Se il datore di lavoro decide senza accordi il tempo parziale di un dipendente è nullo e lo stesso ha diritto al risarcimento.
La scelta unilaterale del datore di lavoro di ridurre l'orario di lavoro dei propri dipendenti è nulla ed costringe l'azienda a pagare la retribuzione piena. E’ quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, sentenza 24476/2011 , bocciando il ricorso di una impresa farmaceutica attiva che era stata condannata in Appello dopo aver vinto in primo grado.
La sentenza riguarda la storia di un dipendente di lungo corso che dopo quasi trenta anni di servizio, si vede ridurre per una decisione aziendale l'orario di lavoro e quindi la fonte retributiva, lo stipendio. Andato in pensione tre anni dopo, nel 2011, aveva richiesto il pagamento per tutte le ore prestate in meno, determinandone l'ammontare a quasi 10mila euro. Il tribunale di Lecce in prima istanza bocciò la domanda sulla base del fatto che dalla testimonianza dello stesso dipendente era emersa la sottoscrizione di un accordo sindacale del 1990 in cui si accettava la riduzione dell'orario di lavoro.
Per la Corte d'Appello, ragionamento poi condiviso in Cassazione, però quell'accordo sindacale era troppo datato nel tempo per poter essere applicato al caso specifico, che invece dipendeva da una decisione datoriale autonoma del 1999. Non solo, ma anche se vi fosse stato un ulteriore accordo verbale sulla riduzione dell'orario sarebbe comunque mancata la forma scritta che in questo caso è richiesta ad substantiam. Ragion per cui la clausola era da considerarsi nulla e il rapporto convertito nuovamente in contratto a tempo pieno, con il conseguente diritto a vedersi retribuite le ora lavorative non prestate. Infatti, ricorda la Cassazione la trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale è ammessa soltanto su accordo delle parti, risultante da atto scritto, e per di più convalidato dalla Direzione provinciale del Lavoro dopo aver ascoltato il dipendente.
Quindi deve essere risarcito il dipendente se non condivide la riduzione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
domenica 27 novembre 2011
Posta Elettronica Certificata (PEC): c'è la proroga
La Posta Elettronica Certificata (PEC) è il sistema che consente di inviare e-mail con valore legale equiparato ad una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, la Pec è in grado di garantire la certezza del contenuto non rendendo possibili modifiche al messaggio, sia per quanto riguarda i contenuti che eventuali allegati. La Posta Elettronica Certificata garantisce - in caso di contenzioso - l'opponibilità a terzi del messaggio. Per informazioni si consiglia di visitare il sito http://www.pec.it/.
Una circolare emanata dal ministero dello Sviluppo economico ha invitato le Camere di commercio a non applicare la sanzione prevista per le società che non comunicano il proprio indirizzo di posta elettronica certificata al Registro imprese entro la scadenza che era fissata per il 29 novembre 2011. Quindi a causa delle numerose segnalazioni da parti di gestori del sistema di posta elettronica certificata e per l'impossibilità di fare fronte all'enorme tante richieste di nuovi indirizzi di P.E.C. concentratasi nell'imminenza del termine del 29 novembre, il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato la circolare n. 224402 in cui si dà l'opportunità alla Camere di commercio di astenersi dall'applicare le sanzioni a società e soggetti che non abbiano provveduto alla comunicazione nei termini e di considerare come corretto anche l'adempimento tardivo.
Ed il termine dovrebbe arrivare «almeno fino all'inizio del nuovo anno». La circolare ha spiegato che essendo nel frattempo pervenute numerose segnalazioni», da parte dei gestori del sistema di posta elettronica certificata, sull'«impossibilità di fare fronte all'enorme mole di richieste di nuovi indirizzi di Pec, concentratasi nell'imminenza del termine, in tempi compatibili con il rispetto del termine stesso». Nonostante la scadenza per la comunicazione dell'indirizzo Pec al Registro imprese sia stata fissata nel 2008, tutte le società si sono attivate, dunque, negli ultimi giorni disponibili.
Il ministero dello Sviluppo economico ha ritenuto che sia impossibile individuare, per le società che non dovessero rispettare la scadenza (quelle già in regola al 21 novembre erano solo il 36,5%), «l'elemento soggettivo (dolo o colpa)» che in base all'articolo 3 della legge 689/81 «è presupposto necessario per l'assoggettamento alla sanzione amministrativa».
Vediampo come funziona. I messaggi di Posta Certificata vengono spediti tra 2 caselle, e quindi Domini, certificati. Quando il mittente possessore di una casella di PEC invia un messaggio ad un altro utente certificato, il messaggio viene raccolto dal gestore del dominio certificato detto punto di accesso, che lo racchiude in una busta di trasporto e vi applica una firma elettronica in modo da garantirne inalterabilità e provenienza. Dopo questo passaggio questo indirizza il messaggio al gestore di PEC destinatario che verifica la firma e lo consegna al destinatario denominato punto di consegna. Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito http://www.pecimprese.it/
La Pec deve essere acquistata - anche online - da uno dei gestori autorizzati da DigiitPA (Ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione). Per acquistare la casella basta cliccare sul nome del gestore e seguire le istruzioni. L'indirizzo Pec deve essere già attivato nel momento della comunicazione al Registro Imprese. L'indirizzo Pec va comunicato al Registro Imprese della sede legale dell'impresa esclusivamente per via telematica attraverso le procedure presenti sul portale a questo indirizzo http://www.registroimprese.it/
Grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, la Pec è in grado di garantire la certezza del contenuto non rendendo possibili modifiche al messaggio, sia per quanto riguarda i contenuti che eventuali allegati. La Posta Elettronica Certificata garantisce - in caso di contenzioso - l'opponibilità a terzi del messaggio. Per informazioni si consiglia di visitare il sito http://www.pec.it/.
Una circolare emanata dal ministero dello Sviluppo economico ha invitato le Camere di commercio a non applicare la sanzione prevista per le società che non comunicano il proprio indirizzo di posta elettronica certificata al Registro imprese entro la scadenza che era fissata per il 29 novembre 2011. Quindi a causa delle numerose segnalazioni da parti di gestori del sistema di posta elettronica certificata e per l'impossibilità di fare fronte all'enorme tante richieste di nuovi indirizzi di P.E.C. concentratasi nell'imminenza del termine del 29 novembre, il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato la circolare n. 224402 in cui si dà l'opportunità alla Camere di commercio di astenersi dall'applicare le sanzioni a società e soggetti che non abbiano provveduto alla comunicazione nei termini e di considerare come corretto anche l'adempimento tardivo.
Ed il termine dovrebbe arrivare «almeno fino all'inizio del nuovo anno». La circolare ha spiegato che essendo nel frattempo pervenute numerose segnalazioni», da parte dei gestori del sistema di posta elettronica certificata, sull'«impossibilità di fare fronte all'enorme mole di richieste di nuovi indirizzi di Pec, concentratasi nell'imminenza del termine, in tempi compatibili con il rispetto del termine stesso». Nonostante la scadenza per la comunicazione dell'indirizzo Pec al Registro imprese sia stata fissata nel 2008, tutte le società si sono attivate, dunque, negli ultimi giorni disponibili.
Il ministero dello Sviluppo economico ha ritenuto che sia impossibile individuare, per le società che non dovessero rispettare la scadenza (quelle già in regola al 21 novembre erano solo il 36,5%), «l'elemento soggettivo (dolo o colpa)» che in base all'articolo 3 della legge 689/81 «è presupposto necessario per l'assoggettamento alla sanzione amministrativa».
Vediampo come funziona. I messaggi di Posta Certificata vengono spediti tra 2 caselle, e quindi Domini, certificati. Quando il mittente possessore di una casella di PEC invia un messaggio ad un altro utente certificato, il messaggio viene raccolto dal gestore del dominio certificato detto punto di accesso, che lo racchiude in una busta di trasporto e vi applica una firma elettronica in modo da garantirne inalterabilità e provenienza. Dopo questo passaggio questo indirizza il messaggio al gestore di PEC destinatario che verifica la firma e lo consegna al destinatario denominato punto di consegna. Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito http://www.pecimprese.it/
La Pec deve essere acquistata - anche online - da uno dei gestori autorizzati da DigiitPA (Ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione). Per acquistare la casella basta cliccare sul nome del gestore e seguire le istruzioni. L'indirizzo Pec deve essere già attivato nel momento della comunicazione al Registro Imprese. L'indirizzo Pec va comunicato al Registro Imprese della sede legale dell'impresa esclusivamente per via telematica attraverso le procedure presenti sul portale a questo indirizzo http://www.registroimprese.it/
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sabato 26 novembre 2011
Tredicesime 2011 più leggere, in forte calo
Quest'anno dovremo aspettarci, e non tutti i lavoratori,. tredicesime più leggere rispetto al 2010. La perdita di potere d'acquisto varia da 10 euro per un operaio a 25 euro per un dirigente. "Queste riduzioni sono dovute al fatto che nel 2011 gli aumenti contrattuali sono cresciuti meno dell'inflazione.
Per la prima volta in venti anni "diminuisce di 0,8 miliardi di euro, con un calo del 2,2%, il monte tredicesime 2011". Lo sottolineano in una nota le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, calcolando che il complesso delle gratifiche di fine anno si attesterà a quota 35 miliardi di euro. "Quasi l'80% delle tredicesime - rilevano i presidenti di Adusbef, Elio Lannutti, e Federconsumatori, Rosario Trefiletti - delle tredicesime verrà 'mangiato' da tasse, mutui, bolli, canoni, rimborso di debiti pregressi". Solo il 20,2%, dunque appena un quinto, sarà "destinato a risparmi, regali, viaggi, consumi alimentari".
Le due associazioni invitano il governo ad "evitare l'aumento dell'Iva e il ritorno dell'Ici sulla prima casa". Le tredicesime andranno per 10,2 miliardi di euro ai pensionati (-1,92%); 9,2 miliardi ai lavoratori pubblici (-1,07%); 15,6 miliardi (-3,1%) ai dipendenti privati dei settori agricoltura, industria e terziario. Adusbef e Federconsumatori prevedono poi "un Natale durissimo sul fronte dei consumi, destinati a calare del 6,9% perché almeno tre famiglie su quattro taglieranno le spese per l'incerta situazione economica".
Le due associazioni si appellano al governo affinché venga evitato un nuovo aumento dell'Iva o il ritorno dell'Ici sulla casa di abitazione "potendo reperire maggiori risorse nei capitali scudati che, con un prelievo straordinario del 20%, darebbero un gettito immediato di 21 miliardi di euro, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre 1 milione di euro".
Per la prima volta in venti anni "diminuisce di 0,8 miliardi di euro, con un calo del 2,2%, il monte tredicesime 2011". Lo sottolineano in una nota le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, calcolando che il complesso delle gratifiche di fine anno si attesterà a quota 35 miliardi di euro. "Quasi l'80% delle tredicesime - rilevano i presidenti di Adusbef, Elio Lannutti, e Federconsumatori, Rosario Trefiletti - delle tredicesime verrà 'mangiato' da tasse, mutui, bolli, canoni, rimborso di debiti pregressi". Solo il 20,2%, dunque appena un quinto, sarà "destinato a risparmi, regali, viaggi, consumi alimentari".
Le due associazioni invitano il governo ad "evitare l'aumento dell'Iva e il ritorno dell'Ici sulla prima casa". Le tredicesime andranno per 10,2 miliardi di euro ai pensionati (-1,92%); 9,2 miliardi ai lavoratori pubblici (-1,07%); 15,6 miliardi (-3,1%) ai dipendenti privati dei settori agricoltura, industria e terziario. Adusbef e Federconsumatori prevedono poi "un Natale durissimo sul fronte dei consumi, destinati a calare del 6,9% perché almeno tre famiglie su quattro taglieranno le spese per l'incerta situazione economica".
Le due associazioni si appellano al governo affinché venga evitato un nuovo aumento dell'Iva o il ritorno dell'Ici sulla casa di abitazione "potendo reperire maggiori risorse nei capitali scudati che, con un prelievo straordinario del 20%, darebbero un gettito immediato di 21 miliardi di euro, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre 1 milione di euro".
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Festività lavorative 2011
Come tutti gli anni in questo periodo dove si avvicinane le feste e le festività per i lavoratori d'altro canto arrivano dalle agenzie per il lavoro le offerte della grande distribuzione per gli impieghi legati al momento caldo che parte con il Natale e finisce con l'anno nuovo e la Befana. Si cercano in questo periodo di feste soprattutto commessi, magazzinieri, responsabili di negozio, addetti ai banchi di gastronomia in genere. I contratti generalmente sono a tempo determinato o con prestazione occasionale, ma a volte, e soprattutto se ha “retto” il mercato e le sue richieste sono state soddisfacenti, si possono poi trasformare a contratto a tempo indeterminato.
Le agenzie di lavoro per trovare opportunità di lavoro si possono consultare i siti delle agenzie per il lavoro. Fra le principali ci sono sono Adecco all'indirizzo http://www.adecco.it/, Manpower http://www.manpower.it/, Obiettivo Lavoro http://www.obiettivolavoro.it/, Randstad http://www.ranstad.it/, .
Quindi se da un lato è innegabile che stiamo ancora attraversando un periodo di crisi economica, è anche vero che ci stiamo avvicinando ad uno dei periodi dell'anno in cui l'economia dovrebbe acquisire una certa rilevanza. Natale è alle porte e per chi è disposto a coglierle questo periodo si presenta ricco di occasioni, offerte ed opportunità lavorative.
Mentre per quanto riguarda il lavoratore dipendente, esso ha diritto alla retribuzione per i giorni di festività goduti come riposo. Nel caso in cui presta invece il lavoro festivo ha diritto alla retribuzione con una percentuale di maggiorazione. Il lavoratore subordinato ha diritto a giorni di riposo dalla propria attività lavorativa, dallo svolgimento del proprio orario di lavoro contrattuale. Sono riposi previsti dalla legge. Oltre alle ferie, ai permessi e agli altri casi di riposo, il lavoratore ha diritto anche a fruire della sospensione dal lavoro durante le festività. Il lavoratore durante queste ricorrenze festive, ha diritto ad astenersi dal lavoro ed a ricevere la retribuzione per tali giornate.
Il diritto al riposo nei giorni festivi non è considerato dall’ordinamento assoluto, poiché non è espressamente sancito dalla Costituzione accanto al diritto al riposo settimanale e alle ferie che sono previsti dall’art. 36 Costituzione.
Non è però posto in dubbio il fatto che il lavoratore possa rifiutare la prestazione lavorativa richiesta dal datore di lavoro. Ciò significa che, anche in presenza del suo rifiuto a fornire attività lavorativa, il dipendente non perde il diritto di ricevere la normale retribuzione, che deve essere pertanto regolarmente corrisposta dal datore di lavoro. Né, allo stesso modo, può essergli contestata l’assenza ingiustificata, costituendo la presenza al lavoro nelle festività una libera scelta del lavoratore, cui appunto non può essere imposto di lavorare.
Vediamo la retribuzione durante le festività. Il trattamento economico - retributivo dovuto al lavoratore nei giorni festivi è differente a seconda che egli non presti la propria attività godendo quindi del riposo o che invece decida di lavorare.
I lavoratori retribuiti in misura fissa hanno diritto alla normale retribuzione giornaliera calcolando l'eventuale il lavoro svolto durante le festività e l'aspetto retribuito non risulta lo stesso in quanto se il CCNL lo prevede vi sono le indennità festive.
I lavoratori che prestano la propria attività durante una giornata festiva hanno diritto ad una maggiorazione della retribuzione giornaliera. Tale maggiorazione è di regola stabilita dal CCNL applicato dall'azienda.
Vediamo la coincidenza della festività con la domenica, con il sabato o con periodi di assenza.
Qualora la festività coincida con la domenica o con altro giorno festivo, il datore di lavoro deve pagare una quota ulteriore rispetto alla retribuzione dovuta:
ai lavoratori retribuiti in misura fissa, spetta un’ulteriore quota giornaliera fissata dalla coincidente con 1/26 del compenso dovuto al giorno;
ai lavoratori retribuiti ad ore, spetta l’ulteriore somma corrispondente ad un sesto dell’orario settimanale.
Qualora invece la festività coincida con il sabato non lavorativo (ossia nel caso di adozione della settimana corta), si ritiene che al soggetto non spetti la quota aggiuntiva predetta, poiché esso coincide in ogni caso con il sesto giorno e conseguentemente deve essere considerato non festivo ma feriale a zero ore. Tuttavia, molti CCNL estendono il trattamento previsto per il caso di coincidenza del giorno festivo con la domenica anche al caso di coincidenza con il sabato non lavorativo.
Le agenzie di lavoro per trovare opportunità di lavoro si possono consultare i siti delle agenzie per il lavoro. Fra le principali ci sono sono Adecco all'indirizzo http://www.adecco.it/, Manpower http://www.manpower.it/, Obiettivo Lavoro http://www.obiettivolavoro.it/, Randstad http://www.ranstad.it/, .
Quindi se da un lato è innegabile che stiamo ancora attraversando un periodo di crisi economica, è anche vero che ci stiamo avvicinando ad uno dei periodi dell'anno in cui l'economia dovrebbe acquisire una certa rilevanza. Natale è alle porte e per chi è disposto a coglierle questo periodo si presenta ricco di occasioni, offerte ed opportunità lavorative.
Mentre per quanto riguarda il lavoratore dipendente, esso ha diritto alla retribuzione per i giorni di festività goduti come riposo. Nel caso in cui presta invece il lavoro festivo ha diritto alla retribuzione con una percentuale di maggiorazione. Il lavoratore subordinato ha diritto a giorni di riposo dalla propria attività lavorativa, dallo svolgimento del proprio orario di lavoro contrattuale. Sono riposi previsti dalla legge. Oltre alle ferie, ai permessi e agli altri casi di riposo, il lavoratore ha diritto anche a fruire della sospensione dal lavoro durante le festività. Il lavoratore durante queste ricorrenze festive, ha diritto ad astenersi dal lavoro ed a ricevere la retribuzione per tali giornate.
Il diritto al riposo nei giorni festivi non è considerato dall’ordinamento assoluto, poiché non è espressamente sancito dalla Costituzione accanto al diritto al riposo settimanale e alle ferie che sono previsti dall’art. 36 Costituzione.
Non è però posto in dubbio il fatto che il lavoratore possa rifiutare la prestazione lavorativa richiesta dal datore di lavoro. Ciò significa che, anche in presenza del suo rifiuto a fornire attività lavorativa, il dipendente non perde il diritto di ricevere la normale retribuzione, che deve essere pertanto regolarmente corrisposta dal datore di lavoro. Né, allo stesso modo, può essergli contestata l’assenza ingiustificata, costituendo la presenza al lavoro nelle festività una libera scelta del lavoratore, cui appunto non può essere imposto di lavorare.
Vediamo la retribuzione durante le festività. Il trattamento economico - retributivo dovuto al lavoratore nei giorni festivi è differente a seconda che egli non presti la propria attività godendo quindi del riposo o che invece decida di lavorare.
I lavoratori retribuiti in misura fissa hanno diritto alla normale retribuzione giornaliera calcolando l'eventuale il lavoro svolto durante le festività e l'aspetto retribuito non risulta lo stesso in quanto se il CCNL lo prevede vi sono le indennità festive.
I lavoratori che prestano la propria attività durante una giornata festiva hanno diritto ad una maggiorazione della retribuzione giornaliera. Tale maggiorazione è di regola stabilita dal CCNL applicato dall'azienda.
Vediamo la coincidenza della festività con la domenica, con il sabato o con periodi di assenza.
Qualora la festività coincida con la domenica o con altro giorno festivo, il datore di lavoro deve pagare una quota ulteriore rispetto alla retribuzione dovuta:
ai lavoratori retribuiti in misura fissa, spetta un’ulteriore quota giornaliera fissata dalla coincidente con 1/26 del compenso dovuto al giorno;
ai lavoratori retribuiti ad ore, spetta l’ulteriore somma corrispondente ad un sesto dell’orario settimanale.
Qualora invece la festività coincida con il sabato non lavorativo (ossia nel caso di adozione della settimana corta), si ritiene che al soggetto non spetti la quota aggiuntiva predetta, poiché esso coincide in ogni caso con il sesto giorno e conseguentemente deve essere considerato non festivo ma feriale a zero ore. Tuttavia, molti CCNL estendono il trattamento previsto per il caso di coincidenza del giorno festivo con la domenica anche al caso di coincidenza con il sabato non lavorativo.
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domenica 20 novembre 2011
Fallimento aziendale che fine fa il TFR?
E' un grave errore licenziarsi preparare e consegnare al datore di lavoro la lettera di dimissioni prima dell’avvenuto fallimento dell’azienda, meglio aspettare ed avere pazienza che le procedure concorsuali di fallimento iniziano.
Innanzitutto per dar luogo a licenziamenti collettivi devono sussistere contemporaneamente quattro condizioni:
1. l'impresa deve avere in forza più di quindici dipendenti;
2. si effettuino almeno cinque licenziamenti nell'arco temporale di 120 giorni;
3. i provvedimenti riguardino un'unica unità produttiva o più unità produttive situate nella medesima provincia;
4. i licenziamenti derivino da riduzione o trasformazione di attività o lavoro ovvero dalla cessazione dell'attività.
Ricordiamo che con sentenza del 7 maggio 2008, n. 11147 la Corte di Cassazione ha disposto che il dipendente è pienamente tutelato nel caso di insolvenza dell'azienda, in particolare per quanto attiene al trattamento di fine rapporto TFR che l'Inps deve erogare, tramite il Fondo di garanzia, in luogo del datore di lavoro fallito. Per la Cassazione, il pagamento del TFR è dovuto al lavoratore anche è parzialmente valutato all'anzianità maturata in precedenza alle dipendenze di altro datore di lavoro (anche cioè in caso di trasferimento d'azienda), non avendo rilevanza la cessione dei diritti maturati dal lavoratore in materia di Tfr presso la prima azienda.
Ed ancora il TFR è garantito dall'INPS in caso di cessazione del rapporto di lavoro: il pagamento del TFR maturato dal dipendente è a carico del Fondo di garanzia anche se non sussiste tecnicamente il fallimento del datore di lavoro ma questi si dimostra insolvente. A chiarirlo è stata la sentenza 1° aprile 2011 n.7585 della Corte di Cassazione. La quale ha chiarito che il Fondo di garanzia INPS deve sostituirsi al datore di lavoro in caso di insolvenza del medesimo nel pagamento del trattamento di fine rapporto.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione vuole tutelare i lavoratori anche in casi di insolvenza accertati con modalità e in sedi diverse da quelle tipiche delle procedure concorsuali.
Innanzitutto per dar luogo a licenziamenti collettivi devono sussistere contemporaneamente quattro condizioni:
1. l'impresa deve avere in forza più di quindici dipendenti;
2. si effettuino almeno cinque licenziamenti nell'arco temporale di 120 giorni;
3. i provvedimenti riguardino un'unica unità produttiva o più unità produttive situate nella medesima provincia;
4. i licenziamenti derivino da riduzione o trasformazione di attività o lavoro ovvero dalla cessazione dell'attività.
Ricordiamo che con sentenza del 7 maggio 2008, n. 11147 la Corte di Cassazione ha disposto che il dipendente è pienamente tutelato nel caso di insolvenza dell'azienda, in particolare per quanto attiene al trattamento di fine rapporto TFR che l'Inps deve erogare, tramite il Fondo di garanzia, in luogo del datore di lavoro fallito. Per la Cassazione, il pagamento del TFR è dovuto al lavoratore anche è parzialmente valutato all'anzianità maturata in precedenza alle dipendenze di altro datore di lavoro (anche cioè in caso di trasferimento d'azienda), non avendo rilevanza la cessione dei diritti maturati dal lavoratore in materia di Tfr presso la prima azienda.
Ed ancora il TFR è garantito dall'INPS in caso di cessazione del rapporto di lavoro: il pagamento del TFR maturato dal dipendente è a carico del Fondo di garanzia anche se non sussiste tecnicamente il fallimento del datore di lavoro ma questi si dimostra insolvente. A chiarirlo è stata la sentenza 1° aprile 2011 n.7585 della Corte di Cassazione. La quale ha chiarito che il Fondo di garanzia INPS deve sostituirsi al datore di lavoro in caso di insolvenza del medesimo nel pagamento del trattamento di fine rapporto.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione vuole tutelare i lavoratori anche in casi di insolvenza accertati con modalità e in sedi diverse da quelle tipiche delle procedure concorsuali.
Unioncamere, la metà delle nuove imprese è rosa e parte la rete Europea
Probabilmente le pari opportunità non sono ancora totalmente entrate nel dizionario comune degli italiani. Ma un fatto appare chiaro la “voglia di impresa” delle donne si fa sentire e non cedono il passo. Ed alla fine di settembre sono quasi 9 mila le imprese femminili in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento dello 0,6%. Pari al 47% delle nuove imprese totali registrate alle Camere di commercio. Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione dell’avvio del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” dati dell’ Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Giro d’Italia delle donne che fanno impresa è un’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l'imprenditoria femminile, che si articolerà in sette tappe sul territorio nazionale. Ed è un’occasione per dare visibilità alle imprenditrici e per riflettere, tenendo conto della complessità ed eccezionalità del contesto economico e sociale, sul contributo delle donne alla crescita del Paese.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
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Promozione imprenditoria femminile e le agevolazioni per le imprenditrici
Per gli aiuti e le agevolazioni all'imprenditoria femminile bisogna far riferimento al Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 ovvero il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna che contiene le disposizioni vigenti in materia di pari opportunità tra uomo e donna.
Mentre la legge che disciplina i finanziamenti all’imprenditoria femminile è la legge n. 215 del 1992. Lo scopo della legge relativa ai finanziamenti imprenditoria femminile consiste nell'incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. E riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti e stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Come acquisire i finanziamenti?
Per ottenere i finanziamenti imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura dei bandi di gara le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , e sono così organizzati:
si presenta la domanda per i finanziamenti imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo, tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.
Chi può far richiesta per acquisire i finanziamenti per l’imprenditoria femminile?
Può presentare domanda per ottener un finanziamento per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il responsabile è una donna;
tutti gli enti ossia associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione che nel loro operare e nel loro indirizzo economico favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I finanziamenti all’imprenditoria femminile includono i contributi, vediamo come in conto capitale:
per l’avvio dell’impresa imprenditoriale, l’acquisto di attività già esistenti oppure il rilevamento di un’area aziendale con affitto per almeno cinque anni, la realizzazione di progetti aziendali innovativi, l’acquisizione di servizi reali;
agevolazioni per l’acquisto di servizi destinati ad aumentare la produttività, sviluppare l'innovazione organizzativa attraverso nuove tecnologie e nuove tecniche di produzione, di gestione e di commercializzazione, nonché lo sviluppo di sistemi di qualità.
Mentre l’importo del finanziamento dell’imprenditoria femminile corrisponde a delle agevolazioni per le imprese che promuovono progetti con un investimento totale tra i € 60.000 e € 400.000.
Vediamo le agevolazioni per le imprenditrici.
L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni. Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile sono corrisposte attraverso una somma di denaro che varia in base al luogo in cui l’impresa è ubicata. Le imprenditrici possono richiedere un finanziamento per il loro progetto manageriale in base alla regola de minimis ossia si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati e predefiniti che prevede un finanziamento massimo di € 100.000 in tre anni e un’agevolazione pari al 60% nelle aree svantaggiate o al 50% in aree non svantaggiate.
Una volta ottenuta l’agevolazione di imprenditoria femminile, il proposito di investimenti deve essere realizzato entro 2 anni dalla data di concessione dell'agevolazione. Ed il prospetto di investimento può comprendere i costi relativi a: impianti, macchinari e attrezzature, brevetti, software, oneri di progettazione e direzione dei lavori.
Mentre la legge che disciplina i finanziamenti all’imprenditoria femminile è la legge n. 215 del 1992. Lo scopo della legge relativa ai finanziamenti imprenditoria femminile consiste nell'incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. E riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti e stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Come acquisire i finanziamenti?
Per ottenere i finanziamenti imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura dei bandi di gara le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , e sono così organizzati:
si presenta la domanda per i finanziamenti imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo, tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.
Chi può far richiesta per acquisire i finanziamenti per l’imprenditoria femminile?
Può presentare domanda per ottener un finanziamento per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il responsabile è una donna;
tutti gli enti ossia associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione che nel loro operare e nel loro indirizzo economico favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I finanziamenti all’imprenditoria femminile includono i contributi, vediamo come in conto capitale:
per l’avvio dell’impresa imprenditoriale, l’acquisto di attività già esistenti oppure il rilevamento di un’area aziendale con affitto per almeno cinque anni, la realizzazione di progetti aziendali innovativi, l’acquisizione di servizi reali;
agevolazioni per l’acquisto di servizi destinati ad aumentare la produttività, sviluppare l'innovazione organizzativa attraverso nuove tecnologie e nuove tecniche di produzione, di gestione e di commercializzazione, nonché lo sviluppo di sistemi di qualità.
Mentre l’importo del finanziamento dell’imprenditoria femminile corrisponde a delle agevolazioni per le imprese che promuovono progetti con un investimento totale tra i € 60.000 e € 400.000.
Vediamo le agevolazioni per le imprenditrici.
L’agevolazione per l’imprenditoria femminile è corrisposta per il 50% attraverso il contributo in conto capitale e per l’altra metà attraverso il finanziamento con tasso agevolato al 0,50%. Tale finanziamento non può avere una durata superiore ai 10 anni. Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile sono corrisposte attraverso una somma di denaro che varia in base al luogo in cui l’impresa è ubicata. Le imprenditrici possono richiedere un finanziamento per il loro progetto manageriale in base alla regola de minimis ossia si intendono agevolazioni concesse entro importi regolamentati e predefiniti che prevede un finanziamento massimo di € 100.000 in tre anni e un’agevolazione pari al 60% nelle aree svantaggiate o al 50% in aree non svantaggiate.
Una volta ottenuta l’agevolazione di imprenditoria femminile, il proposito di investimenti deve essere realizzato entro 2 anni dalla data di concessione dell'agevolazione. Ed il prospetto di investimento può comprendere i costi relativi a: impianti, macchinari e attrezzature, brevetti, software, oneri di progettazione e direzione dei lavori.
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Apprendistato 2011: indicazioni del Ministero del Lavoro
Vediamo le prime indicazioni del Ministero del Lavoro in riferimento al Testo Unico dell'apprendistato. Nella circolare ministeriale n. 29 sono stati affrontati due dei profili di maggiore e significativo rilievo, ossia: il regime transitorio e quello sanzionatorio.
Analizzando quello transitorio il ministero ha precisato che il regime transitorio ha una durata delimitata e tassativa, non potendo andare oltre il 25 aprile 2012 (sei mesi). Durante questo periodo, laddove non sia possibile applicare la nuova disciplina, a causa del mancato intervento di disposizioni regionali e contrattuali, cui il Testo unico ha demandato la regolamentazione, trovano applicazione le regole legislative e contrattuali precedenti. Per cui le vecchie norme termineranno al temine del semestre (25 aprile 2012).
Per l'apprendistato professionalizzante, le nuove regole potranno operare anche prima della scadenza del semestre transitorio, a condizione che la Regione e la contrattazione ne abbiano regolamentato i profili.
Vediamo il nuovo apprendistato previsto per i lavoratori in mobilità. E' stato precisato che l'instaurazione di tale contratto segue le regole valide per le diverse tipologie di apprendistato. Dove, tuttavia, non sia operativa la nuova disciplina, anche per questi soggetti sarà possibile ricorrere alla normative (legislative e contrattuali) già esistenti. Due sono le nuove regole in ogni caso applicabili: quella riferita al licenziamento (solo per giusta causa o giustificato motivo) e quella relativa al regime contributivo che sarà quello dettato dalla legge n. 223 del 1991 all'articolo 25.
Vediamo l'aspetto sanzionatorio. Il datore di lavoro che assume un apprendista senza consegnargli il contratto scritto deve essere sanzionato, previa diffida che è obbligatoria; egli potrà provvedere alla regolarizzazione entro e non oltre 30 giorni) scrivendo e redigendo l'atto in forma scritta consegnandolo al lavoratore anche dopo l'instaurazione del rapporto di lavoro evitando, così, la trasformazione in modo automatico in un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Analoga procedura si deve applicare anche se il contratto di apprendistato è stato regolarmente scritto ma presenta delle differenze di contenuto rispetto a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Stessa sorte, ossia sanzione e diffida anche per altre violazioni come per esempio la mancanza della formalità del patto di prova ovvero del piano formativo individuale, l'assenza del referente aziendale, l'adozione di retribuzione a cottimo, l'errata applicazione del sotto inquadramento o del regime retributivo progressivo in percentuale.
In vista delle nuove regole sull'apprendistato. Imprese e lavoratori possono utilizzare le tre tipologie diverse di contratto per l'ingresso o per il reinserimento nel mondo del lavoro: apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, professionalizzante o contratto di mestiere e, infine, di alta formazione e di ricerca. Tutti caratterizzati da importanti agevolazioni contributive e dall'obbligo di formazione del lavoratore con contratto di apprendistato.
Analizzando quello transitorio il ministero ha precisato che il regime transitorio ha una durata delimitata e tassativa, non potendo andare oltre il 25 aprile 2012 (sei mesi). Durante questo periodo, laddove non sia possibile applicare la nuova disciplina, a causa del mancato intervento di disposizioni regionali e contrattuali, cui il Testo unico ha demandato la regolamentazione, trovano applicazione le regole legislative e contrattuali precedenti. Per cui le vecchie norme termineranno al temine del semestre (25 aprile 2012).
Per l'apprendistato professionalizzante, le nuove regole potranno operare anche prima della scadenza del semestre transitorio, a condizione che la Regione e la contrattazione ne abbiano regolamentato i profili.
Vediamo il nuovo apprendistato previsto per i lavoratori in mobilità. E' stato precisato che l'instaurazione di tale contratto segue le regole valide per le diverse tipologie di apprendistato. Dove, tuttavia, non sia operativa la nuova disciplina, anche per questi soggetti sarà possibile ricorrere alla normative (legislative e contrattuali) già esistenti. Due sono le nuove regole in ogni caso applicabili: quella riferita al licenziamento (solo per giusta causa o giustificato motivo) e quella relativa al regime contributivo che sarà quello dettato dalla legge n. 223 del 1991 all'articolo 25.
Vediamo l'aspetto sanzionatorio. Il datore di lavoro che assume un apprendista senza consegnargli il contratto scritto deve essere sanzionato, previa diffida che è obbligatoria; egli potrà provvedere alla regolarizzazione entro e non oltre 30 giorni) scrivendo e redigendo l'atto in forma scritta consegnandolo al lavoratore anche dopo l'instaurazione del rapporto di lavoro evitando, così, la trasformazione in modo automatico in un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Analoga procedura si deve applicare anche se il contratto di apprendistato è stato regolarmente scritto ma presenta delle differenze di contenuto rispetto a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Stessa sorte, ossia sanzione e diffida anche per altre violazioni come per esempio la mancanza della formalità del patto di prova ovvero del piano formativo individuale, l'assenza del referente aziendale, l'adozione di retribuzione a cottimo, l'errata applicazione del sotto inquadramento o del regime retributivo progressivo in percentuale.
In vista delle nuove regole sull'apprendistato. Imprese e lavoratori possono utilizzare le tre tipologie diverse di contratto per l'ingresso o per il reinserimento nel mondo del lavoro: apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, professionalizzante o contratto di mestiere e, infine, di alta formazione e di ricerca. Tutti caratterizzati da importanti agevolazioni contributive e dall'obbligo di formazione del lavoratore con contratto di apprendistato.
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domenica 13 novembre 2011
Natale 2011: opportunità di lavoro
Le migliori opportunità di lavoro per questo periodo di feste arrivano ovviamente dal settore vacanze, con le conseguenti figure professionali legate ai luoghi di ritrovo e di villeggiatura, ossia animatori, maestri di sci e personale alberghiero. E non solo, in questo periodo è rilevante l'offerta nei centri commerciali di personale quali cassieri, addetti alle vendite, addetti al confezionamento dei pacchi regalo e addetti alle consegne.
Infatti, le opportunità di lavoro per Natale 2011 sono particolarmente interessanti per chi cerca un impiego nei supermercati, ipermercati, grandi magazzini e nei negozi di abbigliamento, fashion e lusso, negli aeroporti, nella ristorazione e hotel.
Sono tante le aziende che in questo momento vogliono raddoppiare la propria forza lavoro per far fronte alle aperture festive caratterizzate dall’elevato numero di clienti e dagli orari di lavoro estenuanti. Inoltre, in occasione del Natale sono previste nuove aperture di ipermercati e quindi molte opportunità a tempo determinato potrebbero trasformarsi in rapporti di lavoro stabili. Queste opportunità di lavoro sono distribuite in tutta Italia e i contratti proposti sono generalmente di durata bimestrale o trimestrale, da novembre 2011 a gennaio 2012.
Sono tante le aziende che in questo momento vogliono raddoppiare la propria forza lavoro per far fronte alle aperture festive caratterizzate dall’elevato numero di clienti e dagli orari di lavoro estenuanti. Inoltre, in occasione del Natale sono previste nuove aperture di ipermercati e quindi molte opportunità a tempo determinato potrebbero trasformarsi in rapporti di lavoro stabili. Queste opportunità di lavoro sono distribuite in tutta Italia e i contratti proposti sono generalmente di durata bimestrale o trimestrale, da novembre 2011 a gennaio 2012.
Riassumendo le figure più ricercate nel periodo di Natale sono: cassieri per i negozi e per le grandi catene commerciali, addetto ai pacco regali, addetti agli addobbi e vetrinisti. Ma in questo periodo si farà anche molto ricorso a lavori ad ore quali Baby sitter ed addetti alla consegna regali.
Comunque la prima regola prima di procedere a lavorare è che ci sia un contratto e nel quale ci sia scritto in modo chiaro la mansione da svolgere e il luogo dove verrà svolto il lavoro e sarà molto importante che nel CV inviato ci dia la disponibilità ad orari flessibili con effettiva turnazione, caratteristica principale per i lavori stagionali e nel periodo di Natale.
E poi Babbo Natale cerca elfi aiutanti per il Natale.
Se siete persone attive e positive, brillanti e capaci di adattarvi a situazioni diverse siete proprio le perone che fanno per lui; specie se avete qualche esperienza in campo teatrale. E’ necessario però parlare le lingue l’inglese, il russo, ed altre.
Per informazioni si consiglia di visitare il sito Informazione giovani città di Lerici, comunque il CV deve essere inviato all’indirizzo e-mail: rekrytointi@santapark.com.
Per informazioni si consiglia di visitare il sito Informazione giovani città di Lerici, comunque il CV deve essere inviato all’indirizzo e-mail: rekrytointi@santapark.com.
sabato 12 novembre 2011
ISTAT: rapporto sulla occupazione dati degli inattivi
Vediamo una fotografia dell’occupazione e della mancata occupazione, dati pubblicati dall’ISTAT.
L'Ufficio statistico dell'Unione europea (Eurostat) ha recentemente concordato con i paesi dell'Unione Europea la diffusione di alcuni indicatori aggiuntivi al classico tasso di disoccupazione.
Vediamo i risultati del rapporto. Nel 2010 gli inattivi che non cercano un impiego ma sono disponibili a lavorare sono pari a 2 milioni 764 mila unità (1 milione 64 mila uomini e 1 milione 700 mila donne). Questo gruppo di inattivi è pari all'11,1% delle forze di lavoro. Il fenomeno, fortemente caratterizzato dallo scoraggiamento, risulta tre volte più elevato della media europea (3,5%). Gli inattivi che cercano un impiego ma non sono disponibili a lavorare nel 2010 sono 126 mila unità (55 mila uomini e 71 mila donne). Si tratta dello 0,5% delle forze di lavoro (l'1% nell'Ue).
Il fenomeno degli inattivi è più ampio di quello rappresentato dai disoccupati per l'Istat è pari a 2 milioni e 102.000 unità corrispondente ad un tasso di disoccupazione dell'8,4%, più contenuto del 9,6% denunciato dall'Europa. Sommando dunque l'esercito degli inattivi a quello dei disoccupati si ottiene la reale fotografia di quanti potenzialmente sarebbero impiegabili in un processo produttivo in Italia: circa 5 milioni di persone nella media 2010.
E nel l’ultimo periodo crescono anche i sottoccupati con contratto di lavoro a tempo parziale che rappresentano, nel 2010 l'1,7% delle forze di lavoro, con una incidenza più contenuta per gli uomini rispetto alle donne, come riflesso della maggiore diffusione dell'occupazione a tempo parziale tra le lavoratrici.
Evidenti sono le differenze territoriali: gli individui che non cercano ma vorrebbero comunque lavorare equivalgono nel Mezzogiorno a circa un quarto delle forze di lavoro; un risultato di oltre 6 volte maggiore a quello del Nord. In calo invece, negli ultimi due anni, i lavoratori che cercano un impiego ma non sono subito disponibili a lavorare: dalle 165.000 unità del 2004 alle 126.000 del 2010. Un gruppo “di scarsa numerosità” che resta sempre al di sotto dell'1% delle forze lavoro.
L'Ufficio statistico dell'Unione europea (Eurostat) ha recentemente concordato con i paesi dell'Unione Europea la diffusione di alcuni indicatori aggiuntivi al classico tasso di disoccupazione.
Vediamo i risultati del rapporto. Nel 2010 gli inattivi che non cercano un impiego ma sono disponibili a lavorare sono pari a 2 milioni 764 mila unità (1 milione 64 mila uomini e 1 milione 700 mila donne). Questo gruppo di inattivi è pari all'11,1% delle forze di lavoro. Il fenomeno, fortemente caratterizzato dallo scoraggiamento, risulta tre volte più elevato della media europea (3,5%). Gli inattivi che cercano un impiego ma non sono disponibili a lavorare nel 2010 sono 126 mila unità (55 mila uomini e 71 mila donne). Si tratta dello 0,5% delle forze di lavoro (l'1% nell'Ue).
Il fenomeno degli inattivi è più ampio di quello rappresentato dai disoccupati per l'Istat è pari a 2 milioni e 102.000 unità corrispondente ad un tasso di disoccupazione dell'8,4%, più contenuto del 9,6% denunciato dall'Europa. Sommando dunque l'esercito degli inattivi a quello dei disoccupati si ottiene la reale fotografia di quanti potenzialmente sarebbero impiegabili in un processo produttivo in Italia: circa 5 milioni di persone nella media 2010.
E nel l’ultimo periodo crescono anche i sottoccupati con contratto di lavoro a tempo parziale che rappresentano, nel 2010 l'1,7% delle forze di lavoro, con una incidenza più contenuta per gli uomini rispetto alle donne, come riflesso della maggiore diffusione dell'occupazione a tempo parziale tra le lavoratrici.
Evidenti sono le differenze territoriali: gli individui che non cercano ma vorrebbero comunque lavorare equivalgono nel Mezzogiorno a circa un quarto delle forze di lavoro; un risultato di oltre 6 volte maggiore a quello del Nord. In calo invece, negli ultimi due anni, i lavoratori che cercano un impiego ma non sono subito disponibili a lavorare: dalle 165.000 unità del 2004 alle 126.000 del 2010. Un gruppo “di scarsa numerosità” che resta sempre al di sotto dell'1% delle forze lavoro.
Unioncamere: previsioni assunzioni entro il 2011
Secondo l’ultima indagine del Sistema informativo Excelsior, sono circa 92 mila assunzioni per la fine del 2011.
Il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro dimostra che una formazione mirata alle esigenze delle imprese è la strada migliore che i giovani possono percorrere per trovare un lavoro.
Lo studio dell’Economia è il consiglio più assennato per le matricole universitarie, visto che anche quest’anno, secondo la previsione di Unioncamere saranno ai laureati in economia che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste tra i laureati: circa 22 mila. Alta è anche la richiesta complessiva di ingegneri, che raggiunge quasi le 21 mila unità. Tra i diplomi, le prospettive lavorative migliori riguardano quelli a indirizzo amministrativo e commerciale (68 mila le assunzioni messe in cantiere nel 2011 dal sistema privato in questo caso) e i diplomi superiori e i titoli degli istituti professionali con indirizzo meccanico (le imprese prevedono di integrare entro dicembre prossimo 25 mila diplomati di secondo livello e 16 mila qualifiche professionali).
Tra le professioni a più elevata specializzazione, il numero più consistente di entrate dovrebbe riguardare i tecnici amministrativi, finanziari e bancari oltre 4 mila unità a seguire i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale circa 2.800 unità e dai tecnici informatici, delle attività industriali e costruzioni circa 2.700 unità. Mentre per la funzione impiegatizio ci sarebbero circa 2.500 assunzioni per il personale di segreteria e ausiliario amministrativo. Per le professioni legate alla vendita ed ai servizi in generale considerevoli sono le richieste dei commessi circa 12.000 quelli che potrebbero trovare occupazione.
Vediamo il profilo degli operai, le assunzioni più consistenti provengono dal settore delle costruzioni, circa 4.000 unità e dal settore metalmeccanico ed elettronico con quasi 5.000 assunzioni.
Per quanto riguarda i giovani, quelli con meno di 30 anni, la quota delle assunzioni totali che le imprese pensano di destinare è di circa il 34%. Il settore che è in grado di accogliere le aspettative dei giovani sono i servizi, con il comparto del commercio al dettaglio, dei servizi dei media e comunicazione e di quelli finanziari ed assicurativi.
La ripresa complessiva della domanda di lavoro da parte delle imprese fa sì che risulti in aumento di oltre 5.300 unità la richiesta di persone che abbiano conseguito il titolo di studi più elevato. La più gettonata in valore assoluto si conferma ormai da anni la laurea in Economia: 22 mila le assunzioni previste di persone in possesso di questa specializzazione, quasi il 48% delle quali riservate a giovani in uscita dal sistema formativo. Nella classifica delle lauree più richieste, seguono gli indirizzi di ingegneria elettronica e dell’informazione e il sanitario e paramedico, sempre richiestissimo con quasi 7 mila unità da integrare entro l’anno.
I dati relativi alle previsioni trimestrali di ottobre-dicembre 2011 si possono trovare su http://www.cliclavoro.gov.it/. http://excelsior.unioncamere.net/.
Il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro dimostra che una formazione mirata alle esigenze delle imprese è la strada migliore che i giovani possono percorrere per trovare un lavoro.
Lo studio dell’Economia è il consiglio più assennato per le matricole universitarie, visto che anche quest’anno, secondo la previsione di Unioncamere saranno ai laureati in economia che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste tra i laureati: circa 22 mila. Alta è anche la richiesta complessiva di ingegneri, che raggiunge quasi le 21 mila unità. Tra i diplomi, le prospettive lavorative migliori riguardano quelli a indirizzo amministrativo e commerciale (68 mila le assunzioni messe in cantiere nel 2011 dal sistema privato in questo caso) e i diplomi superiori e i titoli degli istituti professionali con indirizzo meccanico (le imprese prevedono di integrare entro dicembre prossimo 25 mila diplomati di secondo livello e 16 mila qualifiche professionali).
Tra le professioni a più elevata specializzazione, il numero più consistente di entrate dovrebbe riguardare i tecnici amministrativi, finanziari e bancari oltre 4 mila unità a seguire i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale circa 2.800 unità e dai tecnici informatici, delle attività industriali e costruzioni circa 2.700 unità. Mentre per la funzione impiegatizio ci sarebbero circa 2.500 assunzioni per il personale di segreteria e ausiliario amministrativo. Per le professioni legate alla vendita ed ai servizi in generale considerevoli sono le richieste dei commessi circa 12.000 quelli che potrebbero trovare occupazione.
Vediamo il profilo degli operai, le assunzioni più consistenti provengono dal settore delle costruzioni, circa 4.000 unità e dal settore metalmeccanico ed elettronico con quasi 5.000 assunzioni.
Per quanto riguarda i giovani, quelli con meno di 30 anni, la quota delle assunzioni totali che le imprese pensano di destinare è di circa il 34%. Il settore che è in grado di accogliere le aspettative dei giovani sono i servizi, con il comparto del commercio al dettaglio, dei servizi dei media e comunicazione e di quelli finanziari ed assicurativi.
La ripresa complessiva della domanda di lavoro da parte delle imprese fa sì che risulti in aumento di oltre 5.300 unità la richiesta di persone che abbiano conseguito il titolo di studi più elevato. La più gettonata in valore assoluto si conferma ormai da anni la laurea in Economia: 22 mila le assunzioni previste di persone in possesso di questa specializzazione, quasi il 48% delle quali riservate a giovani in uscita dal sistema formativo. Nella classifica delle lauree più richieste, seguono gli indirizzi di ingegneria elettronica e dell’informazione e il sanitario e paramedico, sempre richiestissimo con quasi 7 mila unità da integrare entro l’anno.
I dati relativi alle previsioni trimestrali di ottobre-dicembre 2011 si possono trovare su http://www.cliclavoro.gov.it/. http://excelsior.unioncamere.net/.
mercoledì 9 novembre 2011
Madai: shopping on line e lavoro on line
Madai è la nuova piattaforma, è un sistema di acquisto per comprare online a prezzi al ribasso, che decrescono. Non si tratta di un aggregatore di offerte, né delle classiche aste online.
Madai è la prima piattaforma costituita da sofisticate applicazioni integrabili con semplicità con tutti i siti web e social network, ed è in grado di trasformare le interazioni degli utenti in riduzioni di prezzo per l'acquisto di un prodotto o servizio.
Per le aziende Madai rappresenta uno strumento per mixare all'interno del proprio sito, in maniera semplice e veloce, attività di vendita, marketing e promotion attraverso questionari di ricerca di mercato, promozioni last minute, concorsi, focus group, analisi della concorrenza, commenti e molto altro ancora.
Per gli utenti è l'opportunità di scegliere se acquistare online al prezzo di listino oppure di abbassarlo progressivamente, interagendo con il widget Madai in maniera semplice, sicura e in pieno controllo della propria privacy. La piattaforma è utilizzabile per acquistare le più svariate tipologie di prodotti dai viaggi alla tecnologia, dalla musica ai servizi finanziari, fino alla cosmetica e ai vini. Il progetto è partito contemporaneamente in Italia, UK, Francia, Spagna e Sudafrica con l'obiettivo di crescere rapidamente nel resto d'Europa, in India e negli Stati Uniti.
Il progetto nasce da Madai ltd, una start-up di proprietà di investitori privati internazionali con base a Londra, che, grazie all'idea dei fondatori italiani, cambierà per sempre il tradizionale rapporto tra aziende e clienti, colmando le attuali distanze tra domanda e offerta. Per le aziende, rappresenta un unico strumento per mixare all'interno del proprio sito, in maniera rapida e chiara, attività di vendita, marketing e promotion, e attraverso questionari di ricerca di mercato- promozioni, last minute, concorsi, focus group, analisi della concorrenza. Madai lavora direttamente con aziende e marchi senza intermediari (e presto anche social network): il suo widget comparirà nella pagina online mentre stiamo prenotando un volo aereo sul sito della compagnia da noi scelta, o mentre stiamo acquistando un telefonino nella sezione e-commerce del produttore stesso.
La merce più richiesta, online, sono i dati del cliente. Abitudini, gusti, passioni. La lunga lotta per il rispetto della privacy online è costellata di operazioni poco trasparenti da parte di chi fa ricerche di mercato e accompagnata – dalla parte dell’utente - da quella sensazione un pò fastidiosa di venir violati nella nostra intimità, quando arrivano proposte commerciali troppo personalizzate da parte di sconosciuti. Ma se siamo direttamente noi a fornire indicazioni sui nostri consumi e se per questo motivo veniamo premiati con sconti tangibili e immediati sui beni che stiamo acquistando, le cose potrebbero andare diversamente. Una volta conosciuto il prezzo ufficiale del bene che stiamo acquistando, Madai ci chiederà quanto siamo disposti a spendere e se per noi è quello il prezzo giusto. Potremo quindi decidere se acquistare subito o andare avanti: in quel caso, in cambio di un piccolo sconto, il sito ci proporrà una ricerca di mercato che può essere un questionario, un parere scritto o la segnalazione di qualcosa che ci piace. Completato il primo questionario, potremo decidere se acquistare il bene richiesto o chiedere un ulteriore sconto.
Buona fortuna alle aziende e agli utenti. Commercio on line si cambia.
Madai è la prima piattaforma costituita da sofisticate applicazioni integrabili con semplicità con tutti i siti web e social network, ed è in grado di trasformare le interazioni degli utenti in riduzioni di prezzo per l'acquisto di un prodotto o servizio.
Per le aziende Madai rappresenta uno strumento per mixare all'interno del proprio sito, in maniera semplice e veloce, attività di vendita, marketing e promotion attraverso questionari di ricerca di mercato, promozioni last minute, concorsi, focus group, analisi della concorrenza, commenti e molto altro ancora.
Per gli utenti è l'opportunità di scegliere se acquistare online al prezzo di listino oppure di abbassarlo progressivamente, interagendo con il widget Madai in maniera semplice, sicura e in pieno controllo della propria privacy. La piattaforma è utilizzabile per acquistare le più svariate tipologie di prodotti dai viaggi alla tecnologia, dalla musica ai servizi finanziari, fino alla cosmetica e ai vini. Il progetto è partito contemporaneamente in Italia, UK, Francia, Spagna e Sudafrica con l'obiettivo di crescere rapidamente nel resto d'Europa, in India e negli Stati Uniti.
Il progetto nasce da Madai ltd, una start-up di proprietà di investitori privati internazionali con base a Londra, che, grazie all'idea dei fondatori italiani, cambierà per sempre il tradizionale rapporto tra aziende e clienti, colmando le attuali distanze tra domanda e offerta. Per le aziende, rappresenta un unico strumento per mixare all'interno del proprio sito, in maniera rapida e chiara, attività di vendita, marketing e promotion, e attraverso questionari di ricerca di mercato- promozioni, last minute, concorsi, focus group, analisi della concorrenza. Madai lavora direttamente con aziende e marchi senza intermediari (e presto anche social network): il suo widget comparirà nella pagina online mentre stiamo prenotando un volo aereo sul sito della compagnia da noi scelta, o mentre stiamo acquistando un telefonino nella sezione e-commerce del produttore stesso.
La merce più richiesta, online, sono i dati del cliente. Abitudini, gusti, passioni. La lunga lotta per il rispetto della privacy online è costellata di operazioni poco trasparenti da parte di chi fa ricerche di mercato e accompagnata – dalla parte dell’utente - da quella sensazione un pò fastidiosa di venir violati nella nostra intimità, quando arrivano proposte commerciali troppo personalizzate da parte di sconosciuti. Ma se siamo direttamente noi a fornire indicazioni sui nostri consumi e se per questo motivo veniamo premiati con sconti tangibili e immediati sui beni che stiamo acquistando, le cose potrebbero andare diversamente. Una volta conosciuto il prezzo ufficiale del bene che stiamo acquistando, Madai ci chiederà quanto siamo disposti a spendere e se per noi è quello il prezzo giusto. Potremo quindi decidere se acquistare subito o andare avanti: in quel caso, in cambio di un piccolo sconto, il sito ci proporrà una ricerca di mercato che può essere un questionario, un parere scritto o la segnalazione di qualcosa che ci piace. Completato il primo questionario, potremo decidere se acquistare il bene richiesto o chiedere un ulteriore sconto.
Buona fortuna alle aziende e agli utenti. Commercio on line si cambia.
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Inserimento nel mondo del lavoro ossia i Centri di Orientamento al Lavoro
Il mercato del lavoro richiede flessibilità e un continuo aggiornamento dal momento che le conoscenze vengono superate dai cambiamenti tecnologici e da sempre nuove strategie sia produttive che commerciali. Il mercato del lavoro non consente a nessuna figura lavorativa di sospendere l’istruzione e l’aggiornamento professionale. Quindi le nuove condizioni del mercato del lavoro richiedono un aggiornamento professionale continuo. Dunque, è fondamentale che la formazione permanente, continua sia il modello su cui puntare in una società in continua evoluzione, con una evidente accelerazione verso al cambiamento di tutti i settori che vanno dalla produzione alla formazione.
Centri di Orientamento al Lavoro
I centri orientamento al lavoro forniscono un servizio integrato tra informazione orientamento consulenza e supporto all’avvio al lavoro alla professione a chi è in cerca di occupazione. L’azione di orientamento inizia con la fase di accoglienza che costituisce una prima analisi della domanda, dei bisogni e delle aspettative del potenziale cliente. Ed è in questa fase che vengono fornite informazioni relative ai bisogni formativi e professionali e al mercato del lavoro.
Presso i Centri Orientamento al Lavoro (C.O.L.) si possono trovare informazioni e orientamento rispetto al mercato del lavoro pubblico e privato ossi:
libera consultazione della stampa specializzata, delle offerte di lavoro, dei corsi di formazione e di specializzazione;
sostegno e collaborazione nella stesura del curriculum;
colloqui di orientamento mirati per la realizzazione di un progetto professionale personalizzato;
seminari tematici e formazione sulle tecniche di ricerca del lavoro;
interventi specifici di orientamento rivolti all’utenza interessata a lavorare nei paesi della Comunità Europea (Servizio Eures);
i C.O.L. offrono supporto alla creazione di impresa nella definizione dell'idea imprenditoriale, nell’analisi di mercato, e nell’individuazione di agevolazioni e finanziamenti per la realizzazione del progetto.
Il percorso di orientamento deve essere articolato nelle seguenti fasi:
una prima fase dedicata all'accoglienza e all'analisi della domanda-bisogno.
una seconda fase dedicata all'erogazione delle informazioni utili al soggetto.
una terza fase dedicata congiuntamente alla consulenza.
una quarta fase dedicata alle tecniche a agli strumenti da utilizzarsi nella ricerca del lavoro.
La funzione principale dell’azione dei COL è di mettere l’utente nelle condizioni di esplorarsi di conoscersi in termini di attitudini, abilità, interessi e valori professionali con l’obbiettivo di far arrivare l’utente alla definizione di un progetto personale e professionale.
Centri di Orientamento al Lavoro
I centri orientamento al lavoro forniscono un servizio integrato tra informazione orientamento consulenza e supporto all’avvio al lavoro alla professione a chi è in cerca di occupazione. L’azione di orientamento inizia con la fase di accoglienza che costituisce una prima analisi della domanda, dei bisogni e delle aspettative del potenziale cliente. Ed è in questa fase che vengono fornite informazioni relative ai bisogni formativi e professionali e al mercato del lavoro.
Presso i Centri Orientamento al Lavoro (C.O.L.) si possono trovare informazioni e orientamento rispetto al mercato del lavoro pubblico e privato ossi:
libera consultazione della stampa specializzata, delle offerte di lavoro, dei corsi di formazione e di specializzazione;
sostegno e collaborazione nella stesura del curriculum;
colloqui di orientamento mirati per la realizzazione di un progetto professionale personalizzato;
seminari tematici e formazione sulle tecniche di ricerca del lavoro;
interventi specifici di orientamento rivolti all’utenza interessata a lavorare nei paesi della Comunità Europea (Servizio Eures);
i C.O.L. offrono supporto alla creazione di impresa nella definizione dell'idea imprenditoriale, nell’analisi di mercato, e nell’individuazione di agevolazioni e finanziamenti per la realizzazione del progetto.
Il percorso di orientamento deve essere articolato nelle seguenti fasi:
una prima fase dedicata all'accoglienza e all'analisi della domanda-bisogno.
una seconda fase dedicata all'erogazione delle informazioni utili al soggetto.
una terza fase dedicata congiuntamente alla consulenza.
una quarta fase dedicata alle tecniche a agli strumenti da utilizzarsi nella ricerca del lavoro.
La funzione principale dell’azione dei COL è di mettere l’utente nelle condizioni di esplorarsi di conoscersi in termini di attitudini, abilità, interessi e valori professionali con l’obbiettivo di far arrivare l’utente alla definizione di un progetto personale e professionale.
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domenica 6 novembre 2011
Offerte di lavoro novembre 2011
Come accade spesso le offerte di lavoro provengono per la maggior parte dalle Agenzie di somministrazione, società di selezione del personale, siti online di testate giornalistiche e società private.
Analizziamo alcune offerte di lavoro per il mese di novembre 2011.
Iniziamo con la Capgemini, che è una società di managment consulting ed information technolgy, la società in questione ha un piano di assunzione di circa 150 opportunità di lavoro per varie sedi. Vediamo alcune delle figure che interessano: neolaureati in Technology Services è richiesto come requisito la laurea ad indirizzo tecnico scientifico quali Ingegneria Informatica, Elettronica e delle Telecomunicazioni, Informatica, Matematica e Fisica; Consultant Junior Telco & Media è richiesto come requisito la Laurea in discipline tecniche. Essendo per la maggior parte profili per giovani denominati Profili Junior non è richiesta una determinata esperienza, ma conoscendo le finalità della azienda un forte disponibilità a viaggiare e una buona conoscenza della lingua inglese. Chi ha interesse e vuole informazioni dettagliate sulle opportunità di lavoro si può collegare al sito della Capgemini nella sezione lavora con noi.
Su trova lavoro.it del Corriere della sera si trovano posizioni quali: Funzionario commerciale per il Centro Italia; e Impiegati commerciali nel settore della ristorazione.
La ´Ca.MI´ Soc. coop. ricerca operai con esperienza nei settori: Videosorveglianza, Climatizzazione, Operatori elettrici e\o elettronici, Installatori di impianti a energia rinnovabile Installatori di infissi. Per candidarsi bisogna inviare C.V. alla email: cami2011@libero.it specificando la propria specializzazione.
La Solar System spa è una azienda italiana che si occupa di pannelli solari termici e fotovoltaici cerca 100 agenti monomandatari e plurimandatari nel Nord e Centro Italia per candidarsi bisogna inviare il cv con autorizzazione al trattamento dei dati (d.lgs 196/03) all'indirizzo selezione@supersolar.it.
Cooperjob spa cerca un Progettista autocad 2d e 3d per azienda operante nel settore della metalmeccanica, un progettista con pregressa esperienza nella mansione:
La Manpower offre delle opportunità come: Manutentore Meccanico esperto; Responsabile ufficio Acquisti per azienda settore metalmeccanico, specializzata nella realizzazione di complementi d'arredo; Agente di commercio per un'azienda operante nel settore energia ed in particolare nell'estrazione del petrolio. Questi ed altri annunci si possono trovare nel sito della Manpower nella pagina cerchi lavoro.
E poi selezioni pubbliche al Politecnico di Milano a contratto a tempo indeterminato per personale tecnico amministrativo. I bandi si possono visionare sul sito http://www.polimi.it/bandi/tecniciamministrativi.
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sabato 5 novembre 2011
SOS lavoro: professioni manuali a rischio
A lanciare l’sos è la CGIA di Mestre nel suo rapporto. Nel quale si indica che nei prossimi 10 anni sono a rischio di estinzione le professioni manuali dell’artigianato e dell’agricoltura che potrebbero comportare la perdita di almeno 385.000 posti di lavoro.
Secondo i dati esposti dalla CGIA, la lista include gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una moltitudine di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, i muratori, i carrozzieri, i meccanici di auto ect..
Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro ha esordito il segretario della CGIA – siamo comunque certi di tre cose.
La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età.
La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurrà ancora di più il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando così la mancanza di ricambi generazionali.
La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile.”
Tutto ciò porterà ad inevitabili ricadute sulla produttività e sull'export. A vedere i dati il problema è culturale: quindi: bisogna rivalutare il lavoro manuale e le attività imprenditoriali che offrono queste opportunità. Ed è facilmente dimostrabile che per molti genitori far intraprendere un mestiere al proprio figlio in un'azienda artigiana è l'ultimo dei pensieri. In attesa di una rivoluzione culturale qualcosa si muove in termini legislativi. Il Testo Unico e la conseguente riforma per l'apprendistato è diventato operativo alla fine di ottobre anche se in attesa di tutti i decreti attuativi – incentiva le aziende assumere giovani con questo particolare contratto di inserimento, consentendo particolari vantaggi fiscali e contributivi.
Secondo i dati esposti dalla CGIA, la lista include gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una moltitudine di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, i muratori, i carrozzieri, i meccanici di auto ect..
Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro ha esordito il segretario della CGIA – siamo comunque certi di tre cose.
La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età.
La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurrà ancora di più il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando così la mancanza di ricambi generazionali.
La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile.”
Tutto ciò porterà ad inevitabili ricadute sulla produttività e sull'export. A vedere i dati il problema è culturale: quindi: bisogna rivalutare il lavoro manuale e le attività imprenditoriali che offrono queste opportunità. Ed è facilmente dimostrabile che per molti genitori far intraprendere un mestiere al proprio figlio in un'azienda artigiana è l'ultimo dei pensieri. In attesa di una rivoluzione culturale qualcosa si muove in termini legislativi. Il Testo Unico e la conseguente riforma per l'apprendistato è diventato operativo alla fine di ottobre anche se in attesa di tutti i decreti attuativi – incentiva le aziende assumere giovani con questo particolare contratto di inserimento, consentendo particolari vantaggi fiscali e contributivi.
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Formazione aziendale: i corsi
La formazione aziendale rappresenta nell’economia dell'azienda un fattore fondamentale che è legato alla competitività per l'azienda stessa. A volte i lavoratori che incontrano delle difficoltà nei luoghi di lavoro, che non ottengono risultati o che non riescono ad applicarsi al meglio, possono subire un vero e proprio cambiamento grazie alla formazione. Per fare questo bisogna operare in modo mirato per trovare i giusti corsi di formazione aziendali.
I corsi di formazione aziendale sono volti al miglioramento dell'organizzazione, il potenziamento del patrimonio aziendale dei servizi che offre l'azienda, il miglioramento delle relazioni interne ed esterne etc.
Proponiamo un elenco dei siti dei principali centri e scuole di formazione che organizzano corsi di formazione aziendale, con tutte le informazioni che riguardano le modalità di iscrizione e la struttura dei corsi:
Associazione Nazionale Garanzia della Qualità
Bertoldi e associati
EnerMind
ISP, Istituto per lo Sviluppo Professionale
LabornetFilas
Manage consulting international
WMR consulting
Ricordiamo che la legge 236 del 1993 consente alle aziende di ottenere contributi per la realizzazione di progetti di formazione continua e per i corsi di aggiornamento, ossia di quelle attività che consentono un adeguamento o miglioramento delle competenze professionali dei lavoratori.
Le attività formative si rivolgono a soggetti che hanno ovviamente un'occupazione e hanno l'obiettivo di rafforzare la professionalità dei lavoratori al fine di ottimizzare le loro potenzialità in sintonia con l'innovazione tecnologica ed organizzativa dei processi produttivi.
Le azioni formative devono riguardare interventi relativi alle seguenti aree: qualità; innovazione tecnologica ed organizzativa; sicurezza e protezione ambientale
Le aree di intervento possono riguardare: progetto di formazione unito alla motivazione; prospetto dei costi e dell'investimento; piano delle attività da svolgere a supporto dell'azienda; erogazione della prestazione.
I corsi di formazione aziendale sono volti al miglioramento dell'organizzazione, il potenziamento del patrimonio aziendale dei servizi che offre l'azienda, il miglioramento delle relazioni interne ed esterne etc.
Proponiamo un elenco dei siti dei principali centri e scuole di formazione che organizzano corsi di formazione aziendale, con tutte le informazioni che riguardano le modalità di iscrizione e la struttura dei corsi:
Associazione Nazionale Garanzia della Qualità
Bertoldi e associati
EnerMind
ISP, Istituto per lo Sviluppo Professionale
LabornetFilas
Manage consulting international
WMR consulting
Ricordiamo che la legge 236 del 1993 consente alle aziende di ottenere contributi per la realizzazione di progetti di formazione continua e per i corsi di aggiornamento, ossia di quelle attività che consentono un adeguamento o miglioramento delle competenze professionali dei lavoratori.
Le attività formative si rivolgono a soggetti che hanno ovviamente un'occupazione e hanno l'obiettivo di rafforzare la professionalità dei lavoratori al fine di ottimizzare le loro potenzialità in sintonia con l'innovazione tecnologica ed organizzativa dei processi produttivi.
Le azioni formative devono riguardare interventi relativi alle seguenti aree: qualità; innovazione tecnologica ed organizzativa; sicurezza e protezione ambientale
Le aree di intervento possono riguardare: progetto di formazione unito alla motivazione; prospetto dei costi e dell'investimento; piano delle attività da svolgere a supporto dell'azienda; erogazione della prestazione.
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