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giovedì 6 agosto 2015

Riforma pubblica amministrazione. Dirigenti e pubblico impiego: si cambia



Ecco le principali novità

TRASPARENZA: accesso libero ai documenti e ai dati della pubblica amministrazione.

DIGITALIZZAZIONE: viene introdotta la “carta della cittadinanza digitale”, gestita da un dirigente ad hoc.

LICENZIAMENTI PIÙ FACILI: in caso di azione disciplinare obbligo di portare a termine la pratica, compreso il ricorso alla sanzione più grave.

LICENZIANBILITA’ DEI VERTICI: basta incarichi dirigenziali che possano essere ricoperti senza preoccupazione di rimozione. Viene infatti introdotto il criterio della valutazione. Se questa è negativa, due le possibilità: o lasciare l’amministrazione dello Stato, o accettare di passare da un incarico di dirigente a quello di funzionario. Inoltre viene introdotta la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.

ABOLITO IL VOTO MINIMO DI LAUREA: viene abolito il requisito del voto minimo di laurea per partecipare ai pubblici concorsi.

LOTTA ALL’ASSENTEISMO: passano dalle Asl all’Inps le funzioni di controllo sulle malattie.

STOP AL PRECARIATO. Obiettivo della delega è regolare le forme di lavoro flessibile, limitandole a tassative fattispecie. Il tutto anche al fine di prevenire il precariato.

CONCORSI, POLO UNICO E FOCUS SU INGLESE. Viene sancita l'importanza dell'inglese e di altre lingue straniere. Si va poi verso un polo unico per le selezioni, una sorta di agenzia ad hoc con il compito di gestire le prove.

DIRIGENTI LICENZIABILI DOPO “BOCCIATURA”. I manager potranno essere mandati via dalla PA dopo essere stati valutati negativamente. Per non essere licenziato il dirigente pubblico potrà chiedere di essere demansionato a funzionario.

MAGLIE PIÙ LARGHE PER I PENSIONATI IN PA. Si allentano i vincoli per il conferimento di incarichi pubblici a pensionati. Salta infatti il tetto di un anno come durata massima, purché non si tratti di posizioni direttive o dirigenziali, per cui resta il limite di 12 mesi. Per tutti la condizione è però il “costo zero”, cioè gli incarichi devono essere gratuiti.


Salta la barriera del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi della pubblica amministrazione. Marcia indietro, invece, sulla norma cosiddetta 'valuta-atenei' che introduceva nei concorsi pubblici il criterio del 'peso' dell'università in cui ci si è laureati.

E' previsto il taglio da 105 a 60 per le Camere di Commercio. Nell'opera di riduzione si dovrà tenere conto della soglia dimensionale minima di 75mila imprese iscritte o annotate nel Registro delle imprese. PRA Le funzioni del pubblico registro automobilistico passano dall'Aci al ministero dei Trasporti a cui fa già capo la motorizzazione.

Il riordino della dirigenza è uno dei punti più significativi della riforma dovei la carriera e retribuzione saranno valutate in base al merito. Gli incarichi non saranno più a vita, possono durare quattro anni estendibili di altri due ( se necessario, ma per una sola volta)., e si può essere licenziati se l'ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Introdotto anche lo stop ai dirigenti condannati dalla Corte dei Conti: si prevede la revoca o il divieto dell'incarico, in settori sensibili ed esposti al rischio di corruzione, ai dirigenti condannati dalla magistratura contabile, anche in via non definitiva, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Scompare la figura dei segretari comunali, ma per tre anni potranno svolgere la stessa funzione pur essendo confluiti nel ruolo dei dirigenti locali. Tra le deleghe quella della riscrittura del testo unico del pubblico impiego.

Chi rimane senza incarico può chiedere di essere “demansionato” a funzionario per non perdere il posto. In ogni caso, la licenziabilità è sempre vincolata a una «valutazione negativa» sull'operato del dirigente.

E chi è vicino alla pensione potrà scegliere di lavorare part time, mantenendo i contributi pensionistici per il tempo pieno solo con versamenti volontari.


martedì 31 marzo 2015

PA: riforma dei dirigenti statali: stipendi e premi



Alla dirigenza pubblica si accederà solo in due modi: per corso-concorso o per concorso pubblico.

Gli statali saranno licenziabili e avranno un tetto allo stipendio. Se ne era parlato tanto, ma la riforma del lavoro pubblico sta per prendere forma.

Alla dirigenza pubblica si accederà solo in due modi: per corso-concorso o per concorso pubblico. Nel primo caso si entrerà nell'amministrazione come funzionari, poi dopo quattro anni e dopo un esame, si potrà diventare dirigenti.

Chi invece entrerà per concorso sarà assunto a tempo determinato. Dopo tre anni potrà sostenere un esame per essere stabilizzato. Con questo metodo scompariranno prima e seconda fascia. Ci sarà un unico ruolo dove finiranno tutti i dirigenti, quelli dei ministeri, Fisco, Inps, Istat, enti di ricerca. Di fatto dunque verranno eliminate le assunzioni dirette e i dirigenti dovranno comunque sostenere un test e un concorso per accedere alla Pa nei ruoli dirigenziali.

I principi cardine riforma della Pubblica amministrazione sono stabiliti. Alla dirigenza pubblica si accederà solo in due modi: per corso-concorso o per concorso pubblico. Nel primo caso si entrerà nell'amministrazione come funzionari, poi dopo quattro anni e dopo un esame, si potrà diventare dirigenti. Chi invece entrerà per concorso sarà assunto a tempo determinato.

Dopo tre anni potrà sostenere un esame per essere stabilizzato. Scompariranno le fasce, la prima e la seconda. Ci sarà un unico ruolo dove finiranno tutti i dirigenti, quelli dei ministeri, del Fisco, dell'Inps, anche dell'Istat e degli enti di ricerca.

Il principio più volte espresso dal ministro Marianna Madia è che i dirigenti saranno della Repubblica e non proprietà privata delle singole amministrazioni. Si potrà, anzi probabilmente si dovrà, passare da un'amministrazione all'altra. Molto potere finirà nelle mani della «Commissione per la dirigenza statale», un organismo indipendente che vigilerà sulla correttezza del conferimento degli incarichi ma che detterà anche dei criteri generali alle singole amministrazioni da seguire quando vengono selezionati i dirigenti. Questi ultimi, poi, saranno licenziabili. Ogni tre anni i dirigenti dovranno ruotare nei loro incarichi. La loro carriera sarà legata alla loro valutazione. Chi non riuscirà ad ottenere un incarico continuerà a percepire solo la parte fissa del suo stipendio. Dopo un certo numero di anni senza incarico (quanti non è ancora stabilito, ma potrebbero essere tra 3 e 5) il rapporto di lavoro potrà essere sciolto. Ma veniamo al nodo centrale: la retribuzione. La riforma prevede la «definizione di limiti assoluti del trattamento economico complessivo». Un tetto, come detto, già esiste: è quello dei 240mila euro. Un tassello che si sposa anche con la necessità del governo di reperire risorse da destinare alla revisione della spesa

Secondo alcune stime, dal taglio degli emolumenti ai dirigenti,dovrebbero arrivare risparmi fino a 500 milioni di euro. Molto cambierà anche per la struttura della retribuzione. L'indennità di posizione confluirà nella retribuzione fissa. Quella di risultato, i cosiddetti premi, dovrà essere legata non solo ad obiettivi individuali per singolo dirigente, ma anche ad obiettivi assegnati all'intera amministrazione. Non ci saranno più nemmeno premi a pioggia. La delega prevede che questi potranno essere assegnati al massimo ad un decimo dei dirigenti. Domani si saprà se il piano del governo resisterà al prevedibile assalto del parlamento.

 Ogni tre anni i dirigenti dovranno ruotare nei loro incarichi. La loro carriera sarà legata alla loro valutazione. Chi non riuscirà ad ottenere un incarico continuerà a percepire solo la parte fissa del suo stipendio. Dopo un certo numero di anni senza incarico (potrebbero essere tra 3 e 5) il rapporto di lavoro potrà essere sciolto. Per quanto riguarda poi la retribuzione: la riforma prevede la "definizione di limiti assoluti del trattamento economico complessivo". I dirigenti non potranno guadagnare più di una determinata cifra. Attualmente vige il tetto dei 240mila euro annua ma è possibile che i nuovi tetti saranno più bassi. Lo scopo è quello di recuperare dai tagli dei mega-stipendi circa 500milioni di euro.

Cambiano le regole sui concorsi: le selezioni verranno accentrate, saranno messi tetti per il numero di idonei e sarà ridotta la durata delle graduatorie. Non solo: non passeranno più decenni tra un concorso e l'altro, ma ci saranno scadenze certe e probabilmente si ricorrerà anche a selezioni preliminari. Sono queste le novità inserite nella Riforma Pa. Nelle procedure concorsuali pubbliche saranno previsti, poi, meccanismi di "valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche, con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici e ferma restando, comunque, la garanzia di un adeguato accesso dall'esterno".



mercoledì 3 settembre 2014

Riforma della scuola nell’era 2.0: assunzioni e precari



Un piano straordinario di assunzione di 148.100 nuovi professori già dal 2015. Un nuovo concorso per 40mila cattedre dal 2016-2019. Più inglese e informatica. E più contatto tra scuola e mondo del lavoro sul modello duale tedesco.

Linee guida sulla scuola pubblicate on line sul sito del Governo "Passo dopo passo": i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi. Più inglese ed economia tra i banchi - Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni e diffusione dello studio dei principi dell'Economia in tutte le secondarie. E' questa l'intenzione del Governo per migliorare la scuola italiana. Tra gli obiettivi anche quelli di potenziare le competenze digitali degli studenti e portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell'Arte nelle secondarie. Perché la scuola italiana diventi davvero digitale si pensa a piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. L'idea del Governo è quella di "disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi".

#labuonascuola è trending topic su Twitter  - Su Twitter #labuonascuola diventa subito trending topic. Questa mattina, poco dopo le 10, il Governo ha pubblicato online (sul sito passodopopasso.italia.it) le linee guida per un "patto educativo" sulla scuola. In poco tempo la discussione si è spostata sulla piattaforma di Twitter. "#labuonascuola è trending topic, finalmente si parla di #scuola", cinguetta l'account del dicastero di viale Trastevere, Miur Social.

I 150 mila insegnanti precari che saranno assunti fanno già il "loro dovere come gli altri", soltanto che non hanno la "certezza del loro posto di lavoro. Noi mettiamo una riga sotto a questo". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in conferenza stampa a palazzo Chigi, nel presentare le linee guida della scuola.

"Il concorso per i docenti non finisce nel sottoscala", ha assicurato il ministro. Dal 2016 le assunzioni avverranno attraverso il concorso. "Dall'ultimo del 2012 sono stati assunti 12 mila docenti. Risolto il problema dell'organico di fatto e di diritto, il concorso sarà un'opportunità di lavoro qualificato".

"Ci sarà un percorso legislativo molto lineare. Dopo la consultazione arriverà un decreto legge a inizio 2015": così Stefania Giannini, illustrando ai giornalisti le Linee guida sulla scuola. "Non c'è solo impegno politico nel progetto di stabilizzazione dei precari. Legge stabilità sarà il primo strumento". In conferenza il ministro ha aggiunto che la legge di stabilità "è il primo strumento per la messa a regime della prima tornata di assunzioni".

"Partirà un accurato censimento per verificare le competenze linguistiche degli attuali insegnanti", ha spiegato il ministro dell'Istruzione riferendosi all'insegnamento di una materia in una lingua diversa dall'italiano, dal prossimo anno scolastico nel quinto anno delle Superiori e in futuro, secondo le intenzioni espresse nelle Linee guida, sin dalla primaria. "Laddove dovesse emergere che non c'è un numero sufficiente di docenti in grado di assolvere questo compito servirà un'attività di formazione ad hoc".

Poi in un tweet: "Da lunedì prossimo in tour per l'Italia per raccontarvi #labuonascuola". Sempre attraverso il social network il ministro ricorda che la consultazione sulle Linee guida presentate oggi comincerà il 15 settembre.

Sono alcune delle linee guida sulla scuola riguardanti il personale docente. Ogni tre anni il 66% dei docenti di ogni scuola (o reti di scuole) avranno diritto a uno scatto di retribuzione di 60 euro netti al mese. Si tratterà di quei docenti della singola scuola (o della singola rete di scuole) che avranno maturato più crediti nel triennio precedente. Gli scatti di competenza saranno legati all’impegno e alla qualità del proprio lavoro. Verrà creato un nuovo status giuridico dei docenti che "consenta incentivi economici basati sulla qualità della didattica, la formazione in servizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola".

D'ora in poi si diventerà professori di ruolo soltanto tramite un concorso pubblico: 40mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. Il concorso, bandito nel 2015 per il triennio di riferimento 2016-2019, offrirà in questo modo una reale opportunità a tutti coloro che si sono abilitati all'insegnamento negli ultimo anni e che hanno maturato un'aspettativa a diventare velocemente docenti di ruolo.

Per assumere i 148.100 precari della scuola saranno necessari circa 3 miliardi di euro. Per l’esercizio finanziario 2015, primo anno di attuazione del piano, sarà quindi necessario impegnare un miliardo, relativo ai primi quasi mesi dell’anno scolastico corrispondenti con gli ultimi quattro mesi dell’anno solare (da settembre a dicembre).

domenica 21 luglio 2013

Concorsi pubblici riservati per categorie protette



Qui si propone di dare una Guida ai concorsi pubblici per categorie protette. Per categorie si intende una condizione di diritto riconosciuta dal legislatore ai lavoratori ossia gli invalidi civili, gli invalidi del lavoro, i non vedenti, i sordomuti, gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra, gli invalidi per servizio.

Oltre che l’obbligo di assunzione per queste categorie di lavoratori presso aziende pubbliche e private, vi sono anche delle quote riservate per la partecipazione ai concorsi, nonché concorsi specifici.

Vediamo il principio della "quota di riserva" (legge 12 marzo 1999, n. 68 ) a favore dei disabili è stato ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato (nr. 525 dello scorso 5 febbraio), la quale quota può essere riconosciuta al momento di approvazione della graduatoria anche se il disabile, qualora privo dello stato di disoccupazione, fosse in possesso di tale condizione al momento della presentazione della domanda.

La legge 68 del 1999 obbliga i datori di lavoro ad assumere nel proprio organico una determinata quota di lavoratori iscritti alle categorie protette.

Nello specifico, i datori di lavoro privati e pubblici con più di 15 dipendenti al netto delle esclusioni, sono tenuti ad avere alle proprie dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette (disabili) iscritti in appositi elenchi gestiti dall'Agenzia del lavoro della provincia di riferimento. Inoltre, l’articolo 18 della legge 68 prevede le seguenti quote di assunzione in base:

    da 15 a 35 dipendenti un disabile;
    da 36 a 50 dipendenti due disabili;
    da 51 a 150 dipendenti 7% (disabili) e un altro beneficiario della L. 68/99;
    oltre 150 dipendenti 7% (disabili) e 1% di altri beneficiari della L. 68/99.

Per iscriversi alla lista delle categorie protette è necessario avere 15 anni e non aver ancora raggiunto l'età pensionabile, essere disoccupati ed essere in possesso della certificazione che comprova l'handicap o il disagio. L'accertamento delle condizioni di disabilità e dei requisiti di iscrizione è effettuato da apposite commissioni e l’inserimento è fatto tenendo conto degli elementi e dei criteri stabiliti dalle Regioni e dalle Province. L’elenco è tenuto dagli uffici competenti per il collocamento obbligatorio e la graduatoria è unica.

Tutti i concorsi pubblici, compresi quelli riservati esclusivamente alle categorie protette, sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale Concorsi ed esami, o sul BURC delle Regioni.  Qui si riporta alcuni link:

Concorsi.it
Categorie protette
Gazzetta Concorsi

I datori di lavoro che assumono personale rientrante nelle suddette liste possono usufruire di agevolazioni fiscali.

Il bando dio concorso indica espressamente quali sono i documenti da allegare alla domanda di partecipazione. In via generale, nel caso specifico delle categorie protette, si richiede di allegare:
certificazione rilasciata dalle competenti autorità con l’indicazione della tipologia e grado di invalidità, in originale oppure in copia semplice dichiarata conforme all’originale in proprio possesso;
se richiesta espressamente, fotocopia non autenticata di idoneo documento di riconoscimento in corso di validità, ai sensi dell’art. 38 del D.P.R. n. 45/2000.




venerdì 30 dicembre 2011

Scuola maxi concorso entro 2012

Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha confermato che saranno riaperti i concorsi nella scuola pubblica.
Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici, e questo è senz'altro un tema su cui bisogna lavorare. L'ultimo concorso per la scuola risale al lontano 1999. Secondo il ministro ''è ormai tempo di pubblicare entro il 2012 il bando per il maxi concorso, al quale potrebbero essere interessate 300.000 persone”, dalle scuole elementari, alle medie, alle superiori.
Ogni anno, hanno precisato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) circa 25mila docenti raggiungono la pensione. Di questi 25mila posti disponibili la metà verranno coperti attingendo dalle graduatorie permanenti ad esaurimento e l'altra metà, ovvero 12.500, saranno i posti che potranno essere messi a concorso. In questo modo sarà possibile da un lato smaltire il ''precariato storico'' e dall'altro dare una risposta ai giovani che non sono riusciti ad entrare nelle graduatorie.
I sindacati sembrano essere soddisfatti per l'annuncio del ministro ma bisogna verificare prima i posti realmente disponibili. Riaprire i concorsi nella scuola pubblica è sicuramente ''un fatto positivo'' ma prima ''occorre una ricognizione dei posti realmente disponibili, altrimenti si rischia di alimentare soltanto illusioni, ha sottolineato il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo.
Sulla stessa linea il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, secondo cui la questione di un eventuale concorso per insegnanti va affrontata ''con trasparenza, con una quantificazione dei posti disponibili chiara e certa per non creare illusioni''. ''E' del tutto evidente - afferma - che per fare le cose bene occorre, sì fare presto ma non in solitudine. Ci auguriamo quindi una riunione con i sindacati per affrontare le varie questioni che sulla materia esistono''.
Quindi dopo 13 anni viene finalmente restituita la possibilità quantomeno di candidarsi all’assunzione di ruolo nell’insegnamento per gli aspiranti docenti. L’ultimo bando riservato al reclutamento di personale docente per la scuola elementare, media e superiore risale al lontano 1999.
Sarà doveroso riaprire la scuola ai docenti giovani ed evitare di bloccare una generazione di neolaureati che oggi non ha alcuna possibilità di ottenere una cattedra. Anche se bisogna fare attenzione ai veri numeri disponibili che sembrano di intorno ai 12.500 lontani da 300.000 annunciati. La riapertura dei concorsi nella scuola ha senso solo se insieme si affrontano altre questioni, in modo da invertire davvero la tendenza. Altrimenti si rischia di accrescere soltanto illusioni. Attenzione ai proclami.
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