Con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza nasce la figura del Navigator, una sorta di tutor chiamato ad affiancare i beneficiari del contributo nelle attività di ricerca di lavoro e riqualificazione.
Una novità prevista dal decreto legge datato 28 gennaio 2019, al centro dell’audizione al Senato che ha coinvolto anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. È proprio da questi ultimi che arrivano alcune perplessità riguardo il ruolo e la figura stessa del Navigator.
Secondo i consulenti del lavoro, infatti, non è chiaro dove i Navigator verrebbero collocati e con quale modello organizzativo dovrebbero operare:
le attività connesse alla stipula del patto per il lavoro sono di pertinenza dei Centri per l’Impiego e, dove previsto, da operatori privati accreditati con proprio personale.
per la gestione dell’Assegno di ricollocazione è prevista la presenza di tutor dipendenti degli operatori stessi.
Secondo quanto affermato dal Consiglio in audizione, caratteristiche e titoli di studio richiesti ai Navigator rientrano nell’ampio plafond di competenze professionali dei consulenti del lavoro: viene pertanto avanzata la disponibilità della categoria a dare il proprio contribut attraverso propri iscritti.
Per diventare Navigator è infatti necessaria laurea quinquennale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione e servono anche 4 anni di esperienza nel settore della consulenza del lavoro.
Attualmente si attende il bando ufficiale dell’ANPAL che darà il via alle selezioni per assumere circa 6mila Navigator. Le Regioni, in base alla legge, dovrebbero assumerne altri 4mila attraverso dei concorsi pubblici.
Sono previste assunzioni biennali e corsi di formazione ad hoc. Retribuzione media di 1.700 euro al mese più eventuali bonus.
Il Reddito di Cittadinanza introdotto con il decreto legge n. 4/2019 dovrebbe essere erogato a partire dal mese di aprile a circa 4,9 milioni di persone, secondo il Governo, 2,9 secondo l'INPS. In ogni caso certamente molti di questi soggetti in situazioni di difficoltà economiche sono già titolari di qualche indennità o sostegno al reddito.
Vediamo qui di seguito quali sono i sussidi o incentivi che non impediscono di ottenere il Reddito di Cittadinanza e si possono cumulare, ricordando che la piena attuazione della misura attende alcuni decreti attuativi da parte del Ministero.
NASPI: il testo del decreto prevede espressamente la cumulabilità con l'indennità per la disoccupazione involontaria, fino al limite mensile di 780 euro per ciascun beneficiario
DIS COLL: anche questo uno strumento di sostegno contro la disoccupazione e quindi espressamente cumulabile , sempre fino al limite mensile di 780 euro
ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE Il bonus per l'orientamento e la formazione dei lavoratori in Cassa integrazione (ADR CIGS) è ancora attivo e viene erogato all'ente che procura un nuovo posto di lavoro al titolare del diritto. Non risultano controindicazioni a beneficiare di entrambi contemporaneamente. Si ricorda che invece l'assegno di ricollocazione per i percettori della
NASPI non è più richiedibile (ma per chi ne aveva fatto richiesta nel 2018 e aveva ottenuto il via libera l'iter prosegue)
BONUS RESTO AL SUD Nelle regioni del Meridione è previsto un incentivo per le nuove iniziative imprenditoriali di under 46 di cui 35% a fondo perduto e 65 % con finanziamento bancario tutelato che non dovrebbe costituire un ostacolo all'erogazione del reddito di cittadinanza.
INDENNITA' INVALIDI CIVILI: Il nucleo familiare può percepire il Reddito o la Pensione di cittadinanza anche qualora uno o più componenti siano percettori delle prestazioni destinate agli invalidi civili. In tal caso Rdc/Pdc integrano nei limiti della soglia massima di 780 euro l’importo di tali prestazioni.
Ricordiamo che il Reddito di Cittadinanza avrà un importo massimo di 780 euro per un nucleo familiare di una persona tra i 18 e i 67 anni che non ha altri redditi e verrà erogato per 18 mesi, eventualmente prolungabili dopo un mese di interruzione e solo in cambio di un impegno ad accettare un offerta di lavoro congrua e a seguire eventuali percorsi di orientamento e formazione.
Per le persone di oltre 67 anni che vivono soli o in famiglie composte esclusivamente di over 67, il sussidio prende il nome di Pensione di cittadinanza e non comporta obblighi di lavoro.