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domenica 11 novembre 2012

Pensioni ed esodati sembra sciolto il nodo dei finanziamenti


E' stato sciolto il nodo relativo alla salvaguardia degli esodati: è stato presentato un emendamento che offre "finalmente una copertura ampia e risolutiva per l'arco di tempo di competenza della Legge di Stabilità".

«Con l'emendamento al Ddl Stabilità che abbiamo depositato - ha affermato Baretta, in commissione Bilancio - il nodo degli esodati viene risolto non solo con i 100 milioni già previsti ma anche con i risparmi che si potranno ricavare dai 9 miliardi già stanziati per la platea dei primi 120mila salvaguardati». «Viene così offerta finalmente - afferma Baretta - una copertura ampia e risolutiva per l'arco di tempo di competenza della Legge di Stabilità al delicato problema degli esodati. Noi relatori ci siamo assunti la responsabilità di chiudere una fase di discussione e di avviare finalmente la fase legislativa. Mi auguro, naturalmente, che la Camera e il Governo condividano il testo».

I 100 milioni necessari per finanziare la salvaguardia degli esodati arriveranno dalle risorse già stanziate ma che non saranno utilizzate per le precedenti "tranche" di intervento. E' quanto stabilisce l'emendamento dei relatori al Ddl di Stabilità che fissa anche un monitoraggio da effettuare entro il 30 settembre 2013 per evidenziare l'esigenza di ulteriore risorse. Ulteriori verifiche, poi, saranno fatte con scadenza semestrale tra governo e parti sociali.

sabato 27 ottobre 2012

Imprese e lavoro: la sofferenza dei carichi fiscali



"Le nostre aziende stanno soffrendo, forse anche morendo di fisco": così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo cui "bisognerebbe fare una spending review molto più decisa e tutti i fondi che si liberano dovrebbero essere destinati alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, le imprese, i cittadini".

"Il governo sta facendo delle cose, certamente non sta facendo tutto quello che sarebbe necessario per fare il salto di qualità". E Squinzi ribadisce: "Ritengo che dalla prossima legislatura serva una legittimazione politica". Discutendo del capitolo sugli  esodati ha chiarito che il contributo di solidarietà del 3% sui redditi sopra i 150 mila euro per allargare la copertura finanziaria agli esodati «sicuramente lo vediamo come un ulteriore carico fiscale e che, peraltro, non è l'unico portato avanti in questi giorni perché sulle imprese sono arrivati anche altri balzelli», ha aggiunto Squinzi sottolineando che «è una situazione generale che va rimeditata, pur sapendo che dobbiamo essere pronti a fare dei sacrifici».

Entro pochi giorni sindacati e imprese potranno trovare un accordo sulla produttività, ha indicato Squinzi. «Siamo nelle fasi finali del negoziato - ha spiegato -, spero in un buon accordo che soddisfi tutti». Per il numero uno di viale dell'Astronomia «l'accordo è fondamentale per recuperare in tempi brevi i 20 punti di competitività che abbiamo perso nei confronti degli altri Paesi europei, e in particolare nei confronti della Germania».

«Bisogna abbandonare questa mentalità di ricorrere all'assistenzialismo», dice Squinzi, parlando del Mezzogiorno. «Bisogna cercare di potenziare quelli che sono i punti forti del Mezzogiorno perché - ha concluso - non dobbiamo mai dimenticare che il patrimonio storico, culturale e ambiente del Mezzogiorno è unico al mondo».

«Quello che preoccupa è una situazione economica molto difficile. Stiamo soffrendo da un anno e più anche a causa dell'impegno di raddrizzare i conti e questo ha portato ad un calo dei consumi interni che tutte le aziende stanno accusando in maniera forte. Ma il problema vero è la disoccupazione che è al 10,7% che diventa il 12,5% se contiamo chi ha rinunciato a trovare lavoro».

sabato 20 ottobre 2012

Ministero del lavoro e Inps continua la guerra sul numero degli esodati

"Gli esodati salvaguardati sono all'incirca 220 mila". Lo ha affermato il presidente dell'Inps, Mastrapasqua, a Rai Radio 1. Il presidente ha detto che la copertura "è garantita per i 65.000 lavoratori inclusi nel "Salva Italia", per altri 65.000 da due provvedimenti successivi, per 9.000 aggiunti pochi giorni fa dal ministro Fornero e, ovviamente, per gli 80mila che sono riusciti ad andare in pensione entro il 31 dicembre 2012.

Ogni sede Inps sta rifacendo i conti. Il 21 novembre avremo i dati definitivi".
«La platea degli esodati da salvaguardare si estenderà, per il biennio 2013-2014, ad altri 8.900 casi per un costo di 440,8 milioni». Lo riferisce il presidente della commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa, citando i dati Inps avuti ieri dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso di un colloquio a Montecitorio. Si tratta dei lavoratori che matureranno il diritto ad essere salvaguardati in base ai paletti fissati dalla riforma delle pensioni.

«La cifra indicata dal Ministro – ha puntualizzato Moffa - non considera i licenziamenti individuali o l'uscita dal lavoro in base ad accordi territoriali. Dati che l'Istituto previdenziale - sottolinea il presidente della Commissione citando Fornero - , non è tuttora in grado di fornire». Fonti interne all'istituto sottolineano tuttavia che, per quanto riguarda gli accordi territoriali, molto dipende dalla collaborazione delle Regioni, che attualmente non raggiunge livelli adeguati. «Il Governo - conclude Moffa - dovrà inoltre individuare la copertura per questi ulteriori esodati».

La Cgil a Roma a piazza San Giovanni: per discutere sulle scelte strategiche di politica industriale, misure di sostegno per i lavoratori di natura fiscale, interventi per arginare la crisi che investe i lavoratori e per salvaguardare i precari. Insomma, ricordare al governo di mettere «Il lavoro prima di tutto!» Sono queste alcune delle riflessioni per le quali la Cgil ha deciso di darsi appuntamento a Roma a piazza San Giovanni.

Molti contenziosi aperti con il governo. Tra questi, la CGIL si dice pronto a discutere con il governo di scuola ma non può accettare un aumento unilaterale delle ore di lezione degli insegnanti Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Tutti pensiamo che la scuola debba arricchirsi, ma non puoi dire a uno che deve lavorare sei ore in più e non lo paghi per quelle ore perché tu hai deciso che così gli organici si possono tagliare ancora un po'. Dicci che progetto hai sulla scuola e discutiamo e costruiamo anche le soluzioni».

Un commento a distanza è arrivato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero. «Ho rispetto per la manifestazione dei lavoratori. Lavoratori e sindacati, tutti coloro che vogliono parlare sanno che non mi sono mai tirata indietro. Il lavoro è la mia prima preoccupazione».

sabato 13 ottobre 2012

Lavoro: il ministro Fornero torna a parlare di esodati e salvaguardati


''Per quanto riguarda gli esodati il governo ha cominciato a considerare salvaguardie che hanno interessato finora 120.000 persone alle quali se ne possono aggiungere altre 10.000". L'Inps sta verificando le posizioni,"ma molti ancora non hanno ricevuto notifica". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero a Maria Latella su Sky Tg24.

Il governo non era al corrente dei numeri sugli accordi collettivi o individuali che sono obiettivamente molto difficili da monitorare -ha spiegato Fornero - per cui ci siamo trovati o davanti a un fenomeno molto ampio e diffuso. Si tratta di individuare non categorie, ma persone con nome e cognome. - ha concluso il ministro - Ora vogliamo dare certezza a chi poteva andare in pensione nel 2013 e 2014, sono le salvaguardie che ci sembrano più urgenti e dovrebbero essere 120mila». Ci siamo trovati o davanti a un fenomeno molto ampio e diffuso, abbiamo cominciato a considerare le salvaguardie che hanno interessato finora 120.000 persone alle quali se ne possono aggiungere altre 10.000 per effetto della finestra mobile del ministro Sacconi. Ora circa 130.000 hanno la salvaguardia".

Fornero ha nuovamente ribadito che la riforma delle pensioni non prevederà eccezioni per intere categorie, riferendosi all'emendamento al decreto sanità che consentirebbe una deroga alla riforma pensionistica per i lavoratori della sanità. "Noi abbiamo fatto una riforma che riguarda tutti i lavoratori - ha spiegato - è una riforma abbastanza severa ma giusta, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni e non credo che sia opportuno ora cominciare con riservare le vecchie regole ad alcune categorie di lavoratori, significherebbe innescare una rincorsa perché una volta che si inizia con una categoria non si vede perché un'altra categoria non possa accedere a requisiti più favorevoli".

sabato 6 ottobre 2012

Esodati o salvaguardati firmato il decreto n. 2 per 55mila

Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha firmato il secondo decreto sugli esodati, che salvaguarda 55 mila lavoratori, tra cui circa 600 dipendenti allo stabilimento Fiat di Termini Imerese. E' quanto ha fatto sapere l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, a conclusione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico sullo stabilimento siciliano.

Il decreto ministeriale, che prevede la salvaguardia di circa 55mila lavoratori, è già stato firmato dal ministro del lavoro Elsa Fornero e ha già ricevuto il via libera della Ragioneria dello Stato sulla copertura finanziaria.

Si tratta del secondo decreto esodati, mentre il primo ne salvaguardava 65mila. La stima dei lavoratori interessati previsti dal decreto Milleproroghe 2012 è di 40mila lavoratori in mobilità ordinaria e lunga, 7.400 prosecutori volontari e 6mila lavoratori cessati al 31 dicembre 2012 , a cui vanno aggiunti 1.600 a carico dei fondi di solidarietà.

«Un'altra buona notizia. Abbiamo con questo le premesse per salvaguardare 120mila persone». Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a margine della conferenza nazionale sul volontariato, ha commentato la firma da parte del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, del decreto sugli esodati. «Ricordo - ha aggiunto Fornero - che il Governo francese ne ha salaguardati 100mila. Noi siamo disponibili a soluzioni ispirate all'equità e di buon senso. Le soluzioni che cercano di ottenere tutto non sono né di buon senso, né eque ma solo velleitarie ed elettoralistiche« ha concluso.

venerdì 13 luglio 2012

Pensioni 2012 la Corte dei Conti registra il decreto su 65mila esodati


Via libera alla registrazione da parte della Corte dei Conti del Decreto interministeriale Lavoro/Economia "a tutela dei lavoratori salvaguardati" del 1 giugno scorso.

Il decreto sugli esodati, composto da 8 articoli, si applica a 65mila lavoratori e disciplina le modalità di attuazione del 'Salva Italia' del 6 dicembre 2011 individuando la ripartizione dei soggetti interessati ai fini della concessione della salvaguardia. Esodati, tre mesi di tempo per presentare domanda per la salvaguardia.

L'annuncio della registrazione del decreto è arrivato dal ministero del Lavoro, mettendo fine alle preoccupazioni che si erano diffuse nelle scorse settimane quale conseguenza del lungo esame del provvedimento da parte della Corte dei conti. Un passaggio obbligato prima della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e la sua piena operatività.

Il decreto interministeriale fa seguito ai decreti legge 201/2011 e 216/2011 (e relative conversioni in legge) che hanno disegnato la riforma previdenziale e al contempo previsto che alcune categorie di lavoratori possano accedere alla pensione in base alle vecchie regole. Un contingente di 65mila persone (a cui di recente se ne sono aggiunte 55mila con il Dl 95/2012) che è stato meglio individuato dal decreto interministeriale del 1° giugno 2012, contenente, tra l'altro, alcune restrizioni ai parametri di salvaguardia previsti in precedenza.

Quindi saranno indenni dagli effetti della riforma:
25.590 lavoratori in mobilità che hanno cessato l'attività lavorativa al 4 dicembre con perfezionamento dei requisiti entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità;

3.460 lavoratori in mobilità lunga con cessazione dell'attività lavorativa al 4 dicembre 2011;

17.710 titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà al 4 dicembre 2011, oppure il cui accesso al fondo sia autorizzato dall'Inps o previsto da accordi collettivi;

10.250 autorizzati al versamento volontario dei contributi con decorrenza della pensione entro il 2013 che non abbiano ripreso l'attività lavorativa e abbiano almeno un contributo accreditato o accreditabile;

950 lavoratori esonerati al 4 dicembre 2011;

150 lavoratori in congedo per assistere figli disabili;

6.890 "esodati" con rapporto risolto al 31 dicembre 2011 che non abbiano ripreso a lavorare e maturino la decorrenza entro il 2013.

Chi rientra nelle ultime tre categorie, secondo quanto previsto dal decreto interministeriale, dovrà anche presentare una richiesta di accesso alla salvaguardia presso le direzioni territoriali del lavoro competenti. Le domande saranno esaminate da apposite commissioni che poi comunicheranno l'esito della decisione all'Inps. Le richieste dovranno essere presentate entro 120 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

mercoledì 4 luglio 2012

Fornero resta ministro del lavoro non è stata esodata dalla Camera dei deputati


Respinte le mozioni presentate da Idv e Lega. L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al ministro del Lavoro Elsa Fornero bocciando le mozioni. I voti a favore sono stati 88, 435 i contrari, 18 gli astenuti.

Nonostante il balletto dei numeri e le danze delle cifre il ministro Fornero non è stata esodata dalla Camera dei deputati.

«Mi ha creato sofferenza, però lo abbiamo superato e ora continuerò a lavorare come prima»: così il ministro del Lavoro risponde, al termine del voto della Camera che le ha confermato la fiducia, ai cronisti. Il ministro del Lavoro uscendo dall'Aula di Montecitorio si intrattiene brevemente prima con alcuni deputati e poi con i cronisti. A chi le chiede se si sia sentita «infastidita» dalla richiesta di mozione di sfiducia replica come questo «non sia il termine adatto» e spiega infatti di aver piuttosto provato «sofferenza». «A chi mi accusa voglio dire che non ho mai mentito. Non è mia abitudine»: al termine del voto della Camera che le ha confermato la fiducia.

"Sarò sobrio nella mia dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Fornero, e lo farò mordendomi la lingua perché ho rispetto sia del suo ruolo sia del fatto che sia una donna": così Antonio Di Pietro apre il suo intervento nell'Aula della Camera sulla sfiducia a Elsa Fornero che è dovuta "a ragioni di merito e di metodo". "Il ministro ha commesso un imbroglio gravissimo affermando il falso mentendo sapendo di mentire", ha detto l'ex pm. "Il ministro - spiega - ha mentito sul numero degli esodati: sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha fornito comunque". Di Pietro ha poi contestato "l'arroganza del ministro nel violare l'articolo 1 della Costituzione: è gravemente offensivo per gli italiani". "Con arroganza e supponenza ha violato la Costituzione. Chiediamo la sfiducia per i suoi atti e comportamenti individuali che non meritano di essere rappresentati in questa Aula. Come fa un ministro in carica a dire che il sommerso, ovvero una illegalità, è un rischio che la sua riforma può determinare ricorda quel ministro della prima repubblica che diceva che la mafia era un rischio con cui bisognava convivere", prosegue Di Pietro, sostenendo che "il fatto che Monti dica di condividerne le scelte è un'aggravante e non un'attenuante".

"In quest'aula il ministro Fornero non gode di alcuna stima, considerazione e fiducia. Non è il ministro del Lavoro ma della disoccupazione. Lei non può fare a meno della propria sedia, ma il Paese può fare benissimo a meno di lei", afferma in Aula il capogruppo della Lega Giampaolo Dozzo.

"Voteremo contro la mozione di sfiducia al ministro Fornero. Lo facciamo con un voto che non è solo del gruppo parlamentare ma impegna l'intera forza politica che non cede ai populismi", ha annunciato nell'Aula della Camera Luigi Muro di Fli.

mercoledì 20 giugno 2012

Riforma delle pensioni 2012. Fornero contro tutti


Fumata nera dopo la prima convocazione nelle aule parlamentari di Elsa Fornero, chiamata a rispondere degli errori di gestione sulla questione esodati e sulla guerra di cifre: il ministro del Lavoro ha negato tutto, dagli errori sulle stime a quelli sul decreto salvaguardati, che salva solo 65mila lavoratori lasciati senza stipendio né assegno previdenziale dopo la riforma delle pensioni.
“Non c'è ministro o rappresentante istituzionale che approvi il suo modus operandi. Così saccente ed autocentrata che risulta antipatica proprio a tutti, fatta eccezione per Mario Monti, vista l'amicizia di lunga data che li lega”.

Il giudizio emesso su di lei non ammette repliche: "La superficialità, per non dire l'indifferenza, con cui il ministro Fornero si sta occupando della drammatica questione degli esodati merita una presa di posizione netta da parte del Parlamento. Non c'è forza politica o sociale che non abbia sottolineato l'inadeguatezza del ministro Fornero. È ora di passare dalle parole ai fatti". Senza contare i battibecchi con il sottosegretario Polillo, con Patroni Griffi sui licenziamenti degli statali e l'antipatia che si è guadagnata con il ministro Giarda.

L'ex ministro del Lavoro Saccon  sul suo sito  ha scritto alla fornero, proponendo tre linee guida sul tema della flessibilità previdenziale e del lavoro.
"L’azzeramento senza uguali di ogni gradualità nel cambiamento dei requisiti di accesso e calcolo della pensione, si giustificò implicitamente anche con il disegno – in linea teorica condivisibile – di modificare la composizione della spesa sociale, spostando risorse dalla previdenza alla protezione sociale"."Operazione in corso di realizzazione con la riforma degli ammortizzatori sociali che tuttavia, nel tempo della grande crisi, sottrae a molti non solo la pensione, ma anche l’ indennità di mobilità. Ora il nodo degli “esodati” rivela il più ampio problema di una significativa area di persone – calcolabili tra 500 e 700 mila in base alla serie dei pensionamenti di anzianità – a rischio di povertà, perché potrebbero rimanere privi di salario, sussidio, pensione nei prossimi anni. Penso in particolare a donne oggi ultracinquantenni, cui è stata improvvisamente innalzata l’età di pensione di cinque anni con l’esito di un differenziale di ben dieci anni rispetto al più generoso sistema previdenziale tedesco", ha scritto Sacconi.

E infine Sacconi ha esposto tre linee guida per introdurre forme di flessibilità previdenziale onerosa nei percorsi lavorativi: "una disciplina più equa delle totalizzazioni contributive e dei versamenti volontari, utilizzando anche il TFR; una regolazione del riscatto dei periodi di laurea che lo consenta variabile oltre una determinata soglia; la estensione – per arco temporale e soggetti – della possibilità di pensionamento anticipato a determinati requisiti e sulla base del meno conveniente calcolo contributivo".

Nel 2011 ci sono stati oltre un milione e mezzo di lavoratori andati in cassa integrazione o in mobilità, e per individuare il numero dei potenziali esodati basta applicare i tassi di uscita incentivata dal lavoro (nell’industria il 14% dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali), a cui aggiungere i lavoratori nati dopo il 1946 che sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi e che hanno un ultimo versamento contributivo prima del 6 dicembre 2011: circa 133mila persone.In tutto, si arriva a quota 370mila. Il che, secondo il presidente della Fondazione dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, «non lasci margini interpretativi» e impone «interventi immediati».


Solo nelle banche, gli esodati sono 20mila (ben più dei 17.710, salvaguardati dal Governo), compresi i lavoratori coperti da un Fondo di Solidarietà (banche, poste, ferrovie, monopoli).
Secondo le stime ABI risultano infatti 13mila i titolari di assegno straordinario del credito al 4 dicembre 2011 e circa 7mila i potenziali percettori di assegno da data successiva. La salvaguardia del decreto è dunque insufficiente a coprire il fabbisogno del settore. La situazione, spiega il responsabile della commissione sindacale, Francesco Micheli, «comporta gravi ripercussioni sia in ordine di attuazione dei piani di ristrutturazione aziendali sia per quanto concerne le tutele reddituali di soggetti privi, al momento, di forme di sostegno economico».
L’ABI sollecita anche l’attivazione presso l’INPS di procedure per gli ingressi al Fondo di solidarietà successivi al 4 dicembre 2011, tenendo conto che ci sono già state cessazione di rapporto di lavoro per circa 900-1000 persone, ma le domande sono state rigettate in attesa del decreto. Senza contare che l’innalzamento a 62 anni della permanenza nel fondo determina un nuovo aggravio economico per le imprese.

martedì 19 giugno 2012

Fornero e il numero degli esodati, anzi salvaguardati. In aula al Senato 18 giugno 2012


“Dati Inps parziali e forvianti, da salvaguardare non sono 400mila lavoratori”.

I lavoratori che saranno salvaguardati sono 65.000 unità. Lo ha ribadito il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando al in aula al Senato. Fornero afferma che si sono voluti salvaguardare lavoratori già usciti dal lavoro e quindi più a rischio di rimanere senza reddito e senza pensione. Oltre a questi, aggiunge il ministro, sono da salvaguardare altri 55.000 lavoratori. Tra questi ultimi, 40.000 sono quelli in mobilità. Alla fine, ecco i numeri dei nuovi esodati.

«Sono circa 55mila i nuovi soggetti da tutelare, oltre i 65mila già individuati»». Il ministro del lavoro non cita mai il termine («la definizione corretta è quella di lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti dal recente inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione»). Quindi si passa dal punto di vista terminologico da esodati a  salvaguardati.

I dati contenuti nella Relazione dell'Inps al ministero sui lavoratori esodati, anzi salvaguardati,   (390.200 la platea di coloro che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione) sono "parziali e fuorvianti", è quanto ha affermato il ministro del Lavoro, parlando al Senato. Il numero dei lavoratori da salvaguardare non è di 400.000 persone e il documento dell'Istituto - ha affermato Fornero - "ha impropriamente alimentato le polemiche".

I lavoratori di Termini Imerese in cassa integrazione straordinaria che hanno i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro i due anni di cigs e i 4 di mobilità saranno salvaguardati dal nuovo provvedimento che il Governo intende adottare. E' quanto emerge dall'informativa del ministro del Lavoro.

La verità ha detto la Fornero, è che il governo sapeva di un'altra platea di lavoratori interessati, ma «la non imminenza del problema che riguarda coloro che andranno in pensione dal 2014, e l'assenza di risorse finanziarie per un bilancio già messo a dura prova - ha spiegato - ci hanno fatto ritenere si potesse affrontare il problema dei lavoratori che usciranno dal lavoro nei mesi successivi con criteri di equità e sostenibilità finanziaria».
Sulle possibili soluzioni per risolvere il problema, il ministro ha puntualizzato: «Sono allo studio diverse ipotesi su cui il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento». Poi gli esempi: «Si potrebbe pensare ad una norma per estendere il contributivo pieno anche agli uomini - ha spiegato - oltre che per le donne, come opzione di scelta da demandare a lavoratore e all'azienda».

Un'altra ipotesi potrebbe essere «una deroga alla nuova disciplina pensionistica». Saranno comunque privilegiati coloro che sono interessati da accordi collettivi di uscita dall'impresa e coloro che maturano il diritto alla pensione entro il 2014 o hanno superato una certa soglia di età. Per i più giovani, invece, il governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità. Entro la fine dell'anno, comunque, ha tenuto a precisare la Fornero «sarà istituita una commissione per verificare le forme di gradualità nell'accesso al pensionamento: su questo - ha assicurato - ci sarà il massimo impegno nel corso dei prossimi mesi». 

Per far fronte al problema dei lavoratori esodati, salvaguardati, il Governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità, afferma il ministro del Lavoro.
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lunedì 18 giugno 2012

Riforma del lavoro ed esodati 2012. Sindacati in piazza: 'di annunci si muore'


Sindacati uniti in piazza per chiedere un'inversione di rotta, una "nuova agenda" politica ed economica su lavoro, crescita, welfare (esodati in testa) e fisco (a partire dalla riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti e pensionati). Rivendicazioni su più fronti per uscire davvero - dicono Cgil, Cisl e Uil - dalla crisi. Perché - sostengono - anche le riforme in campo, quella del lavoro compresa, non danno le risposte necessarie. Il governo respinge le accuse ed il premier Mario Monti spinge proprio sul ddl lavoro: "Devo arrivare al Consiglio europeo con la legge sul mercato del lavoro altrimenti l'Italia perde punti. Mi scuso per questo appello unificato alle Camere", dice parlando a 'Repubblica delle idee': "Credo - aggiunge - che presto verrà rivalutata anche da coloro che, pur avendola confezionata partecipando alle consultazioni, ora la criticano". Gli replica la Cgil: "Aumenterà conflitto sociale e incertezza persone".

I sindacati, si dicono convinti che l'uscita dalla crisi sia possibile attraverso un'unica via: basta annunci (e "bugie"), il governo deve agire. "Di annunci si può anche morire", avverte il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco in piazza del Popolo a Roma, dopo il corteo che attraversa il centro della capitale. "Siamo 200 mila", dicono gli stessi organizzatori. E, in coro, i leader di Cgil, Cisl e Uil avvisano il governo Monti: "Risposte" e "nuova agenda subito" o "torneremo presto in piazza". A scandire l'ultimatum sono tutti e tre, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. Le loro parole sono del tutto assonanti, perché - assicurano - "non ci rassegniamo". "La verità è che chi ci governa non sta facendo tutto quello che è necessario e utile per far sì che questo Paese esca dalla crisi", è l'affondo di Angeletti al "governo dei tecnici, dei professori" che, invece, "deve fare": "A forza di annunci sulla crescita, su piani faraonici, siamo precipitati nella recessione". Di annunci ne abbiamo "sentiti troppi in questi mesi", attacca Camusso: il punto è che "non servono cose roboanti, servono cose concrete". Bonanni accusa il governo anche di aver messo da parte la concertazione: "Senza confronto, senza concertazione le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti e le loro forme di giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali" Ma, assicura, "faremo resistenza a questo modo di procedere. Continueremo la nostra battaglia". Il leader della Cisl chiede, quindi, dialogo ed equità. E al termine parla di manifestazione "grandiosa", di fronte alla quale "il governo mediti e cambi spartito". Manifesto della mobilitazione (che mercoledì 20 proseguirà con quella unitaria dei sindacati dei pensionati) è l'articolo uno della Costituzione: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il problema, invece, è che oggi "si sta distruggendo il lavoro", dice Angeletti. Di qui la richiesta, unanime, di un "cambiamento dell'agenda politica: senza non ci sono prospettive per il Paese", avverte ancora Camusso.

Bisogna ripartire sull'occupazione (le riforme, a partire da pensioni e lavoro, "non hanno cambiato la condizione delle persone, anzi in molti casi l'hanno peggiorata") e sulla crescita. E il fisco "non è un modo di fare cassa". Mentre sugli esodati bisogna smetterla con le "bugie", le "chiacchiere", dicono ancora i tre leader, suggerendo al governo ed in particolare al ministro del Welfare, Elsa Fornero, di approntare una norma che consenta a tutta la platea interessata (oltre i 65 mila salvaguardati) di andare in pensione con le vecchie regole. "Ci vuole subito, non fra qualche mese, un'altra politica economica", ora "iniqua" e con troppo "rigore", continua Camusso. Che si rivolge anche al ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, perché dia risposte alle crisi aziendali. Insomma, oggi "é solo l'inizio. Nelle prossime settimane proclameremo altre iniziative di mobilitazione", assicura Angeletti, così come Bonanni e Camusso, chiudendo i rispettivi interventi dal palco della manifestazione. Manifestazione aperta con l'inno di Mameli e chiusa con l'Internazionale.

giovedì 14 giugno 2012

Esodati il duello Fornero-Camusso continua



Crescono i toni della polemica sugli esodati esplosa dopo la diffusione della relazione dell'Inps che calcola in 390.200 la platea di coloro che rischiano di restare per anni senza lavoro e senza pensione. Lo scontro si accende sul fronte sindacale ma anche politico. Va in scena un nuovo duello tra il leader della Cgil, Susanna Camusso, ed il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Che sulla questione riferirà martedì 19 giugno in Aula al Senato e nella stessa giornata o al massimo mercoledì in Aula alla Camera. Entrambe ospiti della Conferenza internazionale del lavoro dell'Ilo a Ginevra, prima il segretario generale della Cgil accusa il ministro di aver avuto una "reazione intollerabile". Fornero, dice Camusso, "avrebbe dovuto arrabbiarsi perché ci abbiamo messo sette mesi a sapere quanti erano" gli esodati. "Non devo necessariamente copiare i comportamenti altrui", replica secca il ministro: "Mi sembra di ricordare, anche se io sono un politico tecnico, che un buon comportamento di un politico sia parlare all'estero di cose che riguardano l'economia internazionale e parlare in Italia di cose prevalentemente italiane. Quindi - afferma Fornero - io sono contenta di seguire una regola che mi pare di corretto comportamento". Intanto la versione definitiva del decreto interministeriale (Lavoro ed Economia) - firmato e in attesa di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale - sui lavoratori salvaguardati rispetto alle nuove regole per il pensionamento conferma in 65.000 la platea dei beneficiari per una spesa superiore ai 5 miliardi di euro (5,070 miliardi), dal 2013 al 2019. Una platea di salvaguardati, appunto, da molti considerata insufficiente.

I lavoratori salvaguardati rispetto all'aumento dell'età pensionabile sono 65.000 per un costo complessivo di 5 miliardi e 70 milioni (dal 2013 al 2019). E' quanto prevede il testo definitivo del decreto firmato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro e da quello dell'Economia, ancora non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il decreto fissa i criteri di salvaguardia degli esodati, contabilizzandoli anche per le diverse categorie. In base al decreto potranno andare in pensione con le vecchie regole 25.590 persone che erano già in mobilità ordinaria il 4 dicembre e che raggiungano i requisiti (con le vecchie regole) entro i tre anni dall'inizio del beneficio (quattro nel Sud) mentre per la mobilità lunga si prevede che i beneficiari siano 3.460. Anche questi dovranno essere già usciti dal lavoro verso la mobilità entro il 4 dicembre 2011. Per i fondi di solidarietà (a partire da quello del credito) i beneficiari saranno 17.710 (ma è previsto che restino a carico dei fondi fino al compimento dei 62 anni) mentre i prosecutori volontari previsti sono 10.250. Saranno salvaguardati i prosecutori volontari che raggiungono i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro il 2013 purché non abbiano ripreso l'attività lavorativa e abbiano almeno un contributo accreditato o accreditabile all'entrata in vigore del Decreto Salva Italia. I lavoratori esonerati dal servizio che potranno andare in pensione con le vecchie regole sono 950 (esonerati alla data del 4 dicembre 2011) mentre i genitori in congedo per assistere figli disabili che saranno salvaguardati sono 150 (con perfezionamento entro 24 mesi dalla data di inizio del congedo del requisito contributivo per accedere alla pensione indipendentemente dall'età anagrafica). Per accordi di incentivo all'esodo (senza ammortizzatori) saranno salvaguardate 6.890 persone (che siano uscite dal lavoro entro il 31 dicembre 2011). Gli accordi devono essere stati comunicati alla direzione territoriale del lavoro o a soggetti equipollenti e i requisiti dovranno essere raggiunti entro il 2013. Il limite del fabbisogno complessivo è individuato nella legge di conversione del decreto Salva-Italia ed è pari a 5.070 milioni di euro, così suddiviso: 240 milioni per l'anno 2013; 630 milioni per il 2014; 1.040 milioni per il 2015; 1.220 milioni per il 2016; 1.030 milioni per il 2017; 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019. La spesa per i lavoratori salvaguardati parte dal 2013 perché nel 2012 stanno andando in pensione quei lavoratori che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 (quindi prima dell'entrata in vigore del decreto Salva Italia) e hanno dovuto attendere i 12-18 mesi di decorrenza previsti dalla finestra mobile 2011.

lunedì 11 giugno 2012

La riforma delle pensioni 2012 ed il numero degli esodati

L' Inps ha inviato una relazione alla Fornero indicando a 390.200 i lavoratori in uscita. Gli esodati, ossia i  lavoratori che hanno stipulato un accordo di prepensionamento con l'azienda prima che il sistema previdenziale venisse cambiato e che ora si trovano senza un lavoro e senza i requisiti per ritirarsi dallo stesso.

Quindi i lavoratori esodati che potrebbero avere diritto ad andare in pensione sulla base delle vecchie regole secondo il decreto Salva Italia e il Milleproroghe sono 390.200: è quanto emerge dalla Relazione Inps al ministero del Lavoro inviata prima della firma del decreto che fissa a 65.000 la quota dei salvaguardati.

Penso che con buona determinazione riusciremo a condurre in porto" la riforma del lavoro, "sicuramente prima dell'estate". Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero concludendo l'assemblea degli industriali a Novara.
"Spero che questo disegno di legge diventi legge nel più breve tempo possibile - ha aggiunto Fornero - e con i minori cambiamenti possibili. Con il Senato abbiamo lavorato molto bene, senza pregiudizi. Mi auguro che questo percorso virtuoso si ripeta alla Camera, ma non ho motivo per pensare che la Camera sia meno virtuosa del Senato". "Tutti - ha detto ancora il ministro - ricordano che venivamo da un periodo di contrapposizione politica forte, aver avuto quella situazione in Senato credo sia una delle cose positive su cui far leva in termini politici".

Il dialogo con le parti sociali é durato tre mesi, è stato utile e molto istruttivo ma mi sarei aspettata di vedere più coesione. Invece ho trovato molta diffidenza tra le parti, contrapposizione di interessi". E' il rammarico espresso dal ministro del Lavoro. "La riforma del lavoro è stata fatta con il dialogo e non con la concertazione, non ce la potevamo permettere. Se un medico deve amputare una gamba non più fare tanti conciliaboli, deve agire".

Sull'articolo 18 "non c'é dogmatismo né ideologia. Abbiamo avuto lo Statuto dei Lavoratori e l'articolo 18 per quarant'anni, adesso abbiamo la modifica del 18, ma le cose cambiano e se non funzionano come noi auspichiamo tra qualche anno potrebbero esserci altre modifiche", ha affermato Fornero.
"L'aumento dei salari può avvenire solamente dall'aumento della produttività", ha sottolineato il ministro. "Noi con queste riforme, compresa quella del mercato del lavoro - ha aggiunto - poniamo le basi per un aumento della produttività e da questo può venire un aumento dei salari che a sua volta serve ad aumentare la domanda di consumi e quindi le imprese possono vendere anche sul mercato interno".
 La riforma del mercato del lavoro "non va in porto, piace solo a Monti e alla Fornero, passa solo se mettono la fiducia". Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti nel corso della trasmissione "Un giorno da pecora", secondo quanto si legge su Twitter.

Ricordiamo che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, aveva assicurato che il decreto presentato al governo avrebbe garantito una soluzione per 65mila persone, ed effettivamente un numero ai minimi sulla realtà, viste che le stime dell'Inps parlavano di 130mila esodati e la Cgil ne contava 300mila. Ma un numero che diventa drammaticamente insufficiente in riferimento alla relazione Inps presentata  al ministero del Lavoro: le persone che rischiano di non poter usufruire del cosiddetto "scalino" sono ben 390.200.















martedì 29 maggio 2012

Esodati nuovo scontro Fornero-Camusso

Sugli esodati "non possiamo pensare che tutto si riapra, altrimenti vuol dire fare la riforma e poi disfarla" dice il ministro del Lavoro, Fornero, rispondendo al presidente Inps, Mastrapasqua, che presentando il rapporto annuale dell'Istituto aveva chiesto una soluzione "per tutti". "Abbiamo un decreto che è pronto" spiega il ministro. "E' una soluzione parziale", "lo sappiamo"."Gli esodati sono un costo della riforma delle pensioni. Le riforme costano,non sono a costo zero". Poi aggiunge:"Il governo non è né cieco né sordo ai problemi del Paese".

Ma "al momento non abbiamo il numero degli esodati né gli accantonamenti". "Nei processi di transizione - dice il presidente Inps, Mastrapasqua, presentando alla Camera il rapporto annuale dell'Istituto -, chi è colto a metà del suo passaggio non può e non deve essere dimenticato". Per gli esodati serve una "soluzione che valga per tutti, non solo per il contingente" dei 65mila lavoratori individuati dal governo. Mastrapasqua definisce, comunque, la riforma delle pensioni voluta dal governo Monti "dura, severa, equa e coraggiosa", le "criticità" non devono "oscurarla".

La soluzione in due tempi per risolvere il problema esodati, così come ribadita oggi dal ministro Fornero, è "un disprezzo nei confronti delle persone" dice il segretario della Cgil, Camusso. Il ministro "parla senza sapere di cosa parla". "Serve una soluzione per il complesso degli esodati o meglio che si sospenda la discussione sugli ammortizzatori sociali perché le misure proposte non reggerebbero il confronto". Quanto a un possibile voto di fiducia a Palazzo Madama sul Ddl lavoro, così da far arrivare a Montecitorio il testo blindato: "Più vedo la situazione più credo bisogna riflettere se è giusto fare la riforma" ha detto la Camusso.

domenica 22 aprile 2012

Riforma del mercato del lavoro e il nodo degli esodati


Potrebbero tornare al lavoro una parte degli esodati, quei lavoratori che oggi, in base a accordi stipulati entro il 4 dicembre 2011, stanno godendo di trattamenti d'integrazione al reddito in vista di una pensione che la riforma previdenziale ha spostato però più in là rispetto al previsto.

E' quanto ha ipotizzato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nella lettera in cui ha invitato i sindacati a fissare la data di un incontro sul tema, come essi stessi avevano chiesto qualche giorno fa. Obiettivo: fugare «ogni dubbio» e «trovare soluzioni condivise», si legge nella missiva recapitata ieri sera a Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Nella lettera il ministro del Lavoro fornisce anche una indicazione sulla cura del problema: «Ove il lasso temporale che separa il lavoratore dalla pensione anche secondo le previgenti disposizioni sia ampio», è da confidare che «non si debba ipotizzare il ricorso solo ad un accesso al trattamento pensionistico piuttosto che di prolungamento di integrazione salariale, quanto lavorare anche nella prospettiva di offrire nuove opportunità occupazionali in funzione dell'auspicata ripresa economica, così da evitare di disperdere professionalità utili».
Si è aperto un dibattito sulla possibilità, a cui accenna la lettera del ministro, che per gli esodati (chi ha lasciato il lavoro ma, per gli effetti della riforma previdenziale, allo scadere degli ammortizzatori sociali non potrà' accedere alla pensione) si possa puntare anche su ''nuove opportunità occupazionali'' eventualmente legate ''all'auspicata ripresa economica''.

Vediamo la reazione dei sindacati alla nuova lettera del ministro Fornero.

''Tanto tuonò che piovve'', è il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: ''Spero - dice dopo la lettera del ministro - che adesso si chiarisca la vicenda e che l'incontro si faccia subito perché non abbiamo ancora la data e la vorremmo avere''.

La Uil ricorda che era stato chiesto ''un tavolo proprio per trovare la soluzione migliore per migliaia di lavoratori e - commenta il segretario confederale Domenico Proietti - finalmente il ministro del lavoro ha capito che il confronto con il sindacato e' utile per risolvere i problemi'': per il sindacato di Luigi Angeletti ''la via maestra e' applicare a tutti gli esodati le regole di accesso alla pensione in
vigore prima dei provvedimenti Fornero'' ma un tavolo servirà ''anche a valutare altre possibilità'''.
Per evitare che ci siano solo lamentele bisogna avere la disponibilità a comprendere ed accettare le proposte degli altri quando sono ragionevoli". E sull'ipotesi di ritorno all'occupazione per gli esodati lanciata da Fornero,Angeletti frena: "No alle soluzioni miracolistiche, bisogna prima vedere se ci sono posti di lavoro nelle aziende. Ci si dimentica che quei lavoratori non sono andati via volontariamente".

Per il segretario della CGIL Susanna Camusso su Twitter: ha scritto che è “un modo per prendere tempo.” La Cgil è critica sulla lettera inviata ai sindacati dalLa lettera della Fornero, ha affermato il segretario generale, «è senza data. Temo sia un modo per prendere ulteriore tempo invece che per dare risposte».

«Siamo pronti a dialogare per trovare soluzioni» ha invece commentato il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella.

A preoccupare i sindacati non ci sono soltanto i 65mila ''salvaguardati'' calcolati dal ministero del Lavoro, e per i quali è atteso a un decreto per una soluzione ma anche i lavoratori di una seconda area, dai contorni più indefiniti. Sono tutti quei lavoratori che hanno lasciato il lavoro con un percorso di accompagnamento alla pensione - come cassa integrazione e mobilità - ma che per gli effetti della riforma previdenziale dovranno affrontare un periodo nel quale verranno meno tutte le tutele sul reddito e non potranno ancora accedere alla pensione e per i quali il ministro Fornero ha parlato anche della "'prospettiva di offrire nuove opportunità' occupazionali''.

domenica 15 aprile 2012

Riforma del mercato del lavoro: la guerra dei numeri

Sessantacinquemila per il Ministero del Lavoro, 130 mila per l'Inps, oltre 300 mila per i sindacati: sul numero degli esodati - coloro che rischiano di restare senza reddito e senza pensione, alla luce della riforma previdenziale che ha innalzato l'età pensionabile e che avevano già raggiunto accordi per essere accompagnati alla pensione sulla base delle vecchie regole - le stime differiscono perché partono da criteri di inquadramento della platea diversi.

Il balletto sulle cifre degli esodati continua. E probabilmente in questa guerra dei numeri non sono stati calcolati coloro che sono usciti dal lavoro per accordi individuali e collettivi: circa 10 mila seguendo la linea del ministero, che si ferma al periodo 2012 – 2013, ed almeno 70 mila se si guarda al prossimo quadriennio. E sei si calcola a pieno il numero di coloro che sono stati autorizzati a pagare contributi volontari: 1,4 milioni secondo i dati pubblicati dall’Inps. La possibilità di sottoscrivere accordi individuali – prevista dal Codice di procedura civile all’articolo 410 sul tentativo di conciliazione, nonché all’articolo 411 sul processo verbale di conciliazione e all’articolo 412-ter sulle modalità di conciliazione e arbitrato previste dalla contrattazione collettiva – interessa però molti altri lavoratori esodati.

Per poter usufruire dei ai trattamenti pensionistici prima della riforma Fornero è necessario aver maturato i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2011.
C’è poi la questione delle risorse economiche, poiché il decreto prevede che le misure per i lavoratori che sviluppano i requisiti successivamente al 31 dicembre 2011 sono vincolare alle risorse economiche dello Stato, che verranno specificate mediante D.M., entro il 30 giugno 2012. Nel caso in cui il Governo reperisca risorse sufficienti, risulteranno esenti dalla riforma Fornero anche i lavoratori che maturino i requisiti anagrafici e contributivi successivamente al 31 dicembre 2011, ma solo se onorano i seguenti vincoli:

essere in mobilità, sulla base di accordi sindacali firmati prima del 4 dicembre 2011, solo impiegati in imprese con più di 15 dipendenti ed con licenziamenti che riguardano almeno 5 lavoratori;

essere in mobilità lunga per effetto di accordi collettivi stipulati entro il 4 dicembre 2011, o titolari alla stessa data di una prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore;

essere stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 4 dicembre 2011 o essere dipendenti pubblici che abbiano chiesto di essere esonerati dal servizio.

Alla luce di tali vincoli, risultano comunque esclusi i lavoratori delle imprese sotto i 15 dipendenti. A rischio anche coloro che non entrino in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi entro il 2012, facendo scattare la pensione entro il 2013, secondo la vecchia disciplina previdenziale.

Con un comunicato,  il Ministero del Lavoro ha diffuso i dati a conclusione dell'analisi compiuta dal tavolo tecnico istituito tra lo stesso ministero, il ministero dell'Economia-Ragioneria dello Stato e l'Inps sugli esodati. Viene indicato il numero di circa 65 mila persone "complessivamente interessate". Nella nota si definiscono 'salvaguardati' e si fa riferimento ai lavoratori "in prossimità del pensionamento". Ossia - come spiegato da fonti tecniche - a coloro che entro due anni matureranno i requisiti per la pensione con le vecchie regole. E che hanno già lasciato il lavoro al 31 dicembre 2011. Mentre ad un successivo intervento normativo è affidata la possibilità - come affermato dallo stesso Ministero del Lavoro - di far rientrare "per specifiche situazioni e con criteri analoghi" i lavoratori interessati da "accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011", comunque beneficiari di ammortizzatori sociali per l'accompagnamento alla pensione. Tra questi, ad esempio, Termini Imerese, che al momento è fuori: il primo dicembre scorso è stato firmato l'accordo per l'accompagnamento alla pensione di 640 lavoratori dell'ex stabilimento Fiat, con due anni di cassa integrazione straordinaria e quattro anni di mobilità.

Il direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, ha indicato cifre che non presentano "alcuna contraddizione" con quelle del Ministero del Lavoro. Si tratta di una platea potenziale di 130 mila nei prossimi quattro anni: circa 45 mila che entreranno in mobilità sulla base di accordi fatti entro dicembre 2011; altri 13-15.000 lavoratori che sono nel fondo di solidarietà del credito; 70.000 usciti dal lavoro sulla base di accordi volontari.

Per i sindacati il numero di tutti gli esodati è invece superiore a 300 mila. Cgil, Cisl, Uil e Ugl contestano al governo di aver indicato solo una parte della platea e nel conteggio considerano anche quanti hanno fatto accordi collettivi e individuali entro il 2011, ma lasciano il lavoro dopo e maturano i requisiti per la pensione oltre i due anni stabiliti dal Milleproroghe.

sabato 14 aprile 2012

Riforma mercato del lavoro e il problema degli esodati

Lettera al Sole 24 Ore : varietà di stime non è colpa del ministero. Non ritengo che si possa accusare il ministro, né il ministero,della varietà di stime che ha caratterizzato le ultime settimane, alimentando la legittima preoccupazione delle persone. Né sarebbe stato appropriato,in attesa della valutazione ufficiale, correggere le cifre" Così il ministro del Lavoro Fornero nella lettera al direttore deal "Sole 24 ore".

Il ministro del Lavoro, Fornero, torna sulle polemiche relative al balletto di numeri sugli "esodati". Precisa che le cifre ufficiali sono quelle date dal ministero. E nella consapevolezza di persone che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione, dice: "Ho promesso che mi impegnerò poiché la norma non poteva contenere tutti". Poi sulle critiche di Bonanni: "Guardiamo all'interesse generale", non alle "battute". La crisi? "Il governo non ha bacchette magiche. Stiamo lavorando sul fronte della stabilizzazione finanziaria" e sul fronte liberalizzazioni. Quanto alla riforma del lavoro "ha un suo equilibrio", ma "non è intoccabile".

La riforma del lavoro non è intoccabile, ma ha un suo equilibrio. «Nessuno dice che la riforma così come è stata presentata è intoccabile ma io - ha rimarcato la Fornero facendo riferimento alla riforma del mercato del lavoro - rivendico il fatto che questa riforma ha un suo equilibrio e una sua valenza generale perché guarda a molti aspetti del mercato, non a uno soltanto, non solo alla possibilità di licenziare ma riguarda anche l'ingresso meno precario nel mondo del lavoro, dare qualcosa a chi il lavoro lo ha perso. Questa riforma la vediamo non come una rivoluzione ma come una riforma che ha contenuti molto equilibrati nelle sue diverse parti. Poi - ha detto infine il ministro - se c'è qualcuno che ha dei suggerimenti per migliorarla, non ci tireremo indietro. Una riforma così complessa non è intoccabile rispetto al modo in cui viene presentata».

Il ministro a Bonanni: siamo attenti all'interesse del Paese, non alle battute. «Le battute facili le lascio a quelli che ne hanno molte. Io non ne ho, sono piemontese e sono abituata a lavorare anche e a dispetto delle battute facili e magari sprezzanti che vengono fatte». Così Fornero, ha risposto alla battuta del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che aveva detto che il governo nasconde la testa sotto la sabbia. «Fino a quando saremo al governo - ha proseguito il ministro- il nostro impegno sarà quello di lavorare non per alcuni ma guardando all'interesse generale del Paese. Possibilmente per dargli un po’ di futuro».

Ma questa interpretazione (utilizzata per restringere il campo a 65.000 unità e quindi le risorse necessarie) lascia fuori coloro che pur avendo firmato l'accordo sono ancora in azienda (come i lavoratori di Termini Imerese ancora in cassa integrazione) e quelli con un percorso di mobilità verso la pensione di 4 anni. Nel complesso, secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell'Inps Mauro Nori solo due giorni fa in una audizione la platea di coloro che è uscita dal lavoro sulla base di accordi collettivi o individuali e raggiunge i requisiti per la pensione con le vecchie regole nei prossimi quattro anni raggiunge le 130.000 unità.

A confermare l'operazione in più tappe è di fatto anche il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. «È ovvio che ci sono più esodati dei 65mila stimati, ma sono scaglionati nel tempo - ha detto Polillo a SkyTg24 -. Ci sono quelli che rimarranno senza stipendio e senza pensione nel 2013, altri nel 2014 e via dicendo. Anno per anno si provvederà. Non possiamo risolvere il problema tutto subito - ha proseguito il sottosegretario - perché dovremmo mettere a bilancio una cifra spropositata che ci farebbe saltare tutti gli equilibri finanziari».

Si parte dunque dalla platea di 65mila lavoratori confermata dalla ricognizione dei tecnici di Lavoro, Inps e Ragioneria generale dello Stato. Un dato che, secondo l'Inps, «non è in contraddizione» con quello dei 130mila esodati citato alla Camera dal direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, perché questo numero «si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati ed alle altre categorie previste», mentre quello del tavolo tecnico riguarda «tutti i lavoratori - precisa ancora l'Inps con una nota - che ad oggi risultano già cessati ed estromessi dai processi produttivi per effetto di procedure di mobilità o per dimissioni individuali al 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o collettivi». I criteri e le priorità di pensionamento di questi 65mila lavoratori «salvaguardati», saranno fissati dal decreto interministeriale (compresa la documentazione necessaria) che il ministro Fornero conta di emanare già a maggio.

martedì 3 aprile 2012

Riforma del lavoro ed esodati per Angeletti: «Fornero da licenziare per giusta causa»

Riforma delle pensioni ed esodati è il tema preoccupante. Chi sono gli esodati? Sono coloro che si trovano in bilico, bordline tra l'età lavorativa e quella della pensione. Ossia, è il nodo dei patti aziendali basati sul vecchio sistema pensionistico. Il problema è che in sede INPS è emerso che gli esodati sarebbero circa 350.000 mila. E questi sono lavoratori coperti dalla legge che assicura loro di potersi avvalere delle regole in vigore prima del 2012 ma per pagare le loro pensioni i fondi non ci sono.

In sostanza la variazione più incisiva è rappresentata dal passaggio, a decorrere dal 1° gennaio 2012 e per tutti i lavoratori, al sistema contributivo.

Altre modifiche riguardano la variazione dell’età pensionabile e l’incremento dell’aliquote contributi veda versare di alcuni tipologie di lavoratori.  Tale tipo di intervento pone però il problema di un buon numero di contribuenti che si trovano proprio al limite  del passaggio tra vita lavorativa e pensione.

"La vicenda dell'articolo 18, così come la vicenda degli esodati, se posso dirla con una battuta, rappresentano un fondato motivo per un licenziamento del ministro del Lavoro Fornero, una giusta causa". Così il leader della Uil Angeletti, ospite di SkyTg24. "Dobbiamo constatare che, nel bene e nel male, l'epoca della concertazione è finita" ha aggiunto Angeletti. E ancora: "Il vero problema che abbiamo è l'eccessiva pressione fiscale sul lavoro dipendente che sta producendo certamente una generica ingiustizia sociale, ma soprattutto l'aumento della disoccupazione. Dobbiamo scendere in campo per il problema numero uno:i posti di lavoro".

Per la Uil, «ad aggravare questa situazione si aggiungono le addizionali Irpef, l'Imu e i possibili incrementi delle aliquote Iva». Mentre manca «l' emanazione di un provvedimento attuativo per la detassazione strutturale degli incrementi salariali derivanti dalla produttività», cosa che determina «decurtazione economica a danno di circa sei milioni di lavoratori».

In uno scenario che vede una riduzione «drastica» del potere di acquisto per lavoratori e pensionati che frena i consumi, la disoccupazione attesa in aumento, il Pil in frenata, «lavoro e sviluppo restano solo parole, predicate da un Governo le cui politiche economiche stanno, invece, perpetuando effetti recessivi. E ciò accade mentre i costi della politica continuano ad essere esorbitanti».

Per Uil «bisogna affrontare, poi, altri nodi importanti, a partire dalla soluzione della questione degli esodati. Si tratta di oltre trecentomila persone che hanno sottoscritto un patto, affidandosi alle leggi dello Stato, che deve essere onorato garantendo loro una continuità tra salario e pensioni».
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