quelle degli enti locali. Il reclamo viene esteso anche alle controversie catastali (classamento, rendite, ecc) che a causa del valore indeterminato ne sarebbero state escluse. Dal punto di vista soggettivo il reclamo è esteso a Equitalia e ai concessionari della riscossione.
Lo strumento della conciliazione si applica anche al giudizio di appello (fino ad ora riguardava solo le cause di primo grado).
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Lavorare all’estero, offerte e siti online per trovare lavoro
Ogni anno sono sempre di più gli italiani, giovani e meno giovani, che lasciano l’Italia per lavorare all’estero infatti secondo le statistiche solo nel 2014 gli italiani che sono andati all’estero per trovare un lavoro sono stati più di 100.000, in crescita dai 94.126 del 2013. Tra i paesi in maggior misura scelti c’è la Germania dove vi si recano circa 14.270 italiani, subito dietro c’è il Regno Unito scelto come meta da 13.388 connazionali espatriati, al terzo posto troviamo la Svizzera con circa 11.092.
Cercare e trovare lavoro da stranieri ovviamente è più difficile. Detto questo, trovare lavoro in un altro Paese non è impossibile. Le opportunità esistono, ma vanno trovate, e bisogna mettersi nella condizione di poterle cogliere.
Ed ecco perché, per avere successo, è fondamentale mettere a punto una vera e propria strategia di ricerca globale.
Da dove partire? Anzitutto da un'analisi obiettiva delle proprie capacità. Quindi che cosa so fare? In che settori potrei essere impiegato? Quanto sono effettivamente flessibile e disposto ad adattarmi o a imparare un nuovo mestiere?
Fatto questo, e magari dopo aver individuato una sorta di lista dei paesi in cui vi piacerebbe trasferirvi, è necessario effettuare qualche ricerca per capire se in quelle nazioni il lavoro per voi c'è.
Come fare? Semplice: bisogna individuare un paio di siti di agenzie di lavoro e inserire i criteri che meglio vi descrivono per avere anche solo una vaga idea di quello che quel particolare settore offre. Se invece la vostra e una professionalità di nicchia, conviene contattare direttamente un paio di head hunter e chiedere consigli mirati.
Dopo aver individuato paese e settore di riferimento dovete chiedervi anzitutto se parlate la lingua della nazione in questione. Una conoscenza base potrebbe bastare per svolgere professioni più semplici che non richiedono moltissima interazione con il pubblico. Una cosa è certa: la lingua si perfeziona, ma non si impara sul posto.
Altra domanda fondamentale: assicuratevi di entrare nel paese che vi interessa con un visto che vi permetta di lavorare. Magari ci sono stati in cui riuscireste a farla franca, ma nella maggior parte dei casi non è così. E non dimenticate che, spesso, un visto di lavoro offre anche una copertura sanitaria minima e altri vantaggi. Quindi se esiste la possibilità di emigrare legalmente in un altro stato, perché non sfruttarla rendendosi così anche la vita più facile?
Confrontarsi con chi ha già un po' di esperienza nel luogo, soprattutto dal punto di vista della cultura di lavoro del posto, visto che ogni paese ha la propria, è fondamentale per adattarsi bene e in fretta.
Le differenze possono essere minime se i nostri interlocutori sono italiani, ma australiani, cinesi, indiani e brasiliani, solo per fare un paio di esempi, lavorano in maniera molto diversa da noi, e essere preparati su cosa possiamo e non possiamo aspettarci è utile, anche solo per fare una buona impressione su chi ci esamina durante un colloquio.
I benefici derivanti da un’esperienza di lavoro o formazione all’estero sono molteplici: si sperimenta uno stile di vita diverso, si sviluppano nuove competenze e si fa tesoro di conoscenze, ma soprattutto si esplorano culture diverse e si ampliano i propri orizzonti mentali.
Per cercare e offrire lavoro in Europa c’è Eures Employment Services), la rete dei servizi pubblici per l’impiego europei istituita nel 1993, che fornisce gratuitamente servizi d'informazione e consulenza per la mobilità professionale europea.
L’Unione Europea ha, infatti, riconosciuto il diritto al futuro a tutti i suoi cittadini, abbattendo le frontiere e decretando il principio della libertà di circolazione dei lavoratori, facendo della mobilità uno dei suoi capisaldi.
Nata con l’obiettivo di migliorare il mercato del lavoro europeo stimolando l’occupazione attraverso una maggiore mobilità dei lavoratori, Eures si rivolge a tutti coloro, cittadini, lavoratori e datori di lavoro, che vogliono aprirsi al mercato del lavoro europeo, con uno sguardo particolare ai giovani, in un quadro di mobilità regolamentata e sicura.
Il programma Leonardo Da Vinci, Erasmus For Young Enterpreuneurs, Volontariato Internazionale sono alcuni dei programmi contenuti all’interno di Erasmus + che apre le sue porte non solo agli studenti ma anche ai tirocinanti, a coloro che fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro, agli sportivi e ai volontari allo scopo di creare uno scambio di conoscenze che mescoli ancora di più i cittadini europei.
Per conoscere diritti e opportunità del mercato unico europeo è possibile avvalersi di Your Europe, il servizio informativo offerto dall'Ue.
I cittadini italiani (o comunitari residenti in Italia) interessati a un'esperienza di lavoro in un Paese extra-Ue possono indicare la propria disponibilità nella pagina personale riservata agli utenti registrati a Cliclavoro. In questo modo le aziende registrate al portale che sono intenzionate ad assumere nuovi lavoratori presso le proprie sedi estere possono consultare i dati degli iscritti alla lista, selezionare i profili più idonei e avviare la procedura necessaria per il trasferimento dei lavoratori all'estero.
Il principale mezzo che gli italiani usano per trovare lavoro all’estero è sicuramente internet grazie al quale acquisire informazioni su un paese estero è diventato davvero molto facile, basta avere un Pc collegato in rete e comodamente dalla propria Sedia si possono trovare qualsiasi tipo di Informazioni compreso ovviamente le offerte di lavoro all’estero.
http://www.cwjobs.co.uk/
https://jobs.telegraph.co.uk
http://www.bloglavoro.com/
http://www.totaljobs.com/
http://mycareer.com.au/
http://www.careersandjobsuk.com
http://www.bloglavoro.com
http://www.eurobrussels.com
http://europa.eu/youth
http://www.jobbydoo.fr/
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