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domenica 19 agosto 2012

Il ritorno della Fornero: salvato paese, ora imprese investano

"Il governo ha salvato il Paese. Ora tocca alle imprese". Così il ministro del Lavoro, Fornero, in una intervista a La Stampa. Il ministro non ha dubbi: "credo che il nostro Paese sia in grado di vincere la scommessa della ripresa". Modifica dell'art.18, liberalizzazioni, pacchetto sviluppo e semplificazione sono per Fornero "tasselli che possono contribuire a migliorare la situazione macroeconomica, dalla quale dipendono l'aumento della domanda e una maggiore competitività dell'attività produttiva", ha affermato il ministro.

La sfida ora è favorire lo sviluppo. Secondo il ministro “essenziale è la riforma del mercato del lavoro, a partire dalla necessità di arginare la precarietà. Ma non esiste una bacchetta magica, occorre agire su diversi fronti: modifica dell’articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese.

Mentre la Camusso: ha affermato che lo Stato intervenga anche comprando quote di aziende.
''Ci si deve dire con onestà che Paese vogliamo essere. Siamo sempre la seconda economia industriale in Europa: vogliamo rimanerlo? Se sì serve salvaguardare il nostro patrimonio industriale. E, visto che per la crisi investimenti esteri non ce ne sono e molti imprenditori italiani stanno scappando dal Paese, io credo che sia meglio decidere che sia direttamente lo Stato ad investire''. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, lo afferma in un'intervista a 'l'Unità'.''Ad esempio attraverso la Cassa depositi e prestiti -continua Camusso- per comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali''.

mercoledì 11 luglio 2012

Super INPS 2012 le indicazioni del ministro del lavoro


Nessun rischio pensioni: è la rassicurazione del ministro Fornero, dopo l'allarme sul Super Inps. Il disavanzo dell'Inpdap è conosciuto dallo Stato, sarebbe stato coperto e sarà comunque coperto adesso. Il governo ha cambiato le regole e le istituzioni internazionali certificano la sostenibilità dei conti».

È quanto ha affermato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel suo intervento alla Commissione parlamentare per gli enti previdenziali in relazione ai dati sul deficit dell'Inps dell'anno in corso. «Non mi sembra che ci siano fatti nuovi: sapevamo - ha affermato Fornero - che l'Inpdap era in forte squilibrio. Dobbiamo domandarci la ragione di questo squilibrio che è frutto di decisioni di regole passate. Per l'Inpdap i disavanzi sono frutto di decisioni del passato con scarsa attenzione alle regole nel bilanciamento tra prestazioni e contributi. Noi non possiamo cancellare le regole del passato».

L'Inps dovrebbe registrare quest'anno un disavanzo di quasi 6 miliardi di euro nel 2012, che sfioreranno i 7 miliardi nei prossimi due anni, quasi del tutto dovuto al «buco» dell’ex Inpdap, l’Istituto di previdenza per i dipendenti della Pa. E questo - aveva messo ieri nero su bianco il Civ (il Consiglio di indirizzo e vigilanza) dell’ente - «comporterà nel breve periodo un problema di sostenibilità dell’intero sistema pensionistico pubblico». La prima nota di variazione del bilancio preventivo 2012 dell’Istituto di previdenza (in cui con il Salva Italia sono confluiti Inpdap ed Enpals), approvato martedì a larga maggioranza, si concludeva chiedendo all’esecutivo «interventi correttivi».

La questione messa sotto i riflettori dal Civ, è tutta legata ai conti dell’ente, destinati a peggiorare nell’arco del triennio anche per effetto del blocco del turnover e della spending review che, con i 24 mila esuberi dichiarati nella Pa, determinerà una riduzione dei contributi versati e un aumento dei pensionati pubblici. Poi si faranno sentire gli effetti della riforma Fornero delle pensioni. Il disavanzo previsto per la gestione finanziaria di competenza dell’Inps con l’incorporazione dell’ex Inpdap e dell’ex Enpals, è stimato in 5,977 miliardi nel 2012, a causa del rosso che l'Inpdap porta con sé; e dovrebbe salire a 6,936 miliardi nel 2013 e a 6,963 miliardi nel 2014.

Commentando l'allarme del Consiglio di indirizzo e vigilanza sul disavanzo Inpdap e la sostenibilità delle pensioni, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua ha assicurato che «la sostenibilità del sistema pensionistico è stata certificata da tutte le riforme che sono state fatte, da ultima quella Monti-Fornero che ha avuto il gradimento della commissione europea, dell'Ocse e della Banca d'Italia». «La sostenibilità - ha aggiunto - è qualcosa che va oltre un bilancio che rappresenta dei numeri, ma non rappresenta la tendenza. Quindi mi sento di poter dire che, a fronte di quello che sicuramente sono dei commenti tra il tecnico, ma anche soprattutto politico, ci sono dei numeri incontrovertibili che sono dati dalla certificazione avvenuta dagli organismi europei della sostenibilità e delle buone riforme che sono state fatte nel nostro Paese».

Al primo bilancio del SuperInps i consiglieri del Civ dell'Inps in rappresentanza della Uil, Rocco Carannante e Luigi Scardaone, hanno espresso un "giudizio politico negativo": con l'incorporazione dell'ex Inpdap e dell'ex Enpals, "decisa con una certa leggerezza", sostengono, "si sono prodotti effetti disastrosi per la situazione patrimoniale dell'Inps con una riduzione di quasi 5 miliardi di euro interamente ascrivibili al disavanzo economico dell'Inpdap". I rappresentanti della Uil sottolineano, quindi, "la necessità ormai inderogabile di una riforma del sistema di governance dell'ente previdenziale".

mercoledì 4 luglio 2012

Fornero resta ministro del lavoro non è stata esodata dalla Camera dei deputati


Respinte le mozioni presentate da Idv e Lega. L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al ministro del Lavoro Elsa Fornero bocciando le mozioni. I voti a favore sono stati 88, 435 i contrari, 18 gli astenuti.

Nonostante il balletto dei numeri e le danze delle cifre il ministro Fornero non è stata esodata dalla Camera dei deputati.

«Mi ha creato sofferenza, però lo abbiamo superato e ora continuerò a lavorare come prima»: così il ministro del Lavoro risponde, al termine del voto della Camera che le ha confermato la fiducia, ai cronisti. Il ministro del Lavoro uscendo dall'Aula di Montecitorio si intrattiene brevemente prima con alcuni deputati e poi con i cronisti. A chi le chiede se si sia sentita «infastidita» dalla richiesta di mozione di sfiducia replica come questo «non sia il termine adatto» e spiega infatti di aver piuttosto provato «sofferenza». «A chi mi accusa voglio dire che non ho mai mentito. Non è mia abitudine»: al termine del voto della Camera che le ha confermato la fiducia.

"Sarò sobrio nella mia dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Fornero, e lo farò mordendomi la lingua perché ho rispetto sia del suo ruolo sia del fatto che sia una donna": così Antonio Di Pietro apre il suo intervento nell'Aula della Camera sulla sfiducia a Elsa Fornero che è dovuta "a ragioni di merito e di metodo". "Il ministro ha commesso un imbroglio gravissimo affermando il falso mentendo sapendo di mentire", ha detto l'ex pm. "Il ministro - spiega - ha mentito sul numero degli esodati: sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha fornito comunque". Di Pietro ha poi contestato "l'arroganza del ministro nel violare l'articolo 1 della Costituzione: è gravemente offensivo per gli italiani". "Con arroganza e supponenza ha violato la Costituzione. Chiediamo la sfiducia per i suoi atti e comportamenti individuali che non meritano di essere rappresentati in questa Aula. Come fa un ministro in carica a dire che il sommerso, ovvero una illegalità, è un rischio che la sua riforma può determinare ricorda quel ministro della prima repubblica che diceva che la mafia era un rischio con cui bisognava convivere", prosegue Di Pietro, sostenendo che "il fatto che Monti dica di condividerne le scelte è un'aggravante e non un'attenuante".

"In quest'aula il ministro Fornero non gode di alcuna stima, considerazione e fiducia. Non è il ministro del Lavoro ma della disoccupazione. Lei non può fare a meno della propria sedia, ma il Paese può fare benissimo a meno di lei", afferma in Aula il capogruppo della Lega Giampaolo Dozzo.

"Voteremo contro la mozione di sfiducia al ministro Fornero. Lo facciamo con un voto che non è solo del gruppo parlamentare ma impegna l'intera forza politica che non cede ai populismi", ha annunciato nell'Aula della Camera Luigi Muro di Fli.

mercoledì 27 giugno 2012

Riforma del lavoro le nuove regole della Fornero


«Il lavoro non è un diritto, bisogna guadagnarselo», nonostante che il diritto ad avere un posto di lavoro è tutelato dalla Costituzione.

Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. E' quanto sottolineano al ministero del Lavoro, precisando che nell'intervista al il ministro Elsa Fornero ha fatto riferimento: "alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza". Al quotidiano Wall street journal il ministro aveva affermato che il Governo italiano sta cercando "di proteggere le persone, e non il loro posto di lavoro. Deve cambiare l'atteggiamento delle persone.

Il posto di lavoro non é un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici". E poi ha affermato il ministro del Lavoro: "Questa riforma non è perfetta ma è buona, soprattutto per quelli che entrano nel mercato del lavoro. E' un tentativo per far "cambiare agli italiani il loro atteggiamento in molti sensi" sul fronte del mercato del lavoro. "Stiamo cercando – ha spiegato il ministro - di proteggere le persone, e non il loro posto di lavoro. Deve cambiare l'atteggiamento delle persone. Il posto di lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici".

«Continuo a considerare questa riforma una buona riforma», ma il governo è comunque «disposto a fare cambiamenti», perché non ci sono aspetti intoccabili. Così il ministro del Lavoro, intervenendo questa mattina alla trasmissione radiofonica "radio anch'io" dedicata proprio alla riforma che porta il suo nome. Al senato, spiega, «è stato fatto un buon lavoro», «realizzando un buon equilibrio» tra le varie esigenze in campo.

Sulla riforma del lavoro "il governo ha avuto un dialogo di circa 3 mesi con le parti sociali per arrivare ad un documento condiviso, che è stato approvato da tutte le parti sociali tranne la Cgil". E' quanto ha affermato il ministro del Lavoro, alla trasmissione di Radio Uno Rai 'Radio anch'iò. Stamani il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni aveva affermato che, a parte gli ammortizzatori sociali, meno si tocca e meglio perché d'altronde il ministro Fornero vuol toccare solo per peggiorare. "Cambiare idea è lecito ma l'approvazione c'era e il testo portato in parlamento rifletteva quell'accordo che non era un compromesso ma un equilibrio", ha detto ancora il ministro, precisando che le modifiche apportate in parlamento erano modifiche chieste da parlamentari, durante l'iter del ddl.

martedì 19 giugno 2012

Fornero e il numero degli esodati, anzi salvaguardati. In aula al Senato 18 giugno 2012


“Dati Inps parziali e forvianti, da salvaguardare non sono 400mila lavoratori”.

I lavoratori che saranno salvaguardati sono 65.000 unità. Lo ha ribadito il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando al in aula al Senato. Fornero afferma che si sono voluti salvaguardare lavoratori già usciti dal lavoro e quindi più a rischio di rimanere senza reddito e senza pensione. Oltre a questi, aggiunge il ministro, sono da salvaguardare altri 55.000 lavoratori. Tra questi ultimi, 40.000 sono quelli in mobilità. Alla fine, ecco i numeri dei nuovi esodati.

«Sono circa 55mila i nuovi soggetti da tutelare, oltre i 65mila già individuati»». Il ministro del lavoro non cita mai il termine («la definizione corretta è quella di lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti dal recente inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione»). Quindi si passa dal punto di vista terminologico da esodati a  salvaguardati.

I dati contenuti nella Relazione dell'Inps al ministero sui lavoratori esodati, anzi salvaguardati,   (390.200 la platea di coloro che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione) sono "parziali e fuorvianti", è quanto ha affermato il ministro del Lavoro, parlando al Senato. Il numero dei lavoratori da salvaguardare non è di 400.000 persone e il documento dell'Istituto - ha affermato Fornero - "ha impropriamente alimentato le polemiche".

I lavoratori di Termini Imerese in cassa integrazione straordinaria che hanno i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro i due anni di cigs e i 4 di mobilità saranno salvaguardati dal nuovo provvedimento che il Governo intende adottare. E' quanto emerge dall'informativa del ministro del Lavoro.

La verità ha detto la Fornero, è che il governo sapeva di un'altra platea di lavoratori interessati, ma «la non imminenza del problema che riguarda coloro che andranno in pensione dal 2014, e l'assenza di risorse finanziarie per un bilancio già messo a dura prova - ha spiegato - ci hanno fatto ritenere si potesse affrontare il problema dei lavoratori che usciranno dal lavoro nei mesi successivi con criteri di equità e sostenibilità finanziaria».
Sulle possibili soluzioni per risolvere il problema, il ministro ha puntualizzato: «Sono allo studio diverse ipotesi su cui il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento». Poi gli esempi: «Si potrebbe pensare ad una norma per estendere il contributivo pieno anche agli uomini - ha spiegato - oltre che per le donne, come opzione di scelta da demandare a lavoratore e all'azienda».

Un'altra ipotesi potrebbe essere «una deroga alla nuova disciplina pensionistica». Saranno comunque privilegiati coloro che sono interessati da accordi collettivi di uscita dall'impresa e coloro che maturano il diritto alla pensione entro il 2014 o hanno superato una certa soglia di età. Per i più giovani, invece, il governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità. Entro la fine dell'anno, comunque, ha tenuto a precisare la Fornero «sarà istituita una commissione per verificare le forme di gradualità nell'accesso al pensionamento: su questo - ha assicurato - ci sarà il massimo impegno nel corso dei prossimi mesi». 

Per far fronte al problema dei lavoratori esodati, salvaguardati, il Governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità, afferma il ministro del Lavoro.
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venerdì 8 giugno 2012

Lavoro sui licenziamenti: nuovo scontro Camusso Fornero


"Il ministro Fornero ha una passione per i licenziamenti che dimostra una non particolare sensibilità per i problemi della crisi". Così il segretario della Cgil, Camusso, spiegando che sullo sviluppo c'è la sensazione che "il governo abbia scelto la linea di tanti microinterventi. Sembra di trovarci di fronte ad una Tremonti quater, ma già la ter non andava bene". Camusso ha parlato anche di fisco: "Non si fa una cosa fondamentale: la tassazione delle rendite sui grandi patrimoni".

Fornero, ministro del Lavoro, ha replicato in modo indiretto alla Camusso, leader della Cgil: "Vogliamo un mercato del lavoro che porti dentro,con contratti di flessibilità, quelli che sono ai margini del mercato". E spiega: "Non è dal gusto per il licenziamento che nasce la riforma ma dalla volontà di creare un mercato del lavoro dinamico, che dia migliori performance per tutti". E a chi le chiede un commento diretto a Camusso che l'ha accusata di avere "la passione di licenziare" dice:"Non commento frasi che si commentano da sole".

L'attacco arriva dal segretario della Cgil a margine di un convegno alla Camera dei Deputati. La Camusso - interpellata dai giornalisti sul riequilibrio delle norme sul lavoro tra il settore pubblico e quello privato a margine della presentazione dei «Discorsi parlamentari» di Giulio Pastore, il segretario Cgil ha risposto: «Ogni volta che il ministro del Welfare parla del lavoro pubblico si dimentica che il datore di lavoro pubblico e il datore di lavoro privato non sono gli stessi e che loro dovrebbero intervenire per modificare l'insieme delle norme fatte dal governo precedente che hanno sottoposto nuovamente  il rapporto di lavoro pubblico alla politicizzazione invece che all'essere un contratto di lavoro effettivo». Immediata la replica del ministro: «Non mi sembra di dover commentare una frase che si commenta da sola» ha detto Elsa Fornero.

Quanto sta avvenendo in tema di lavoro pubblico, ha continuato il numero uno del sindacato di corso d'Italia «dimostra che questo governo, invece di affrontare le emergenze e adottare strategie utili per la crescita, preferisce seguire gli attacchi qualunquistici che stanno investendo i lavoratori pubblici. Un atteggiamento irresponsabile che contrasta con le esigenze che derivano dai necessari processi di riforma della pubblica amministrazione, a partire dal fornire risposte serie ai tanti lavoratori precari». Per Camusso «il dualismo del mercato del lavoro che il ministro del Lavoro Fornero dice a parole di non volere perseguire in realtà è quello che rischia di manifestarsi sui temi del lavoro se, come sta avvenendo, il governo non manterrà l'impegno assunto con l'accordo del 3 maggio e la conseguente adozione della legge delega. Se dovesse proseguire questo inspiegabile e inaccettabile ritardo si aprirà, di certo più celermente, un ulteriore fronte di scontro con il governo», ha concluso.

sabato 28 aprile 2012

Lavoro e art 18 va ampliata protezione

"Sulla flessibilità in uscita è vero che stiamo tagliando qualcosa, una garanzia che impediva il licenziamento perché attribuiva al giudice l'immediato reintegro del lavoratore licenziato, ma non abbiamo smantellato l'articolo 18". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ad un convegno sul welfare. Fornero spiega che l'obiettivo è quello di distribuire meglio la protezione,che lasciava fuori giovani e donne, su "una platea più vasta". Poi cita l'incontro di con i lavoratori dell'Alenia: "E' stata una prova di democrazia". Infine sostiene:
"L'assistenza va separata dalla previdenza e va finanziata con tassazione progressiva".
"Stiamo togliendo qualcosa all'articolo 18, ossia la garanzia che impediva il licenziamento consentendo al giudice di reintegrare il lavoratore, ma non lo abbiamo smantellato".

"Abbiamo cercato - ha aggiunto la Fornero - di fare un ragionamento sull'area della gestione economica dell'impresa, che può avere un motivo economico vero per licenziare una persona e indennizzarla senza potere di reintegro del giudice". "Inoltre - ha concluso - l'articolo 18 è una cittadella riservata a pochi lavoratori e da cui sono stati esclusi sistematicamente i giovani e spesso le donne".

"La vera rivoluzione per l'Italia sarebbe una modifica del sistema di ammortizzatori sociali in cui non va protetto il posto di lavoro, ma il lavoratore nel mercato del lavoro". "Abbiamo preso - ha aggiunto Fornero - uno schema di assicurazione sociale per l'impiego, in cui il disoccupato si deve attivare per trovare una nuova occupazione ma lo Stato non lo lascia solo con politiche di riqualificazione, formazione e servizi per l'impiego".
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