sabato 12 gennaio 2013

Economia la crisi del lavoro continuerà nel 2013

Gli italiani sono sempre più scettici sull'uscita rapida dalla crisi del mercato lavoro. Per i prossimi dodici mesi, solo il 16%  vede in arrivo un miglioramento per l'economia del Paese, mentre il restante 84% pensa che il 2013 non porterà alcun progresso, ma addirittura un ulteriore peggioramento. E' il quadro che emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive economiche dell'Italia per il 2013.

La salute dell'economia in Italia è giudicata negativamente dall'87% degli intervistati. Il 36% la ritiene inadeguata, mentre il 51%, la maggioranza, addirittura pessima. A promuoverla solo il 13%, che la segnala come discreta (11%, in aumento del 3% sullo scorso anno) o buona (2%, in calo dell'1%). Anche sulle prospettive si registra una grave sfiducia. Solo il 16% degli intervistati vede una svolta (lo scorso anno erano esattamente il doppio (32%). Ad avere una visione più positiva sono i giovani sotto i 24 anni (22,9% di ottimisti) e chi vive nelle Isole (22,2%). Il 40% degli italiani ritiene invece che la situazione resterà la stessa del 2012: anche in questo caso, i valori massimi si registrano nella fascia d'età tra 18 e 24 anni, dove si registra un picco del 42,9%. Se per l'Italia ci si aspetta un ulteriore peggioramento, le prospettive per la propria famiglia e la situazione personale sono solo un po' meno negative. L'84% degli intervistati non crede in un miglioramento. Il 52% ritiene che la situazione rimarrà la stessa, in aumento del 5% sullo scorso anno.

Calano gli ottimisti, che passano dal 17 al 14 per cento, così come i pessimisti, che scendono al 34% dal 36% dello scorso anno. Per il 2013, la maggioranza degli italiani (il 59%) vuole far leva sul nuovo esecutivo per porre alla sua attenzione l'emergenza lavoro, scelta dal 31% degli intervistati a causa del forte sentimento d'insicurezza sul futuro. Gli italiani chiedano di abbassare le tasse e di ridurre i costi della politica (il 23% del campione in entrambi i casi). Ovvero meno spese e meno sprechi per liberare risorse utili a tagliare l'insostenibile pressione fiscale.

L'accento posto sulla questione lavoro nasce dalla crescente difficoltà degli italiani ad arrivare alla fine del mese con i loro guadagni. Nel 2012 il 41% degli interpellati ha dichiarato di non riuscirci, né con il proprio reddito né con quello familiare. E se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia per tutto il mese, quest'anno la percentuale cala bruscamente al 59%.

venerdì 11 gennaio 2013

Emergenza lavoro in area Euro: idea salario minimo europeo


Jean Claude Juncker: «Lavoro, sì al salario minimo europeo». La situazione della disoccupazione "è drammatica, avevamo detto che l'euro avrebbe riequilibrato la società e invece la disoccupazione aumenta" ha detto il presidente dell'Eurogruppo Juncker al Parlamento Ue. "Nell'area euro - ha continuato - supera l'11%, e non ce lo possiamo permettere. E' una tragedia che stiamo sottovalutando". Per questo, ha aggiunto, "dobbiamo realizzare politiche più attive per il mercato del lavoro".

Serve salario minimo su tutta l'Eurozona. "Bisogna ritrovare la dimensione sociale dell'unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità' e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx.".

Ha quindi lanciato un appello affinché si ritrovi "la dimensione sociale dell'unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx". Infine ha annunciato che sarà una donna francese a dirigere il meccanismo unico di sorveglianza sulle banche europee.

Il salario minimo è una soglia di paga base oraria che i datori di lavoro devono corrispondere a impiegati e operari. Ha fatto il suo esordio in Australia e Nuova Zelanda, ma in Europa non esiste una legislazione comune sul tema. In Francia, c'è lo "Smic", introdotto nel 1950, e che ora viene calcolato in base a un mix tra potere d'acquisto e altri fattori (nel 2010 vale circa 1.343 euro lordi al mese). In Spagna il salario minimo è disciplinato nello statuto dei lavoratori. Il salario minimo è previsto per legge in molti altri Paesi. Mentre altri Stati, come i paesi scandinavi, Germania, Italia, Austria e Cipro, non hanno un salario minimo imposto per legge, ma delegano alla contrattazione fra le parti sociali tale decisione.

"'La discussione sul Salario Minimo per Legge a livello Europeo quale strumento necessario per tutelare meglio i redditi dei lavoratori , contrastare le diseguaglianze ed introdurre maggiori elementi di equita' dovrebbe uscire dal solito schema polemico o di contrapposizione e guardare invece al merito ed ai contenuti delle scelte proposte e indicate''. Lo ha dichiarato in una nota il Segretario Confederale Cisl, Luigi Sbarra.

 
''L' Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere un salario minimo di legge. Ma lo è a ragione - spiega Sbarra -, in virtù di una forte copertura contrattuale esercitata attraverso i contratti nazionali di
categoria , circa 500 , che coprono praticamente tutti i settori del lavoro presenti nel paese. Anche se non esiste un erga omnes di legge di fatto i CCNL vengono applicati a tutti i lavoratori. Il nostro sistema di minimi salariali definito dai contratti nazionali di lavoro si colloca ad un livello più elevato di retribuzione e di maggiore tutele del potere di acquisto dei redditi dei lavoratori, rispetto alla media dei minimi salariali definiti per legge nei paesi europei''.

domenica 6 gennaio 2013

Lavorare nell’amministrazione del personale

L'amministrazione del personale deve assicurare l'elaborazione delle spettanze e adempimenti di tutto il personale dell'azienda, nel rispetto delle norme del contratto e delle leggi in materia.

Le prime regole per l’amministrazione del personale devono essere: il verificare le aspettative, il saper animare con spirito di conoscenza i diversi aspetti strutturali, cercare di dare credito alle idee innovative e avere un modello di gestione che raggruppi tutti gli interessi sia tecnologici che scientifici dell'azienda.

Conoscere la realtà in cui si vive e si "governa". Regole che devono avere un forte riscontro umano, lavorativo e di effettiva produzione con i singoli dipendenti che devono essere i primi fruitori dell’amministrazione del personale. E’ importante misurare le diverse funzionalità alle competenze, vale a dire l’insieme di capacità, conoscenze, esperienze che la persona possiede diventando l’aspetto fondamentale su cui incentrare la gestione e l’amministrazione del personale e la definizione di ciò che è atteso dal lavoratore.

L'amministrazione del personale ha anche lo scopo di garantire l’espletamento di tutte le procedure relative: all’acquisizione delle risorse umane - con contratto di lavoro dipendente e con contratto di lavoro autonomo sulla base effettiva del fabbisogno dell'azienda;

al controllo dei costi del personale ed al monitoraggio del livello occupazionale, sulla scorta degli obiettivi di spesa determinati dall'azienda;

all’applicazione delle norme legislative ed agli altri istituti contrattuali sia giuridici che economici nella gestione del personale, con riferimento alle varie tipologie di rapporto di lavoro;

all'assolvimento dei debiti informativi nei confronti di Enti e Direzioni Aziendali.

Il Master per l'Amministrazione del Personale ha l’obiettivo di offrire una specializzazione di alto profilo nell’ambito della gestione e della amministrazione del Personale e del Diritto del Lavoro e si deve proporre di esaminare la normativa del diritto, illustrare le logiche e i meccanismi delle norme e delle procedure gestionali e analizzare i percorsi operativi che consentono di adottare le scelte più aderenti alle esigenze delle aziende.

I destinatari dei master Amministrazione del Personale sono:
responsabili e addetti alla gestione e all’amministrazione del personale, uffici paghe e contributi, uffici che si occupano di normativa del lavoro e relazioni sindacali;
responsabili del personale e consulenti del lavoro commercialisti e praticanti di studi professionali.

L'obiettivo del master Amministrazione del Personale è di formare un responsabile dell'Amministrazione del Personale che sia in grado di assicurare la puntuale e corretta elaborazione e corresponsione delle spettanze e relativi adempimenti a tutto il personale dell'azienda, nel rispetto delle norme del contratto e delle leggi in materia. Formare  un responsabile della corretta interpretazione delle leggi vigenti in materia e dell'assolvimento degli adempimenti previdenziali, fiscali (versamenti contributivi, trattenute erariali e controllo dell'esatta compilazione della relativa modulistica) e della tenuta dei libri obbligatori e la cura la costituzione, l'evoluzione e la risoluzione di tutti i rapporti di lavoro.

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