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domenica 6 marzo 2016

Assunzioni nella pubblica amministrazione


In Gazzetta il decreto che autorizza assunzioni in vari ministeri e agenzie nazionali. Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 50 del 1° febbraio 2016, il D.P.C.M. 31 dicembre 2015 con il quale autorizza, in favore di varie Amministrazioni, a bandire procedure di reclutamento ai sensi dell’art. 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché autorizza ad assumere a tempo indeterminato ai sensi dell’articolo 3, comma 102, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché’ dell’articolo 3, commi 1 e 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge  11 agosto 2014 n. 114.

Si autorizza in favore di varie amministrazioni, a bandire procedure di reclutamento di personale a tempo indeterminato. In particolare, autorizza poco più di un centinaio di assunzioni nei ministeri ed enti sottoelencati:
Ministero della salute;
Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
Ente nazionale per l'aviazione civile;
Agenzia nazionale per la sicurezza del volo;
INAIL - Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro;
Ministero della difesa;
Ministero dell'ambiente;
Ministero dell' interno;
Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Inoltre, le Amministrazioni che intendano  procedere  ad  assunzioni  per unità di  personale  appartenenti  a categorie  e  professionalità diverse rispetto a quelle autorizzate,  o intendano procedere all’indizione  di  concorsi  diversi  rispetto  a quelli  autorizzati,  possono  avanzare  richiesta  di  rimodulazione indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la funzione pubblica, Ufficio per il  personale  delle  pubbliche amministrazioni e al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento  della  ragioneria generale dello Stato, IGOP, che valuteranno la richiesta nel rispetto della normativa vigente e delle risorse finanziarie autorizzate con il presente provvedimento.

Secondo quando previsto dall’art. 97, 3° comma, della Costituzione, “Agli impieghi nellepubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Il principio è stato più volte ribadito dalla Corte Costituzionale secondo cui “Il concorso pubblico–quale meccanismo imparziale di selezione tecnica e neutrale dei più capaci sulla base del criterio del merito – costituisce la forma generale e ordinaria di reclutamento per le pubbliche amministrazioni.

Esso è posto a presidio delle esigenze di imparzialità e di efficienza dell'azione amministrativa. Le eccezioni a tale regola consentite dall'art. 97 Cost., purché disposte con legge, debbono rispondere a «peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico» (sentenza n. 81 del 2006). Altrimenti la deroga si risolverebbe in un privilegio a favore di categorie più o meno ampie di persone (sentenza n. 205 del 2006). Perché sia assicurata la generalità della regola del concorso pubblico disposta dall'art. 97 Cost., l'area delle eccezioni va, pertanto, delimitata in modo rigoroso”.

Appare quindi necessario ricordare cosa s’intende per pubblica amministrazione. Un’elencazione esaustiva delle pubbliche amministrazioni nel nostro ordinamento è contenuta nell’art. 1, comma 2, del D.Lgs 30/03/2001 n. 165 recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”. Oltre a quelle tipizzate, la norma fa un generico riferimento a “tutti gli enti pubblici non economici”. L’individuazione di questi è riservata all’ordinamento positivo.

Quindi, per amministrazioni pubbliche si deve intendere tutte le amministrazioni dello Stato, compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN).

domenica 21 luglio 2013

Concorsi pubblici riservati per categorie protette



Qui si propone di dare una Guida ai concorsi pubblici per categorie protette. Per categorie si intende una condizione di diritto riconosciuta dal legislatore ai lavoratori ossia gli invalidi civili, gli invalidi del lavoro, i non vedenti, i sordomuti, gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra, gli invalidi per servizio.

Oltre che l’obbligo di assunzione per queste categorie di lavoratori presso aziende pubbliche e private, vi sono anche delle quote riservate per la partecipazione ai concorsi, nonché concorsi specifici.

Vediamo il principio della "quota di riserva" (legge 12 marzo 1999, n. 68 ) a favore dei disabili è stato ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato (nr. 525 dello scorso 5 febbraio), la quale quota può essere riconosciuta al momento di approvazione della graduatoria anche se il disabile, qualora privo dello stato di disoccupazione, fosse in possesso di tale condizione al momento della presentazione della domanda.

La legge 68 del 1999 obbliga i datori di lavoro ad assumere nel proprio organico una determinata quota di lavoratori iscritti alle categorie protette.

Nello specifico, i datori di lavoro privati e pubblici con più di 15 dipendenti al netto delle esclusioni, sono tenuti ad avere alle proprie dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette (disabili) iscritti in appositi elenchi gestiti dall'Agenzia del lavoro della provincia di riferimento. Inoltre, l’articolo 18 della legge 68 prevede le seguenti quote di assunzione in base:

    da 15 a 35 dipendenti un disabile;
    da 36 a 50 dipendenti due disabili;
    da 51 a 150 dipendenti 7% (disabili) e un altro beneficiario della L. 68/99;
    oltre 150 dipendenti 7% (disabili) e 1% di altri beneficiari della L. 68/99.

Per iscriversi alla lista delle categorie protette è necessario avere 15 anni e non aver ancora raggiunto l'età pensionabile, essere disoccupati ed essere in possesso della certificazione che comprova l'handicap o il disagio. L'accertamento delle condizioni di disabilità e dei requisiti di iscrizione è effettuato da apposite commissioni e l’inserimento è fatto tenendo conto degli elementi e dei criteri stabiliti dalle Regioni e dalle Province. L’elenco è tenuto dagli uffici competenti per il collocamento obbligatorio e la graduatoria è unica.

Tutti i concorsi pubblici, compresi quelli riservati esclusivamente alle categorie protette, sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale Concorsi ed esami, o sul BURC delle Regioni.  Qui si riporta alcuni link:

Concorsi.it
Categorie protette
Gazzetta Concorsi

I datori di lavoro che assumono personale rientrante nelle suddette liste possono usufruire di agevolazioni fiscali.

Il bando dio concorso indica espressamente quali sono i documenti da allegare alla domanda di partecipazione. In via generale, nel caso specifico delle categorie protette, si richiede di allegare:
certificazione rilasciata dalle competenti autorità con l’indicazione della tipologia e grado di invalidità, in originale oppure in copia semplice dichiarata conforme all’originale in proprio possesso;
se richiesta espressamente, fotocopia non autenticata di idoneo documento di riconoscimento in corso di validità, ai sensi dell’art. 38 del D.P.R. n. 45/2000.




domenica 2 dicembre 2012

Concorso per aspiranti insegnanti il 17 e 18 dicembre 2012


Nuove assunzioni per la scuola, nuovo con concorso per i docenti, ed incentivo al lavoro  per i nuovi insegnati. Facendo i dovuti conti delle posizioni disponibili sono per 12.500 posti che potrebbero portare una nuova linfa al corpo docente che è composto da insegnanti over 45 anni e così è un modo per dare speranza ai molti giovani che hanno il desiderio di percorre la carriera scolastica come docenti. E’ opportuno ricordare che ogni anno circa 25mila docenti raggiungono la pensione. Di questi 25mila posti disponibili la metà verranno coperti attingendo dalle graduatorie permanenti ad esaurimento e l'altra metà saranno i posti che potranno essere messi a concorso. In questo modo sarà possibile da un lato smaltire il precariato storico e dall'altro dare una risposta ai giovani che non sono riusciti ad entrare nelle graduatorie.

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2012, l'avviso MIUR con le date previste per sostenere la prova preselettiva che si terrà, sull'intero territorio nazionale, nelle giornate di lunedì 17 e martedì 18 dicembre 2012. E dal 27 novembre sono disponibili sul portale del MIUR, i test per la prova preselettiva del concorso ordinario, sul sito del MIUR, è presente l'archivio completo da cui saranno estratti i quesiti della prova di preselezione e sono fornite indicazioni sulle modalità di restituzione al candidato di copia della prova svolta, qualora richiesta.

Le categorie che possono partecipare al Concorso sono 5:
1. gli abilitati;
2. i diplomati magistrali entro il 2001/02;
3. i laureati entro il 2001/02 se quadriennali, 2002/03 se quinquennali, 2003/04 se esaennali;
4. i diplomati alle Accademie, Conservatorio, ISEF entro il giugno 1999;
5. Geometri e Periti industriali edili per la classe di concorso C430.
 
Il test è composto su cinquanta domande in cinquanta minuti. Il progetto del Ministero è di predisporre venticinquemila postazioni informatiche.

Facciamo due calcoli: per ogni cattedra disponibile i concorrenti in lizza sono 25. Ma  le disponibilità variano per regioni e classi di concorso. Vediamo la composizione della platea degli aspiranti candidati. Se i precari «storici», cioè quelli iscritti in graduatoria, sono 160mila, almeno altrettanti sono i cosiddetti «outsider», ovvero laureati che non fanno supplenze, disoccupati precari, o addirittura impiegati in altri settori, che avendone i titoli, provano a cambiare vita con la scuola. «Per loro- spiega sempre una fonte ministeriale raccolta dall'agenzia Dire - questa è l'occasione per poter partecipare a un concorso pubblico, e sognano il posto fisso.

Il ministero ha messo a disposizione per i candidati l'Esercitatore  nel quale sono compresi 70 moduli di verifica, che coprono l'intero archivio domande. Un modulo contiene sempre le stesse domande, ma ogni volta sono presentate in ordine diverso.  In questa maniera, esercitandosi con tutti i moduli disponibili, è possibile prendere visione di tutte le domande che compongono l'archivio.

E' possibile accedere alla pagina sia come utente anonimo (cliccando semplicemente sul numero dell'esercitazione, sia con codice fiscale. Nel secondo caso comparirà anche un riepilogo di giorno e sede della prova, e sarà possibile avere uno storico delle esercitazioni compiute.

Ricordiamo che per conoscere tutte le domande presenti nell'archivio da cui verranno estratti i quesiti che saranno proposti il giorno della prova preselettiva, si può effettuare una simulazione per ciascun modulo di verifica. E non vi sono documenti che possono essere scaricati.

Le prove sono così composte:
18 domande di capacità logiche
18 domande di capacità di comprensione del testo
7 domande di competenze digitali
7 domande di conoscenza della lingua straniera

Le regole sono le seguenti, la risposta corretta vale 1 punto, la risposta non data vale 0 punti e la risposta errata vale -0,5 punti. Nell'esercitazione si può conoscere il risultato della prova solo rispondendo a tutte le 50 domande presenti e alla fine del test viene mostrato il riepilogo delle risposte date. Il punteggio minimo richiesto per superare la prova è di 35 punti. Al termine del tempo stabilito il sistema interrompe la procedura e acquisisce unicamente le risposte fornite dal candidato fino a quel momento. Durante lo svolgimento della prova le risposte già fornite potranno essere corrette, fino all'acquisizione definitiva (è dunque necessario avere sempre idea del tempo ancora disponibile per superare la prova).

Si supera la prova con 35/50. Se non si supera la prova si è esclusi dalle prove successive. Il punteggio acquisito nella prova preselettiva non concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito.

venerdì 13 luglio 2012

Pensioni 2012 la Corte dei Conti registra il decreto su 65mila esodati


Via libera alla registrazione da parte della Corte dei Conti del Decreto interministeriale Lavoro/Economia "a tutela dei lavoratori salvaguardati" del 1 giugno scorso.

Il decreto sugli esodati, composto da 8 articoli, si applica a 65mila lavoratori e disciplina le modalità di attuazione del 'Salva Italia' del 6 dicembre 2011 individuando la ripartizione dei soggetti interessati ai fini della concessione della salvaguardia. Esodati, tre mesi di tempo per presentare domanda per la salvaguardia.

L'annuncio della registrazione del decreto è arrivato dal ministero del Lavoro, mettendo fine alle preoccupazioni che si erano diffuse nelle scorse settimane quale conseguenza del lungo esame del provvedimento da parte della Corte dei conti. Un passaggio obbligato prima della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e la sua piena operatività.

Il decreto interministeriale fa seguito ai decreti legge 201/2011 e 216/2011 (e relative conversioni in legge) che hanno disegnato la riforma previdenziale e al contempo previsto che alcune categorie di lavoratori possano accedere alla pensione in base alle vecchie regole. Un contingente di 65mila persone (a cui di recente se ne sono aggiunte 55mila con il Dl 95/2012) che è stato meglio individuato dal decreto interministeriale del 1° giugno 2012, contenente, tra l'altro, alcune restrizioni ai parametri di salvaguardia previsti in precedenza.

Quindi saranno indenni dagli effetti della riforma:
25.590 lavoratori in mobilità che hanno cessato l'attività lavorativa al 4 dicembre con perfezionamento dei requisiti entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità;

3.460 lavoratori in mobilità lunga con cessazione dell'attività lavorativa al 4 dicembre 2011;

17.710 titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà al 4 dicembre 2011, oppure il cui accesso al fondo sia autorizzato dall'Inps o previsto da accordi collettivi;

10.250 autorizzati al versamento volontario dei contributi con decorrenza della pensione entro il 2013 che non abbiano ripreso l'attività lavorativa e abbiano almeno un contributo accreditato o accreditabile;

950 lavoratori esonerati al 4 dicembre 2011;

150 lavoratori in congedo per assistere figli disabili;

6.890 "esodati" con rapporto risolto al 31 dicembre 2011 che non abbiano ripreso a lavorare e maturino la decorrenza entro il 2013.

Chi rientra nelle ultime tre categorie, secondo quanto previsto dal decreto interministeriale, dovrà anche presentare una richiesta di accesso alla salvaguardia presso le direzioni territoriali del lavoro competenti. Le domande saranno esaminate da apposite commissioni che poi comunicheranno l'esito della decisione all'Inps. Le richieste dovranno essere presentate entro 120 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

giovedì 5 luglio 2012

Riforma del lavoro: pubblicato il testo in Gazzetta Ufficiale


È legge la riforma del lavoro. Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale  dopo l’approvazione con fiducia ed entra in vigore mercoledì 18 luglio 2012.

L’obiettivo è, da un lato, favorire l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili con contratto a tempo indeterminato come “contratto dominante” e, dall’altro, contrastare l’uso improprio e strumentale degli elementi di flessibilità progressivamente introdotti nell’ordinamento con riferimento alle diverse tipologie contrattuali. In particolare si punta sulla formazione, con un’attenzione particolare all’apprendistato che diviene il mezzo per rafforzare le possibilità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Come si legge nel comunicato del Ministero del Lavoro, la legge cerca di raggiungere una distribuzione più equa delle tutele attraverso il contenimento dei margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e l’adeguamento all’attuale contesto economico della disciplina del licenziamento individuale. Allo stesso modo, la norma mira a un uso più coerente degli ammortizzatori sociali e all’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili, tanto che il tempo indeterminato diventa la formula contrattuale prevalente e sono previste premialità per la stabilizzazione dei contratti di apprendistato e a termine.

In base alla legge approvata, gli obiettivi saranno attuati attraverso varie aree di intervento, rappresentate da razionalizzazione degli istituti contrattuali, tutele dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, collegamento con altri aspetti che gravitano intorno al mercato del lavoro, come sostegno del reddito, formazione, riqualificazione professionale e incentivi alle assunzioni, equità di genere.

I diversi istituti contrattuali e processuali interessati dalla riforma del lavoro cambieranno volto in momenti diversi, che spesso non coincideranno con i tradizionali quindici giorni successivi alla pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale».

La previsione di decorrenze differenti è dettata dalla volontà del legislatore di dare al mercato del lavoro il tempo necessario ad adeguarsi ai cambiamenti legislativi presenti nella legge. Questo problema può presentarsi per quelle norme che avranno un impatto molto forte su prassi gestionali consolidate (per esempio le regole sul lavoro a progetto) o, comunque, per quelle regole che presentano dei profili di rilevante complessità.

Rientra in questa ultima categoria la riforma dei termini di impugnazione del contratto a tempo determinato. Che in relazione a questo istituto, la nuova legge prevede l'allungamento del termine per impugnare il rapporto: il limite, introdotto dalla legge 183/2010, passa da 60 a 120 giorni per le impugnazioni stragiudiziali e si riduce da 270 a 180 giorni per la proposizione della causa. Queste nuove scadenze saranno applicabili solo per i rapporti a termine che andranno a scadenza dal 1° gennaio del 2013: prima di allora resteranno validi i termini di impugnazione oggi vigenti nel collegato lavoro.

Diverso è il destino della riforma del lavoro che, in misura analoga a quanto appena descritto, ha interessato i termini di impugnazione dei licenziamenti: per questa ipotesi, la legge non concede dilazioni, ma prevede l'immediata entrata in vigore delle nuove decorrenze di 120 e 180 giorni.

Partenza differita per le norme che sanciscono l'abrogazione del contratto di inserimento. E solo dopo tale scadenza, i contratti di inserimento non potranno più essere stipulati e mantenuti in vita.

Per quanto riguarda il contratto di apprendistato,vige un regime transitorio rispetto alla norma che subordina la possibilità di assumere nuovi apprendisti al mantenimento in servizio di almeno il 50 per cento dei lavoratori assunti in precedenza con tale contratto. La nuova regola è immediatamente applicabile, ma la soglia del 50 per cento dovrà essere rispettata solo dopo che saranno passati 36 mesi dalla data di entrata in vigore della riforma. Sino al compimento di tale periodo, dovrà essere rispettata una soglia più bassa pari al 30 per cento. Questa misura dovrebbe consentire alle imprese di adattarsi in maniera graduale al nuovo e impegnativo meccanismo.

Anche le partite Iva sono interessati da un'entrata in vigore differita. Per i contratti in corso, la nuova normativa si applica dopo 12 mesi dalla data di entrata in vigore della riforma; solo per i nuovi contratti (così come previsto anche per il lavoro a progetto) il cambio di disciplina è immediato.
Mentre risulta già applicabile il nuovo rito accelerato per le cause che hanno a oggetto i licenziamenti.

venerdì 22 giugno 2012

Imprenditoria femminile 2012 come reperire i fondi


I fondi per l’Imprenditoria femminile vengono erogati in base ad una graduatoria che viene stabilità secondo criteri prestabiliti che riguardano non solo il tipo di progetto imprenditoriale, ma anche in riferimento alla zona di pertinenza dove si ha intenzione di fare impresa, la somma richiesta, l’eventuale collegamento con progetti di sviluppo territoriali, o ancora rispetto al settore nel quale si è deciso di fare investimento.

I bandi per accedere ai fondi non sono esclusivamente nazionali, ma sono spesse le regioni o gli enti provinciali che determinano una serie di condizioni al fine di promuovere nuove imprese sul loro territorio, ogni comune ha le sue esigenze e i propri progetti di sviluppo, grazie ai quali offre nuove opportunità per chi vuol fare impresa al femminile nel proprio territorio.

Le scadenze quindi per i fondi dell’Imprenditoria femminile nel 2012 sono diverse e variano a seconda delle regioni, si suggerisce come strumento di riferimento di guardare alla Gazzetta Ufficiale, rivolgersi agli addetti per le attività imprenditoriali presenti in ogni Ente locale per conoscere eventuali agevolazioni legate al proprio territorio, o ancora di consultare il sito di Confidustria e dello stesso Ministero per lo Sviluppo Economico che sono sempre aggiornati.

I finanziamenti per l'imprenditoria femminile sono previsti per i settori dell’industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo che esercitano attività economica nel territorio regionale.

Possono presentare un progetto per ottenere le agevolazioni previste:
le ditte individuali gestite da donne;
società cooperative o di persone costituite per almeno il 60% da donne;
società di capitali le cui quote di partecipazione siano, per almeno 2/3, in possesso di donne,
imprese, consorzi, associazioni, enti di formazione e ordini professionali promotori di corsi di formazione imprenditoriale, servizi di consulenza e assistenza, le cui quote siano possedute per almeno il 70% da donne.

Le imprese debbono essere di piccola entità con un fatturato annuo: non più di 5 milioni di euro; e uno stato patrimoniale: non più di 2 milioni di euro;

L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni.

Le spese ammesse sono: impianti generali, comprese l’impianto elettrico, antifurto, riscaldamento, ecc.; macchinari ed attrezzature; tra essi rientrano anche gli impianti specifici di produzione, compresi gli arredi connessi allo svolgimento delle attività e le strutture; brevetti; software; opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione lavori, nel limite del 25% delle voci di spesa relative ai primi due punti.
Le spese finanziabili possono variare in base alle tipologie delle imprese e alle Regioni.

Non sono invece finanziabili le spese relative a: affitti dei locali; i costi per i salari e gli stipendi; acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune; spese per manutenzione ordinaria; acquisto di beni di uso promiscuo (ad es. personal computer portatili, autovetture, cellulari, ecc); scorte di materie prime, semilavorati e materiali di consumo;- acquisto di terreni e fabbricati.
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