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domenica 28 aprile 2013

Stage 2013 nelle organizzazioni internazionali

Ricordiamo che l'Isfol ha presentato il nuovo "Manuale dello stage in Europa", che contiene 31 schede paese, in cui si forniscono dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il luogo di destinazione. Insomma un vademecum ideale per trarre il meglio dalle esperienze di tirocinio in Europa.

Per affrontare un tirocinio in Europa è necessario informarsi sulle diverse opportunità e sulle fonti disponibili,
Unione Europea, Banca Centrale Europea, ONU, Banca Mondiale, UNESCO: sono solo alcune delle organizzazioni internazionali che offrono regolarmente opportunità di lavoro e stage a Bruxelles, New York, Parigi, Londra e in tante altre grandi e medie città nel mondo.

Per accedere a queste opportunità servono le lingue, un curriculum di studio eccellente, e in caso di lavoro, esperienze qualificate svolte all'estero. Sono inoltre necessarie caratteristiche personali quali flessibilità, capacità di adattamento, interculturalità e, in particolare fuori dall’Europa, ottimo stato di salute. La selezione solitamente è dura perché la concorrenza proviene da tutti gli angoli del mondo.

E' possibile proporsi per degli stages in moltissime organizzazioni internazionali e molti di questi sono retribuiti, e i compensi possono arrivare a 1000,00 € al mese

E' bene informarsi contattando ogni singola organizzazione, poiché hanno tempi e procedure di candidatura diversificate.

Centro Europeo di lingue Moderne. Accoglie tirocinanti in due periodi dell'anno, per 3 o 6 mesi. Requisiti per la candidatura: essere laureati e pluringue (inglese, francese, tedesco) e possedere conoscenze informatiche. E' previsto un rimborso mensile di 686,00 €. Scadenza per la presentazione delle candidature: 30 settembre.
Comitato delle regioni dell'Unione Europea. E' possibile candidarsi in due periodi: dal 1° aprile al 30 settembre e dal 1° ottobre al 31 marzo. Si possono candidare laureati cittadini dell'Unione Europea e che conoscono almeno una delle lingue comunitarie. La candidatura si effettua solo on-line. E' previsto un rimborso di 1000,00 € al mese.

Eurocontrol a Bruxelles. Gli stages sono aperti a studenti e neolaureati. E' possibile candidarsi durante tutto l'anno, e gli stages durano da 2 mesi a un anno. E' prevista un'indennità di massimo 1000,00 €.
World Trade Organization a Ginevra. Gli stages sono aperti a laureati con laurea specialistica, tra i 21 e i 30 anni. E' possibile candidarsi durante tutto l'anno, e gli stages durano fino a 6 mesi. E' prevista un'indennità di 60 CHF al giorno.

International Labour Organization (ILO) a Ginevra. Gli stages sono aperti a laureati nel settore economico e politico, tra i 20 e i 35 anni. E' possibile candidarsi durante tutto l'anno, e gli stages durano da uno a tre mesi. E' prevista un'indennità di 1500 CHF.

United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) a Ginevra. Accolgo studenti laureati con master. E' possibile candidarsi in ogni momento dell'anno. Gli stages durano dai 2 ai 6 mesi.
Comitato economico e sociale a Bruxelles. Gli stages sono aperti a laureati almeno triennali. E' possibile candidarsi durante tutto l'anno, e gli stages durano da uno a tre mesi.

Banca europea degli investimenti in Lussemburgo. Gli stages sono aperti a laureati con poca esperienza lavorativa nel settore economico, finanziario, legale e della segreteria in generale. Le candidature sono aperte tutto l'anno, e la durata degli stages va da 1 a 5 mesi.

Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (Marchi, Disegni e Modelli) ad Alicante. I tirocini possono essere avviati il 1° febbraio o il 1° settembre. Per scegliere le posizioni a cui candidarsi vai a http://oami.europa.eu/ows/rw/pages/OHIM/career/posts.it.do

European Centre for Disease Prevention and Control a Stoccolma. I termini per le candidature sono due: 30 gennaio e 30 aprile di ogni anno.

Organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa a Vienna. Candidatura possibile in ogni momento dell'anno, compilando il form reperibile all'indirizzo www.osce.org/employment/13111.html.

Office for Outer Space Affairs (OOSA) a Vienna. Accolgono laureati con master. E' possibile candidarsi in ogni momento dell'anno. Gli stages durano dai 2 ai 6 mesi.
World Tourism Organization (WTO/OMT) a Madrid. Accolgono studenti con laurea almeno triennale. La candidatura è possibile in ogni momento dell'anno.

Corte di giustizia dell'Unione Europea a Lussemburgo. Sono previsti due periodi di tirocinio:dal 1° marzo al 31 luglio (modulo da inviare entro e non oltre il 30 settembre) e dal 1° ottobre al 28 febbraio (modulo da inviare entro e non oltre il 30 aprile).

Mediatore europeo a Strasburgo o Bruxelles.Borse di studio di tre mesi sono disponibili per i tirocinanti che non hanno a disposizione altri mezzi di sostegno economico.

sabato 16 marzo 2013

Imprenditoria femminile fondo perduto per il 2013

I contributi a fondo perduto sono somme che, una volta ricevute, non devono essere restituite da coloro che ne hanno beneficiato. Sono finanziamenti erogati generalmente da enti pubblici (Unione Europea, Ministeri, Regioni, ecc.) a favore delle nuove imprese o delle imprese già attive. Normalmente non sono necessarie garanzie per ottenere il contributo, tranne nei casi in cui è prevista l’erogazione di un anticipo.

Il contributo a fondo perduto viene concesso a fronte di un investimento dell’imprenditore per la realizzazione di opere o l’acquisto di beni strumentali che abbiano effetti durevoli sull’impresa ed è calcolato in percentuale sul totale dell’investimento. Il contributo viene erogato solo a fronte della presentazione di documentazione di spese (ovvero fatture dei fornitori quietanzate).

Il nuovo momento sociale, la crisi economica e ovviamente la mancanza di lavoro, hanno negli ultimi anni ingenerato un forte aumento dell’interesse verso l’imprenditoria femminile e i finanziamenti a fondo perduto. Sicuramente, l’idea di aprire un’impresa è un’ottima opportunità per mettersi in gioco e lavorare di creatività, consentendo di innovarsi su più fronti.

Vediamo come si può partecipare al bando finanziamenti imprenditoria femminile.
Richiedere la partecipazione ai bandi è possibile presentando un business plan fornito di descrizione del progetto che si intende realizzare e di una sezione più dettagliata inerente a requisiti di fattibilità finanziaria del progetto. Le spese ammissibili per le agevolazioni riguardano solitamente l’acquisto di terreni, di impianti e macchinari, consulenze e corsi di formazione.

Per ottenere i vantaggi dedicati all’imprenditoria femminile con finanziamenti a fondo perduto occorre possedere alcuni requisiti di ammissibilità. Sarà pertanto possibile ricevere le agevolazioni finanziarie nei casi di:
imprese individuali in cui il titolare sia una donna;
società di persone costituite in maggioranza, sia numerica che di capitale, da donne;
società di capitali costituite in maggioranza, sia numerica che di capitale da donne, e in cui l’organo di amministrazione sia costituito prevalentemente al femminile.

Possono essere erogate diverse tipologie di contributi a fondo perduto, si tratta di contributi in conto impianti (il cui valore massimo può ammontare per le micro e piccole imprese fino al 50% delle spese), contributo in conto interessi, il cui valore massimo del finanziamento può arrivare al 75% dell’investimento per micro e piccole imprese.
Inoltre vi è la possibilità di richiedere una combinazione di contributi Per accedere ai finanziamenti a fondo perduto le imprese devono operare nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi.

Per vedersi agevolati nell’imprenditoria al femminile e poter usufruire dei finanziamenti a fondo perduto, è necessario rientrare in alcuni settori. Tra i settori ammessi vi sono quello manifatturiero e il settore dei servizi, mentre tra i settori esclusi emergono l’industria carboniera, il settore siderurgico e quello delle fibre sintetiche.

Come trovare i finanziamenti a fondo perduto attualmente a disposizione? Considerato che l’elenco di tutti i finanziamenti a fondo perduto esistenti attualmente in disponibilità sul territorio italiano sarebbe troppo lungo, cerchiamo di tracciare un percorso per consentirvi di individuare il finanziamento a fondo perduto più conforme alle proprie esigenze.

Una prima strada porta indubbiamente alle istituzioni comunitarie (Unione Europea – europa.eu) e a quelle statali (Governo – governo.it). Molti finanziamenti a fondo perduto vengono tuttavia erogati da parte delle Regioni su stanziamenti comunitari. Di conseguenza, è certamente buona norma consultare il sito internet della vostra regione (es. regione.nomeregione.it). Si consiglia inopltre di consultare il sito internet dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa (invitalia.it) e quello della Camera di Commercio più vicino alla sede della vostra impresa.

sabato 2 marzo 2013

Unione Europea sui giovani e il lavoro

L’Unione Europea punta a fornire garanzie lavorative ai giovani. Il consiglio Ue Occupazione e affari sociali ha approvato lo schema di garanzia proposto dalla Commissione europea volto a garantire a tutti i giovani, entro quattro mesi dalla fine della scuola, un'offerta di lavoro, un tirocinio, una formazione o un nuovo percorso educativo. Adesso i Paesi Ue devono "tradurre questo accordo in azioni concrete il più rapidamente possibile" ha sostenuto il presidente della Commissione Ue, Barroso per sollecitare l'istituzione di “team d'azione” a sostegno del lavoro dei giovani e delle PMI. Oltre ai fondi Ue ad hoc, anche gli Stati membri "devono investire i loro soldi" ha precisato il commissario Ue agli Affari sociali, Andor.

Un terzo dei giovani italiani è senza lavoro. Arriva in coincidenza con i dati Istat sulla disoccupazione giovanile. Insieme all'Italia, altri sette paesi destinatari dell'intervento: Spagna, Grecia, Slovacchia, Lituania, Portogallo, Lettonia e Irlanda. Per tutti loro, l'obiettivo della Commissione, è istituire dei team che preparino entro metà aprile dei piani per l'occupazione giovanile e per lo sviluppo delle PMI da inserire nei rispettivi programmi nazionali di riforma.

Il primo passo da compiere, ha spiegato Barroso nella lettera inviata a Monti, consiste nella nomina di una persona di contatto con cui andare a costituire il gruppo di lavoro per l'Italia. I rappresentanti dell'Esecutivo Ue, attesi in visita a Roma nel mese di febbraio, contribuiranno a definire con il team le misure necessarie per migliorare la formazione dei giovani e creare nuovi posti di lavoro, insieme a strumenti a sostegno delle piccole e medie imprese.

Un ruolo strategico, si legge nella lettera, sarà assegnato ai fondi strutturali non ancora spesi, che potranno finanziare progetti di mobilità dei giovani e opportunità di tirocinio e apprendistato presso le PMI. Sempre per le imprese, inoltre, saranno studiate misure per accelerare l'accesso ai finanziamenti comunitari.

Intanto il numero di disoccupati a gennaio sfiora i 3 milioni. Lo ha rilevato l'Istat, precisando che con un aumento di 110 mila unità (+3,8%) su dicembre si è arrivati 2 milioni 999 mila. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità)

Nel 2012 il numero dei precari ha toccato i massimi, con 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori: si tratta di 2,8 milioni di lavoratori senza posto fisso. Il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioè dall'inizio delle serie storiche relative.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita a gennaio al 38,7%, il massimo dall'inizio delle serie storiche dell'Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992.

Per l'Istat ad inizio 2013 il numero dei disoccupati ha toccato quasi i 3 milioni, con un aumento, rispetto a dicembre del 3,8% (110 mila unità). Mentre su base annua si registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità). Una crescita di disoccupazione, spiega ancora l'Istat, che riguarda sia la componente maschile sia quella femminile.

venerdì 11 gennaio 2013

Emergenza lavoro in area Euro: idea salario minimo europeo


Jean Claude Juncker: «Lavoro, sì al salario minimo europeo». La situazione della disoccupazione "è drammatica, avevamo detto che l'euro avrebbe riequilibrato la società e invece la disoccupazione aumenta" ha detto il presidente dell'Eurogruppo Juncker al Parlamento Ue. "Nell'area euro - ha continuato - supera l'11%, e non ce lo possiamo permettere. E' una tragedia che stiamo sottovalutando". Per questo, ha aggiunto, "dobbiamo realizzare politiche più attive per il mercato del lavoro".

Serve salario minimo su tutta l'Eurozona. "Bisogna ritrovare la dimensione sociale dell'unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità' e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx.".

Ha quindi lanciato un appello affinché si ritrovi "la dimensione sociale dell'unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx". Infine ha annunciato che sarà una donna francese a dirigere il meccanismo unico di sorveglianza sulle banche europee.

Il salario minimo è una soglia di paga base oraria che i datori di lavoro devono corrispondere a impiegati e operari. Ha fatto il suo esordio in Australia e Nuova Zelanda, ma in Europa non esiste una legislazione comune sul tema. In Francia, c'è lo "Smic", introdotto nel 1950, e che ora viene calcolato in base a un mix tra potere d'acquisto e altri fattori (nel 2010 vale circa 1.343 euro lordi al mese). In Spagna il salario minimo è disciplinato nello statuto dei lavoratori. Il salario minimo è previsto per legge in molti altri Paesi. Mentre altri Stati, come i paesi scandinavi, Germania, Italia, Austria e Cipro, non hanno un salario minimo imposto per legge, ma delegano alla contrattazione fra le parti sociali tale decisione.

"'La discussione sul Salario Minimo per Legge a livello Europeo quale strumento necessario per tutelare meglio i redditi dei lavoratori , contrastare le diseguaglianze ed introdurre maggiori elementi di equita' dovrebbe uscire dal solito schema polemico o di contrapposizione e guardare invece al merito ed ai contenuti delle scelte proposte e indicate''. Lo ha dichiarato in una nota il Segretario Confederale Cisl, Luigi Sbarra.

 
''L' Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere un salario minimo di legge. Ma lo è a ragione - spiega Sbarra -, in virtù di una forte copertura contrattuale esercitata attraverso i contratti nazionali di
categoria , circa 500 , che coprono praticamente tutti i settori del lavoro presenti nel paese. Anche se non esiste un erga omnes di legge di fatto i CCNL vengono applicati a tutti i lavoratori. Il nostro sistema di minimi salariali definito dai contratti nazionali di lavoro si colloca ad un livello più elevato di retribuzione e di maggiore tutele del potere di acquisto dei redditi dei lavoratori, rispetto alla media dei minimi salariali definiti per legge nei paesi europei''.

sabato 15 dicembre 2012

Congedi parentali 2013 le novità

I congedi parentali per il 2013 derivano da tre normative di legge quella della Fornero (legge 92/2012) sulla Riforma del lavoro, che dal 1° gennaio 2013 estende ai padri l'obbligo di un giorno di riposo (più due facoltativi) per la nascita del figlio, da utilizzare entro i cinque mesi di vita di quest'ultimo; dal Dl Sviluppo, che semplifica l'iter dei certificati medici per l'assenza del dipendente a causa della malattia del figlio; e dal Decreto legge «anti-infrazioni dell’Unione europea, che consentirà di fruire dei congedi parentali, quelli possibili fino agli otto anni di vita del bambino, anche a ore durante le giornate lavorative.

Con il decreto legislativo Sviluppo, in particolare l'articolo 47 consente a entrambi i genitori, in modo alternativo, di astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni. Entro un massimo di cinque giorni lavorativi all'anno la facoltà è concessa anche per le malattie di ogni figlio di età compresa fra i tre e gli otto anni. A seguito delle novità, la certificazione di malattia necessaria al genitore per fruire di questi congedi sarà inviata online all'Inps direttamente dal medico curante, e dall'Istituto previdenziale sarà girata con le stesse modalità al datore di lavoro (e all'indirizzo di posta elettronica del lavoratore che ne faccia richiesta).

Mentre dal 1° gennaio 2013 con la legge Fornero dovrebbero partire le misure introdotte in via sperimentale per gli anni 2013-2015. Si tratta dell'obbligo per il padre lavoratore dipendente di astenersi dal lavoro, per un giorno, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio; entro lo stesso periodo, il padre lavoratore dipendente ha la facoltà di astenersi per ulteriori due giorni, anche continuativi, previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima. Per questi giorni di astensione viene riconosciuta un'indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione. Il padre lavoratore deve dare preventiva comunicazione in forma scritta al datore di lavoro dei giorni prescelti per astenersi dal lavoro con un preavviso di almeno 15 giorni. La legge Fornero attribuisce poi alla madre lavoratrice, al termine del periodo di congedo di maternità, per gli undici mesi successivi e in alternativa al congedo parentale, un voucher per l'acquisto di servizi, ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, da richiedere al datore di lavoro.

Il Dl «anti-infrazioni Ue» consente la fruizione oraria dei congedi parentali, delegando alla contrattazione collettiva di settore la regolamentazione e i criteri di calcolo della base oraria. Con una modifica all'articolo 32 del Dlgs 151/2001 viene precisato che il termine di almeno 15 giorni con cui il lavoratore è tenuto a preavvisare dare il datore di voler fruire del congedo parentale deve indicare l'inizio e la fine del periodo di congedo, durante il quale le parti possono concordare, ove necessario, adeguate misure di ripresa dell'attività lavorativa.

Riassumiamo le novità che ci aspettano dal 2013.

I genitori possono alternativamente astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni. Entro cinque giorni lavorativi all'anno la facoltà è concessa anche per le malattie di ogni figlio di età compresa fra tre e otto anni. La certificazione di malattia necessaria al genitore per fruire di questi congedi sarà inviata online all'Inps direttamente dal medico curante.

Per i giorni di congedo parenale dal 1° gennaio 2013 il padre lavoratore dipendente dovrà astenersi dal lavoro per un giorno (altri due giorni sono facoltativi) entro i cinque mesi dalla nascita del figlio. Per questi giorni di astensione dal lavoro sarà riconosciuta un'indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione. Il dipendente dovrà comunicare per iscritto all'azienda i giorni prescelti per astenersi dal lavoro con un preavviso di almeno 15 giorni.

Vediamo il congedo parentale a ore e come si svilupperà che risulta una novità per la legge italiana. Questa tipologia di congedo consente ai genitori (padri e madri) di usufruire in modo più elastico del congedo parentale, suddividendolo anche in ore, per esempio scegliendo di lavorare a mezza giornata (indennità 30% dello stipendio).

Quello che una volta si chiamava congedo facoltativo, garantisce a entrambi i genitori un periodo di sei mesi ciascuno, fino a un massimo di 10 mesi in tutto, che possono diventare 11 nel caso in cui sia il papà a prendere almeno tre mesi consecutivi. Ora il tempo complessivo si estende oltre i limiti temporali che scaturivano dall’articolazione in giornate lavorative integrali.

E’ una iniziativa volta a promuovere la conciliazione famiglia-lavoro a costo zero, anzi: frazionando in ore il permesso si può lavorare in congedo part-time, mantenendo intatta la retribuzione per le ore di presenza sul lavoro.

Il congedo parentale sussiste di 6 mesi per ciascun genitore, fino a un massimo di 10 mesi complessivi (11 se il padre sta a casa 3 mesi consecutivi) nei primi otto anni di vita del bambino.

Ad oggi i lavoratori con figli possono suddividere il congedo parentale in giorni, settimane o mesi mentre il nuovo decreto mira a recepire la direttiva 2010/18/UE.

Il frazionamento in ore permette di allungare nel tempo il periodo in cui poter usufruire del monte-congedo, diluendo anche maggiormente gli effetti in busta paga.
Ad esempio: mezza giornata di congedo parentale consente di avere in busta paga l’intera retribuzione per le ore lavorate più l’indennità del 30% per quelle in congedo.

La domanda di congedo frazionato quando sarà presentata al datore di lavoro, il dipendente dovrà indicare inizio e fine del congedo che intende prendere. E’ prevista anche la possibilità di mantenere il contatto fra azienda e lavoratore durante il congedo, magari per concordare modalità di ripresa dell’attività lavorativa.

sabato 24 novembre 2012

Lavorare in Europa con gli stage: guida al manuale Isfol

Vediamo una guida pratica per chi vuole fare un tirocinio all’estero, il "Manuale dello stage in Europa" dell’ISFOL.

Innanzitutto mettiamo in evidenza un dato: nell'Unione europea ben l'87% degli studenti olandesi vanta da più di un decennio esperienze di stage contro appena il 22% degli studenti italiani. L'Isfol ha presentato il nuovo "Manuale dello stage in Europa", che contiene 31 schede paese, in cui si forniscono dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il luogo di destinazione. Insomma un vademecum ideale per trarre il meglio dalle esperienze di tirocinio in Europa.

Per affrontare un tirocinio in Europa è necessario informarsi sulle diverse opportunità e sulle fonti disponibili, dai programmi europei Erasmus Placement e Leonardo da Vinci alle organizzazioni internazionali, dalle associazioni studentesche internazionali ai siti web specializzati.

Nel manuale pubblicato dall’ISFOL si sottolinea l´importanza di preparare "uno stage su misura". Da un lato è necessario informarsi sulle diverse opportunità e sulle fonti disponibili dall'altro è indispensabile preparare in maniera impeccabile i propri "biglietti da visita": la lettera di presentazione nello stile del Paese scelto e/o dell'azienda individuata e l'Europass Curriculum Vitae, corredato di certificati (anche linguistici), diplomi e via dicendo. Il tutto allo scopo di non farsi trovare impreparati per l'eventuale colloquio di selezione, l´intervista telefonica o l´assessment center.

Per quel che riguarda, invece, le schede paese, sono state arricchite di nuove informazioni sia sulle caratteristiche e le tipologie dei diversi tipi di stage offerti, sia sui possibili contatti a cui rivolgersi, in particolare per quanto riguarda le aziende e le associazioni che le rappresentano. Il Manuale, inoltre, offre anche alcuni esempi di grandi aziende internazionali che da anni utilizzano lo stage come principale metodo di selezione, nonché testimonianze di giovani italiani che hanno già fatto un tirocinio in Europa. E’ stata inoltre introdotta una nuova sezione dedicata alle imprese italiane presenti in ciascun paese esaminato, all’interno delle quali potrebbe essere strategico fare uno stage per poi essere presi maggiormente in considerazione una volta rientrati in Italia.

Le potenzialità di questo strumento non sono state ancora del tutto sfruttate in Italia. Infatti, a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile al 35%, si riscontra un’insufficiente diffusione del tirocinio come parte integrante delle politiche del lavoro. come abbiamo ricordato sopra l’87% degli studenti olandesi vanta esperienze di stage contro il 22% di quelli italiani. Tuttavia, negli ultimi anni si riscontra anche da in Italia una maggior propensione a fare un’esperienza all’estero per arricchire le proprie opportunità professionali: basti ricordare che nel 2011 oltre 8.000 giovani hanno partecipato ad uno stage con i Programmi europei, oltre 6.000 con Leonardo da Vinci e più di 2.000 con Erasmus Placement.

Lo stage deve rappresentare un vero investimento per il futuro dei giovani, poiché non solo è una straordinaria occasione di crescita personale e professionale, ma è anche e soprattutto il miglior biglietto da visita per entrare nel mondo del lavoro.

lunedì 2 luglio 2012

Disoccupazione giovanile l'allarme continua


Continua a crescere la disoccupazione giovanile nel 2012. Secondo i dati provvisori dell'Istat, a maggio, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ha toccato un record storico salendo al 36,2%. Si tratta del dato più alto sia dall'inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004) sia trimestrali (quarto trimestre 1992). E' disoccupato più di un giovane su tre di coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro.
I giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro sono cresciuti a maggio di 0,9 punti percentuali, raggiungendo così il record del 36,2%: quasi 4 su 10 degli attivi. E' una percentuale storica, rispetto alle serie negative mensili iniziate nel 2004 e in confronto al 4°trimestre del 1992. Lo rileva l'Istat.
Il tasso di disoccupazione a maggio è al 10,1%, in lieve calo (-0,1 punti percentuali) a confronto con aprile, quando tocco' un massimo dall'inizio della serie storica mensile (2004). Mentre sale di 1,9 punti su base annua.

La disoccupazione giovanile quindi sale ancora, aumentando di 0,9 punti percentuali su aprile e così mettendo a segno un record storico (finora mai era stato registrato un tasso più alto). Ecco che a maggio oltre uno su tre dei giovani "attivi" è in cerca di un lavoro. Mentre se si rapporta il dato dei disoccupati tra i 15 e i 24 anni sul totale della popolazione nella stessa fascia d'età risulta in cerca di un impiego più di uno su dieci anni, il 10,5%.

A maggio gli occupati sono 23 milioni e 34 mila, in aumento dello 0,3% rispetto ad aprile, ovvero di 60 mila unità, con la crescita dell'occupazione che riguarda sia gli uomini sia le donne. Rispetto a maggio 2011 gli occupati crescono dello 0,4%, cioè di 98 mila unità. Lo rileva l'Istat (dati provvisori e destagionalizzati).

Il numero dei disoccupati a maggio, pari a 2 milioni e 584 mila, diminuisce dello 0,7% rispetto ad aprile, con un calo di 18 mila unità. La flessione riguarda sia gli uomini sia le donne. Invece su base annua si registra una crescita del 26%, ovvero di 534 mila unità. Lo rileva l'Istat (dati provvisori e destagionalizzati).

I dati provvisori forniti dall'Istat sulla disoccupazione giovanile a maggio rappresentano "una drammatica emergenza nazionale". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. Per la sindacalista le cifre sulla disoccupazione degli under 25 sommate "alla quantità di lavoro precario", sono "una priorità da affrontare con un piano per il lavoro". Secondo Sorrentino serve quindi "un cambio urgente della rotta per quanto riguarda le scelte di politica economica".
Mentre nel  maggio 2012, nella Unione Europea a 27 c'erano 5,517 milioni di giovani sotto i 25 anni senza un lavoro (pari ad un tasso del 22,7%), di cui 3,412 milioni nella zona dell'euro (22,6%). Rispetto al maggio 2011, il numero dei giovani disoccupati è aumentato di 282 mila nella Ue-27 e di 245 mila nella zona euro. Nel maggio 2011, i tassi di disoccupazione erano rispettivamente del 21% e del 20,5%. Il record negativo spetta a Grecia (dato di marzo) e Spagna, entrambe con un picco del 52,1%.

Il tasso di disoccupazione all'11,1% in maggio nell'area dei 17 paesi della moneta unica è il più alto registrato dalla nascita dell'euro. Da mesi, è un susseguirsi di record negativi: in marzo, per la prima volta, il tasso dei senza lavoro aveva raggiunto la soglia dell'11%. Con maggio, è il tredicesimo mese consecutivo che viene passato il tetto del 10% nella zona dell'euro. E' record negativo anche nella Ue a 27 dove in maggio il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,3% (10,2% in aprile).

lunedì 9 aprile 2012

Stage al Parlamento europeo 2012

Per partecipare alla formazione professionale dei cittadini e permettere loro di familiarizzarsi con il funzionamento dell'Istituzione, il Parlamento europeo offre loro varie possibilità di tirocinio presso il proprio Segretariato generale.
Al via le domande per la sessione primavera-estate dei percorsi di lavoro e formazione a cui hanno partecipato anche quelli che poi sono divenuti illustri protagonisti della palcoscenico politico e sociale europeo. Si è iniziato il primo marzo del 2012 e si concluderanno entro la mezzanotte del 15 ottobre.
Sono opportunità di lavoro rivolte a laureati, giornalisti, traduttori, interpreti e per disabili. Le istituzioni aprono le porte per formare giovani cittadini europei, migliorare l'accesso al mondo del lavoro e favorire la comprensione dei funzionamenti dell’istituzione.
Sono tirocini intitolati a Robert Schuman. Per partecipare ai tirocini retribuiti, della durata di cinque mesi, è necessario avere conseguito un titolo di laurea e prevedono due diverse opzioni. La prima, ovvero le borse Chris Piening, sono di indirizzo generale e per potervi accedere è necessario avere scritto un elaborato sui temi legati alle relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. La seconda scelta è di indirizzo giornalistico.
Il loro scopo è quello di permettere ai tirocinanti di completare le conoscenze che hanno acquisito nel corso dei loro studi e di familiarizzarsi con le attività dell’Unione europea e in particolare del Parlamento Europeo.
Esistono due tipologie di stage:
- i tirocini Robert Schuman con opzione generale;
- i tirocini Robert Schuman con opzione giornalismo.
Per informazioni, dettagli e documenti da presentare si consiglia di visitare la pagina Traineeships ed è ricordato nel sito che In caso di candidatura on line, per completare ogni pagina è disponibile un tempo massimo di 30 minuti. E se si è interessati si consiglia di leggere le norme interne.

domenica 26 febbraio 2012

Stipendi tra più bassi in Eurozona dove ? In Italia.

Secondo la rilevazione Eurostat, Italia 12/a in area Euro. La classifica che emerge dai dati Eurostat, pubblicati nel relazione «Labour market statistics», che ha riportato l'elenco delle paghe lorde medie annue dei Paesi dell'Unione europea, ha preso come riferimento le aziende con almeno 10 persone ed ha dati riferiti al anno 2009. Dalle statistiche emerge che in media un lavoratore italiano ha guadagnato nell'anno di riferimento 23.406 euro lordi: circa la metà che in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100). Seguono Irlanda (39.858), Finlandia (39.197) Francia (33.574) e Austria (33.384) . Ma più sorprendente risulta il livello più elevato di due Paesi in grave difficoltà economica come la Grecia (29.160) e la Spagna (26.316) a cui fa seguito Cipro (24.775).
In Italia abbiamo "salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato. Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttività". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha commentato i dati di Eurostat secondo cui un lavoratore dipendente in media guadagna in Italia la metà che in Germania. La Fornero è "fiduciosa" sulla possibilità di un'ampia intesa sulla riforma del mercato del lavoro e sull'articolo 18, ma mette in guardia le parti sociali: "Il tema va affrontato in maniera laica, senza levate di scudi". E alla vigilia dell'incontro di giovedì incontrerà il premier Mario Monti.
L'Italia in Europa risulta tra i paesi con le retribuzioni lorde annue più basse, secondo una rilevazione di Eurostat, che fa riferimento a dati del 2009, la Penisola si piazza in dodicesima posizione nell'area euro, fanno meglio anche Irlanda, Grecia, Spagna e Cipro. Soprattutto il valore dello stipendio annuo per un lavoratore di un'azienda dell'industria o dei servizi (con almeno 10 dipendenti) è pari a 23.406 euro, ovvero la metà di quanto si guadagna in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100).
L'avanzamento per l'Italia risulta tra i più ridotti: in quattro anni (dal 2005) il rialzo è stato del 3,3%, molto distante dal +29,4% della Spagna, dal +22% del Portogallo. E anche i Paesi che partivano da livelli già alti hanno messo a segno rialzi rilevanti: Lussemburgo (+16,1%), Olanda (+14,7%), Belgio (+11,0%) e Francia (+10,0%) e Germania (+6,2%). Una buona notizia per l'Italia, invece, arriva dalle differenze di retribuzioni tra uomini e donne, quello che Eurostat chiama "unadjusted gender pay gap", l'indice utilizzato in Europa per rilevare le disuguaglianze tra le remunerazioni (definito come la differenza relativa, espressa in percentuale, tra la media del salario grezzo orario di lavoratori e lavoratrici). Ma è solo un'illusione.
La Penisola, infatti, con un gap che supera di poco il 5% (con riferimento al 2009) si colloca ampiamente sotto la media europea, pari al 17%, risultando il paese con la forbice più stretta alle spalle della sola Slovenia; ma, appunto, non è tutto oro quel che luccica. Perché a ridurre le differenze di stipendio in Italia contribuiscono fenomeni di cui non si può andare fieri, come il basso tasso di occupazione femminile e lo scarso ricorso (a confronto con il resto d'Europa) al part time. Non a caso tra i Paesi che vantano una minor divario ci sono anche Polonia, Romania, Portogallo, Bulgaria, Malta, ovvero tutti stati con una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

domenica 19 febbraio 2012

Quote rosa estese anche a società a controllo pubblico

Il ministro Elsa Fornero, ha annunciato l'intenzione di estendere le quote rosa ai consigli di amministrazione delle società a controllo pubblico. "Stiamo mettendo a punto un regolamento perché le stesse regole vengano applicate anche alle società a controllo pubblico e possibilmente alle istituzioni politiche", ha detto il ministro parlando in una deliberazione pubblica agli altri ministri del Welfare europei riuniti a Bruxelles.
L'Unione europea è fortemente unita nel ritenere che bisogna agire per aumentare la presenza delle donne nei consigli d'amministrazione delle società europee, ma l'ipotesi di imporre a livello Ue quote rosa obbligatorie accoglie tiepidi consensi.
Durante il dibattito pubblico, pochi paesi (Francia, Austria e Italia) si sono dichiarati a favore di azioni vincolanti, mentre la maggioranza (incluso Gran Bretagna, Slovacchia, Lituania e Lettonia) si è rilevata contro quote rosa obbligatorie. In Italia, le donne presenti nei board delle società quotate rappresentano solo l'8%, ''ma le cose cambieranno e anche presto'': ha detto Elsa Fornero, all'audizione pubblica del consiglio lavoro Ue.
La legge che introduce le quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa e delle società a partecipazione pubblica, è stata adottata in via definitiva il 28 giugno dello scorso anno. In base a questa legge, i Cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato). Le nuove regole entreranno quindi a pieno regime nel triennio del mandato 2015-2018.
Tuttavia le cose cambieranno e anche rapidamente, perché, grazie a un'iniziativa trasversale delle forze politiche ed alla mobilitazione delle organizzazioni che si occupano del tema "il Parlamento ha approvato una legge che porterà rapidamente le donne a rappresentare il 20% nei posti chiave e molto rapidamente un terzo.

sabato 7 gennaio 2012

Eurostat rapporto sul lavoro: 3 su 4 lo chiedono ai sindacati

In Italia 3 persone su 4 in cerca di un lavoro bussano alla porta di amici, parenti o sindacati. L'aiuto di un intermediario risulta lo strumento preferito per trovare un impiego. Ricorrere a chi si conosce già è, così, la prima strada che si percorre per trovare un posto.
Lo riferisce uno studio di Eurostat (Istituto europeo di statistica). Nel dettaglio, in Italia, nel secondo trimestre del 2011, le persone alla ricerca di un posto di lavoro che si sono rivolte ad amici, parenti o sindacati sono il 76,9%, sopra la media dei 17 Paesi dell'Ue (68,9%) e circa il doppio rispetto alla Germania (40,2%). E' quanto emerge da tabelle Eurostat (rapporto Methods used for seeking work).
Dai dati del rapporto emerge che nell'Unione europea si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68,8% Ue 17 e 71,5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale abbastanza inferiore (63,9%), tra le più basse, in particolare a confronto con Irlanda e Slovenia, dove quello che Eurostat definisce come lo Study advertisement è praticato da più di nove persone su dieci in cerca di lavoro.
Tornado alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un'occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro, sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi, è più facile entrare in rapporto con i dirigenti.
Vediamo la situazione dell’occupazione nell’Unione europea.
Male i paesi dell'area mediterranea. Spagna al 23 per cento, Francia mai così disoccupata. Ma la Germania cresce, mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel 2011. Si parla di euro a due velocità, ma per il momento la divisione principale riguarda il mondo del lavoro. Sì perché, statistiche alla mano, l’Europa appare divisa tra paesi in cui la disoccupazione aumenta e altri in cui rimane stabile o addirittura è in diminuzione. Nel primo gruppo troviamo Spagna, Grecia, Portogallo e, purtroppo, l’Italia. Tra i secondi Germania, Austria e Olanda. Sotto accusa le misure di austerità messe in atto in molti stati, specie nell’area mediterranea.

domenica 4 dicembre 2011

Corsi ECDL: la patente europea per l'informatica


La European Computer Driving Licence (ECDL) –è la Patente Europea del Computer che attesta la capacità di usare il personal computer a diversi livelli di approfondimento e di specializzazione.
ECDL è l’acronimo di European Computer Driving Licence. La "Patente di guida" del computer è un documento -riconosciuto in tutto il mondo- che attesta la capacità di saper usare il personal computer negli ambienti di lavoro.
Per neofiti e esperti Esistono diversi tipi di ECDL, da quella che certifica l’acquisizione delle abilità informatiche normalmente richieste nel mondo del lavoro a quelle più specialistiche.
I vantaggi professionali Conseguire l’ECDL significa avere in tasca una prova inequivocabile delle abilità acquisite, da conseguire e esibire per riqualificarsi o inserirsi più facilmente nel mercato del lavoro. Interessa gli utilizzatori, e cioè chi usa il computer nei contesti più vari, dalla scuola agli ambienti di lavoro.
Come tutti i programmi di certificazione del CEPIS si caratterizza per: uniformità, poiché i test sono identici in tutti i Paesi (garantendo così la circolarità del titolo); neutralità rispetto ai vendor, essendo aperto alle diverse piattaforme tecnologiche, da quelle “proprietarie” a quelle “open-source”; imparzialità, garantita da un sistema di qualità.
Il programma ECDL si articola su vari livelli: e-Citizen, Core, 4PS, Advanced, Specialised.
Per specifiche informazioni di consiglia di visitare il sito dell'AICA - Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico.
L’offerta di tecnologie innovative, e gli investimenti in nuovi servizi e prodotti digitali, possono essere in gran parte disattesi qualora non siano accompagnati da un adeguato sviluppo delle competenze informatiche, ossia da una valorizzazione delle capacità di coloro che queste tecnologie devono utilizzare.
L’adeguamento delle competenze riguarda, in primo luogo, l’individuo come cittadino.
Anche l’Unione Europea pone particolare attenzione al tema della “einclusion”, all’obiettivo, cioè, di garantire a tutti i cittadini il diritto di partecipare a pieno titolo alla società dell’informazione. In particolare, l’“einclusion” rappresenta un fattore chiave per il conseguimento degli obiettivi di progresso economico e sociale legati all’iniziativa “i2010 A European Information Society for growth and occupation”, avviata dalla Commissione Europea nel 2006. Le stime iniziali indicano che i benefici derivanti dall’einclusion nell’Unione Europea potrebbero ammontare ad un importo compreso fra i 35 e 85 miliardi di euro in cinque anni.
Per ottenerla bisogna rivolgersi ai centri accreditati che si trovano nel sito dell'AICA alla pagina Sedi d'esame ECDL.

domenica 20 novembre 2011

Unioncamere, la metà delle nuove imprese è rosa e parte la rete Europea

Probabilmente le pari opportunità non sono ancora totalmente entrate nel dizionario comune degli italiani. Ma un fatto appare chiaro la “voglia di impresa” delle donne si fa sentire e non cedono il passo. Ed alla fine di settembre sono quasi 9 mila le imprese femminili in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento dello 0,6%. Pari al 47% delle nuove imprese totali registrate alle Camere di commercio. Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione dell’avvio del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” dati dell’ Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Giro d’Italia delle donne che fanno impresa è un’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l'imprenditoria femminile, che si articolerà in sette tappe sul territorio nazionale. Ed è un’occasione per dare visibilità alle imprenditrici e per riflettere, tenendo conto della complessità ed eccezionalità del contesto economico e sociale, sul contributo delle donne alla crescita del Paese.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi  previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.

domenica 3 luglio 2011

Unione europea, mobilità internazionale

Per imparare una lingua ma soprattutto per rendersi più interessanti nel mercato del lavoro, ampliare i propri orizzonti professionali uscendo da prospettive e comportamenti eccessivamente localistici, è importante arricchire la propria formazione in contesti più ampi, europei. Questo modo di vedere riesce a dare una ampia visuale sul mercato del lavoro e avere uno sguardo verso la mobilità internazionale, ed aiuta a fare esperienza che non deve essere solo di apprendimento, ma più in generale di vita, al fine di avvicinasi alla cultura europea e ad avere un atteggiamento nuovo nei confronti del lavoro e delle scelte professionali.
Analizziamo alcune indicazioni per orientarsi sulle opportunità della mobilità internazionale.
La struttura europea che favorisce la mobilità lavorativa è l’EURES, che come si può leggere nel sito: aiuta i lavoratori ad attraversare le frontiere. EURES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego) è una rete di cooperazione per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all'interno dello Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per l'impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro. La rete è coordinata dalla Commissione europea.
I suoi principali obiettivi sono:
 informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro nello Spazio economico europeo
assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi;
fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni appartenenti all’Unione Europea.
I servizi che presta sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione e/o collocamento (incontro domanda e/o offerta).
EURES è una rete di cooperazione che collega la Commissione europea e i servizi pubblici per l'impiego dei paesi appartenenti allo Spazio economico europeo (i paesi dell’UE più la Norvegia, Islanda e Lichtenstein), la Svizzera e altre organizzazioni partner. Le risorse congiunte dei membri EURES e delle organizzazioni partner fornisce una base solida che permette alla rete EURES di offrire servizi di qualità elevata a lavoratori e datori di lavoro.
Nel sito dell’Eures è stato inserito Eures CV, un database in cui le persone interessate alla mobilità in un altro paese appartenenti allo Spazio economico europeo possono inserire il proprio curriculum vitae.

domenica 22 maggio 2011

Unione Europea:opportunità di lavoro per laureati

Chi desidera intraprendere una carriera nelle Istituzioni dell'Unione Europea, deve passare l' Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO). L'EPSO ha il compito di organizzare concorsi generali per la selezione di personale permanente e altamente qualificato per tutte le istituzioni e tutti gli organi dell’Unione europea.
La maggior parte delle opportunità di lavoro per i laureati riguardano ruoli di amministrazione e la gestione lavorativa e tali opportunità sono aperte ai laureati di numerose discipline. Si spazia dalla redazione della nuova normativa in campo ambientale alla partecipazione a negoziati con paesi terzi, alla gestione della politica agricola comune oppure alla partecipazione al processo legislativo dell'Unione Europea  o ancora all'interpretazione e all'applicazione del diritto comunitario - europeo, alla verifica della gestione finanziaria delle istituzioni europee o infine alla partecipazione ad un determinato programma di ricerca scientifica.
E bene sapere che un laureato senza una congrua esperienza professionale sarà inquadrato al suo ingresso nel livello di base, il livello AD5. Si organizzano anche concorsi generali a livelli superiori per i candidati che hanno un'esperienza minima di tre anni nel settore di competenza.
Mentre svolgere un lavoro di grado AD amministratori e funzionari amministrativi presso un'istituzione europea richiede uno spiccato spirito di iniziativa e  una importante capacità di amministrare risorse e gestire persone provenienti dai esperienze lavorative e culturali del tutto disomogenee. Quindi occorre sapersi esprimere con esattezza e precisione sia che per iscritto che e oralmente, ossia essere in grado di pianificare il lavoro e di gestire una gran mole di lavoro.
Generalmente la Commissione Europea assume specialisti in campo scientifico e nel campo della ricerca e la selezione del personale avviene è in funzione di precise esigenze connesse ai programmi scientifici e attraverso concorsi.
L'ambiente di lavoro delle istituzioni dell'Unione Europea, vista la sua varia moltitudine culturale offre possibilità di carriera interessanti e varie nel campo dell'interpretazione e della traduzione.  E' richiesta la conoscenza di almeno due lingue comunitarie oltre ovviamente alla propria lingua madre e i concorsi richiedono precise combinazioni linguistiche.
Nel portale EURES è presente una sezione che è dedicata a coloro che cercano lavoro e provengono dal settore universitario e che comunque possiedono un titolo di studio superiore, ossia laureati, insegnanti e ricercatori. In quanto vi è una forte domanda di determinate posizioni di impiego in gran parte dei paesi UE, coloro che sono alla ricerca di un lavoro e sono maggiormente qualificati hanno buone possibilità di trovare lavoro all'estero.
Nella pagina opportunità di lavoro per laureati si trova in modo preciso ed accurato sia i passi essenziali per intraprendere una carriera all'estero sia i suggerimenti e consigli  per  potersi candidare per un lavoro nell'Unione Europea.  

domenica 13 marzo 2011

Curriculum vitae europeo, istruzioni

Un curriculum vitae europeo per facilitare la mobilità dei lavoratori tra i Paesi dell’Unione Europea.
Nonostante la libera circolazione, definita per legge e diritti, le persone (i lavoratori) non vedono riconosciute sia le qualifiche che le competenze in un paese che non sia quello in cui siano state maturate.
L’Unione Europea ha proposto, viste le difficoltà, vari strumenti per favorire la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche e dei titoli acquisiti, con lo scopo di consentire alle persone di poter presentare ed utilizzare le proprie competenze nei paesi dell’europei intesi come comunità, Unione Europea.

Cosa contiene il curriculum europeo?
Innanzitutto informazioni sulla esperienza professionale,  istruzione e formazione ossia qualifiche e titoli, competenze linguistiche. Il dato particolare consiste nella adozione di un formato standard per tutti i Paesi ,  che sia in grado di facilitare l’eliminazione delle barriere poste dai diversificati metodi istituzionali e nazionali di riconoscimento delle competenze, facendo in modo che la propria storia professionale sia comprensibile a 360 gradi, a tutti.

A chi può servire il curriculum europeo?
A tutti coloro che desiderano lavorare all’estero, in un paese diverso da quello di origine;, a coloro  che hanno competenze in ambiti diversi  da quello educativo formativo, non documentati da titoli; a coloro che hanno acquisito un titolo all’estero o esperienze di lavoro in diversi paesi europei.

Il Centro Nazionale Europass Italia, istituito presso l’Isfol, è la struttura incaricata dalla Commissione europea per fornire informazioni di carattere generale sull’ Europass curriculum vitae. L'Europass curriculum vitae è un modello standardizzato che consente di descrivere, sulla base di un formato condiviso e riconosciuto in tutta Europa, le esperienze di studio e di lavoro e le competenze sviluppate da un individuo, al momento della presentazione di una candidatura per un lavoro o per la prosecuzione di un percorso formativo. Questo strumento può essere utilizzato in tutti i casi di mobilità geografica e professionale. Informazioni dettagliate si trovano sul sito del Nec Italia http://www.europass-italia.it/scelta2.asp , dove è possibile prendere visione del modello proposto , il quale può essere scaricato e compilato.

martedì 22 febbraio 2011

UNIONE EUROPEA: DOMANDE E FINANZIAMENTI

Iniziamo a porci una domanda. Vogliamo chiedere un finanziamento all’Unione Europea? Quali sono i progetti concreti che son o permessi dall’Unione Europea?
 
La Direzione Generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della Commissione europea sono responsabili  per gli strumenti di finanziamento quali:
Fondo sociale europeo (FSE), il programma Progess, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)
Analizziamo il Fondo sociale europeo, è una finanziamento che ha lo scopo di aiutare le persone a migliorare le loro competenze e prospettive professionali. Le autorità di gestione a livello nazionale e regionale sono i veri responsabili dell'amministrazione del Fse. La Commissione europea, d’altro canto non è direttamente coinvolta nella selezione e nel finanziamento dei progetti.
Il programma Progress invece  è finalizzato a sostenere lo sviluppo delle politiche dell'UE in determinati  settori: occupazione, parità uomo-donna,  integrazione e protezione sociale e condizioni di lavoro. E importante sapere che ad inizio di ogni anno devnon  essere definite le priorità di finanziamento del programma. Il sostegno finanziario è concesso, come da prassi europea,  sulla base di bandi di gara e inviti a presentare proposte.
Con il finanziamento FEG si intende venire in aiuto dei lavoratori che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale, aiutandoli in tal modo a trovare una nuova occupazione. Le domande di finanziamento devono venire presentate dagli Stati membri. Le persone disoccupate e le imprese con esuberi che desiderino beneficiare del Fondo sono  invitate a contattare le autorità nazionali competenti.
E poi vi è una priorità da sempre  di finanziamento dell’Unione Europea,  che è quello a  favore della ricerca e dell'innovazione: la Commissione in questo caso avvia una consultazione su cambiamenti significativi per incrementare la crescita e l'occupazione. Infatti la Commissione europea ha avviato una consultazione in merito a cambiamenti importanti del finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'UE al fine di agevolare la partecipazione, rafforzare l'impatto scientifico ed economico e migliorare la redditività. L’obiettivo è di consentire di creare un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo la catena dell'innovazione nella sua interezza, dalla ricerca fondamentale all'immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, sostenendo anche l'innovazione non solo tecnologica, ad esempio nel settore del design e della commercializzazione.
Non ultimo abbiamo lo strumento europeo di microfinanziamento (EMF), soprattutto in questo momento di difficoltà economica questo  nuovo strumento punta ad agevolare l'accesso al credito da parte delle microimprese è stato istituito  questo  strumento per fornire microcrediti alle piccole imprese e a chi ha perso il lavoro e vuole avviare una piccola impresa.

domenica 14 novembre 2010

Unione europea come trovare lavoro?


Lavorare all’estero  e nell'Unione europea è un’ambizione di molti.
Vorrei per momento analizzare le opportunità che vengono offerte dagli  Organizzazioni Internazionali collegati con le politiche del lavoro di Bruxelles.
Certamente lavorare in uno dei paesi dell’Unione europea può permettere di avere un’esperienza  formativa sia da un punto  di vista personale che professionale, basti pensare a determinati ambienti sociali e lavorativi dove si riscontra in modo semplice incontri multiculturali.
Lavorare in Europa significa poter scegliere tra permanenze brevi, di qualche mese, oppure più lunghe, annuali.
La difficoltà di come trovare lavoro presso l'Unione europea è spesso individuata dalla informazione latente,  relativamente alle offerte di lavoro, alla metodologia per candidarsi e alla poca conoscenza delle normative vigenti nei paesi in cui offrono candidature di lavoro.

Un primo consiglio è di  visitare il sito ufficiale della Commissione Europea relativo al lavoro ed agli affari sociali e in modo particolare l'ufficio Europeo di selezione del personale.

EURES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego) è un portale europeo della mobilità professionale che ha come obiettivi di informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro nello spazio economico europeo;  assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi;  fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni transfrontaliere.

Eurojobs  è anche questo un portale che offre la possibilità di trovare un lavoro in un paese europeo attraverso un sistema di ricerca delle offerte di lavoro per parole chiave, settore e Paese.

Vorrei solo per un attimo parlare del problema dell'occupabilità sul lavoro, certo possiamo affermare che sta crescendo in Europa ed in modo parallelo con l’aumentare del grado di istruzione dei lavoratori e la durata di occupazione (stimata) si aggira intorno ai 20 anni, dopo di che inizia a diminuire. Quindi è l'esperienza “lo scoglio” e nello stesso tempo lo stimolo per una maggiore flessibilità del lavoro.

Cosa ha detto l'OCSE ?
Riguardo ai disoccupati dell'Unione europea vi è stato lieve miglioramento in agosto del tasso di disoccupazione nei paesi europei, sceso nella media dall'8,6 all'8,5%. Ancora un pò meglio ha fatto l'Italia, la cui percentuale passa dall'8,4% di luglio all'8,2. Però è ancora molto lontana da paesi come Germania (6,8% dal 6,9), Olanda (al 4,5 dal 4,6), o Austria (stabile sul 4,3) I tassi di disoccupazione più alti si registrano, ovviamente in Spagna (20.5%), (13.9%) e Portogallo (10.7%). Nell'Unione europea è al 9,6%, quella dell'area euro al 10,1, entrambe stabili rispetto al mese precedente.

Comunque nonostante la difficoltà del momento per chi a desiderio di lavorare per l'Unione europea deve avere una formazione adeguata, una sensibilità a nuove prospettive e fare attenzione alle richieste che arrivano dai portali collegati con il sito ufficiale dell'Unione.
In fondo vi è in alcuni paesi europei una sensazione di ripresa. In bocca al lupo e buona ricerca.
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