sabato 17 novembre 2012

Offerte di lavoro Amazon per la sede di Cagliari



Una notizia davvero importante in tempo di crisi economica e soprattutto occupazionale e se le assunzioni vengono fatte in Italia ed in modo particolare, in Sardegna.

Offerte di lavoro e relative assunzioni per Amazon, l’azienda leader nel commercio on line, che sembra pronta a sbarcare in Sardegna dove creerà circa posti di lavoro. Si stima che entro il prossimo 15 Gennaio, saranno 600 i giovani assunti dalla Amazon che ha deciso di aprire una nuova sede a Cagliari.

A darne notizia  è stato il  numero uno di Tiscali Renato Soru, il quale ha anticipato che la nota azienda del commercio multimediale sarebbe pronta ad investire nell’isola, in particolare nella zona di Cagliari. Il piano di reclutamento previsto da Amazon per la Sardegna dovrebbe portare a 300 assunzioni entro Gennaio 2013 e ad altre 300 durante l’arco dell’anno.

I profili richiesti sono: ingegneri, personale tecnico qualificato, operatori di customer care, amministrativi e operatori di vendita, vale a dire l’assistenza e i rapporti con i clienti.

Per gli interessati alla proposta il consiglio è quello di iniziare ad inviare il proprio curriculum con tanto di lettera di presentazione: è possibile farlo visitando  il sito Amazon.it dove risultano alla sezione Amazon Careers (lavora con noi) le offerte di lavoro.

Ricordiamo che Amazon, compagnia di commercio elettronico statunitense con sede a Seattle, Washington, possiede il più noto sito di e – commerce per la vendita online di libri, cd musicali, dvd ed elettronica. Dopo aver aperto il negozio online in Italia, ha creato un maxi polo di distribuzione a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, che va ad aggiungersi all’esistente network dei poli logistici già presenti in Regno Unito, Francia e Germania. Questi centri permettono ad Amazon di accorciare le distanze per la spedizione e la distribuzione dei prodotti nel nostro Paese.

Legge di stabilità 2013 e detrazioni figli a carico


La legge di stabilità 2013 ha ritoccato al rialzo la detrazioni per carichi di famiglia e in particolare le detrazioni figli a carico. Queste detrazioni si applicano a seconda del reddito dichiarato.

Vediamo in modo analitico cosa è cambiato per le singole professionalità.

Per gli impiegati della pubblica amministrazione (con un reddito più o meno sotto i 30.000 euro), in una famiglia tipo con due figli entrambi sopra i tre anni, gli sconti ammontano a 1.382 euro, 218 in più del 2012. Nel caso di tre figli si sale a 2.166 euro, mentre per un figlio solo la detrazione è calcolata in 650 euro l'anno.

Nel caso di una famiglia con tre bambini, uno sotto i tre anni e gli altri due più grandi, il cui reddito sia compreso tra i 50.000 e i 60.000 euro (quello di un medico pubblico ad esempio) le detrazioni passeranno dagli attuali 1.414 euro ai 1.622 previsti dal prossimo anno, con un guadagno di 208 euro.

Con la stessa composizione famigliare ma con un reddito tra i 25.000 e i 30.000 euro (per esempio quello di un insegnante) la detrazione é invece di 2.371 euro, 304 in più di quella in vigore.

La differenza maggiore tra la vecchia e la nuova normativa la sentiranno le famiglie con un bambino disabile. Per i redditi più bassi, quelli sotto i 20.000 euro, e un figlio sotto i tre anni lo sconto arriva a 1.397 euro, 513 in più dell'attuale. Si passa a 1.304 euro se gli introiti annuali sono di 25.000 euro e a 1.211 se il reddito sale a 30.000. Lo sconto minimo per chi guadagna più di 60.000 euro è di 652 euro (239 in più di oggi). Se il bambino ha più di tre anni, si va invece da una detrazione massima di 1.239 euro per i redditi bassi (434 in più dell'attuale normativa) a 578 euro per i redditi più alti (203 in più rispetto al 2012).

Per calcolare  l’importo della detrazione spettante bisogna utilizzare la funzione inserita nelle istruzioni della dichiarazione dei redditi (con l’aumentare dei figli, ovviamente, cambiano i coefficienti da applicare).

Una famiglia con reddito di 10mila euro e un figlio
figlio con meno di tre anni: 1.220 moltiplicato per 85mila (differenza fra 95mila e reddito), diviso per 95mila, ossia 1.092 euro: + 287 euro rispetto agli 805 euro previsti con la precedente normativa.
figlio con più di tre anni: 950 per 85mila diviso 95mila, ossia 850 euro (+135 euro rispetto ai 715 euro di prima).

Una famiglia con reddito di 10mila euro e due figli
entrambi sotto i tre anni: 2.218 euro (+582 euro rispetto ai precedenti 1.636 euro)
solo uno sotto i tre anni: 1.973 euro da 1.623 euro (+350 euro).

Una famiglia con reddito di 20mila euro
un figlio sotto i tre anni: 963 euro (+273 euro rispetto ai 710 della precedente detrazione)
un figlio sopra i tre anni: 750 euro da 631 euro (quindi +119 euro)
due figli sopra i 3 anni: 1.555 euro contro i precedenti 1.309 (+246 euro)

Una Famiglia con reddito di 30mila euro
un figlio sotto i 3 anni: 835 euro contro i precedenti 615 euro (+220 euro)
un figlio sopra i 3 anni: 650 euro contro i precedenti 547 euro (+103 euro)

Una famiglia con reddito di 40mila euro
un figlio sotto i tre anni: 706 euro contro i precedenti 521 euro (+185 euro)
un figlio con più di tre anni. 550 euro contro i precedenti 463 euro (+87 euro)

Produttività del lavoro 2012 – 2013 in attesa della firma


"Non è vero che la trattativa sulla produttività era partita male, era partita bene" e "c'era un accordo di massima di tutti, poi in quest'ultima fase qualcuno ha cambiato idea". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in risposta alla leader della Cgil Susanna Camusso Squinzi dice che il testo sulla produttività è pronto e "chi vuole firma, chi non vuole si assumerà le responsabilità davanti al Paese".Riconosce che "non ci sono le condizioni" per una "concordia". Sostiene che "per una vera ripresa dobbiamo ormai focalizzarci sul 2015". La Cisl si dice pronta a firmare il testo concordato.
Il testo sulla produttività coinvolge le organizzazioni imprenditoriali, cioè Confindustria, Abi, Alleanza delle coop, Ania, Rete Imprese Italia, ed ovviamente le sigle sindacali, le parti sociali  Cgil, Cisl e Uil.

L'attenzione delle parti sociali si sposta sul contratto di secondo livello, che disciplina la parte della contrattazione relativa all'organizzazione del lavoro, che interessa cioè turni e orari. Mentre al centro del contratto nazionale ci saranno le tutele di base che riguardano tutti i lavoratori.

La trattativa sulla produttività, avviata ai primi di ottobre, è arrivata quindi alle battute finali: l'accordo è atteso, con la firma dei protagonisti, sindacali e imprenditoriali. Ma sembra molto difficilmente che ci sarà una adesione unitaria: se il fronte dei datori di lavoro è compatto, i sindacati sono divisi, con la Cisl che ha già preannunciato la firma e la Cgil che ha rimarcato gli stessi problemi con Confindustria. Il testo ha recepito alcune indicazioni sollevate dai sindacati la scorsa settimana al tavolo (tra cui superamento degli automatismi, richiesta di rendere la detassazione e decontribuzione strutturale, indicando tetto di retribuzione e percentuali di sgravi).

Primo punto sollevato, quello della rappresentanza e della presenza della Fiom al tavolo del contratto dei metalmeccanici, un problema più politico che legato ai temi della trattativa sulla produttività. Accanto a questo, la tutela del potere d'acquisto delle retribuzioni, il demansionamento, la richiesta di risorse strutturali.

Sulla questione Fiom, già contestata dalle altre confederazioni ha replicato Luigi Angeletti, leader della Uil: definendo «ridicolo» che la Fiom si sieda al tavolo senza aver riconosciuto il contratto del 2009. Difficile, quindi, che dalla Cgil arrivi un sì, anche se da parte da Confindustria e dalla altre organizzazioni imprenditoriali c'è stata la volontà di arrivare all'accordo unitario.

Dalla Cisl, con il segretario confederale Giorgio Santini, è arrivata la disponibilità a firmare: «Se il nuovo testo conterrà le correzioni concordate nell'ultima riunione tra imprenditori e sindacati la Cisl è sottoscriverà l'intesa sulla produttività», ha scritto il sindacalista in una nota, considerando «fuori luogo e fuori tempo» le considerazioni della Cgil, contestando che voglia affrontare in questo contesto la questione specifica della Fiom.

Dopo la firma, l'accordo sarà presentato al governo. In ballo ci sono risorse per 2,1 miliardi di euro che l'Esecutivo ha messo a disposizione con la legge di Stabilità per gli sgravi a favore della produttività ripristinando le risorse che erano state precedentemente messe a disposizione.

Il leader della Cgil ha scritto ai presidenti di imprese, banche e assicurazioni, e per conoscenza anche ai leader sindacali per "formalizzare i problemi ancora aperti nel negoziato cosiddetto sulla produttività".  Nella lettera, la Camusso ha ricordato che "il sistema di relazioni attuale è ancora caratterizzato da un modello contrattuale agito sulla base di accordi separati e dalla faticosa ricomposizione di una parte dei tavoli contrattuali di categoria". Per questo "l`accordo interconfederale del 28 giugno 2011 con Confindustria ha rappresentato e rappresenta una positiva evoluzione del quadro; un accordo che pone al centro la democrazia e la rappresentanza, la contrattazione di secondo livello e la sua esigibilità. Non casualmente quell`accordo ripropone il tema della strutturalità degli interventi fiscali a sostegno dei premi di produttività".
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