sabato 16 marzo 2019

Cud 2019 istruzioni e scadenze



La certificazione unica (CU) è il documento fiscale che i sostituti d’imposta devono produrre per certificare i redditi di lavoro dipendente e assimilati, i redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi.

La Certificazione Unica deve essere rilasciata al lavoratore dipendente o autonomo percipiente - percettore delle somme -, utilizzando il modello sintetico e trasmessa all’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello ordinario entro il 7 marzo, in via telematica.

Quest’anno il 31 marzo cade di domenica; di conseguenza per quest’anno la data di scadenza della consegna delle certificazioni uniche da parte del datore di lavoro è il prossimo 1° aprile 2019.

La trasmissione in via telematica delle certificazioni uniche dei compensi degli autonomi, non interessati dal modello 730 precompilato, potrà essere predisposta entro la scadenza prevista per il modello 770/2019 ovvero prossimo il 31 ottobre.

Scadenza certificazione Unica 2019 dipendenti e autonomi: scadenza e sanzioni diverse
Anche per il periodo d’imposta 2018, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che rimane valida la differenza tra scadenza e sanzioni delle due diverse configurazioni di certificazione unica:

certificazione unica 2019 dipendenti;

certificazione unica 2019 autonomi.

Per la certificazione unica 2019 dipendenti, il termine di scadenza per l’invio telematico del 7 marzo 2019 deve considerarsi perentorio.

Finora il Cud ha certificato i redditi di lavoro dipendente, assimilati (per esempio, compensi percepiti da soci di cooperative di produzione e lavoro, remunerazioni dei sacerdoti, assegni periodici corrisposti al coniuge) e di pensione che il datore di lavoro, o l'ente pensionistico, rilascia ai propri dipendenti o pensionati per attestare le somme erogate e le relative ritenute effettuate e versate all'Erario. Con il debutto della dichiarazione precompilata, il Cud è destinato ad arricchirsi dei dati e non verrà più consegnato al contribuente ma sarà inviato entro alle Entrate entro il 7 marzo

Ciò in quanto i dati contenuti nella certificazione unica 2019 devono confluire nel modello 730 precompilato entro i termini previsti dalla normativa fiscale.

Per la scadenza delle certificazioni uniche 2019 autonomi, invece, il termine di scadenza del 7 marzo - quest’anno, così come negli anni scorsi - non è perentorio, salvo che queste certificazioni non dovessero poi confluire nel modello 730/2019 precompilato.

Di conseguenza, per le certificazioni uniche 2019 autonomi l’invio telematico potrà essere effettuato - senza l’aggravio di sanzioni- entro la data di scadenza prevista per il modello 770/2019 ovvero il prossimo 31 ottobre.

Chi deve ricevere la certificazione unica 2019 ex CUD e perché?
La certificazione unica ex CUD viene quindi emessa e inviata dal soggetto che ha effettuato il pagamento. Ovviamente si tratta del datore di lavoro (sostituto d’imposta) nel caso dei lavoratori dipendenti (sostituiti). Sono quindi i lavoratori dipendenti a dover ricevere la certificazione unica. Per quale motivo?

Per i lavoratori dipendenti la certificazione unica ex CUD è fondamentale perché attesta il regolare versamento delle ritenute fiscali e previdenziali da parte del datore di lavoro; la certificazione unica ex CUD assume particolare importanza anche perché i relativi dati sono fondamentali per la compilazione del modello 730 ordinario o precompilato che sia.

In altre parole, con la certificazione unica ex CUD l’Agenzia delle Entrate può disporre di tutti i dati relativi ai redditi da lavoro dipendente che verranno inseriti nel modello 730 precompilato del lavoratore.

Scadenza certificazione unica 2019: cosa succede se il datore di lavoro non consegna la certificazione unica al lavoratore?
La scadenza della certificazione unica ex CUD è il 31 marzo di ogni anno (era il 28 febbraio fino al 2016). Quest’anno il 31 marzo cade di domenica, quindi la scadenza slitta al successivo lunedì 1° aprile 2019.

Entro tale data datore di lavoro e azienda devono consegnare la certificazione unica ai lavoratori dipendenti e autonomi.

Il datore di lavoro può consegnare la certificazione unica ex CUD al lavoratore in due diverse modalità:

in forma cartacea;

via mail.

La certificazione unica ex CUD cartacea si compone di due fogli:

nel primo foglio sono riportati tutti i dati anagrafici di chi ha percepito il reddito, oltre alla firma da parte del datore di lavoro;
nel secondo foglio sono riportati i dati fiscali tipici della certificazione unica ovvero i redditi erogati e le detrazioni effettuate, distinte per tipologia.

I lavoratori dipendenti e autonomi devono conservare la certificazione unica ex CUD in vista della successiva compilazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 per i lavoratori dipendenti o modello UNICO per i lavoratori autonomi).

Ove il contribuente si accorga che i dati riportati nella certificazione unica ex CUD non sono corretti deve darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro/committente che ha emesso il documento, al fine di farne comunicare la correzione all’Agenzia delle Entrate.

Allo stesso modo il lavoratore dipendente deve segnalare all’Agenzia delle Entrate l’eventuale scorrettezza del datore di lavoro inadempiente, soprattutto in caso di mancata consegna della certificazione unica ex CUD nei tempi e con le modalità previste. L’Agenzia delle Entrate deve, infatti, sanzionare tale comportamento.

La Certificazione Unica (modello CU 2019, ex-CUD), in Italia è l’attestazione cumulativa dei redditi di lavoro autonomo, dipendente, da pensione e assimilati che il datore di lavoro o l’Ente pensionistico rilasciano ai lavoratori o pensionati per certificare le somme erogate e le relative ritenute effettuate e versate allo Stato. Il CU – Certificazione Unica si distingue per il fatto che vengono certificati anche i dati relativi agli imponibili previdenziali, ovvero i contributi trattenuti ai fini della pensione. Riepiloga, dunque, tutti i redditi corrisposti dal datore di lavoro o dall’Ente pensionistico nell’arco di un anno solare. Al modello, inoltre, sono allegate le schede per il versamento del Cinque per Mille e dell’Otto per Mille.

Istruzioni: che cosa si deve fare
Il datore di lavoro o l’Ente pensionistico trasmettono il modello ordinario all’Amministrazione finanziaria entro il 7 marzo, oltre a consegnare il modello sintetico di CU al contribuente entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono stati conseguiti i redditi certificati, oppure entro 12 giorni dalla richiesta del dipendente in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Tale documento può essere consegnato in due modalità:

Cartacea (obbligatorio per eredi o per dipendenti che hanno cessato il rapporto) da parte del datore di lavoro o recandosi presso gli sportelli territoriali dell’Inps, dell’ex Enpals o ex Inpdap (per i pensionati); rivolgendosi ai Caf in modo gratuito o ad altri professionisti abilitati; recandosi presso un ufficio postale e facendone richiesta allo sportello Amico.

Telematica (a patto che il destinatario abbia gli strumenti necessari per riceverlo e stamparlo) recandosi sul portale ufficiale dell’Inps seguendo la procedura automatica e inserendo il proprio codice fiscale e il codice identificativo PIN.

Il contribuente che nell’anno ha percepito soltanto i redditi riportati nella CU o è titolare di uno o più trattamenti pensionistici (per i quali si applica “il casellario delle pensioni”), è esonerato dalla presentazione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello 730 o il Modello Redditi (ex-UNICO), a condizione che il datore di lavoro abbia eseguito correttamente il conguaglio delle imposte.

Il contribuente esonerato può scegliere di presentare ugualmente la dichiarazione dei redditi se, per esempio, nell’anno ha sostenuto oneri che intende portare in deduzione dal reddito o in detrazione dall’imposta (per esempio, spese mediche, interessi sui mutui, ecc.).




giovedì 28 febbraio 2019

Reddito cittadinanza domanda online



L’Inps mette online tre moduli. Prima della firma finale, si ricorda al richiedente che il sussidio può essere ridotto se le risorse stanziate non bastano per tutti.

Il modulo di domanda per richiedere il reddito o la pensione di cittadinanza è stato pubblicato sul sito dell'Inps nell'ultimo giorno utile: il 27 febbraio, il trentesimo dall'entrata in vigore del decreto che istituisce il sussidio. In homepage non è richiamato. Ci si arriva cercando la sezione "Tutti i moduli". Mentre il sito del governo dedicato al reddito di cittadinanza ancora non lo richiama. Lo dovrà fare presto perché dal 6 marzo si parte. Le domande possono essere inoltrate online, presentate alle Poste o compilate con l'ausilio dei Caf.

In realtà si tratta di tre moduli, identificati con la sigla SR180, SR181 e SR182, la cui lettura è tutt'altro che agevole. Ciascun modulo - che si può scaricare e stampare oppure compilare via computer cliccando sulle singole caselle attivabili - è preceduta da una introduzione. Si tratta in realtà di un semplice richiamo delle norme del decretone. Questo però fa suppore che i moduli dovranno essere riscritti a breve, perché molte di quelle norme sono in via di modifica parlamentare. Il decreto scade il 28 marzo. Approvato dal Senato, ora è atteso alla Camera dove cambierà ancora. Per poi tornare a Palazzo Madama per il via libera definitivo.

Il modulo ad esempio non recepisce l'ulteriore stretta sui migranti votata dal Senato: l'obbligo per gli extracomunitari di presentare documentazione patrimoniale aggiuntiva recuperata nei paesi di origine. Come pure la norma anti-furbetti del divorzio, obbligati a certificare il cambio di residenza con il ricorso alla polizia municipale.

La domanda vera e propria è contenuta del modulo SR180. Sono 9 pagine, la compilazione inizia a pagina 5. Ma il riquadro è riservato solo ai rappresentanti legali di soggetti impediti o incapaci. Tutti gli altri vanno diritti a pagina 6 e cominciano a riempire 7 riquadri: dai dati anagrafici alla residenza e cittadinanza, dai requisiti familiari a quelli economici. Per lo più si tratta di barrare crocette.

Ma ci sono spazi da compilare più estesi. E numeri da inserire. Ad esempio, la rata mensile dell'eventuale mutuo e le rate residue da pagare. Curiosamente sembra mancare il riquadro sull'affitto, necessario però a stabilire l'entità del sussidio (il contributo all'abitazione può al massimo essere di 280 euro al mese).

Nella pagina 9 del modulo SR180 il beneficiario prende atto (con una firma finale) che vi possono essere controlli sui dati dichiarati. Che il beneficio tiene conto dei redditi percepiti e quindi può cambiare se il richiedente trova un'occupazione. Che i soldi messi sulla card devono essere spesi tutti, pena un taglio del 20% nel mese successivo. Che la non veridicità di quanto dichiarato comporta la revoca o decadenza dal reddito e anche il carcere.

Ma soprattutto che, qualora i 6 miliardi stanziati per quest'anno dovessero non bastare, il sussidio sarà ridotto. E' la clausola di salvaguardia prevista dal decreto (e dalla legge di bilancio). Chi richiede il reddito accetta quindi possibili tagli all'assegno.

Gli altri due moduli devono essere compilati solo a integrazione o correzione della domanda principale. E solo se il richiedente ha iniziato a lavorare in un periodo successivo a quello fotografato dall'Isee (modulo SR182). Oppure se, una volta incassato il reddito o la pensione di cittadinanza, sono intervenute variazioni non solo lavorative, ma anche relative alla famiglia (modulo SR181, componenti ricoverati o usciti in/da istituti di cura o di detenzione, dimissioni volontarie, mutamenti nel patrimonio finanziario o immobiliare).

Per rendere pienamente operativa la macchina del reddito di cittadinanza saranno comunque necessari almeno altri 15 atti, tra decreti attuativi, a partire da quelli su piattaforme web e monitoraggio delle spese, e intese con le Regioni, dai navigator ai Patti per il lavoro. Tutta da costruire anche la struttura dei controlli, per la quale servirà coinvolgere il Garante della Privacy e, con apposita convenzione, la Guardia di Finanza.

Alcune norme secondarie erano già previste dal testo originario del decreto, altre sono state aggiunte nel primo passaggio al Senato, a partire da quelle legate alla tutela della privacy.

Alcune non sono obbligatorie ma eventuali, come la possibilità, con decreto attuativo, di aggiungere tipologie di spese che si possono sostenere con il reddito - rispetto a quelle già previste dalla carta acquisti - o di modificare l'entità dei prelievi di contanti. O ancora le modalità per presentare la domanda assieme alla dichiarazione sostitutiva unica. Per consentire l'accesso dei cittadini alla Dsu precompilata è previsto comunque un ulteriore decreto attuativo, sentiti Inps, e Garante.



Reddito di Cittadinanza: come diventare Navigator e cumulabilità




Con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza nasce la figura del Navigator, una sorta di tutor chiamato ad affiancare i beneficiari del contributo nelle attività di ricerca di lavoro e riqualificazione.

Una novità prevista dal decreto legge datato 28 gennaio 2019, al centro dell’audizione al Senato che ha coinvolto anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. È proprio da questi ultimi che arrivano alcune perplessità riguardo il ruolo e la figura stessa del Navigator.

Secondo i consulenti del lavoro, infatti, non è chiaro dove i Navigator verrebbero collocati e con quale modello organizzativo dovrebbero operare:

le attività connesse alla stipula del patto per il lavoro sono di pertinenza dei Centri per l’Impiego e, dove previsto, da operatori privati accreditati con proprio personale.
per la gestione dell’Assegno di ricollocazione è prevista la presenza di tutor dipendenti degli operatori stessi.

Secondo quanto affermato dal Consiglio in audizione, caratteristiche e titoli di studio richiesti ai Navigator rientrano nell’ampio plafond di competenze professionali dei consulenti del lavoro: viene pertanto avanzata la disponibilità della categoria a dare il proprio contribut attraverso propri iscritti.

Per diventare Navigator è infatti necessaria laurea quinquennale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione e servono anche 4 anni di esperienza nel settore della consulenza del lavoro.

Attualmente si attende il bando ufficiale dell’ANPAL che darà il via alle selezioni per assumere circa 6mila Navigator. Le Regioni, in base alla legge, dovrebbero assumerne altri 4mila attraverso dei concorsi pubblici.

Sono previste assunzioni biennali e corsi di formazione ad hoc. Retribuzione media di 1.700 euro al mese più eventuali bonus.

Il Reddito di Cittadinanza introdotto con il decreto legge n. 4/2019  dovrebbe essere erogato a partire dal mese di aprile a circa 4,9 milioni di persone, secondo il Governo, 2,9 secondo l'INPS.  In ogni caso certamente molti di questi soggetti in situazioni di difficoltà economiche sono già titolari di qualche indennità o sostegno al reddito.

Vediamo qui di seguito  quali sono i sussidi o incentivi che non impediscono di ottenere il Reddito di Cittadinanza e si possono cumulare, ricordando che la piena attuazione della misura attende alcuni decreti attuativi da parte del Ministero.

NASPI: il testo del decreto prevede espressamente la cumulabilità con l'indennità per la disoccupazione involontaria,  fino al limite mensile di 780 euro per ciascun beneficiario

DIS COLL: anche questo uno strumento di sostegno contro la disoccupazione e quindi espressamente cumulabile , sempre fino al limite mensile di 780 euro

ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE   Il  bonus per l'orientamento e la formazione dei lavoratori in Cassa integrazione (ADR CIGS)  è ancora attivo e viene erogato all'ente che procura un nuovo posto di lavoro  al titolare del diritto. Non  risultano controindicazioni a beneficiare di entrambi contemporaneamente. Si ricorda che invece l'assegno di ricollocazione per i percettori della

NASPI non è più richiedibile (ma per chi ne aveva fatto richiesta nel 2018 e aveva ottenuto il via libera l'iter prosegue)

BONUS RESTO AL SUD  Nelle regioni del Meridione è previsto  un incentivo per le nuove iniziative imprenditoriali di under 46 di cui 35% a fondo perduto e 65 % con finanziamento bancario tutelato che non dovrebbe  costituire un ostacolo all'erogazione del reddito di cittadinanza.

INDENNITA' INVALIDI CIVILI: Il nucleo familiare può percepire il Reddito o la Pensione di cittadinanza anche  qualora uno o più componenti siano percettori delle prestazioni destinate agli  invalidi civili. In tal caso Rdc/Pdc integrano nei limiti della soglia massima di 780 euro  l’importo di tali  prestazioni.

Ricordiamo che il Reddito di Cittadinanza avrà un importo massimo di 780 euro per un nucleo familiare di una persona tra i 18 e i 67 anni  che non ha altri redditi e verrà erogato per 18 mesi, eventualmente prolungabili dopo un mese di interruzione e  solo in cambio di un impegno ad accettare un offerta di lavoro congrua e a seguire eventuali percorsi di orientamento e formazione.

Per le persone di oltre 67 anni  che vivono soli o in famiglie composte esclusivamente di over 67, il sussidio prende il nome di Pensione di cittadinanza e non comporta obblighi di lavoro.



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