L'imprenditoria femminile ha l'obiettivo di incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. La legge 215 del 92 per l’imprenditoria femminile garantisce l’uguaglianza sostanziale tra i generi nelle attività imprenditoriali. La legge “imprenditoria femminile” riconosce ai progetti selezionati degli stanziamenti attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti.
La legge per questa tipologia di impresa è applicabile a tutti i tipi di attività imprenditoriali gestite da donne ed è legata ai settori dell'industria, dell'artigianato, dell'agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.
La legge dell'imprenditoria femminile è stata ampliata dalla costituzione (nel 1999) dei “Comitati per la promozione dell'imprenditorialità femminile”. Tali comitati sono stati istituiti allo scopo di incentivare, a livello regionale e locale, lo sviluppo imprenditoriale femminile, oltre ad occuparsi del monitoraggio di problematiche e le relative soluzioni delle imprenditrici. Si consiglia di visitare il sito Infomagiovani.
Vediamo che le azioni positive per l’imprenditoria femminile sono dirette a:
a) favorire la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa;
b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;
c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile;
d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;
e) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.
Come ottenere un fondo di finanziamento.
Può presentare domanda per ottener un fondo per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il titolare è una donna;
tutti gli enti (associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione) che favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I soggetti che beneficiano dei fondi per l’imprenditoria femminile non possono:
ottenere o richiedere altre agevolazioni nazionali, regionali, comunitarie;
cedere o vendere i beni oggetto dell’agevolazione per i cinque anni successivi alla data di concessione della facilitazione, senza che ne sia data immediata comunicazione all'Amministrazione competente;
perdere i requisiti relativi alla presenza femminile in base ai quali si è ottenuta l’agevolazione per i cinque anni dalla data di concessione. E’ inoltre obbligatorio comunicare velocemente ogni cambiamento che comporti il venir meno dei requisiti previsti.
Tutte le richieste per i fondi per l’imprenditoria femminile vengono sottoposte ad un'istruttoria e, se ritenute ammissibili, vengono inserite in differenti graduatorie regionali suddivise nei macrosettori di intervento (agricoltura, manifatturiero e assimilati, commercio, turismo e servizi).
Per le opportunità dell'imprenditoria femminile si consiglia di visitare If-Imprenditoria Femminile che è un sito dei comitati costituiti per la promozione dell'impresa rosa dove si trovano news, progetti e varia documentazione,
Aidda, ossia Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda, rappresenta il sicuro punto di riferimento per tutte le donne che rivestono ruoli di responsabilità nelle imprese italiane. Le iscritte AIDDA sono donne che operano nei settori più diversi, dal commercio, all'industria, con presenze di primissimo piano in campi come l'abbigliamento, alimentari, arredamento, chimica, edilizia, editoria, metalmeccanica, dai servizi all'agricoltura e all'artigianato.
Donne Impresa si propone di favorire lo sviluppo della imprenditorialità femminile nell'ambito delle imprenditrici associate a Confartigianato e svolgono azioni finalizzate alla formazione professionale e al miglioramento delle condizioni generali di lavoro delle donne, imprenditrici e non solo.
Nel sito Sportello Agevolazioni sono presenti delle opportunità per fare autoimprenditorialità femminile e fare impresa.
lunedì 31 ottobre 2011
Fondazione CRUI programmi e tirocini formativi
La Fondazione CRUI, ossia La Conferenza Rettori delle Università Italiane, fornisce servizi e consulenza ai maggiori interlocutori istituzionali con lo scopo di trasferire l’innovazione universitaria nei settori chiave di sviluppo.
I programmi di tirocinio formativo della Fondazione rappresentano,un completamento della formazione accademica nonché un’opportunità di avvicinamento al mondo economico-produttivo con l’obiettivo specifico comprendere il funzionamento dei contesti lavorativi. L’attivazione dei tirocini per gli atenei costituisce un’importante opportunità di confronto con enti ed imprese, al fine di potenziare sempre più il loro ruolo nello sviluppo scientifico, sociale ed economico del paese, verificando fabbisogni formativi e opportunità di collocamento delle professionalità formate. Le Pubbliche Amministrazioni, le aziende e il sistema socioeconomico in generale, dal canto loro, stanno acquisendo sempre più consapevolezza del ruolo sociale della formazione e della ricerca anche in un’ottica d’interazione con il sistema universitario.
La Fondazione CRUI attualmente gestisce e promuove 11 programmi di tirocinio in accordo con enti pubblici e imprese. Possono parteciparvi laureandi e laureati delle università italiane che scelgono di aderire alle diverse convenzioni stabilite per i programmi attivi.
I nuovi programmi di tirocinio formativo organizzati dalla Fondazione Crui hanno l'obiettivo di creare un percorso formativo che verrà valutato eventualmente in crediti formativi universitari, attualmente sono tre quelli attivi:
Il Programma di tirocinio formativo presso la Corte dei Conti si fonda sulla collaborazione fra la Corte dei Conti e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare dell'operato presso la Corte dei Conti. I destinatari Laureandi di I livello; Laureati di I livello; Laureandi di II livello; Laureati di II livello ( laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico); Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Il Programma di tirocinio formativo ISPRA si fonda sulla collaborazione fra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA. Sono 67 posti di tirocinio distribuiti nelle diverse sedi dell’Istituto in tutta Italia.
Il Programma di tirocinio formativo della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze si fonda sulla collaborazione fra la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'Obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta del mondo del lavoro, in particolare presso la sede della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze. I destinatari sono laureati di I livello; laureandi di II livello; laureati di II livello (laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico) Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
I programmi di tirocinio formativo della Fondazione rappresentano,un completamento della formazione accademica nonché un’opportunità di avvicinamento al mondo economico-produttivo con l’obiettivo specifico comprendere il funzionamento dei contesti lavorativi. L’attivazione dei tirocini per gli atenei costituisce un’importante opportunità di confronto con enti ed imprese, al fine di potenziare sempre più il loro ruolo nello sviluppo scientifico, sociale ed economico del paese, verificando fabbisogni formativi e opportunità di collocamento delle professionalità formate. Le Pubbliche Amministrazioni, le aziende e il sistema socioeconomico in generale, dal canto loro, stanno acquisendo sempre più consapevolezza del ruolo sociale della formazione e della ricerca anche in un’ottica d’interazione con il sistema universitario.
La Fondazione CRUI attualmente gestisce e promuove 11 programmi di tirocinio in accordo con enti pubblici e imprese. Possono parteciparvi laureandi e laureati delle università italiane che scelgono di aderire alle diverse convenzioni stabilite per i programmi attivi.
I nuovi programmi di tirocinio formativo organizzati dalla Fondazione Crui hanno l'obiettivo di creare un percorso formativo che verrà valutato eventualmente in crediti formativi universitari, attualmente sono tre quelli attivi:
Il Programma di tirocinio formativo presso la Corte dei Conti si fonda sulla collaborazione fra la Corte dei Conti e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare dell'operato presso la Corte dei Conti. I destinatari Laureandi di I livello; Laureati di I livello; Laureandi di II livello; Laureati di II livello ( laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico); Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Il Programma di tirocinio formativo ISPRA si fonda sulla collaborazione fra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA. Sono 67 posti di tirocinio distribuiti nelle diverse sedi dell’Istituto in tutta Italia.
Il Programma di tirocinio formativo della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze si fonda sulla collaborazione fra la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'Obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta del mondo del lavoro, in particolare presso la sede della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze. I destinatari sono laureati di I livello; laureandi di II livello; laureati di II livello (laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico) Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Diritto del lavoro unico: piano Ichino
Tra i fattori che compromettono la competitività dell'economia dell'Italia c’è sicuramente la scarsa flessibilità del mercato del lavoro.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
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Tirocini formativi 2011; chiarimenti
I tirocini formativi e di orientamento professionale sono promossi in favore di coloro che hanno già assolto il diritto-dovere di istruzione e formazione, e mirano ad agevolarne l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso un'esperienza professionale presso un'azienda o un ente pubblico.
Con la Circolare numero 24 del 12 settembre 2011 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito all’articolo 11 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 che indica i livelli essenziali di tutela in materia di tirocini formativi.
La circolare ha illustrato delle importanti novità nella regolamentazione dei tirocini formativi. L’articolo 11 della manovra finanziaria ha l’obiettivo di offrire maggiore certezza al quadro legale di riferimento per la regolamentazione dei tirocini per ricondurli alla loro funzione di formazione e orientamento dei giovani nel mercato del lavoro.
I tirocini formativi non sono preclusi agli studenti, a condizione che siano promossi dalle scuole e dalle Università e svolti all’interno del periodo di frequenza dei corsi. La norma non è retroattiva: le disposizioni introdotte dal decreto legge non riguardano i tirocini avviati o approvati prima del 13 agosto, che proseguiranno seguendo la normativa precedente e fino alla loro scadenza.
Non rientrano nelle limitazioni (durata massima di 6 mesi entro 12 mesi dal conseguimento della laurea) i tirocini di cosiddetto reinserimento/inserimento al lavoro svolti principalmente a favore dei disoccupati , compresi i lavoratori in mobilità, e altre esperienze a favore degli inoccupati la cui la cui regolamentazione rimane integralmente affidata alle Regioni. La circolare chiarisce che restano esclusi dall'intervento i tirocini formativi promossi a favore di: disabili e invalidi fisici, psichici e sensoriali (per i quali resta in vigore la disciplina specifica prevista dall'art. 11, c. 2, Legge 12 marzo 1999, n. 68); soggetti in trattamento psichiatrico; tossicodipendenti; alcolisti; condannati ammessi a misure alternative di detenzione; immigrati, nell'ambito dei decreti flussi; richiedenti asilo; titolari di protezione internazionale; categorie di soggetti svantaggiati destinatari di specifiche iniziative di inserimento o reinserimento al lavoro promosse dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalle Regioni e dalle Province.
Per altre ovità si consiglia di visitare la pagina del Blog.
Per ulteriori approfondimenti si consiglia di visitare il portale pubblico per il lavoro Cliclavoro.
Con la Circolare numero 24 del 12 settembre 2011 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito all’articolo 11 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 che indica i livelli essenziali di tutela in materia di tirocini formativi.
La circolare ha illustrato delle importanti novità nella regolamentazione dei tirocini formativi. L’articolo 11 della manovra finanziaria ha l’obiettivo di offrire maggiore certezza al quadro legale di riferimento per la regolamentazione dei tirocini per ricondurli alla loro funzione di formazione e orientamento dei giovani nel mercato del lavoro.
I tirocini formativi non sono preclusi agli studenti, a condizione che siano promossi dalle scuole e dalle Università e svolti all’interno del periodo di frequenza dei corsi. La norma non è retroattiva: le disposizioni introdotte dal decreto legge non riguardano i tirocini avviati o approvati prima del 13 agosto, che proseguiranno seguendo la normativa precedente e fino alla loro scadenza.
Non rientrano nelle limitazioni (durata massima di 6 mesi entro 12 mesi dal conseguimento della laurea) i tirocini di cosiddetto reinserimento/inserimento al lavoro svolti principalmente a favore dei disoccupati , compresi i lavoratori in mobilità, e altre esperienze a favore degli inoccupati la cui la cui regolamentazione rimane integralmente affidata alle Regioni. La circolare chiarisce che restano esclusi dall'intervento i tirocini formativi promossi a favore di: disabili e invalidi fisici, psichici e sensoriali (per i quali resta in vigore la disciplina specifica prevista dall'art. 11, c. 2, Legge 12 marzo 1999, n. 68); soggetti in trattamento psichiatrico; tossicodipendenti; alcolisti; condannati ammessi a misure alternative di detenzione; immigrati, nell'ambito dei decreti flussi; richiedenti asilo; titolari di protezione internazionale; categorie di soggetti svantaggiati destinatari di specifiche iniziative di inserimento o reinserimento al lavoro promosse dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalle Regioni e dalle Province.
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domenica 30 ottobre 2011
Corsi on line di lingue straniere
Oggi per trovare lavoro ed inserirsi nel mercato del lavoro è utile avere una buona conoscenza delle lingue straniere. Imparare le lingue on line, su internet, è possibile grazie alla nascita di siti web che mettono in comunicazione persone per effettuare i corsi on line.
E si possono trovare ottimi corsi online e gratuiti per imparare a parlare e a scrivere una lingua straniera. I siti e le applicazioni web permettono di imparare a parlare e scrivere in lingue straniere, sono tante e comprendono anche dei social network dove l'obiettivo non è nè flirtare nè diffondere il proprio status ma soltanto di mettere in contatto persone di paesi diversi per un reciproco apprendimento della lingua e di solito sono delle piattaforme on line che consentono di interagire.
I corsi di lingue online rappresentano una valida alternativa per chi vuole imparare, approfondire o migliorare le proprie competenze linguistiche. Ed è una soluzione ideale per chi non ha la possibilità di affrontare e non ha modo di frequentare con regolarità un corso in aula.
Adesso proponiamo alcuni indirizzi per frequentare on line i corsi di lingue:
Bussu propone attraverso una community di apprendimento linguistico un modo veloce per imparare le lingue on-line con corsi; e lezioni di lingua interattivi, per migliorare le capacità linguistiche.
Berlitz Online propone per le aziende che hanno bisogno di dipendenti in grado di parlare la lingua dei clienti, la maggior parte dei tradizionali corsi di lingue sono difficili da integrare nei ritmi dell'azienda. I corsi di lingue online Berlitz offre: corsi di formazione innovativi e pratici che sono concepiti per essere interattivi e consentendo di raggiungere i propri obiettivi linguistici in modo rapido e flessibile.
Babelmondo propone un servizio che offre completamente gratis corsi on-line di lingue e lo sopo di Babelmondo è per che ha desiderio di viaggiare ed ampliare le conoscenze linguistiche per lavoro e per imparare una lingua si trovano corsi on-line di lingue gratuiti e interattivi.
Per le offerte di lavoro all'estero dopo aver acquisito un buona conoscenza della lingua si consiglia di visitare i siti online Lavorofuori dove si trovano diverse opportunità con varie specializzazioni; Linklavoro è un portale con offerte di lavoro di numerose aziende straniere; Lavorare all'estero dove si trovano consigli utili su come e dove cercare una opportunità di lavoro all'estero.
E si possono trovare ottimi corsi online e gratuiti per imparare a parlare e a scrivere una lingua straniera. I siti e le applicazioni web permettono di imparare a parlare e scrivere in lingue straniere, sono tante e comprendono anche dei social network dove l'obiettivo non è nè flirtare nè diffondere il proprio status ma soltanto di mettere in contatto persone di paesi diversi per un reciproco apprendimento della lingua e di solito sono delle piattaforme on line che consentono di interagire.
I corsi di lingue online rappresentano una valida alternativa per chi vuole imparare, approfondire o migliorare le proprie competenze linguistiche. Ed è una soluzione ideale per chi non ha la possibilità di affrontare e non ha modo di frequentare con regolarità un corso in aula.
Adesso proponiamo alcuni indirizzi per frequentare on line i corsi di lingue:
Bussu propone attraverso una community di apprendimento linguistico un modo veloce per imparare le lingue on-line con corsi; e lezioni di lingua interattivi, per migliorare le capacità linguistiche.
Berlitz Online propone per le aziende che hanno bisogno di dipendenti in grado di parlare la lingua dei clienti, la maggior parte dei tradizionali corsi di lingue sono difficili da integrare nei ritmi dell'azienda. I corsi di lingue online Berlitz offre: corsi di formazione innovativi e pratici che sono concepiti per essere interattivi e consentendo di raggiungere i propri obiettivi linguistici in modo rapido e flessibile.
Babelmondo propone un servizio che offre completamente gratis corsi on-line di lingue e lo sopo di Babelmondo è per che ha desiderio di viaggiare ed ampliare le conoscenze linguistiche per lavoro e per imparare una lingua si trovano corsi on-line di lingue gratuiti e interattivi.
Per le offerte di lavoro all'estero dopo aver acquisito un buona conoscenza della lingua si consiglia di visitare i siti online Lavorofuori dove si trovano diverse opportunità con varie specializzazioni; Linklavoro è un portale con offerte di lavoro di numerose aziende straniere; Lavorare all'estero dove si trovano consigli utili su come e dove cercare una opportunità di lavoro all'estero.
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sabato 29 ottobre 2011
Lavoro: costo del lavoro e analisi sul mercato del lavoro
Parliamo del costo del lavoro è il costo sostenuto dai datori di lavoro per la remunerazione delle attività lavorative. Il costo del lavoro comprende la retribuzione dei lavoratori dipendenti dell'impresa sia per le attività manuali che per le attività cosiddette intellettuali. Nel costo del lavoro sono comprese le retribuzioni lorde dei lavoratori e gli oneri sociali, ossia contributi sociali, previdenza, trattamento di fine rapporto ecc). Sono compresi nel costo del lavoro i ratei del Tfr e i permessi retribuiti maturati dal lavoratore in previsione di una futura monetizzazione. Il costo del lavoro è uno dei principali costi di produzione in una impresa ed è spesso la voce di costo più consistente.
Vediamo alcuni aspetti che gravano sui costi previsionali e non solo secondo i dati pubblicati dalla Confcommercio e Cgia di Mestre. Partiamo dai costi della rappresentanza politica che gravano sui bilanci familiari per una cifra pari a 350 euro l'anno, sicuramente è un costo . E' quanto emerge da un'analisi di Confcommercio che ritiene "indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese". L'associazione, che calcola il costo della politica in 9 miliardi l'anno, sottolinea che basterebbe il taglio di un terzo di questo "comparto" per abbassare di 0,8 punti percentuali l'aliquota Irpef. E d’altro canto, sostiene la Cgia di Mestre se durante il periodo della crisi, dal 2009 ad oggi, fosse stata applicata una norma sui licenziamenti “facili”, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all'11,1%, anziché essere all'attuale 8,2%, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall'Istat. Questo lo scenario delineato dalla Cgia di Mestre, il cui segretario, Bortolussi, ha precisato che si tratta di una stima fatta soltanto su quanti sarebbero stati espulsi dal mercato del lavoro dopo la cassa integrazione.
L’incremento dell’1,7% su base annua dei salari registrato dall’Istat potrebbe indurre in una trappola , infatti, aumentando le retribuzioni potrebbe crescere anche il potere d’acquisto degli italiani. Con più salari e più consumi, in genere riparte il mercato del lavoro e l’economia nel suo complesso . Ma questa volta non è stato così. Il surriscaldamento dei prezzi a settembre, che l’Istat calcola con un incremento dell’inflazione del 3% annuo, ha vanificato il pur consistente aumento delle retribuzioni.
Non accadeva dal 1997 che il divario tra salari e prezzi si attestasse a 1,3 punti percentuali. Un dato che non ha solo una valenza statistica, ma che evidenzia un fattore frenante per qualsiasi economia: la crescita dell’inflazione, senza però una conseguente crescita dei consumi. L’aumento dei prezzi al consumo sono il cruccio di tutte le banche centrali, Bce in testa. Non a caso la ventilata riduzione dei tassi d’interesse nell’Unione europea (che avrebbe dato fiato alle economie) è stata rinviata a data da destinarsi, proprio per il rischio di un trend inflattivo in crescita.
Quindi il costo del lavoro e dei lavoratori è ancora troppo alto è come è stato evidenziato nel rapporto ARAN, ha rallentato la dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 rispetto al 2008. Sintonia sostanziale tra dati Aran e dati della Corte dei conti che, nel recente rapporto sul costo del lavoro 2011 (, evidenzia il significativo rallentamento della dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 ed una significativa riduzione, nello stesso anno, del numero delle progressioni economiche e di carriera.
costo del lavoro, mercato del lavoro, Cgia di Mestre, Confcommercio
Vediamo alcuni aspetti che gravano sui costi previsionali e non solo secondo i dati pubblicati dalla Confcommercio e Cgia di Mestre. Partiamo dai costi della rappresentanza politica che gravano sui bilanci familiari per una cifra pari a 350 euro l'anno, sicuramente è un costo . E' quanto emerge da un'analisi di Confcommercio che ritiene "indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese". L'associazione, che calcola il costo della politica in 9 miliardi l'anno, sottolinea che basterebbe il taglio di un terzo di questo "comparto" per abbassare di 0,8 punti percentuali l'aliquota Irpef. E d’altro canto, sostiene la Cgia di Mestre se durante il periodo della crisi, dal 2009 ad oggi, fosse stata applicata una norma sui licenziamenti “facili”, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all'11,1%, anziché essere all'attuale 8,2%, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall'Istat. Questo lo scenario delineato dalla Cgia di Mestre, il cui segretario, Bortolussi, ha precisato che si tratta di una stima fatta soltanto su quanti sarebbero stati espulsi dal mercato del lavoro dopo la cassa integrazione.
L’incremento dell’1,7% su base annua dei salari registrato dall’Istat potrebbe indurre in una trappola , infatti, aumentando le retribuzioni potrebbe crescere anche il potere d’acquisto degli italiani. Con più salari e più consumi, in genere riparte il mercato del lavoro e l’economia nel suo complesso . Ma questa volta non è stato così. Il surriscaldamento dei prezzi a settembre, che l’Istat calcola con un incremento dell’inflazione del 3% annuo, ha vanificato il pur consistente aumento delle retribuzioni.
Non accadeva dal 1997 che il divario tra salari e prezzi si attestasse a 1,3 punti percentuali. Un dato che non ha solo una valenza statistica, ma che evidenzia un fattore frenante per qualsiasi economia: la crescita dell’inflazione, senza però una conseguente crescita dei consumi. L’aumento dei prezzi al consumo sono il cruccio di tutte le banche centrali, Bce in testa. Non a caso la ventilata riduzione dei tassi d’interesse nell’Unione europea (che avrebbe dato fiato alle economie) è stata rinviata a data da destinarsi, proprio per il rischio di un trend inflattivo in crescita.
Quindi il costo del lavoro e dei lavoratori è ancora troppo alto è come è stato evidenziato nel rapporto ARAN, ha rallentato la dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 rispetto al 2008. Sintonia sostanziale tra dati Aran e dati della Corte dei conti che, nel recente rapporto sul costo del lavoro 2011 (, evidenzia il significativo rallentamento della dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 ed una significativa riduzione, nello stesso anno, del numero delle progressioni economiche e di carriera.
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domenica 23 ottobre 2011
Le nuove professioni del 2012
Secondo un'indagine di Ergon Executive Search l'interesse delle imprese sta salendo per i giovani laureati nel settore energy e utilities, seguti subito dopo dal settore turismo - wellness soprattutto per il destination management. Discreto interesse, in crescita rispetto alle ultime rilevazioni per i laureati nel settore economico giuridico con conoscenze normative a livello di unione europea.
Comunque è facile prevedere perché in questo periodo in cui aumenta una situazione di crisi del lavoro ci sono molte professioni che ancora tirano sul mercato del lavoro e che permettono di trovare facilmente uno sbocco lavorativo e stipendi anche molto elevati. Stiamo parlando dei montatori di porte e finestre: non si parla di numeri enormi, ma dei 1.500 posti di lavoro ricercati oltre otto su dieci restano senza un addetto. Per non parlare dei pavimentatori: dei 470 che servono, il 70,5% non si trova. Oppure dell'aiuto parrucchiere: se ne cercano 1.840, ma quasi un migliaio non si trova. È fin troppo semplice giustificare questi numeri dicendo che nessuno è disposto a fare l'installatore di allarmi, il pavimentatore o il parrucchiere. La verità infatti è un'altra, le aziende non cercano solo persone con elevata specializzazione e con un'esperienza professionale. Questo sicuramente è un paletto importante.
Tutto ciò è la conseguenza di un sistema dove non ci si è preoccupati di creare un ponte tra scuola e lavoro. E poi le opportunità nel settore delle energie rinnovabili, la green economny che ha senza dubbio il primato per quanto riguarda le nuove professioni rivalutate tra il 2011 e il prossimo 2012: energy manager, sustainibility manager, sono le nuove figure con cui avremo a che fare, ovvero specialisti sulle tematiche delle energie rinnovabili, energy auditor specializzato in certificazione di bilanci degli impianti energetici. E' bene ricordare che l’utilizzo delle energie rinnovabili rappresenta una esigenza sia per i Paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo. I primi necessitano, nel breve periodo, di un uso più sostenibile delle risorse, di una riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, di una diversificazione del mercato energetico e di una sicurezza di approvvigionamento energetico. Per i Paesi in via di sviluppo, le energie rinnovabili rappresentano una concreta opportunità di sviluppo sostenibile e di accesso all’energia in aree remote.
Ai laureati di indirizzo umanistico viene richiesto di gestire la gloria delle aziende e dei marchi sui social network, attività già oggi molto diffusa che si traduce nella ricerca in forte aumento di social media manager, community manager.
Secondo quanto ha dichiarato il rapporto ISFOL 2008, crescerà il peso delle figure tecniche e specialistiche e ancor di più di quelle non qualificate.Mentre ci sarà una considerevole flessione delle figure intermedie. L’occupazione crescerà di 1,2 milioni di posti. Le previsioni sono state esposte nei risultati del Rapporto ISFOL.
A crescere saranno quindi soprattutto le posizioni di figure professionali tecniche e specialistiche e quelle non qualificate.
Per le offerte di lavoro, finanziamenti, normative e prodotti nel campo delle energie rinnovabili si consiglia di visitare il sito Energie rinnovabili.
Comunque è facile prevedere perché in questo periodo in cui aumenta una situazione di crisi del lavoro ci sono molte professioni che ancora tirano sul mercato del lavoro e che permettono di trovare facilmente uno sbocco lavorativo e stipendi anche molto elevati. Stiamo parlando dei montatori di porte e finestre: non si parla di numeri enormi, ma dei 1.500 posti di lavoro ricercati oltre otto su dieci restano senza un addetto. Per non parlare dei pavimentatori: dei 470 che servono, il 70,5% non si trova. Oppure dell'aiuto parrucchiere: se ne cercano 1.840, ma quasi un migliaio non si trova. È fin troppo semplice giustificare questi numeri dicendo che nessuno è disposto a fare l'installatore di allarmi, il pavimentatore o il parrucchiere. La verità infatti è un'altra, le aziende non cercano solo persone con elevata specializzazione e con un'esperienza professionale. Questo sicuramente è un paletto importante.
Tutto ciò è la conseguenza di un sistema dove non ci si è preoccupati di creare un ponte tra scuola e lavoro. E poi le opportunità nel settore delle energie rinnovabili, la green economny che ha senza dubbio il primato per quanto riguarda le nuove professioni rivalutate tra il 2011 e il prossimo 2012: energy manager, sustainibility manager, sono le nuove figure con cui avremo a che fare, ovvero specialisti sulle tematiche delle energie rinnovabili, energy auditor specializzato in certificazione di bilanci degli impianti energetici. E' bene ricordare che l’utilizzo delle energie rinnovabili rappresenta una esigenza sia per i Paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo. I primi necessitano, nel breve periodo, di un uso più sostenibile delle risorse, di una riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, di una diversificazione del mercato energetico e di una sicurezza di approvvigionamento energetico. Per i Paesi in via di sviluppo, le energie rinnovabili rappresentano una concreta opportunità di sviluppo sostenibile e di accesso all’energia in aree remote.
Ai laureati di indirizzo umanistico viene richiesto di gestire la gloria delle aziende e dei marchi sui social network, attività già oggi molto diffusa che si traduce nella ricerca in forte aumento di social media manager, community manager.
Secondo quanto ha dichiarato il rapporto ISFOL 2008, crescerà il peso delle figure tecniche e specialistiche e ancor di più di quelle non qualificate.Mentre ci sarà una considerevole flessione delle figure intermedie. L’occupazione crescerà di 1,2 milioni di posti. Le previsioni sono state esposte nei risultati del Rapporto ISFOL.
A crescere saranno quindi soprattutto le posizioni di figure professionali tecniche e specialistiche e quelle non qualificate.
Per le offerte di lavoro, finanziamenti, normative e prodotti nel campo delle energie rinnovabili si consiglia di visitare il sito Energie rinnovabili.
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Offerte di lavoro
Lavorare in un call center: le regole
Il mercato del lavoro nel settore dei Call center continua ad essere caratterizzato, anche successivamente all'entrata in vigore del d.lgs. n. 276 del 2003 ed alla introduzione del lavoro a progetto, da un consistente utilizzo di contratti di collaborazione autonoma o da prestazioni occasioanli.
Un Call center è una struttura che ospita dispositivi informatici, software e risorse umane per la gestione delle telefonate aziendali in ingresso anche detto inbound e in uscita anche chiamato outbound.
I servizi di un Call center sono svolti da i cosiddetti operatori telefonici, che si occupano, di fornire informazioni, dare assistenza tecnica, condurre campagne di telemarketing o campagne promozionali
La figura professionale dell'operatore di un Call center rappresenta una risorsa che opera spesso come una sorta di consulente, offrendo un valore aggiunto ai servizi dati ai clienti.
I compiti svolti dall’operatore di Call center dipendono essenzialmente dal settore di attività dell’azienda e dalla tipologia delle prestazioni offerte.
Per quanto riguarda le prestazioni in entrata, i Call center offrono: assistenza alla clientela; numeri verdi di informazione e pubbliche relazioni; servizi di emergenza e soccorso.
Le prestazioni in uscita comprendono invece: telemarketing e teleselling per la promozione e la vendita di beni o servizi; indagini di mercato effettuate tramite interviste telefoniche; ricerca di clienti o di elenchi di nominativi; recupero crediti.
Un Call center è costituito generalmente da un Front Office che gestisce le attività a diretto contatto (telefonico o via e-mail) con i cittadini; un Back Office che gestisce le attività di supporto a garanzia dell’efficienza e della qualità dei contatti; cura l’organizzazione della conoscenza specialistica per le prestazioni complesse e le nuove prestazioni, la formazione continua e supporto specialistico, l’affiancamento nell'introduzione di nuove soluzioni operative.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito PhonEtica.
Vediamo le norme che regolano i contratti di lavoro per i Call center.
La Circolare n.17 del 14 giugno 2006 rivolta agli ispettori del lavoro, il Ministero del Lavoro ha chiarito che il contratto di lavoro a progetto può essere applicato anche nell’ambito delle attività operative telefoniche svolte dai Call center purché sussistano i seguenti presupposti: sia possibile individuare un preciso progetto o programma di lavoro; il collaboratore deve essere autonomo nella gestione dei tempi di lavoro; devono essere contemplate le modalità di coordinamento consentite tra il committente ed il collaboratore.
Le prestazioni occasionali per tali rapporti di lavoro si intendono i rapporti di durata complessiva non superiore a 30 giorni nell'arco dell'anno solare con lo stesso committente, il cui compenso complessivo sia inferiore ad euro 5.000,00.
Un Call center è una struttura che ospita dispositivi informatici, software e risorse umane per la gestione delle telefonate aziendali in ingresso anche detto inbound e in uscita anche chiamato outbound.
I servizi di un Call center sono svolti da i cosiddetti operatori telefonici, che si occupano, di fornire informazioni, dare assistenza tecnica, condurre campagne di telemarketing o campagne promozionali
La figura professionale dell'operatore di un Call center rappresenta una risorsa che opera spesso come una sorta di consulente, offrendo un valore aggiunto ai servizi dati ai clienti.
I compiti svolti dall’operatore di Call center dipendono essenzialmente dal settore di attività dell’azienda e dalla tipologia delle prestazioni offerte.
Per quanto riguarda le prestazioni in entrata, i Call center offrono: assistenza alla clientela; numeri verdi di informazione e pubbliche relazioni; servizi di emergenza e soccorso.
Le prestazioni in uscita comprendono invece: telemarketing e teleselling per la promozione e la vendita di beni o servizi; indagini di mercato effettuate tramite interviste telefoniche; ricerca di clienti o di elenchi di nominativi; recupero crediti.
Un Call center è costituito generalmente da un Front Office che gestisce le attività a diretto contatto (telefonico o via e-mail) con i cittadini; un Back Office che gestisce le attività di supporto a garanzia dell’efficienza e della qualità dei contatti; cura l’organizzazione della conoscenza specialistica per le prestazioni complesse e le nuove prestazioni, la formazione continua e supporto specialistico, l’affiancamento nell'introduzione di nuove soluzioni operative.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito PhonEtica.
Vediamo le norme che regolano i contratti di lavoro per i Call center.
La Circolare n.17 del 14 giugno 2006 rivolta agli ispettori del lavoro, il Ministero del Lavoro ha chiarito che il contratto di lavoro a progetto può essere applicato anche nell’ambito delle attività operative telefoniche svolte dai Call center purché sussistano i seguenti presupposti: sia possibile individuare un preciso progetto o programma di lavoro; il collaboratore deve essere autonomo nella gestione dei tempi di lavoro; devono essere contemplate le modalità di coordinamento consentite tra il committente ed il collaboratore.
Le prestazioni occasionali per tali rapporti di lavoro si intendono i rapporti di durata complessiva non superiore a 30 giorni nell'arco dell'anno solare con lo stesso committente, il cui compenso complessivo sia inferiore ad euro 5.000,00.
mercoledì 19 ottobre 2011
Ordini dell'industria sono in crescita
Secondo quanto riportato dall'Istat gli ordini dell'industria sono cresciuti del 5% ad agosto rispetto al mese precedente e del 10,5% rispetto ad agosto dell' anno scorso. Il fatturato ha segnato un aumento del 4%.
L'Istat ha spiegato che il mese di agosto è un mese molto fragile dal punto di vista del livello dell'indice perché le imprese chiudono e vanno in ferie, quindi basta chiudere qualche giorno in meno e l'indice sale. Vietato illudersi, insomma: "per vedere se il dato di agosto è segno di qualcos'altro – hanno osservato i tecnici dell'istituto - bisognerà aspettare il dato di settembre".
Su base mensile, il fatturato ha registrato aumenti del 3,8% sul mercato interno e del 4,6% su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi (giugno-agosto), l'indice aumenta dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti (marzo-maggio). Su base annua il fatturato ha segnato aumenti del 12,3% sul mercato interno e del 12% su quello estero.
Ha fatto sapere l'Istat, che per vedere se il dato di agosto è segno di qualcos’altro bisognerà aspettare di conoscere il dato del mese di settembre. Nell'attesa di conoscere il dato dello scorso mese, dopo la crescita delle esportazioni e la sensibile diminuzione della disoccupazione (-0,4% sul 2010) speriamo che stanno ad affiorare i primi segni di una ripresa e di un importante "rialzo" del mercato del lavoro.
lunedì 17 ottobre 2011
Giovani e lavoro: opportunità dell’apprendistato
L’Italia ha il record negativo in Europa per la disoccupazione giovanile: sono 1.138.000 gli under 35 senza lavoro. A stare peggio i ragazzi fino a 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia d’età è del 29,6% rispetto al 21% della media europea.
«Rendere ancor più incentivato l'apprendistato e incoraggiare il telelavoro soprattutto nel momento della nascita dei figli in una famiglia». Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi ha riassunto così l'orientamento del suo ministero nei prossimi mesi, intervenendo al convegno di Cometa Formazione Oltre alla presentazione del rapporto sulla solidarietà, è stata illustrata l'esperienza della Scuola Oliver Twist e il modello di integrazione Scuola Azienda nella progettazione e realizzazione delle attività di formazione che ha realizzato.
Gli apprendisti in Italia sono realmente pochi e non ricevono adeguata formazione (meno del 30% di quella programmata dalle Regioni), hanno contratti di durata limitata (il 42% dura meno di tre mesi) e godono di elevati (in termini relativi) stipendi corrisposti: in media, i più alti d'Europa.
Il contratto di apprendistato dovrebbe essere una delle forme più efficaci per contrastare una disoccupazione giovanile che non ha eguali in Europa.
Vediamo alcuni dati solo il 26% degli apprendisti è coinvolto in attività formative per l'apprendistato programmate dalle regioni. Un'incapacità a valorizzare la formazione in ambiente di lavoro indirettamente confermata dalle retribuzioni medie. Nel Regno Unito gli apprendisti sono pagati da un minimo del 45% (nell'industria) a un massimo del 60% (nel commercio) della retribuzione di un operaio con le stesse mansioni, mentre ancor più limitato è l'importo che gli apprendisti ricevono in Germania (sotto il 35%) e Svizzera (inferiore al 20%). come sostenuto dal Sole 24 ore.
La Fondazione Cometa e Fondazione per la Sussidiarietà hanno promosso un convegno sui Giovani e lavoro: esperienze e prospettive, l’opportunità dell’apprendistato. Bisogna favorire la complementarietà tra i diversi livelli di istruzione scolastica e istruzione e formazione professionale, la personalizzazione dei percorsi per valorizzare tutte le potenzialità insite nella conoscenza dei giovani e studiare un reale pluralismo dei soggetti erogatori.
«Rendere ancor più incentivato l'apprendistato e incoraggiare il telelavoro soprattutto nel momento della nascita dei figli in una famiglia». Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi ha riassunto così l'orientamento del suo ministero nei prossimi mesi, intervenendo al convegno di Cometa Formazione Oltre alla presentazione del rapporto sulla solidarietà, è stata illustrata l'esperienza della Scuola Oliver Twist e il modello di integrazione Scuola Azienda nella progettazione e realizzazione delle attività di formazione che ha realizzato.
Gli apprendisti in Italia sono realmente pochi e non ricevono adeguata formazione (meno del 30% di quella programmata dalle Regioni), hanno contratti di durata limitata (il 42% dura meno di tre mesi) e godono di elevati (in termini relativi) stipendi corrisposti: in media, i più alti d'Europa.
Il contratto di apprendistato dovrebbe essere una delle forme più efficaci per contrastare una disoccupazione giovanile che non ha eguali in Europa.
Vediamo alcuni dati solo il 26% degli apprendisti è coinvolto in attività formative per l'apprendistato programmate dalle regioni. Un'incapacità a valorizzare la formazione in ambiente di lavoro indirettamente confermata dalle retribuzioni medie. Nel Regno Unito gli apprendisti sono pagati da un minimo del 45% (nell'industria) a un massimo del 60% (nel commercio) della retribuzione di un operaio con le stesse mansioni, mentre ancor più limitato è l'importo che gli apprendisti ricevono in Germania (sotto il 35%) e Svizzera (inferiore al 20%). come sostenuto dal Sole 24 ore.
La Fondazione Cometa e Fondazione per la Sussidiarietà hanno promosso un convegno sui Giovani e lavoro: esperienze e prospettive, l’opportunità dell’apprendistato. Bisogna favorire la complementarietà tra i diversi livelli di istruzione scolastica e istruzione e formazione professionale, la personalizzazione dei percorsi per valorizzare tutte le potenzialità insite nella conoscenza dei giovani e studiare un reale pluralismo dei soggetti erogatori.
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domenica 16 ottobre 2011
E-learning formazione e lavoro
I corsi per la formazione e l’educazione lavorativa possono portare generalmente ad una scelta di un master o di un corso, comunque resta una decisione di fondamentale importanza per una formazione continua e per un miglioramento professionale. L’aggiornamento professionale va visto come una metodologia di gestione dell’innovazione che tende ad accrescere e organizzare il patrimonio di conoscenze e competenze generato dall’esperienza ed eventualmente accresciuto da investimenti precisi per informazioni e notizie si consiglia di visitare le pagine di Mondo lavoro.com sulla formazione e lavoro.
L'era della formazione a distanza denominata Fad, rappresenta una risposta concreta alla domanda di formazione continua di un pubblico generalmente adulto e molto spesso già inserito nel mondo del lavoro.
I suoi contenuti, sono strumenti fortemente strutturati e di estrema flessibilità e sono composti da software multimediali e tecnologie partecipative che hanno permesso un salto di qualità nei programmi di formazione a distanza. L’e-learning opera in un ambiente di apprendimento aperto, flessibile e informale che ovviamente deve viaggiare in rete – on line, facendo così si abbattono le frontiere di spazio e tempo e si contribuisce in modo veloce alla diffusione delle conoscenze, competenze e ad una formazione continua.
Le metodologie dell’e-learning puntano sempre più ed in modo efficace a forme di apprendimento collaborativo, le quali pongono il discente al centro di una molteplicità di relazioni e lo rendono partecipante attivo. Il singolo diventa il centro della rete della formazione continua, contribuendo alla creazione dei contenuti e li condivide in modo interattivo.
Perché bisogna usufruire della formazione e-learning.
Innanzitutto si può conseguire un titolo e aggiornare le proprie competenze senza dover lasciare la residenza o un posto di lavoro. Le tecniche e i metodi della formazione a distanza (FAD)- affiancate e monitorate da una struttura didattica dedicata - consentono un’offerta culturale di qualità ed una totale autonomia nella gestione della propria formazione, perché conciliano il problema del poco tempo a disposizione con la necessità di un aggiornamento continuo.
Obiettivo primario della formazione continua e-learning è quello di raggiungere attraverso la rete un soddisfacente livello di interazione tra docente ed allievo e tra gli stessi allievi per una organizzazione cooperativa della conoscenza.
Per un panorama dei corsi e-learning si consiglia di visitare IALweb che offre, attraverso la propria piattaforma di e-Learning, un vastissimo catalogo di attività formative on-line, nei quali sono presenti tutor on line e servizi quali forum, messaggistica, chat, interscambio di documenti e sessioni live.
L'era della formazione a distanza denominata Fad, rappresenta una risposta concreta alla domanda di formazione continua di un pubblico generalmente adulto e molto spesso già inserito nel mondo del lavoro.
I suoi contenuti, sono strumenti fortemente strutturati e di estrema flessibilità e sono composti da software multimediali e tecnologie partecipative che hanno permesso un salto di qualità nei programmi di formazione a distanza. L’e-learning opera in un ambiente di apprendimento aperto, flessibile e informale che ovviamente deve viaggiare in rete – on line, facendo così si abbattono le frontiere di spazio e tempo e si contribuisce in modo veloce alla diffusione delle conoscenze, competenze e ad una formazione continua.
Le metodologie dell’e-learning puntano sempre più ed in modo efficace a forme di apprendimento collaborativo, le quali pongono il discente al centro di una molteplicità di relazioni e lo rendono partecipante attivo. Il singolo diventa il centro della rete della formazione continua, contribuendo alla creazione dei contenuti e li condivide in modo interattivo.
Perché bisogna usufruire della formazione e-learning.
Innanzitutto si può conseguire un titolo e aggiornare le proprie competenze senza dover lasciare la residenza o un posto di lavoro. Le tecniche e i metodi della formazione a distanza (FAD)- affiancate e monitorate da una struttura didattica dedicata - consentono un’offerta culturale di qualità ed una totale autonomia nella gestione della propria formazione, perché conciliano il problema del poco tempo a disposizione con la necessità di un aggiornamento continuo.
Obiettivo primario della formazione continua e-learning è quello di raggiungere attraverso la rete un soddisfacente livello di interazione tra docente ed allievo e tra gli stessi allievi per una organizzazione cooperativa della conoscenza.
Per un panorama dei corsi e-learning si consiglia di visitare IALweb che offre, attraverso la propria piattaforma di e-Learning, un vastissimo catalogo di attività formative on-line, nei quali sono presenti tutor on line e servizi quali forum, messaggistica, chat, interscambio di documenti e sessioni live.
sabato 15 ottobre 2011
Settembre 2011, riparte la cassa integrazione guadagni (cig)
La richiesta di ore di cig a livello nazionale è cresciuta di circa il 50% rispetto al mese di agosto, "azzerando la riduzione registrata nei tre mesi precedenti e mettendo a segno la quarta richiesta più alta dell'anno in corso". Il record nell'incremento è della Sardegna.
E’ ripartita a settembre la corsa della cassa integrazione guadagni . Mettendo insieme i dati di tre distinte ricerche di Cgil, Cisl e Uil, emerge infatti che la cassa integrazione, dopo l'estate, ha ripreso a correre, con un aumento del 50% rispetto ad agosto (mese che potrebbe però essere viziato dal calo stagionale dovuto alle ferie) e del 3,7% su luglio, e un incremento particolarmente significativo nelle regioni del Mezzogiorno (+80% su agosto). I lavoratori in cassa a zero ore sono 470mila.
Anche la cassa integrazione straordinaria (cigs) a settembre aumenta su agosto del 32,10% per un totale di 33.703.819 ore. Nel corso dei primi nove mesi dell'anno le ore di cigs sono state 315.146.549 per un -13,45% sul periodo gennaio-settembre 2010. Infine, anche per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd) si marcano aumenti sul versante congiunturale. A settembre conta 28.839.083 di ore richieste, segnando così un +19,84% su agosto, mentre da inizio anno le ore sono state 250.044.328 per un -12,53% sui primi nove mesi del 2010.
Dallo studio della Cgil si segnala come, parallelamente alla cig, cresca anche il numero di aziende in cassa integrazione straordinaria di circa l'8% da inizio mese sui primi nove mesi dello scorso anno, "per motivi legati strettamente alla crisi economica", e dove si confermano essere 470 mila i lavoratori in cig a zero ore che hanno perso nel loro reddito oltre 2,8 miliardi di euro, pari a circa 6 mila euro per ogni singolo lavoratore.
E’ ripartita a settembre la corsa della cassa integrazione guadagni . Mettendo insieme i dati di tre distinte ricerche di Cgil, Cisl e Uil, emerge infatti che la cassa integrazione, dopo l'estate, ha ripreso a correre, con un aumento del 50% rispetto ad agosto (mese che potrebbe però essere viziato dal calo stagionale dovuto alle ferie) e del 3,7% su luglio, e un incremento particolarmente significativo nelle regioni del Mezzogiorno (+80% su agosto). I lavoratori in cassa a zero ore sono 470mila.
Anche la cassa integrazione straordinaria (cigs) a settembre aumenta su agosto del 32,10% per un totale di 33.703.819 ore. Nel corso dei primi nove mesi dell'anno le ore di cigs sono state 315.146.549 per un -13,45% sul periodo gennaio-settembre 2010. Infine, anche per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd) si marcano aumenti sul versante congiunturale. A settembre conta 28.839.083 di ore richieste, segnando così un +19,84% su agosto, mentre da inizio anno le ore sono state 250.044.328 per un -12,53% sui primi nove mesi del 2010.
Dallo studio della Cgil si segnala come, parallelamente alla cig, cresca anche il numero di aziende in cassa integrazione straordinaria di circa l'8% da inizio mese sui primi nove mesi dello scorso anno, "per motivi legati strettamente alla crisi economica", e dove si confermano essere 470 mila i lavoratori in cig a zero ore che hanno perso nel loro reddito oltre 2,8 miliardi di euro, pari a circa 6 mila euro per ogni singolo lavoratore.
domenica 9 ottobre 2011
INPS: per i giovani pensioni al 70% del reddito
Uno studio Inps , pubblicato dal Corriere della Sera, spiega che l'importo non sarà così basso come si è stimato finora. L'allungamento dell'età lavorativa dopo le recenti riforme pensionistiche "farà sì che l'importo potrà essere pari al 70% dell'ultimo stipendio per un lavoratore dipendente e del 57% per un parasubordinato. Questa la stima di uno studio dell'Inps pubblicato dal Corriere della Sera. Secondo lo studio "è l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende"
È l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende. E’ da rivisitare il discorso che si è sempre fatto sul calcolo contributivo che falcidiava le pensioni, riducendo il tasso di copertura rispetto all'ultimo stipendio a circa la metà dello stesso. Questo è risultato vero fino a quando l'età pensionabile era rimasta più o meno la stessa di prima: 58-60 anni per la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) e 65 per quella di vecchiaia (60 per le donne).
Però “chi comincia a lavorare oggi - si legge - non potrà andare in pensione prima di aver raggiunto 65 anni e 3 mesi (nel 2046) se avrà i 35 anni di contributi necessari per la pensione anticipata, senza differenze tra uomini e donne. Altrimenti dovrà attendere fino a 69 anni e 3 mesi. Sarà infatti questa l'età di pensionamento di vecchiaia richiesta nel 2046, per effetto di tre misure: finestra mobile (la pensione decorre con ritardo di 12-18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti); aumento a 65 anni dell'età di vecchiaia per le donne; adeguamento automatico ogni tre anni dell'età pensionabile alla speranza di vita". Il risultato è che anche le pensioni di vecchiaia avranno alla fine almeno 35 anni di contributi.
Vediamo un esempio. Una persona che comincia a lavorare oggi a 34 anni e andrà in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente prenderà il 70% dell'ultimo stipendio. Che si riduce al 54% per un lavoratore autonomo, ma è bene ricordare che i lavoratori autonomi questi versano all'Inps il 20% contro il 33% dei lavoratori dipendenti. Anche ipotizzando il caso di un precario che restasse tale per tutta la vita lavorativa, la conclusione è che andrebbe in pensione con un assegno pari al 57% dell'ultima retribuzione.
Nello studio Inps del Corriere della Sera, che si parlan di tassi di copertura al netto delle tasse e non al lordo, come si usa di solito. Ma quello che conta è il netto che entra nelle tasche del pensionato. E siccome sulle pensioni non si pagano i contributi e si versano meno imposte che sulla retribuzione, ecco che il tasso di copertura se ne giova.
Il problema – spiega Stefano Patriarca responsabile ufficio Studi dell’Inps, – è che se la retribuzione è bassa allora la pensione potrebbe non essere sufficiente, ma questo riguarda il mercato del lavoro e non il sistema previdenziale, perché non si possono avere pensioni ricche se le retribuzioni sono povere”.
Si consiglia di visitare le tabelle pubblicate sul Corriere della Sera i conti delle pensioni dei giovani e sulla evoluzione dell’età di pensionamento.
È l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende. E’ da rivisitare il discorso che si è sempre fatto sul calcolo contributivo che falcidiava le pensioni, riducendo il tasso di copertura rispetto all'ultimo stipendio a circa la metà dello stesso. Questo è risultato vero fino a quando l'età pensionabile era rimasta più o meno la stessa di prima: 58-60 anni per la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) e 65 per quella di vecchiaia (60 per le donne).
Però “chi comincia a lavorare oggi - si legge - non potrà andare in pensione prima di aver raggiunto 65 anni e 3 mesi (nel 2046) se avrà i 35 anni di contributi necessari per la pensione anticipata, senza differenze tra uomini e donne. Altrimenti dovrà attendere fino a 69 anni e 3 mesi. Sarà infatti questa l'età di pensionamento di vecchiaia richiesta nel 2046, per effetto di tre misure: finestra mobile (la pensione decorre con ritardo di 12-18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti); aumento a 65 anni dell'età di vecchiaia per le donne; adeguamento automatico ogni tre anni dell'età pensionabile alla speranza di vita". Il risultato è che anche le pensioni di vecchiaia avranno alla fine almeno 35 anni di contributi.
Vediamo un esempio. Una persona che comincia a lavorare oggi a 34 anni e andrà in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente prenderà il 70% dell'ultimo stipendio. Che si riduce al 54% per un lavoratore autonomo, ma è bene ricordare che i lavoratori autonomi questi versano all'Inps il 20% contro il 33% dei lavoratori dipendenti. Anche ipotizzando il caso di un precario che restasse tale per tutta la vita lavorativa, la conclusione è che andrebbe in pensione con un assegno pari al 57% dell'ultima retribuzione.
Nello studio Inps del Corriere della Sera, che si parlan di tassi di copertura al netto delle tasse e non al lordo, come si usa di solito. Ma quello che conta è il netto che entra nelle tasche del pensionato. E siccome sulle pensioni non si pagano i contributi e si versano meno imposte che sulla retribuzione, ecco che il tasso di copertura se ne giova.
Il problema – spiega Stefano Patriarca responsabile ufficio Studi dell’Inps, – è che se la retribuzione è bassa allora la pensione potrebbe non essere sufficiente, ma questo riguarda il mercato del lavoro e non il sistema previdenziale, perché non si possono avere pensioni ricche se le retribuzioni sono povere”.
Si consiglia di visitare le tabelle pubblicate sul Corriere della Sera i conti delle pensioni dei giovani e sulla evoluzione dell’età di pensionamento.
Offerte di lavoro ottobre 2011
Gli annunci di lavoro provengono per la maggior parte dalle Agenzie di somministrazione, ma non mancano le offerte da parte dei privati.
Come rilevato dal Sole 24 ore i datori di lavoro che sarebbero pronti ad assumere manodopera in vista della ripartenza autunnale della produzione non riescono a trovare candidati adeguati da inserire in organico. Carpentieri e falegnami, elettricisti e meccanici, tecnici, segretari, assistenti personali, operai e sales manager sono le figure professionali più ambite al tempo stesso sono però le più difficili da trovare.
Le migliori strategie per superare la carenza di talenti: per il 27% è quella di individuare persone interne all'azienda da formare, per il 14% cambiare metodo di recruiting mentre il 7% sostiene che sia necessario aumentare le retribuzioni. «Noi abbiamo appena lanciato un nuovo brand che si chiama Experis e che mira proprio a superare questo gap - amministratore delegato di Manpower Stefano Scabbio. È una vera e propria "talent company" che aiuterà le aziende a individuare le figure professionali adatte alle loro esigenze».
Le candidature generalmente possono essere inoltrate online.
Esaminiamo alcune opportunità di lavoro offerte dalle aziende.
Dall'azienda francese di abbigliamento Camaieu arrivano per il momento 24 offerte di lavoro sparse tra nord e sud e per le più svariate posizioni professionali .
La Camcom, la Camera di commercio di Roma ha bisogno di diplomati, i quali devono avere un diploma di qualifica professionale a contenuto informatico o un diploma di licenza media integrato ad un attestato di informatica riconosciuto le domande devono essere inviate all’indirizzo selezioni@rmlegalmail.camcom.it entro il 27 ottobre 2011. Le figure che occorrono alla Camera di commercio sono informatici e assistenti ai servizi amministrativi.
Molte posizioni sono offerte da Calzedonia tra cui architetti, modellisti, addetti selezione del personale, tecnici, impiegati uffici stampa, ingegneri, laureati in economia, laureati in lingue, baristi, stagisti, consulenti di zona.
L’azienda, Studio Formazione Etica Account manager per web agency, i servizi che devono essere padroneggiati e proposti sono soprattutto quelli orientati al web marketing (SEO, SEM, ecommerce, web advertising ...) La persona deve essere capace di gestire in modo autonomo i clienti e coordinare il lavoro di produzione.
Numerose sono le offerte che vengono anche da SKY: stagisti, junior buyer, addetti acquisizione diritti sport, analista tecnico, web project manager e tante altre.
La Men at work: Addetto conduzione del muletto con esperienza pregressa nella stessa mansione, svolgendo attività di movimentazione merce con l'utilizzo di tutti i tipi di muletto. E un Responsabile manutenzione meccanica manutentore meccanico con esperienza in analoga mansione e buone capacità di lettura del disegno meccanico. La risorsa dovrà coordinare il team delle manutenzioni e deve aver esperienza nel settore metalmeccanico, meglio se nel settore specifico delle acciaierie,laminatoi o ferriere.
La BNL ricerca project manager, project expert, gestore small business, program manager, addetto sourcing e altre figure professionali. La ricerca è rivolta a tutto il territorio italiano.
La Manpower offre delle opportunità come:
Addetto customer service per l’approvvigionamenti e gestione acquisti-magazzino. Il candidato deve essere in possesso di diploma o laurea, conoscenza sufficiente di una lingua straniera, pregressa esperienza nella gestione del magazzino, capacità di relazione nel rapporto fornitori, competenze nel calcolo della gestione dei processi di produzione e gestione tempi di acquisto merce scorte di magazzino.
Impiegato commerciale e diplomato ad indirizzo meccanico, elettronico, elettrotecnico da inserire in organico come Venditore. La risorsa si occuperà di affiancare i funzionari commerciali;
Assemblatore meccanico La risorsa si occuperà del montaggio degli stampi, incluse la rifinitura manuale e la correzione di difetti sul banco.
Come rilevato dal Sole 24 ore i datori di lavoro che sarebbero pronti ad assumere manodopera in vista della ripartenza autunnale della produzione non riescono a trovare candidati adeguati da inserire in organico. Carpentieri e falegnami, elettricisti e meccanici, tecnici, segretari, assistenti personali, operai e sales manager sono le figure professionali più ambite al tempo stesso sono però le più difficili da trovare.
Le migliori strategie per superare la carenza di talenti: per il 27% è quella di individuare persone interne all'azienda da formare, per il 14% cambiare metodo di recruiting mentre il 7% sostiene che sia necessario aumentare le retribuzioni. «Noi abbiamo appena lanciato un nuovo brand che si chiama Experis e che mira proprio a superare questo gap - amministratore delegato di Manpower Stefano Scabbio. È una vera e propria "talent company" che aiuterà le aziende a individuare le figure professionali adatte alle loro esigenze».
Le candidature generalmente possono essere inoltrate online.
Esaminiamo alcune opportunità di lavoro offerte dalle aziende.
Dall'azienda francese di abbigliamento Camaieu arrivano per il momento 24 offerte di lavoro sparse tra nord e sud e per le più svariate posizioni professionali .
La Camcom, la Camera di commercio di Roma ha bisogno di diplomati, i quali devono avere un diploma di qualifica professionale a contenuto informatico o un diploma di licenza media integrato ad un attestato di informatica riconosciuto le domande devono essere inviate all’indirizzo selezioni@rmlegalmail.camcom.it entro il 27 ottobre 2011. Le figure che occorrono alla Camera di commercio sono informatici e assistenti ai servizi amministrativi.
Molte posizioni sono offerte da Calzedonia tra cui architetti, modellisti, addetti selezione del personale, tecnici, impiegati uffici stampa, ingegneri, laureati in economia, laureati in lingue, baristi, stagisti, consulenti di zona.
L’azienda, Studio Formazione Etica Account manager per web agency, i servizi che devono essere padroneggiati e proposti sono soprattutto quelli orientati al web marketing (SEO, SEM, ecommerce, web advertising ...) La persona deve essere capace di gestire in modo autonomo i clienti e coordinare il lavoro di produzione.
Numerose sono le offerte che vengono anche da SKY: stagisti, junior buyer, addetti acquisizione diritti sport, analista tecnico, web project manager e tante altre.
La Men at work: Addetto conduzione del muletto con esperienza pregressa nella stessa mansione, svolgendo attività di movimentazione merce con l'utilizzo di tutti i tipi di muletto. E un Responsabile manutenzione meccanica manutentore meccanico con esperienza in analoga mansione e buone capacità di lettura del disegno meccanico. La risorsa dovrà coordinare il team delle manutenzioni e deve aver esperienza nel settore metalmeccanico, meglio se nel settore specifico delle acciaierie,laminatoi o ferriere.
La BNL ricerca project manager, project expert, gestore small business, program manager, addetto sourcing e altre figure professionali. La ricerca è rivolta a tutto il territorio italiano.
La Manpower offre delle opportunità come:
Addetto customer service per l’approvvigionamenti e gestione acquisti-magazzino. Il candidato deve essere in possesso di diploma o laurea, conoscenza sufficiente di una lingua straniera, pregressa esperienza nella gestione del magazzino, capacità di relazione nel rapporto fornitori, competenze nel calcolo della gestione dei processi di produzione e gestione tempi di acquisto merce scorte di magazzino.
Impiegato commerciale e diplomato ad indirizzo meccanico, elettronico, elettrotecnico da inserire in organico come Venditore. La risorsa si occuperà di affiancare i funzionari commerciali;
Assemblatore meccanico La risorsa si occuperà del montaggio degli stampi, incluse la rifinitura manuale e la correzione di difetti sul banco.
domenica 2 ottobre 2011
Novità in materia di lavoro tirocinio formativo, collocamento obbligatorio e formazione continua
Vediamo di chiarire alcuni aspetti in materia di lavoro con l’approvazione della nuova Manovra finanziaria e il Titolo III del decreto legge 138 del 2011 vediamo quelli che interessano a chi cerca lavoro. Uno riguarda il tirocinio formativo e un altro il collocamento obbligatorio .E si aggiunge anche la formazione continua.
Tirocinio formativo.
E’ stabilito dalla nuova legislazione che può essere proposto da un’università, un ente formativo etc solo per un massimo di sei mesi, i quali non sono prorogabili, ed in modo esclusivo a un diplomato o un laureato da non più di dodici mesi.
Vediamo l’ipotesi di un giovane diplomato da più di una anno e iscritto all’università. Questo studente trova un tirocinio di suo interesse e chiede alla sua università di siglare la necessaria convezione con’Azienda pronta ad accoglierlo come tirocinante. Il tirocinio formativo non è esplicitamente previsto dal proprio percorso di studi e quindi è extracurriculare.
In caso di controllo da parte di un ispettore del lavoro, l’università sarebbe passibile di una sanzione che potrebbe arrivare fino all’obbligo dell’assunzione. Evento che non può accadere in quanto tale tirocinio (circolare n. 24 12 settembre 2011) è equiparato al tirocinio curriculare. Quindi è l’abuso del tirocinio da parte delle aziende che si è voluto sanzionare con questa legislazione. La circolare chiarisce, inoltre, che per prevenire gli abusi e un utilizzo distorto di questo strumento formativo, il personale ispettivo responsabile verificherà l’effettiva tipologia del tirocinio e la sua legittimità alla luce della normativa.
Qualora il tirocinio non risulti conforme alla nuova disciplina, il personale ispettivo potrà riqualificare il rapporto come di natura subordinata, con relativa applicazione delle sanzioni amministrative e con il recupero dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi omessi.
Quindi i limiti posti dalla manovra riguardano i tirocini non curriculari: sono quelli non inseriti in programmi di alternanza scuola-lavoro o legati a istituti professionali. I master universitari non sono stati toccati. Per tutti gli altri, la norma prevede una sorta di uno-due: possono essere promossi unicamente a favore di neo-diplomati o neo-laureati entro dodici mesi dal conseguimento del titolo di studio E non possono avere una durata superiore a sei mesi, comprese le proroghe.
Collocamento obbligatorio
Per il collocamento obbligatorio è stabilito che la quota obbligatoria di categoria protette rispetto al resto del personale non deve essere calcolata sede per sede ma nel numero complessivo sull’intero organico dell’azienda
Formazione continua
Si è stabilito che si può fare ricorso ai fondi interprofessionali non solo al personale dipendente, come si verificati fino adesso, ma anche per gli apprendisti e ai collaboratori a progetto.
Tirocinio formativo.
E’ stabilito dalla nuova legislazione che può essere proposto da un’università, un ente formativo etc solo per un massimo di sei mesi, i quali non sono prorogabili, ed in modo esclusivo a un diplomato o un laureato da non più di dodici mesi.
Vediamo l’ipotesi di un giovane diplomato da più di una anno e iscritto all’università. Questo studente trova un tirocinio di suo interesse e chiede alla sua università di siglare la necessaria convezione con’Azienda pronta ad accoglierlo come tirocinante. Il tirocinio formativo non è esplicitamente previsto dal proprio percorso di studi e quindi è extracurriculare.
In caso di controllo da parte di un ispettore del lavoro, l’università sarebbe passibile di una sanzione che potrebbe arrivare fino all’obbligo dell’assunzione. Evento che non può accadere in quanto tale tirocinio (circolare n. 24 12 settembre 2011) è equiparato al tirocinio curriculare. Quindi è l’abuso del tirocinio da parte delle aziende che si è voluto sanzionare con questa legislazione. La circolare chiarisce, inoltre, che per prevenire gli abusi e un utilizzo distorto di questo strumento formativo, il personale ispettivo responsabile verificherà l’effettiva tipologia del tirocinio e la sua legittimità alla luce della normativa.
Qualora il tirocinio non risulti conforme alla nuova disciplina, il personale ispettivo potrà riqualificare il rapporto come di natura subordinata, con relativa applicazione delle sanzioni amministrative e con il recupero dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi omessi.
Quindi i limiti posti dalla manovra riguardano i tirocini non curriculari: sono quelli non inseriti in programmi di alternanza scuola-lavoro o legati a istituti professionali. I master universitari non sono stati toccati. Per tutti gli altri, la norma prevede una sorta di uno-due: possono essere promossi unicamente a favore di neo-diplomati o neo-laureati entro dodici mesi dal conseguimento del titolo di studio E non possono avere una durata superiore a sei mesi, comprese le proroghe.
Collocamento obbligatorio
Per il collocamento obbligatorio è stabilito che la quota obbligatoria di categoria protette rispetto al resto del personale non deve essere calcolata sede per sede ma nel numero complessivo sull’intero organico dell’azienda
Formazione continua
Si è stabilito che si può fare ricorso ai fondi interprofessionali non solo al personale dipendente, come si verificati fino adesso, ma anche per gli apprendisti e ai collaboratori a progetto.
Finestra mobile pensioni 2011
La finestra mobile è una nuova modalità per calcolare le decorrenze pensionistiche dei lavoratori sia pubblici che privati. A distanza di poco più di tre mesi dall’applicazione di tale norma, anche l’Inps ha deciso di illustrare nel dettaglio gli estremi della nuova disposizione.
Dal primo gennaio 2011, i lavoratori dipendenti hanno conseguito il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico di anzianità e vecchiaia dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti anagrafici e contributivi. Per i lavoratori autonomi, invece, la decorrenza è prevista dopo 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Quindi le novità della finestra mobile toccano i soggetti che maturano il diritto all'accesso al pensionamento di vecchiaia a 65 anni per gli uomini e a 60 anni per le lavoratrici del settore privato, i lavoratori del settore pubblico che maturano il diritto all’accesso al pensionamento per età e contributi, le lavoratrici iscritte alle forme esclusive dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità e la vecchiaia.
Secondo i dati esposti dall’Inps le nuove pensioni hanno registrato un forte calo soprattutto grazie agli interventi della manovra 2010. Secondo questi dati con l'entrata in vigore della finestra mobile e dell'aumento di un anno per l'età minima per la pensione di anzianità nei primi 8 mesi dell'anno, le nuove pensioni sono passate da 257.940 a 208.134 (-19,3%). I dati dimostrano che le riforme hanno funzionato, ha detto il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua ricordando l'entrata in vigore quest'anno dell'aumento dell'età minima per la pensione di anzianità (a 60 anni per i dipendenti e 61 per gli autonomi) e della cosiddetta finestra mobile ossia 12 mesi di rinvio della decorrenza dal momento del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia e di anzianità, 18 per gli autonomi.
Sono rimasti bloccati dalla misura sulla finestra mobile soprattutto i lavoratori dipendenti: nei primi otto mesi del 2011 sono usciti con una pensione di vecchiaia solo in 43.221 a fronte dei 68.070 dei primi otto mesi del 2010 (-36,5%) mentre per i coltivatori diretti, artigiani e commercianti i cali sono stati molto meno consistenti (per i commercianti sono state solo 1.000 in meno, tra le 19.829 dei primi 8 mesi 2010 a 18.852 dei primi otto mesi 2011).
"L'Inps chiuderà anche il 2011 con un avanzo finanziario come ha sottolineato il presidente dell’ente di previdenza. "Siamo impegnati perché il piccolo segno meno del bilancio preventivo assestato 2011 diventi un segno più a consuntivo. Le riscossioni aumentano e i dati sull'occupazione ci fanno ben sperare. Anche i dati sulle nuove pensioni sono migliori del previsto. Penso che chiuderemo l'anno in avanzo".
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