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lunedì 23 dicembre 2013

Pensioni per il 2014 aumenti lordi minimi. Massimo 20 euro al mese




Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha annunciato il blocco delle pensioni superiori a 3.000 euro. In effetti, nel 2014 gli assegni dell’Inps pari a 6 volte il trattamento minimo (circa 3.000 euro lordi al mese) nel 2014 non verranno dunque incrementati secondo l’inflazione, come invece dovrebbe avvenire di regola.

Per le pensioni che entreranno in vigore a gennaio 2014, ci sarà una rivalutazione piena o quasi solo per gli importi pensionistici fino a circa 2.000 euro al mese lordi. E' giusto ricordare che solo le pensioni che non superano tre volte il trattamento minimo di 495,40 euro al mese avranno il recupero al 100%.

Al crescere della pensione, la percentuale di rivalutazione scende fino a 2.477,000 (5 volte il minimo ) sarà del 75% oltre questo il limite sarà del 50%. Poi, a partire da sei volte il minimo (2.972 euro al mese) scatta un altro tipo di decurtazione: l’incremento è limitato al 45 per cento, ma si applica solo alla quota di pensione che non supera questa soglia.

Se si guarda alla curva delle pensioni gli aumenti lordi in arrivo a gennaio 2014 porterà soltanto un aumento di circa 20 euro al mese, lordi. Niente di esaltante insomma. Nessuna pioggia di denaro. Ossia pensioni rivalutatesi ma di poche decine di euro è il risultato dopo  tanti annunci e...

In sostanza, operando un raffronto con l'anno passato avverrà che una pensione da 500 euro di quest'anno salirà a 506 euro l'anno prossimo. Per beneficiare di un incremento bisogna prendere una pensione di 900 euro, in quel caso l'aumento sarà di 10 euro mensili circa. Chi oggi incassa 1.800 euro mensili di pensione godrà nel 2014 di un aumento di 20 euro circa. Al crescere degli importi, salgono anche le rivalutazioni, dai 1800,00, per effetto del meccanismo congegnato comincerà a flettere, infatti chi aveva un importo di 2.000,00 euro avrà un aumento mensile di 18,00 chi ne aveva 2.500,00 avrà  un aumento mensile di 15,00, tanto che da 3.000,00 euro in su l'aumento sarà di 14,27 per tutti.

Questo schema durerà fino al 2016 : dall'anno successivo dovrebbe essere riportato in vigore quello degli anni 90 che prevede rivalutazioni differenziate tra il 100% ed il 75%, percentuali applicate però solo sulle fasce di pensione che superano i limiti.

Per quanto riguarda i conti pubblici, la rivalutazione parziale porterà nel 2014 un risparmio 580 milioni che diventano 380 al netto degli effetti fiscali.

Legge stabilita 2014: pensioni, rivalutazione ed esodati




Vediamo cosa accadrà innanzitutto per la previdenza e per le pensioni nel 2014, anno che si sta preparando ad iniziare.

Nuove rivalutazioni delle rendite, con un leggero vantaggio per chi guadagna attorno a 1.500-2mila euro lordi al mese (cioè tra 3 e 4 volte il trattamento minimo).

E' stato mantenuto l’impegno di garantire nel 2014 un recupero pieno o quasi dell’inflazione (comunque bassa lo scorso anno, 1,2 per cento) ai trattamenti bassi e medio-bassi, fino a circa 2.000 euro lordi al mese. Ma se l’assegno risulta essere più alto, ad esempio 2.500 euro, la rivalutazione è solo a metà: su base annua si perde quindi un importo lordo di quasi 200 euro, che si riduce però in termini netti a poco più della metà visto che in conseguenza diminuisce anche la quota aggiuntiva di imposta sul reddito.

Molto più importante la differenza  per le pensioni d’oro, per l’introduzione di un contributo di solidarietà crescente fino al 18 per cento: chi percepisce 200 mila euro l’anno se ne vede togliere oltre 11 mila lorde, equivalenti ad una decurtazione netta di poco più di 6 mila euro.

Oltre mille euro in meno all’anno per chi ha una pensione di poco superiore a tre volte il minimo. Anche se dal 2014 riparte l’indicizzazione dell’assegno previdenziale, nei prossimi tre anni gli importi saranno comunque più leggeri rispetto alla normativa in vigore prima del blocco temporaneo introdotto dal decreto salva Italia di fine 2011.

L’indicizzazione piena dell’1,2% si applica agli 11,5 milioni di pensionati che incassano un assegno di importo fino a tre volte il minimo. Per quelli nella fascia tra tre e quattro volte il minimo (altri 2,5 milioni di persone), la rivalutazione effettiva sarà dell’1,14 per cento; tra quattro e cinque volte il minimo si scende allo 0,9 per cento; tra cinque e sei volte non si va oltre lo 0,6 per cento.

Per esempio, che chi ora incassa un assegno di 1.600 euro lordi 8mensili, nel 2014 riceverà 1.618,24 euro, cioè 237,12 euro in più in un anno per tredici mensilità. Chi, con un assegno attuale di 1.486,29 euro beneficia di una rivalutazione piena, l’anno prossimo avrà un aumento complessivo di 231,92 euro.

Ben più significativi i tagli che subiranno le pensioni redditi più elevati attraverso l'indicizzazione all'inflazione, per cui saranno riviste al 95% gli assegni pari a 4 volte il minimo, del 50% le pensioni superiori a 5 volte il minimo e pari o inferiori a 6 volte il minimo e del 40% nel 2014 per i trattamenti 6 volte sopra il minimo e al 45% per gli anni 2015-2016.

La platea degli esodati salvaguardati aumenta di altre 17.000 unità, che però dovranno perfezionare i requisiti pensionistici entro 36 mesi dall'entrata in vigore della riforma Fornero (entro il 7 dicembre 2014). La copertura, pari a 199 mln nel 2014, arriva attraverso l'aumento dell'aliquota contributiva per gli autonomi e la riduzione di diversi fondi. E previsto lo stanziamento di 950 milioni dal prossimo anno fino al 2020 per sei diverse categorie. Altra novità approvata dopo giorni e giorni di dibattito è lo stop al cumulo di pensioni e stipendi da incarichi pubblici fino a un massimo di 303.000 euro l'anno. Per quanto riguarda gli statali, confermato il blocco della contrattazione oltre il 2014.

Mentre i disoccupati riceveranno un sussidio e un accompagnamento finalizzato all'inclusione nel mondo del lavoro. La maggior parte del finanziamento necessario pari a 40 milioni per 3 anni, arriva grazie al contributo di solidarietà ovvero al prelievo aggiuntivo dagli assegni pensionistici più pesanti. Saranno infatti trattenuti il 6%, 12% e 18% da chi incassa oltre 90.000, 128.000 e 193.000 euro. A proposito di previdenza, la rivalutazione delle pensioni sarà al 100% per gli assegni fino a tre volte il minimo (1.486,29 euro), al 90% fino a 4 volte, al 75% fino a 5 volte, al 50% fino a sei volte.

Via libera anche al contributo di solidarietà per le pensioni di importi elevati. Il contributo sarà del 6% per parte eccedente l’importo superiore a quattordici volte il trattamento minimo I.N.P.S; del 12% per la parte eccedente venti volte il trattamento stesso e del 18% per la parte eccedente l’importo di trenta volte il medesimo.

In sintesi la legge di stabilità ha posto queste novità che saranno introdotte a partire dal 2014:

Pensioni: per le pensioni fino a tre volte il minimo viene garantita la rivalutazione del 100%; fino a quattro volte il minimo sono rivalutate al 95%; l’indicizzazione scende col salire dell’assegno.

Esodati: vengono stanziati 950 milioni dal 2014 al 2020 per altri 17.000 esodati di sei diverse categorie.

Pensioni d’oro: contributo di solidarietà per le pensioni elevate: 6% per la parte eccedente i 90.168,26 euro annui; il 12% oltre i 128.811,80 euro; il 18% per la parte eccedente i 193.217,70 euro annui.

Contributo solidarietà redditi elevati: per i redditi superiori ai 300.000 euro l’anno viene confermato il contributo di solidarietà del 3% per il triennio 2014-2016.


venerdì 28 dicembre 2012

INPS e pensioni dal 2013 in aumento le minime

Nel 2012 continua a calare il numero delle pensioni Inps liquidate nello stesso anno: gli ultimi dati, riferiti al mese di novembre, confermano l'andamento fotografato dalle precedenti rilevazioni. Nei primi 11 mesi dell'anno, infatti, sono state liquidate complessivamente 186.800 pensioni, mentre nello stesso periodo del 2011 le nuove pensioni erano 230.500, con una diminuzione pari al -18,5% .Sono i dati resi noti dall'Inps. I dati confermano anche la crescita dell'età media di pensionamento, che si attesta su 61 anni e 3 mesi.

Il calo delle pensioni liquidate dall'Inps,con un rallentamento deciso per i trattamenti di anzianità, è "una buona notizia per i pensionati italiani, anche quelli futuri". E' il commento del presidente dell'Inps Mastrapasqua secondo cui i nuovi dati testimoniano come i conti dell'istituto siano così "messi in sicurezza".

Dal 2013, poi,"ci saranno "ulteriori aggiustamenti" grazie agli effetti della riforma Monti-Fornero, e quindi ci si attende un nuovo calo nei primi 3 mesi"

Ricordiamo che dal 1° gennaio scattano gli aumenti del 3% per adeguare le pensioni al costo della vita, ma anche il prossimo anno la rivalutazione non sarà valida per le pensioni superiori tre volte la minima. Lo ricorda lo Spi-Cgil, precisando che il blocco, per effetto della riforma Fornero,riguarderà 6 milioni di pensionati, che nel biennio 2012-2013 si ritroveranno con un 1.135 euro in meno. Con la rivalutazione prevista, una pensione minima passerà da 481 euro a 495,43.mentre una da 1.000 euro arriverà a quota 1.025 euro. Il blocco – ha segnalato il sindacato pensionati della Cgil - riguarderà soprattutto pensionati che hanno un reddito mensile di 1.217 euro netti (1.486 euro lordi). Un pensionato che si trova in questa fascia ha già perso 363 euro nel 2012 e ne perderà 776 nel 2013. Un pensionato con un reddito mensile di 1.576 euro netti (2.000 lordi) nel 2012 ha perso invece 478 euro e nel 2013 ne perderà 1.020.

''In questo anno - ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone - abbiamo assistito a un accanimento senza precedenti sui pensionati, che più di tutti hanno dovuto pagare sulla propria pelle il conto della crisi. L'aumento annuale delle pensioni che scatterà nei prossimi giorni - ha continuato Cantone - è risibile e non garantisce il pieno recupero del loro potere d'acquisto. Oltretutto da questo meccanismo automatico sono stati estromessi per decreto sei milioni di pensionati, la maggior parte dei quali non possono di certo essere considerati ricchi o privilegiati. Il governo - conclude - ha scelto deliberatamente di colpire la categoria dei pensionati lasciandone in pace tante altre che potevano e dovevano contribuire al risanamento dei conti, ed e' per questo che per noi la cosiddetta Agenda Monti non può di certo essere la ricetta giusta per la crescita e lo sviluppo del Paese''.
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