Visualizzazione post con etichetta Cassa integrazione guadagni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cassa integrazione guadagni. Mostra tutti i post

sabato 6 agosto 2016

Come calcolare la cassa integrazione in busta paga


La cassa integrazione può avere varie forme: può essere ordinaria, straordinaria ed in deroga. In ogni caso, in qualità di lavoratori, dovrete anche voi provvedere a fornire tutta la documentazione necessaria per ricevere la cassa integrazione e fare un calcolo di quanto andrete a percepire in ogni busta paga mensile. In questa guida, con pochi e semplici passaggi, vi illustrerò come calcolare la cassa integrazione. Vediamo quindi come procedere.

Modulo SR105

Richiesta del datore di lavoro all'Inps

Per prima cosa, bisogna compilare prima di tutto il modulo SR 105 e provvedere a consegnarlo al datore di lavoro, non appena quest'ultimo avrà inoltrato la richiesta all'Inps. Il datore di lavoro medesimo, è obbligato a custodirlo e comunicare all'Inps l'avvenuta sottoscrizione al più presto.

Tenete comunque presente che la CIG, ossia la Cassa Integrazione Guadagni, viene evidenziata nella busta paga che riceverete mensilmente e quindi potrete visionarla tranquillamente ed effettuare tutti i controlli.

Per calcolare la cassa integrazione, dovete tenere conto di due parametri fondamentali: il primo è quello dato dalle retribuzioni mensili lorde fino a 2075,21 euro, per le quali l'indennità mensile, al netto dei contributi, è pari a 903,20 euro; il secondo invece riguarda le retribuzioni lorde mensili che superano 2075,21 euro ed in tal caso, l'indennità mensile, al netto di contributi, risulterà pari a 1085,57 euro.

La C.I.G Cassa Integrazione guadagni presuppone la permanenza del rapporto del dipendente con
l’azienda in vista della ripresa produttiva. Lo scopo è integrare la retribuzione dei lavoratori in caso di riduzioni o sospensioni dell’attività dell’impresa.

1. Trattamento economico Cassa integrazione: precisazioni

Il lavoratore collocato in C.I.G ha diritto ad un trattamento economico a carico dell’ INPS proporzionato alla retribuzione, il cui ammontare è stabilito con riferimento alle ore integrabili.

L’integrazione salariale può essere disposta per un periodo massimo di 3 mesi continuativi (13 settimane) prorogabile trimestralmente fino al massimo complessivo di 52 settimane; se l'azienda però, ha già usufruito di 52 settimane consecutive di cassa, una nuova domanda può essere proposta per la stessa unità produttiva, solo quando sia trascorso un periodo di almeno 52 settimane di normale attività.

Sempre per la stessa unità produttiva il trattamento non può superare 24 mesi in un quinquennio. Per le imprese industriali e artigiane dell'edilizia e affini, e per le imprese industriali e artigiane che svolgono attività di escavazione e di lavorazione di materiali lapidei, la somma del  trattamento non può superare 30 mesi in un quinquennio.

Ore integrabili:
come già specificato, sono integrate dalla cassa le ore di lavoro perse quindi non lavorate,nei limiti dell’orario contrattuale comprese tra le 0 e le 40 settimanali.

Malattia:

In caso di riduzione di orario di lavoro, il trattamento di malattia prevale sull’integrazione salariale.
Pertanto l’evento viene gestito integralmente come malattia.

Nel caso invece di sospensione dell’attività lavorativa (C.I.G a 0 ore) l’INPS ha precisato che se lo stato di malattia insorge:
1. Durante la sospensione da lavoro, il lavoratore continua ad usufruire delle integrazioni salariali ordinarie;
2. Prima dell’inizio della sospensione dell’attività, si avranno 2 casi:

Se la totalità del personale cui il lavoratore appartiene, ha sospeso l’attività, anche il lavoratore in malattia entrerà in C.I.G. dalla data dell’inizio della stessa;
Qualora, invece, non venga sospesa dal lavoro la totalità del personale, il lavoratore in malattia continuerà a beneficiare dell’ indennità di malattia.

Maternità:

I lavoratori che fruiscono dell’ astensione obbligatoria e dei riposi giornalieri per allattamento hanno diritto all'indennità di maternità e non all'integrazione salariale. Per quanto riguarda l’astensione facoltativa le lavoratrici beneficiano della normale integrazione salariale.

Misura della cassa integrazione:
L’integrazione salariale spettante ai lavoratori è pari all’80% della retribuzione che essi avrebbero percepito in caso di normale attività (retribuzione di riferimento), ma in ogni caso non oltre le 40 ore settimanali. La somma così determinata deve essere ridotta in misura pari all’aliquota contributiva a carico degli apprendisti (5,84%), quindi più bassa rispetto all'aliquota standard applicata ai dipendenti.



domenica 25 ottobre 2015

Cgil: a settembre torna ad aumentare la disoccupazione


A settembre torna ad aumentare la Cig (cassa integrazione guadagni) sul mese di agosto (+54,31%), aumento in parte prevedibile ma con un'accelerazione più marcata di 10 punti percentuali rispetto a quella che c'era stata tra settembre e agosto 2014. Lo afferma la Cgil. Un incremento in parte prevedibile ma con un’accelerazione più marcata di 10 punti percentuali rispetto a quella che c’era stata tra settembre e agosto 2014. A fotografare l’andamento della cassa integrazione è il rapporto della Cgil che legge i dati come un «segno che il miglioramento nelle attività produttive tende a stabilizzarsi piuttosto che continuare a seguire una linea di crescita».

Secondo la Cgil, le ore di Cig totali tornano nel livello medio registrato in questo anno, intorno ai 60 milioni di ore mese. Le ore di Cig a settembre sono state 60.690.783 con una riduzione su settembre 2014 del 38,10 per cento. Mentre in questi nove mesi del 2015 sono state autorizzate 517.904.592 ore di Cig con una riduzione sul 2014 del 31,98 per cento. Il volume delle ore di Cig in questi nove mesi del 2015 conferma l’assenza di attività produttiva (zero ore) per potenziali 330mila posizioni lavorative dalle prospettive sempre più incerte.

La richiesta delle ore di Cigs e di Cigo di questo mese, spiega l’Osservatorio Cig del sindacato, conferma le preoccupazioni legate agli alti volumi di ore della Cigs che continuano a indicare un contenuto strutturale delle crisi industriali anche in questi mesi del 2015, mentre anche le ore di Cigo tornano ad aumentare. È però anche il segno che il miglioramento nelle attività produttive tende a stabilizzarsi piuttosto che continuare a seguire una linea di crescita. Il miglioramento, sottolinea il rapporto, riesce comunque contribuisce a recuperare gli ampi margini indotti dalla crisi, nella sottoutilizzazione degli impianti e nella messa a regime del sistema produttivo, certo anche con un riflesso sull’aumento occupazionale.

Per la segretaria confederale della Cgil, Serena Sorrentino, «il rialzo della cassa dimostra che i dati andrebbero letti con maggiore prudenza e attenzione e che i toni entusiastici del governo e di alcuni politici dopo il dato del mese precedente erano del tutto fuori luogo».

Inoltre, aggiunge Sorrentino, «l’aumento in settembre della cassa con una percentuale così significativa è il segnale di una ripresa più lenta di quella prevista dalle stime. Per questa ragione continuiamo a chiedere al governo di modificare il decreto sugli ammortizzatori sociali che, peraltro, sta già evidenziando una serie di pasticci: dal regime delle sospensioni, non solo per gli artigiani, alla riduzione delle durate che rendono scettiche le imprese, alle assurde penalizzazioni per i lavoratori sui contratti di solidarietà». Insomma: per la sindacalista della Cgil, «non siamo nella ripresa che traina la piena occupazione e il volume consistente di lavoratori a zero ore e gli aumenti dei costi per imprese e lavoratori sugli ammortizzatori rischiano di produrre ricadute sociali che spostano dal lavoro al sostegno per disoccupazione migliaia di lavoratori».

«Cgil surreale, anche suoi dati confermano andamento positivo», replica a stretto giro il responsabile economico del Pd Filippo Taddei. «Sul mercato del lavoro non ci sono toni trionfalistici da parte del Partito Democratico, ma solo un riconoscimento che il recupero dell’occupazione (+325mila occupati tra agosto 2015 e agosto 2014) e del lavoro stabile (+220mila posti di lavoro a tempo indeterminato in più) è davvero sorprendente e in completa controtendenza rispetto agli ultimi 5 anni (-950mila occupati e -610mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato)», ha spiegato Taddei, evidenziando che il dato della Cig di settembre 2015 sul 2014 «conferma l’andamento positivo con un calo del 38,1%».

Il responsabile Economia del Pd definisce poi «sorprendente» utilizzare questi dati per attaccare la riforma del Governo sugli ammortizzatori sociali o sul contratto a tempo indeterminato: «In primo luogo perché ai lavoratori in cassa integrazione fino a settembre non si applica la riforma, in secondo luogo perché l’anomalia non è chiedere alle imprese che usano la cassa di contribuire al suo costo ma esattamente il contrario. Infatti il contributo all'uso della cassa integrazione da parte delle imprese utilizzatrici già esiste in Austria e in Germania ed è molto più elevato di quanto non preveda la riforma appena approvata dal Governo italiano».

Il sindacato riconoscendo come "il miglioramento contribuisce a recuperare gli ampi margini indotti dalla crisi, nella sotto utilizzazione degli impianti e nella messa a regime del sistema produttivo anche con un riflesso sull'aumento occupazionale" ammonisce l'esecutivo a far conto sulla possibile crescita "spontanea dell'economia": "non si può aspettare un aumento indotto da una crescita spontanea dell'economia, non in grado di recuperare i gravi e profondi scompensi e inefficienze presenti nel sistema Italia, dove anche le recenti proposte sulla legge finanziaria (da liberi tutti) rischiano di aggravare.

domenica 5 gennaio 2014

Formazione gratuita per i lavoratori dipendenti



I Fondi Paritetici Interprofessionali finanziano piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, che le imprese in forma singola o associata decideranno di realizzare per i propri dipendenti.

Oltre a finanziare i piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, i Fondi Interprofessionali potranno finanziare anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse alle iniziative formative. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è chiamato a svolgere, accanto a compiti di vigilanza e controllo, una funzione strategica di monitoraggio delle attività finanziate.

La formazione professionale sta assumendo sempre più un'importanza strategica nel mondo produttivo. Essa viene incontro, da una parte, ai fabbisogni formativi espressi dalle aziende; dall'altra alle esigenze dei giovani di acquisire competenze e dei lavoratori di mantenersi aggiornati ai continui cambiamenti del mercato.

L'Unione Europea promuove la mobilità transnazionale in materia di istruzione e formazione attraverso una serie di Programmi rivolti a favorire: maggiori opportunità professionali, l'apprendimento di una lingua straniera, la conoscenze di culture diverse, lo scambio e il confronto di esperienze.

Le imprese vogliono offrire ai propri dipendenti un’opportunità di crescita che ne arricchisca le competenze e il loro valore in azienda, per tal fine possibile ricorrere ai fondi interprofessionali per la formazione gratuita dei lavoratori.

E' bene mettere in evidenza che Fondimpresa offre 66 milioni di euro per la messa a punto di piani formativi per i lavoratori delle imprese che partecipano al fondo. È possibile richiedere un finanziamento a fondo perduto compreso tra 70 e 200mila euro per ogni piano.

L’istanza può essere presentata: da i dipendenti che accedono alla formazione, che abbiano già aderito a Fondimpresa; dagli enti di cui all’art. 1 della legge n. 40/1987 riconosciuti dal ministero del Lavoro; dagli enti accreditati per attività di formazione secondo le normative regionali, o in possesso della certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008, settore EA 37, in corso di validità, per le sedi di svolgimento delle attività formative; dalle Università pubbliche e private riconosciute; dagli Istituti tecnici che rilasciano titoli di istruzione secondaria superiore; da altri soggetti, pubblici o privati, in grado di svolgere le attività oggetto del bando di cui trattasi.

I piani formativi devono essere destinati a lavoratori, compresi quelli con contratti di inserimento, reinserimento, in cassa integrazione guadagni, cassa integrazione in deroga, con contratti di solidarietà, stagionali tempo determinato, personale in forza che abbia aderito a Fondimpresa prima dell’avvio della formazione o prima della presentazione del piano formativo, per i cui lavoratori sia obbligatorio versare il contributo integrativo.

I piani formativi devono interessare almeno 80 dipendenti di 5 diverse imprese e devono riguardare un ambito preciso tra quello territoriale (quando si riferiscono esclusivamente ad una regione o una provincia autonoma), o settoriale (se riguardano reti e filiere produttive di imprese che insistono su un minimo di tre regioni o province autonome, imprese appartenenti alla stessa categoria merceologica o a reti e filiere organizzate in modo da ottenere il medesimo prodotto finale). I piani devono riguardare innovazione tecnologica di prodotto e di processo, digitalizzazione dei processi aziendali, commercio elettronico, contratti di rete, internazionalizzazione delle imprese, sviluppo dell’operatività dei consorzi per l’internazionalizzazione, sviluppo organizzativo, ambiente, sicurezza e innovazione organizzativa, competenze tecnico-professionali, competenze gestionali e di processo, qualificazione/riqualificazione.

Le imprese che vogliono formare o specializzare i propri dipendenti possono anche sfruttare le risorse gratuite messe a disposizione da Fondoprofessioni, il fondo paritetico interprofessionale per i dipendenti e apprendisti di aziende e studi professionali che versano il contributo previsto dall’art. 12, L. 160/1975, modificato dall’art. 25, L. 845/1978 (Legge quadro sulla formazione professionale) e hanno già aderito al Fondo prima di avviare la formazione per la quale chiedono l’agevolazione.  Il contributo erogato per ogni domanda equivale all’80% dell’imponibile Iva di ogni richiesta fino a un massimo di 1.500 euro. Sono disponibili due canali:  fino a 10 dipendenti (disponibilità 600mila euro); con più di 10 dipendenti (disponibilità 400 mila euro).


mercoledì 7 marzo 2012

Vola la Cassa integrazione guadagni a febbraio 2012

Vediamo l’ultima fotografia scattata dall’INPS sulla cassa integrazione.

Torna a volare la cassa integrazione: a febbraio - secondo i dati diffusi dall'Inps - le aziende italiane hanno chiesto l'autorizzazione per 82 milioni di ore di Cassa integrazione guadagni (cig) con un aumento del 49,1% rispetto ai 55 milioni di gennaio (dato più basso dall'agosto 2009) e del 16,8% rispetto a febbraio 2011.


Nel complesso - segnala l'Inps nei primi due mesi dell'anno sono state autorizzate alle aziende 136,9 milioni di ore di cassa integrazione a fronte dei 130,2 milioni del 2011 (+5,1%). "Il dato di febbraio 2012 - si legge in una nota dell'Istituto di previdenza - fa registrare una inversione di tendenza rispetto all'ultimo quadrimestre, in cui il numero di ore autorizzate è costantemente diminuito, sia in termini assoluti, sia in confronto agli stessi mesi dell'anno precedente". Gli interventi ordinari (CIGO) a febbraio sono aumentati del 23,9% rispetto a gennaio (da 20,3 a 25,1 milioni di ore) e del 31,4% rispetto a febbraio 2011 (erano state autorizzati 19,1 milioni di ore di cigo). La cassa integrazione ordinaria chiesta dalle imprese industriali è aumentata del 56% rispetto ad un anno fa, mentre la cigo relativa al settore edile registra una diminuzione tendenziale del 21,5%. Gli interventi straordinari (CIGS) di febbraio autorizzati ammontano a 25,8 milioni di ore con un aumento del 20,4% rispetto a gennaio e una diminuzione rispetto al febbraio 2011 del 10,9%

La variazione negativa su base tendenziale è da attribuire al settore industriale, che registra un calo del 19,1% rispetto alle ore autorizzate a febbraio 2011. Volano invece gli interventi in deroga (CIGD). A febbraio le ore autorizzate per questo tipo di ammortizzatore sono state 31,1 milioni a fronte di 22,1 milioni di febbraio 2011 (+40,4%) e dei 13,3 milioni di gennaio 2012 (+133%). "Le ore di cassa integrazione autorizzate in febbraio, che come di consueto superano quelle di gennaio - commenta il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua - segnano una interruzione nell'andamento tendenziale degli ultimi tempi, che si presentava in costante discesa. Occorrerà comunque aspettare i prossimi mesi per comprendere qual è l'effettiva tendenza di questo 2012".

E poi cala l'occupazione, cala il lavoro stabile, cala il reddito: per i laureati italiani lo scenario non offre motivi di ottimismo. E questa abbondanza di segni meno dovrebbe spingere il Governo a investire con urgenza in istruzione, ricerca, innovazione e cultura.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog