venerdì 30 agosto 2013

Doppio stipendio stop dalla Ragioneria dello Stato



Basta ai doppi stipendi per ministri e sottosegretari. Anche per quelli non parlamentari. La Ragioneria Generale dello Stato ha infatti stabilito con una circolare che non sarà più possibile avere il doppio introito. La circolare indica come dal 20 luglio scatti il divieto di cumulo tra stipendio pubblico e indennità di governo

Lo stop al doppio stipendio è stato deciso dal governo Letta con il decreto legge del 21 maggio scorso. Il decreto ha ricordato la Ragioneria nella circolare, la quale ha disposto che i componenti del Parlamento che assumono le funzioni di membri del governo non possono cumulare il trattamento previsto dalla legge 212 del 1952 - cioè stipendio e indennità integrativa spettante ai ministri e ai sottosegretari - con l'indennità parlamentare sancita dalla legge 1261 del 1965 o con il trattamento economico per il quale abbiano eventualmente optato come dipendenti pubblici. In sede di conversione, il divieto di cumulo è stato esteso anche ai componenti del governo non parlamentari.

Di conseguenza, ha chiarito ancora la Ragioneria, lo stipendio e l’indennità da ministro e sottosegretario vanno sospese con decorrenza 22 maggio 2013 (data di entrata in vigore del dl) per i membri della compagine governativa parlamentari e con decorrenza 20 luglio 2013 (data di entrata in vigore della relativa legge di conversione) per quelli non parlamentari.

Con riferimento ai membri del governo non parlamentari, la Ragioneria specifica quindi che l’importo lordo dell’indennità rideterminato dal primo gennaio scorso è di 9.566 euro.I ministri non parlamentari, ma con stipendio pubblico, del governo Letta sono Fabrizio Saccomanni (già direttore generale di Bankitalia), Enrico Giovannini (ex presidente dell’Istat), Flavio Zanonato (sindaco di Padova), Anna Maria Cancellieri (prefetto prima di essere nominata ministro per la prima volta nel governo Monti), Graziano Del Rio (ex presidente dell’Anci), Carlo Trigilia (professore universitario).


Lavoro: attività estate 2013 dalla chiusura per ferie alla chiusura per cessata attività



Cosa sta accadendo nel mercato del lavoro?

Dopo la Firem di Modena e la Dometic di Forlì adesso tocca ai lavoratori della Hydronic lift
di Pero trovare l'azienda chiusa non per ferie ma per cessata attività all'insaputa dei lavoratori dipendenti in questo caso 32 operai.

L'Hydronic lift di Pero produce componenti idraulici e meccanici per ascensori, la Fiom ha denunciato: "L'azienda non era in crisi. I 32 operai si sono salutati il 2 agosto e non c'era nessun segnale di problemi con la dirigenza".

L'estate del 2013 si trova con medesimo indirizzo aziendale ossia si chiude per la pausa estiva per non riaprire più, con i lavoratori in vacanza e all’oscuro delle decisioni aziendali.

Stando alle notizie i dipendenti si sono salutati il 2 agosto, dandosi appuntamento al 26, come ogni anno. La settimana di ferragosto però hanno ricevuto una lettera, datata 9 agosto, con cui l’azienda li informava di aver avviato una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. E il 26 agosto, alla riapertura della attività hanno trovato i cancelli chiusi con tanto di catene e lucchetti.

Durante le ferie si sono ritrovati di fatto senza lavoro. Una lettera infatti, arrivata il 9 agosto, ha annunciato ai lavoratori dipendenti la chiusura dell'azienda per riorganizzazione delle attività e la cassa integrazione straordinaria per cessazione delle attività.

Pare – si legge in una nota della Fiom – che lo sport in voga tra gli imprenditori in questa estate del 2013 sia trasformare la chiusura per ferie in chiusura definitiva, senza alcun preavviso e approfittando dell’assenza dei lavoratori: quando si dice capitani coraggiosi”.

Un portavoce dell’azienda presente in sede ha spiegato che "il sito di Pero è chiuso per una riorganizzazione interna aziendale", mentre "altri siti sono aperti", senza però volerne specificare l’ubicazione. Dal sito internet risulta che, oltre all’impianto di Pero, l’azienda dispone di uno stabilimento a Mc Kinney in Texas

La vicenda della Hydronic allunga la lista di aziende che approfittano dello stop estivo per chiudere i battenti, senza informare nessuno. A partire dalla Firem, l’azienda emiliana che durante le vacanze ha fatto sparire macchinari e merci, li ha caricati su un camion e li ha messi in viaggio verso la Polonia, senza dire una parola a lavoratori e istituzioni. Per arrivare fino alla Dometic di Forlì. Anche qui, secondo quanto riferiscono i sindacati, nella notte del 23 agosto un gruppo di dirigenti, composto dall’amministratore, Marco Grimandi, il responsabile europeo della produzione, Hakan Ekberg, e un terzo dirigente svedese della multinazionale, ha cercato di spedire i generatori e i macchinari degli stabilimenti fuori dall’Italia, ma sono stati fermati dai lavoratori e le forze dell’ordine.

Per ora, gli impianti alla sede dell’Hydronic di via Amerigo Vespucci ci sono ancora tutti. Sono stati smantellati solo alcuni uffici. Ma da martedì 27 i lavoratori staranno comunque davanti allo stabilimento giorno e notte per monitorare e controllare che niente venga portato via.


giovedì 29 agosto 2013

Politica del lavoro: esodati, e cassa integrazione cosa cambia da agosto 2013




Il governo guidato da Enrico Letta ha poi stabilito lo stanziamento di 10 miliardi di rimborso crediti alla Pubblica amministrazione, un piano casa da 4,4 miliardi di euro e il rifinanziamento della cassa integrazione per 500 milioni di euro. Tra i punti essenziali presentati dal governo anche una della categoria “licenziati individuali”, misura che prevede fondi per 700 milioni di euro destinati a garantire una risposta a 6500 esodati.

Per quest'ultyimi si tratta dei lavoratori che sono stati oggetto di una risoluzione unilaterale tra l’1 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011, ovvero che hanno interrotto il proprio rapporto prima dell’applicazione della riforma sulle pensioni e che sarebbero dovuti andate in pensione tra 2011 e 2014.

Decisioni del governo: "Cassa integrazione: abbiamo rifinanziato la Cig per mezzo miliardo di euro, rendendo possibile nei prossimi mesi dare risposte alla crisi sul lavoro che il nostro Paese sta vivendo: l'emergenza lavoro ci pare significativa".

"Abbiamo individuato la categoria più disagiata dei cosiddetti 'esodati': i licenziati individuali prima dell'applicazione della riforma della legge sulle pensioni. Si tratta di 6500 persone alle quali diamo oggi una risposta strutturale. E' il quarto intervento svolto per cercare di chiudere la vicenda esodati"

Quindi è arrivata per 6500 lavoratori esodati una risposta strutturale dal Consiglio dei Ministri che ha cancellato le rate IMU 2013 su prime case e agricoltura e ha rifinanziato la Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per 500 milioni di euro. Gli esodati oggetto delle decisioni del CdM sono i licenziati individuali, ovvero la «categoria più disagiata» tra gli esodati, ha sottolineato il premier Enrico Letta durante la conferenza stampa a margine del CdM.

Ma veniamo alle misure che ha preso il governo Letta. Rifinanziamento della cassa in deroga era atteso, ma per settembre: con questi 500 milioni il governo arriva a 2,5 miliardi per il 2013, la stessa cifra stanziata già nel 2012. «Non è detto che questo esaurisca le necessità», ha ammesso il ministro Enrico Giovannini, ma un prossimo monitoraggio dovrebbe chiarire la situazione: nonostante una leggera contrazione delle ore di cassa integrazione in deroga negli ultimi mesi, le stime dei sindacati parlano di fondi necessari per 1,5 miliardi per coprire tutte le richieste delle imprese.

Il governo, ha detto Giovannini, ha anche «messo a punto con un decreto interministeriale» i criteri per l'uso della cassa integrazione in deroga per il 2014, anche alla luce del fatto che l'anno prossimo dovranno partire i fondi di solidarietà tra sindacati e imprese per accollarsi in parte l'onere degli ammortizzatori sociali, attualmente totalmente a carico dello Stato.

Rispetto a quello che era stato annunciato, e cioè una soluzione entro l'autunno del 2013, è stata anticipata poi la quarta salvaguardia per una fascia di esodati, dopo le tre varate dal governo precedente. Chi è stato soggetto alla risoluzione di un contratto di lavoro tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011 e che sarebbe dovuto andare in pensione con le vecchie regole, tra dicembre 2011 e dicembre 2014, potrà finalmente farlo, grazie a 700 milioni messi in campo dal governo, al ritmo di 150 milioni all'anno finanziati dal 2013 al 2017.

martedì 27 agosto 2013

Operai in ferie, manager cercano di svuotare la fabbrica




Dometic, che produce sistemi di refrigerazione per camper, ha annunciato alcuni giorni fa l'intenzione di chiudere le sedi italiane con la sola eccezione di quella romagnola per delocalizzare in Cina. Di fatto però, stando al racconto dei sindacati, la scorsa notte la dirigenza ha tentato il colpo di mano: "Alle 3 di notte – si legge nel comunicato - l'amministratore delegato di Dometic Italy, il responsabile europeo della produzione e un terzo dirigente svedese, accompagnati da una decina di persone sconosciute, hanno cercato di caricare i generatori presenti nei magazzini degli stabilimenti di Via Virgilio e Via Zignola a Forlì".
Dopo il trasferimento all'estero della Firem di Modena all'insaputa dei lavoratori, arriva una seconda segnalazione in Emilia Romagna. La denuncia è arrivata dai sindacati. Secondo la nota congiunta, nella notte del 23 agosto l'amministratore, il responsabile europeo della produzione e un terzo dirigente svedese della multinazionale hanno cercato di caricare i generatori degli stabilimenti e sono stati fermati dai lavoratori e le forze dell'ordine.

I lavoratori immediatamente accorsi davanti ai cancelli hanno chiamato le forze dell'ordine. All'arrivo dei carabinieri la situazione, paradossale nella sua gravità, era quella dei dirigenti di una multinazionale svedese che, comportandosi come ladri nel cuore della notte, cercavano di svuotare i magazzini".

A Formigine nel modenese, i sindacati della Firem seduti a un tavolo con Comune, Provincia e proprietà, ottenevano una prima vittoria evitando la chiusura dello stabilimento produttivo i cui macchinari, un paio di settimane fa, erano stati trasferiti in Polonia all'insaputa dei lavoratori in ferie, un episodio analogo è stato registrato a Forlì alle 3 della scorsa notte alla Dometic.

Se a Formigine il peggio è stato scongiurato dopo una trattativa fiume il cui risultato è, la promessa della proprietà di mantenere la produzione nello stabilimento e congelare i posti di lavoro dei dipendenti almeno fino alla presentazione di un nuovo piano industriale in Regione entro 20 giorni, pur avviando la nuova fabbrica in Polonia, a Forlì la situazione, secondo quanto riportato in un comunicato dalle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, il peggio è dietro l'angolo.

A giudizio dei sindacati, ancora, “il comportamento della Dometic appare ancora più grave dal momento che in data 2 agosto è stato firmato dallo stesso amministratore Marco Grimandi, insieme a Confindustria, un accordo con Fim, Fiom, Uilm e la Rsu che, oltre a congelare i tempi della procedura di mobilità, impegnava le parti a non mettere in atto iniziative unilaterali fino all’incontro già fissato il 5 settembre prossimo: riteniamo, a questo punto, che l’incontro del 5 settembre vada tenuto in una sede istituzionale”. In modo da “evitare il ripetersi di situazioni come quella di questa notte – chiosano i sindacati – sarà allestito un presidio permanente davanti ai cancelli di via Virgilio e Via Zignola”.

Gli operai sono in vacanza, i proprietari trasferiscono la fabbrica all’estero. Dopo il caso della Firem di Formigine, l’azienda produttrice di resistenze elettriche che ha portato merci e macchinari in Polonia durante la chiusura per ferie, arriva la seconda segnalazione da uno stabilimento di Forlì.

Cdm del 26 agosto 2013. Novità sul lavoro: precari, assunzioni e contratti a termine




Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge "con le norme che hanno una funzione fondamentale per riorganizzazione e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione".

Il Consiglio dei ministri, accogliendo la proposta del Ministro della Salute Lorenzin di introdurre una specifica disciplina per la stabilizzazione del personale medico e del ruolo sanitario, ha introdotto lo strumento idoneo per affrontare il tema del precariato, che nel Servizio Sanitario Nazionale ha assunto dimensioni tali da mettere in crisi la qualità delle prestazioni erogate, specie nelle Regioni in piano di rientro. Tra medici, personale infermieristico, tecnici e altri 11 profili professionali, sarà possibile stabilizzare le circa 35.000 persone del settore sanitario, tramite concorso pubblico riservato.

Con il decreto legge, ha detto il premier Enrico Letta, "si decide di dare una soluzione strutturale" al precariato e si intende "tipizzare e ridurre le forme di lavoro flessibile" e mettere "barriere" per evitare "scorciatoie per le assunzioni". Via libera all'assunzione di oltre 1.000 Vigili del Fuoco.

Come fine strettamente operativo per la stabilizzazione degli attuali precari viene istituita una riserva del 50% nei concorsi, riservata a chi ha lavorato 3 anni nei 5 anni. Prevista, inoltre, "una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso". In parte questo "riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti". Assunzione nella P.A. per i collaboratori di giustizia.

«Quelli da stabilizzare saranno scelti con procedure altamente selettive». Via libera all’Agenzia per la coesione: dovrà spendere meglio i fondi europei.

Una corsia preferenziale per la stabilizzazione di alcune decine di migliaia di lavoratori pubblici precari. Ma anche nuove regole per la mobilità in particolare nelle società partecipate, l’assunzione di 1.000 Vigili del Fuoco e - per un numero limitato di dipendenti pubblici - una scorciatoia per la pensione con i criteri precedenti alla riforma Fornero.

Sul tema dei precari sia Letta sia il Ministro della Funzione pubblica D’Alia hanno sottolineato che la graduale immissione dei dipendenti pubblici che hanno lavorato almeno tre anni avverrà secondo procedure «altamente selettive», in modo da far entrare «i migliori».

L’effettiva assunzione degli interessati è condizionata dalle disponibilità di bilancio delle amministrazioni e ancora di più dai vincoli sulle assunzioni. Non è un caso che in questo stesso decreto venga previsto l’obbligo di autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio per poter bandire nuovi concorsi. Le nuove procedure dovrebbero partire all’inizio del 2014.

Contemporaneamente, si vuole far sì che d’ora in poi il ricorso a forme contrattuali a tempo sia limitato a casi veramente eccezionali e temporanei: le assunzioni che non avranno queste caratteristiche saranno automaticamente nulle.

Ma oltre ai dipendenti con contratto a termine, c’è un’altra categoria che attendeva novità da questo decreto: è quella di coloro che hanno già vinto concorsi pubblici o sono comunque risultati idonei ma poi sono rimasti fuori. Il testo prevede la proroga della validità delle graduatorie fino alla fine del 2015.

Un’ulteriore novità inserita nel decreto riguarda la Civit, commissione il cui lavoro sarà concentrato sulla lotta alla corruzione nelle amministrazioni pubbliche. Non è invece entrata nel disegno di legge la norma che avrebbe in qualche modo privatizzato gli incidenti stradali, affidando ad ausiliari il compito di intervenire nei casi non gravi.

«Norma per assumere tutti i vincitori di concorso». «E' prevista anche una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso. Il precariato non sarà più una scorciatoia rispetto al concorso pubblico- ha detto D'Alia - Saranno previste, inoltre, procedure selettive per scegliere i migliori tra coloro che negli ultimi cinque anni sono stati sotto contratto a termine per tre anni. Per questi è prevista una riserva del 50% dei posti messi a concorso. Assunzione garantita anche per i testimoni di giustizia: è un fatto di giustizia».

«Non possiamo più permetterci 1,2 miliardi di consulenze» - ha detto D'Alia, parlando del via libera a nuovi tagli - Non solo interveniamo riducendo i costi ma obblighiamo le amministrazioni a fornire i dati per un ulteriore intervento selettivo rispetto alle auto di servizio e per il ricorso a prestazioni qualificate esterne. In più si introducono sanzioni per chi viola le norme: chi le viola paga di tasca sua».

lunedì 26 agosto 2013

Anno accademico 2013 2014 corsi per superare i test di accesso all’Università



Tra pochi giorni i ragazzi italiani appena usciti dall’esame di maturità si valuteranno con i test di ingresso che aprono l’accesso all’università e al corso di studio preferito. Per trovare informazioni aggiornate su questi corsi e sulla eventuale presenza di test, occorre rivolgersi alle segreterie di facoltà o ai servizi di orientamento delle singole università.

Per prepararsi ai test di ammissione all'università organizzano dei corsi con docenti che ti preparano appunto per il test. Devi informarti presso la segreteria della facoltà che interessa.

Innanzitutto diciamo che bisogna dedicare il giusto tempo a prepararsi con libri o frequentando corsi apposta concepiti a questo scopo e prendendosi tempo specificatamente dedicato alla studio delle domande a cui si verrà sottoposti.

Per quanto riguarda le prove le domande dei test di accesso spaziano dalla cosiddetta cultura generale e quella più specifica rispetto al campo di studio che si è scelto. Saranno presenti domande su banali nozioni studiate al liceo fino a domande inerenti processi di pensiero complesso e domande a cui la risposta non può essere definita se non in base a esperienze personali. Perciò è importante mantenersi preparati e usare i test degli anni passati e provarne il più possibile.

Al fine di una buona riuscita dei test è rilevante aver sviluppato una competenza in termini di processo di pensiero e metodologia di studio durante gli studi pre-universitari.

Ricordiamo che ci sono facoltà dove i corsi di laurea ad accesso programmato sono più di quelli ad accesso libero. Come Farmacia. Libera solo a Urbino e Camerino. Vanno ad aggiungersi a quelli previsti dalla programmazione nazionale (Medicina e Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie) con una percentuale che supera la metà dei corsi di tutta Italia (il 54,4% secondo i dati dell’anno scorso).

Oramai manca poco all’inizio e bisogna fare fronte ai costi per affrontare i test d’accesso, costi che possono arrivare fino a tremila euro a studente, solo per la speranza di frequentare il corso preferito. Perché poi superare i quiz è una lotteria: le aspiranti matricole sono in crescita (oltre 18mila domande in più presentate a luglio, 114.557 in totale) con i posti che rimangono gli stessi. A complicare le cose, le nuove modalità dei quiz, la graduatoria ora su base nazionale, e il bonus maturità (fino a 10 punti in più per i voti di diploma più alti).

L’iscrizione al test è il primo pagamento da affrontare. In media 50 euro a studente: 25,00 euro è il costo per Roma Tre, uno dei più bassi d’Italia. Appena due euro in più per chi sceglie Padova, 60 euro per chi preferisce Bologna, si sale a 100 per la Luiss. Chi è in corsa per la Cattolica ha dovuto versare 120 euro.

Può essere utile esercitarsi gratis sui test offerti dai portali in maniera interattiva.

Consigliamo i seguenti:
Sul Sole 24 Ore si può trovare l'elenco dei test di ammissione all'università dove si seleziona il test di ammissione e si può simulare e verificare la preparazione. Inoltre si può salvare il test. http://testammissione.ilsole24ore.com/test-ammissione/simulazione-test-ammissione.aspx

Sul sito http://www.testuniversitari.it/ su questo si offre un sostegno gratuito per prepararsi ai test di accesso e sito vi sono argomenti da studiare, suggerimenti e test da sviluppare per poter affrontare al meglio la prova di selezione del test universitario.

Sul http://www.universinet.it/ basta selezionare la sezione Test di Ammissione e si trova il Test di preferenza per la facoltà richiesta.

Per quanto riguarda la prova si consiglia in quanto i test vengono elaborati da un programma informatico piuttosto che lasciare in bianco, è meglio tentare di dare una risposta. Le probabilità sono sempre a metà e un con un po’di fortuna ….. E’ importante leggere sempre molto attentamente le istruzioni di compilazione; indicano anche se risposte sbagliate tolgono punti. Solo in questo caso è meglio non misurarsi con la Dea fortuna.

Via twitter, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha inviato un “in bocca al lupo” agli studenti di Medicina. E a un utente che ha chiesto come mai solo a loro, il ministro ha risposto: «Arriverà il saluto a tutti. Ma per Medicina la situazione è complessa».


Lavorare con la biotecnologia: opportunità di lavoro e politica occupazionale



In un momento in cui per i giovani è estremamente difficile trovare lavoro nonostante le nuove politiche sul lavoro, l’idea di architettare un lavoro, per  fare una propria impresa, si fa sempre più reale.

Skuola.net ha raccontato varie vicende di ragazzi che hanno creato occupazione partendo da un pensiero. Parliamo delle opportunità di lavoro nel campo della biotecnologia, ed in modo particolare della Bio Soil Expert, una delle più recenti startup italiane di successo, nata dal connubio della passione per l’ambiente con l’applicazione delle tecnologie sostenibili. Gli ideatori sono esperti in materia di biotecnologie agro-alimentari.

Le biotecnologie hanno ormai conquistato una posizione preminente tra le priorità strategiche dell’Unione Europea, concretizzata dalla pubblicazione nel 2002 del Piano d’azione europeo sulla biotecnologia e le scienze della vita. Questa consapevolezza del ruolo strategico rivestito dalle biotecnologie, serve come innesco di una rinnovata competizione per uno sviluppo delle biotecnologie, che coinvolge i singoli Paesi membri e li pone a confronto in materia di offerta ai potenziali investitori.

L’Italia, si ritrova oggi in una posizione non solamente di sicura e doverosa possibilità di recupero ma di forte privilegio dato l’alto potenziale per la creazione di imprenditoria biotecnologica disponibile in termini di risorse scientifiche, umane e culturali esistenti ed ancora ampiamente da sfruttare.

Le attività in biotecnologia – in particolare a livello di Ricerca & Sviluppo - sono caratterizzate da una relativamente bassa intensità di capitale, perlomeno in fase iniziale. Perciò appare particolarmente idonea a priori allo sviluppo dell’imprenditoria biotecnologica la struttura industriale italiana, la cui ossatura è costituita da piccole e medie imprese, ed è spesso organizzata in aree territoriali con vocazione specifica, flessibile e capace di inserirsi nel mercato internazionale, come già ampiamente dimostrato dai livelli di eccellenza raggiunti in diverse “nicchie” produttive.

L’Italia in questo momento non solo è chiamata a recepire le indicazioni del Piano di azione europeo sulle biotecnologie e le scienze della vita, ma ha anche il dovere di valorizzare attraverso un piano nazionale di sviluppo per le biotecnologie il potenziale disponibile per ottenere da questo settore strategico quei risultati in termini di aumentata competitività.

Il contenimento del dissesto idrogeologico, la salvaguardia dei corsi d’acqua dal rischio contaminazione, la bonifica dei terreni dismessi e inquinati: queste le principali aree business della giovane realtà imprenditoriale nata con l’obiettivo di risolvere alcune delle più delicate problematiche legate al territorio attraverso l’impiego di rimedi senza rischio e impatto ambientale.

La prevenzione come anche la limitazione del dissesto del suolo, ad esempio, viene affidata ad alcuni batteri in grado di accelerare lo sviluppo vegetativo di piante il cui apparato radicale può raggiungere anche 3-5 metri di profondità, assicurando così la stabilità del terreno. Il rimedio utile, invece, per ridurre il pericolo di contaminazione dei corsi d’acqua sono le fasce tampone in chiave biotech: un’applicazione, questa, molto vantaggiosa per l’agricoltura.

Una politica di innovazione industriale basata sullo sviluppo di nuove tecnologie che deve essere chiaramente percepita come impegno stabile da quanti, individui o istituzioni, possano essere liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario. In un contesto europeo sempre più orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione delle particolari vocazioni esistenti in specifici territori, è del tutto evidente come la qualità dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” costituisca un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le risorse esistenti e “catturarne” di nuove, in alternativa ed in competizione con altre aree.

Nell’ottica della promozione della ricerca biotecnologica in Italia, non va dimenticato un settore per il quale le condizioni degli ultimi anni hanno affievolito in maniera notevole l’impegno dei nostri ricercatori. In campo agronomico, siamo stati tra i primi ad aver concentrato l’attenzione sulla protezione dell’agrobiodiversità e sulla qualità dei prodotti e in questo senso si pongono sicuramente all’avanguardia le ricerche di Università e Istituti Sperimentali per la terapia genica delle patologie più ostiche (quali le virosi) che minacciano specie ad elevato valore aggiunto tipiche della tradizione agricola nazionale, quali certe produzioni orticole di qualità in alcuni casi in via di estinzione (riso carnaroli, pomodoro S. Marzano, mela della Val D’Aosta).


domenica 25 agosto 2013

Concorsone scuola beffa: uno su due sarà inserito in organico




Su queste pagine si scriveva così nel dicembre del 2011 “Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha confermato che saranno riaperti i concorsi nella scuola pubblica. Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici, e questo è senz'altro un tema su cui bisogna lavorare. L'ultimo concorso per la scuola risale al lontano 1999. Secondo il ministro ''è ormai tempo di pubblicare entro il 2012 il bando per il maxi concorso, al quale potrebbero essere interessate 300.000 persone”, dalle scuole elementari, alle medie, alle superiori.”



Adesso a distanza di un anno e mezzo con il concorso della scuola quasi terminato, il Ministero ha autorizzato l’immissione in ruolo di 11mila docenti, le nuove assunzioni potrebbero non riguardarli: in molte regioni, infatti, le graduatorie non sono ancora pronte. E se non lo saranno entro fine mese le nomine verranno effettuate attingendo da altre graduatorie. Il che significherebbe dilatare di un altro anno se non di più l’attesa dei vincitori.

Al Concorsone, spettano poco più di 5500 posti. Peccato, però, che le sue pratiche (nonostante sia stato bandito nel settembre 2012) non siano ancora concluse. Non dappertutto, almeno. E la normativa, anche qui, parla chiaro: o le graduatorie vengono rese definitive entro il 31 agosto 2013, oppure potranno essere utilizzate solo negli anni scolastici successivi.

In riferimento alla messa in ruolo il Ministero ha specificato che, dove quest’anno il 50% delle assunzioni da concorso avverrà tramite Graduatorie a esaurimento per indisponibilità delle liste dei vincitori, l’anno prossimo le nomine saranno fatte tutte tramite quest’ultime: “Si tratta solo di un anticipo“. Ma dal Dipartimento dell’Istruzione ammettono che “è possibile a questo punto che ci voglia più tempo per assumere tutti i vincitori, con conseguente slittamento del prossimo concorso”. La beffa, così, raddoppia: oggi per i vincitori dell’ultima selezione lasciati in sospeso, domani per tutti gli abilitati che attendevano un nuovo bando in tempi veloci.

Dura è stata la denuncia dall'Anief, l'associazione sindacale professionale. "Solo una minima parte delle commissioni ha rispettato i tempi. Per l’80% rimane appena una settimana, ma una su tre deve ancora terminare i colloqui: il Lazio si è già tirato fuori, in altre sette regioni non è stata realizzata nemmeno una lista definitiva dei vincitori".

Il concorso a cattedra per 11.542 nuovi docenti, bandito dall’ex ministro Francesco Profumo, "si sta trasformando in un calvario", secondo l'associazione. "Dopo la sparizione di tantissime cattedre, conseguenza dei tagli agli organici, del dimensionamento degli istituti e del blocco del turn over, e l’esclusione di 2.032 vincitori di concorso, per via della riduzione del contingente nazionale attuata da Mef e Miur, ora i candidati idonei devono fare i conti col grave ritardo con cui si stanno concludendo le procedure: a una manciata di giorni da fine di agosto, che per legge è il termine ultimo per immettere in ruolo i nuovi docenti, sono infatti pochissime le regioni che hanno pubblicato le graduatorie definitive del 'concorsone'".

Forse uno su due dei vincitori vedrà una cattedre in “tempi brevi”. Addio concorsone. Infatti, la legge stabilisce che le assunzioni nella scuola devono avvenire per il 50% attingendo ai vincitori di concorso e per il 50% alle graduatorie dei precari. Mentre per questi ultimi non c’è problema, dato che sono tanti (oltre 150 mila), la questione si pone per i gli altri. Infatti alcune Regioni non hanno concluso tutte le procedure previste dalla normativa. Il MIUR ha assicurato che entro la fine di agosto il 75% dei concorsi andrà a regime. E, comunque, qualora emergessero delle anomalie o ritardi, la legge stabilisce che bisogna ricorrere alle graduatorie dell’ultimo concorso bandito che, nel caso della scuola, risale a 14 anni fa. Che fine faranno le parole dell'ex ministro Profumo e i vincitori del concorsone per la scuola?  Risultato finale: soltanto uno su due dei professori vincitori avrà il posto. E' una vera beffa.


venerdì 23 agosto 2013

Lavoro incerto tuttavia l’acquisto dei libri scolastici salirà



Proponiamo in tempo in cui il mercato del lavoro sta vivendo momenti di alta difficoltà una guida per risparmiare sull'acquisto dei libri e corredo scolastico. Si parte dalla denuncia del Codacons: la spesa media per l'acquisto dei libri salirà del 5%.

In questo clima di congiuntura economica il costo dei libri non molla e per le famiglie sono previste spese fino a 1000€, infatti, secondo le stime di Federconsumatori, i genitori sborseranno, tra libri e materiale scolastico, quasi mille euro.

Quest’anno mediamente per i libri + 2 dizionari si spenderanno 521,00 € per ogni ragazzo, il +2,8% rispetto allo scorso anno (calcolo effettuato prendendo in considerazione scuole medie inferiori, licei ed istituti tecnici). Per alcune classi gli aumenti sono però più marcati rispetto alla media, è questo il caso, ad esempio, degli alunni della prima media e del primo liceo, i quali, per l’acquisto dei libri, dovranno far fronte ad aumenti del 5-6%. Secondo i dati dell'osservatorio un ragazzo di un liceo spenderà per i libri di testo + 4 dizionari 787,05 € (il 6% in più rispetto allo scorso anno) +499,50 € per il corredo scolastico ed i ricambi, per un totale di ben 1.286,55 €.

Il Codacons ha messo in cattiva luce la scelta del Ministero che, ritenendo “di dover tutelare i diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore”, invece degli stipendi dei dipendenti statali che non sono più indicizzati da oltre 3 anni, ha pensato bene di aumentare “i prezzi di copertina in misura pari al tasso di inflazione programmata”. In pratica, dell’1,5%. In realtà, la crescita del 5% – emersa dalle prime stime del Codacons – non si riferisce al prezzo di copertina del singolo libro, ma all’aumento di spesa previsto per le famiglie italiane. Nel totale delle uscite sono previsti sia i volumi obbligatori, che quelli consigliati. Questi ultimi, precisa l’associazione, non dovrebbero prevedere alcun obbligo di acquisto: eppure, spesso diventano a tutti gli effetti indispensabili, utilizzati e richiesti dai docenti nel loro programma.

Fortunatamente è possibile risparmiare, sia sull’acquisto del corredo scolastico che dei libri, voce dell’elenco della spesa per il rientro a scuola che grava di più sui bilanci delle famiglie. Un aiuto arriva dalla Grande Distribuzione Organizzata  che mette a disposizione sconti interessanti per le famiglie alle prese con l’acquisto dei libri.

Per risparmiare sull'acquisto di libri e corredo scolastico, le associazioni dei consumatori suggeriscono come.

Per quanto riguarda astucci, zaini, quaderni ecc.., il primo consiglio del Codacons è quello di non inseguire le mode: se si riesce a non farsi condizionare dal mercato pubblicitario, si può spendere per il corredo scolastico - assicura - il 40% in meno, acquistando prodotti di identica qualità. Nei supermercati poi si può arrivare a risparmiare fino al 30% rispetto alla cartolibreria.

In questo periodo alcune catene di supermercati vendono i prodotti scolastici addirittura a prezzi stracciati: sono i cosiddetti prodotti "civetta"; vengono venduti anche sottocosto, contando sul fatto che poi le famiglie finiranno comunque per acquistare anche tutto il resto.

E invece - è la dritta che arriva dall'associazione di consumatori - si sfruttino le offerte acquistando solo i prodotti civetta e poi si cambi supermercato. Altro suggerimento è quello di rinviare alcuni acquisti: le scorte di quaderni e penne si possono anche comprare in un momento successivo e, spesso, aspettando, si risparmia. Sconti, in alcuni punti vendita, si possono ottenere "rottamando" lo zaino vecchio mentre per le cose più tecniche (tipo il compasso) è bene attendere le indicazioni dei professori, onde evitare acquisti superflui.

Ben vengano i kit a prezzo calmierato. Quanto ai libri, Federconsumatori invita ad approfittare delle bacheche (fisiche o online, specialmente sui social network) che consentono lo scambio di libri usati; a ricercare le promozioni messe in campo da librerie, punti vendita e ipermercati che, ad esempio, offrono buoni sconto anche del 20% e un dizionario in omaggio; ad acquistare i testi presso i numerosi mercatini dell'usato, che dilagano anche su internet; a prendere libri e dizionari in prestito presso biblioteche, associazioni o conoscenti e ad acquistare la versione elettronica dei libri di narrativa, risparmiando fortemente sul prezzo.

I ritardi sul digitale comporteranno per gli italiani altri costi aggiuntivi: lo scorso anno era entrato in vigore il divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa, con un aumento ulteriore dei costi di circa 80 euro per il Codacons. Il motivo? L’adozione dei libri multimediali, che avevano sostituito quelli cartacei, aveva impedito, per esempio, il passaggio dei testi dal figlio maggiore al minore.

Senza considerare come non tutte le case editrici si fossero adattate alle nuove regole, costringendo di fatto gli insegnanti a cambiare libri. Certo, il passaggio al digitale era inevitabile, anche se erano stati commessi errori sulla tempistica, secondo le associazioni che tutelano i consumatori. Il ministero, invece, nel tentativo di risolvere i problemi, ha preferito tornare al passato, togliendo per quest’anno l’obbligo del digitale (o del formato misto). In pratica, per il Codacons si tratta di “un vero pasticcio”, oltre che “un regalo alla lobby degli editori che rischia di causare per l’anno scolastico 2014/2015 una vera e propria scoppola per le famiglie”.



Rimborsi fiscali da 730 2013 per chi ha perso lavoro


Magra consolazione, però sarà una “retribuzione” un rimborso veloce per chi non ha più un datore di lavoro e vanta un credito fiscale. Infatti possono presentare il modello 730 ottenendo in tempi rapidi il rimborso delle imposte versate in più. Ossia rimborsi rapidi per chi ha percepito redditi da lavoro dipendente nel 2012, ma ha successivamente perso il posto. Li ha previsti l'Agenzia delle Entrate.

Dal 2 al 30 settembre, ha spiegato l'Agenzia delle Entrate, chi ha percepito redditi da lavoro dipendente nel 2012 ma ha perso il posto di lavoro può presentare il modello 730 a un Caf o a un intermediario abilitato, per ottenere in tempi brevi il rimborso delle imposte a credito direttamente dall'Agenzia. Questo è stato previsto da un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Befera, che ha reso operativa una norma del decreto del fare. Fino ad oggi era necessario fare il modello unico, con attese di anni.

Il rimborso delle imposte verrà direttamente eseguito dall'Agenzia delle Entrate. Per velocizzare ancor più i tempi è possibile comunicare il proprio Iban alle Entrate seguendo le istruzioni pubblicate sul sito internet dell'Amministrazione. La novità, contenuta nel Decreto del Fare (art. 51 bis, comma 4, Dl 69/2013), è resa operativa, a due giorni dalla pubblicazione della legge di conversione in Gazzetta Ufficiale, dal provvedimento del direttore dell'Agenzia firmato oggi. Tutti i passi da seguire sono illustrati nella circolare n. 28/E.

Per ottenere il rimborso in tempi rapidi, è semplice e rapido l'accredito del rimborso fiscale sul proprio conto corrente bancario o postale. E' necessario comunicare l'Iban all'Agenzia delle Entrate compilando il modello disponibile sul sito internet www.agenziaentrate.it, nella sezione Cosa devi fare -Richiedere - Rimborsi - Accredito rimborsi su conto corrente. Il modello deve essere inviato utilizzando i servizi online dell'Agenzia oppure consegnato in un qualsiasi ufficio delle Entrate. Il provvedimento e la circolare sono disponibili sul sito internet www.agenziaentrate.it - all'interno della sezione "Normativa e prassi".

Soggetti interessati

Possono presentare la dichiarazione 730-Situazioni particolari per i redditi 2012 i contribuenti titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati che non hanno potuto presentare il modello 730 ordinario in mancanza di un sostituto d’imposta (ossia che hanno cessato il rapporto di lavoro senza trovare un nuovo impiego) che potesse effettuare il conguaglio. È questo il caso, ad esempio, dei contribuenti che, nell’attuale contesto di congiuntura economica, hanno cessato il rapporto di lavoro senza trovare un nuovo impiego. Per il 2013 questa possibilità è riconosciuta ai soli contribuenti che vantano un risultato finale della dichiarazione a credito mentre dall'anno prossimo sarà allargata anche a chi deve versare le imposte.

Per i soli soggetti per i quali emerge, per l’anno 2012, un complessivo credito d’imposta, è prevista la possibilità di presentare nel 2013 il modello 730-Situazioni particolari, in modo da ottenere in tempi rapidi il rimborso delle imposte.

Pertanto, la suddetta dichiarazione può essere presentata nel 2013 solo se dalla stessa risulti un esito contabile finale a credito.


http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/portal/entrate/cosa_devi_fare

giovedì 22 agosto 2013

Profili professionali per giovani nel settore dell’economia verde



Sostenibilità, tutela ambientale e sensibilità bio nel campo dell’alimentazione non sono solo temi da dibattito ma occasioni concrete di lavoro. La transizione verso un’economia sostenibile ed efficiente nell’uso delle risorse naturali avrà effetti significativi nell’economia e comporterà importanti trasformazioni nel mercato del lavoro. Gli effetti sulla crescita e sull’occupazione deriveranno dalla capacità di anticipazione dei fabbisogni di nuove competenze professionali e dalla messa in campo di politiche integrate d’investimento legate alla formazione e all’innovazione.

Figure professionali

Il disaster manager, o emergency manager, rischia di radicarsi con successo e di essere sempre più richiesta. Tale figura predispone e verifica i piani di emergenza, fornisce consulenza e orientamento a coloro che sono coinvolti nella gestione delle catastrofi. Il disaster manager può lavorare come dipendente o consulente nel Dipartimento di Protezione Civile, e in contesti in cui si chiede la presenza sul campo di uno specialista in gestione delle emergenze

Eco manager. Ai grandi marchi industriali che si occupano di sostenibilità energetica sono graditi il brand manager che diventa eco manager, ovvero è responsabile della progettazione e della promozione di prodotti e linee sostenibili. di prodotti sostenibili. Un manager insomma che deve pianificare obiettivi, effettuare le appropriate analisi di mercato, progettare soluzioni innovative nel lungo e medio periodo. Ma l’eco brand manager, quando progetta un business plan, deve pensare anche ai principi di sostenibilità, affinché nel processo di produzione, distribuzione e vendita, ci sia efficienza energetica e basso impatto ambientale.

Copywriter. La pubblicità è l’anima del commercio e dell’economia, anche di quella verde. Allora, per comunicare al meglio i contenuti ambientali di un prodotto, ecco che il copywriter diventa specialista dell’economa verde Evidenziare le proprietà green del suo prodotto è un dovere, anche per soddisfare il cliente che commissiona la campagna pubblicitaria. Ecco che una specializzazione in comunicazione ambientale, attraverso corsi o master, può fare la differenza in un settore, quello pubblicitario, che sembra stabile, se non in crescita nell’ambito dei social media.

Eenergy manager. Questa figura professionale si occupa dello studio di soluzioni tecnologiche per edifici al fine di ottenerne il risparmio energetico. Questi professionisti si preoccupano di far raggiungere l'efficienza energetica tramite la scelta di materiali e soluzioni adeguate.

I Mobility manager invece studiano il modo migliore di organizzare gli spostamenti sul territorio di un’azienda, al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica e far risparmiare i soldi spesi ogni mese in carburante. Il settore delle energie rinnovabili e dell’ecosostenibilità rappresentano un’ottima possibilità per chi, dopo anni di esperienza, vuole mettere in gioco le proprie competenze in nuovi progetti e in nuove aree di lavoro.

Risk manager ambientale Con l’entrata in vigore della direttiva 2004/35/Ce sul danno ambientale, le imprese italiane hanno compreso che un cambio di passo è necessario. E qui che si colloca la figura del risk manager ambientale che in ambito aziendale analizza i punti deboli e i rischi a cui la stessa si espone in chiave di ambiente e sicurezza sul lavoro. E, ovviamente, traduce la portata del rischio sul piano dei costi. Stipulare le assicurazioni non basta: meglio pensarci prima, progettando e proponendo le soluzioni più idonee per ridurre al minimo i rischi, seguendo le evoluzioni delle politiche di gestione in questo ambito. Le lauree in scienza, ingegneria dell’ambiente e ingegneria civile sono favorite, ma deve conoscere le norme italiane e comunitarie del settore.

Uno dei Master più significativi e Management e regolazione per l'energia sostenibile, il quale intende formare manager, regolatori, progettisti, tecnici e professionisti dell’economia sostenibile, capaci di lavorare in team e conferire valore aggiunto grazie alle loro competenze specifiche e alla capacità di spaziare su tutte le sfaccettature del complesso mondo dell’efficienza energetica, delle rinnovabili e delle tecnologie per la green economy.

E' possibile trovare diverse informazioni sulle opportunità di lavoro per i green jobs nel sito www.greeneconomics.it, che tratta tutte le tematiche inerenti all'economia verde. Il sito è diviso in varie sezioni che illustrano diversi temi, ovviamente legati alla green economy.




Opportunità stage alla Commissione Europea scadenza 30 agosto 2013


E’ un’opportunità per i giovani laureati in cerca di esperienze professionali all'estero che hanno una ottima formazione linguistica soprattutto in inglese, francese o tedesco.

Alle ore 12 del 30 agosto 2013 scadranno i termini per presentare la domanda di partecipazione allo stage di 5 mesi che si terrà nel marzo del prossimo anno a Bruxelles presso l’organo UE.

Requisiti richiesti per accedere agli stage sono richiesti il conseguimento di un diploma di laurea triennale e la conoscenza approfondita di almeno una delle lingue di lavoro della Commissione (inglese, francese o tedesco) la conoscenza delle lingue comunitarie e non comunitarie deve essere in ogni caso documentata. Non possono presentare la domanda coloro che hanno già effettuato un’esperienza presso uno dei rami delle istituzioni europee.

È possibile sottoporre la candidatura registrandosi al sito della Commissione e compilando l’application form. Entro il mese di ottobre saranno diffusi i risultati della preselezione, mentre a dicembre verranno resi i noti i nominativi dei partecipanti. Lo stage prevede una retribuzione di 1.000 euro mensili e il rimborso delle spese di viaggio.

Il tirocinio permetterà di maturare un’esperienza unica all’interno di un ambiente internazionale e multiculturale. I partecipanti avranno la possibilità di seguire quotidianamente i lavori della Commissione Europea, confrontandosi con lo svolgimento e la realizzazione di progetti; l’organizzazione e la partecipazione riunioni ed udienze pubbliche; l’elaborazione di relazioni e la revisione linguistica di documenti ufficiali.

L’Unione Europea offre ai neolaureati una grande opportunità per rendere pratiche le nozioni teoriche acquisite nel corso della formazione accademica. Stimolando l’approfondimento delle tematiche europee e proiettando i tirocinanti nel vivo dei metodi di lavoro istituzionali, lo stage presso la Commissione Europea si presenta come un passaggio essenziale per arricchire il curriculum e preparare all’ingresso nel mondo del lavoro.

Al tirocinante selezionato verrà data la possibilità di seguire da vicino il lavoro di un Consigliere della Commissione, al quale verrà, inoltre, affidato per tutta la durata prevista del tirocinio.

Cosa offre il tirocinio
Data di inizio prevista del tirocinio: marzo 2014.
Durata prevista del tirocinio: 5 mesi.
Sedi del tirocinio: Bruxelles, Lussemburgo, le delegazioni, le rappresentanze, Dublino, Londra.

Il compenso previsto per il tirocinante ammonta a 1.000,00 € (comprensivi del viaggio e della copertura sanitaria).

Una prima preselezione è prevista tra la metà di settembre ed ottobre 2013 durante la quale verranno valutati i candidati in base principalmente ai loro curricula universitari, competenze linguistiche e altri elementi di valutazione. Una seconda selezione sarà effettuata a dicembre 2013.

Ulteriori tirocini:
Non solo Commissione Europea per i candidati ammessi al tirocinio, in quanto c'è la possibilità di poter fare dei tirocini anche presso altri organi dell'Unione Europea, tra cui:

Parlamento Europeo, Consiglio dell'Unione Europea, Corte di Giustizia, Comitato delle Regioni, Comitato Economico e Sociale europeo, Segretariato del Mediatore europeo, Garante europeo della protezione dei dati.

Lavorare nei Servizi segreti domande fino al 31 ottobre 2013




La corsa per lavorare nei Servizi segreti italiani si è aperta il 1 luglio 2013 e si chiuderà il 21 ottobre prossimo, a due mesi dalla scadenza sono già tantissimi i curricula inviati al sito web del Comparto intelligence.

Si è aperta la possibilità per i giovani di entrare nei Servizi segreti italiani e difendere la Repubblica.

Al sito del Comparto intelligence si può inviare il proprio curriculum online cliccando sulla sezione 'Lavora con noi'. Dopo aver inserito i dati personali, e confermato l'indirizzo di posta elettronica per le eventuali comunicazioni, il candidato riceve una mail con la password necessaria per completare la registrazione.

I Servizi di sicurezza sono alla ricerca di specialisti soprattutto nei settori cyber defence, intelligence economico-finanziaria e intelligence energetica. Ma sono anche tanti coloro che hanno inviato il proprio curriculum provenendo non dal bacino delle Università (giovani laureati) ma da quello della pubblica amministrazione, non solo forze dell’ordine e di polizia. Una volta inseriti i dati personali, e confermato l’indirizzo di posta elettronica per le eventuali comunicazioni, il candidato riceve una mail con la password necessaria per completare la registrazione. Le domande saranno prese in considerazione fino al 31 ottobre.

Il nuovo portale dei Servizi Segreti, è stato presentato il 18 giugno scorso. Nel 2009, quando l'esperimento fu lanciato, alla sezione 'Lavora con noi' dell'intelligence arrivarono 20.000 richieste di giovani motivati a lavorare in diversi contesti per garantire la sicurezza dello Stato e per difendere gli interessi vitali della Repubblica dalle minacce globali interne ed esterne.

«Sono arrivati a 20.000 – dicono fonti dell’intelligence italiana- i click degli utenti che ogni giorno navigano sul nuovo portale» dei Servizi Segreti 2.0, presentato il 18 giugno scorso. ''Questa procedura non è un concorso pubblico, ma ha l’obiettivo di creare di un bacino di professionisti tra i quali attingere per future selezioni'.


Evasione fiscale e lavoro nero i controlli della Guardia di Finanza



Evasione fiscale, lavoro nero. il rapporto della Guardia di Finanza fotografa il fenomeno del "sommerso". Diffusi dalla guardia di finanza i risultati delle attività ispettive sull’economia sommersa condotte nei primi sei mesi del 2013. Sono evasione fiscale e contributiva, lavoro nero e frode nel mirino.

È lunga, lunghissima, la lista degli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza in questi primi sei mesi del 2013: 4.933 persone che hanno nascosto redditi pari a 17,5 miliardi di euro. Per 1.771 professionisti è già scattata la denuncia, nei casi più gravi, per omessa dichiarazione dei redditi. Una montagna di contributi e tasse non pagati allo Stato.

All'evasione fiscale sono strettamente legati anche il lavoro nero, lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, le frodi a danno del sistema previdenziale. Anche qui, nel 2013, le operazioni messe a punto dalla Guardia di Finanza restituiscono numeri impressionanti: scoperti 19.250 lavoratori irregolari, di cui 9.252 impiegati completamente in nero, da parte di 3.233 datori di lavoro. Non sembrano diminuire i fenomeni di «caporalato» collegati a gravi forme di violazione dei diritti dei lavoratori, generalmente immigrati e clandestini, sottopagati e costretti a lavorare in condizioni precarie ed in violazione delle norme di sicurezza. Vi sono anche una lunga serie di irregolarità legate all’applicazione di forme contrattuali atipiche o flessibili come collaborazioni coordinate e continuative e contratti a tempo parziale.

«L’economia sommersa e lo sfruttamento dei lavoratori oltre a danneggiare le casse dello Stato - spiegano ancora dalla Guardia di Finanza - alterano le regole del mercato, creando un illecito vantaggio competitivo ai danni dei contribuenti onesti». Altri fenomeni strettamente connessi all’economia sommersa ed allo sfruttamento del lavoro irregolare sono la produzione ed il commercio di falsi. Sempre, dall’inizio dell’anno, sono stati sequestrati 64 milioni di prodotti contraffatti con oltre 5 mila responsabili denunciati (e 50 arrestati). L’«industria del falso» muove milioni di euro: in 6.500 operazioni di controllo del territorio ed indagini anticontraffazione, in media 30 al giorno, le fiamme gialle hanno ritirato dal mercato 34 milioni di prodotti tarocchi, 27 milioni di prodotti pericolosi e quasi 3 milioni di falsi «made in Italy». Il giro di affari sottratto all’economia criminale ha un valore stimabile in oltre 700 milioni di euro. E, nel ricostruire la filiera di produzione dei falsi, le Fiamme Gialle hanno inoltre individuato 400 imprese illecite adibite ad opifici e depositi.

martedì 20 agosto 2013

Finanziamenti Ue periodo 2014-2020 istruzione, formazione ed innovazione



La futura generazione di programmi sarà caratterizzata da alcuni elementi di fondo: nel Periodo 2014-2020 sarà prioritario concentrarsi sulla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020, che diviene, secondo la Commissione, il filo conduttore della programmazione UE post 2013. Il filo conduttore della nuova programmazione deve essere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Le risorse verranno distribuite a settori prioritari quali le infrastrutture paneuropee, la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e la cultura, la sicurezza delle frontiere e i rapporti con l'area mediterranea. Ma anche alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell'ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte integrante di tutti i principali strumenti e interventi. La complessa discussione sulla programmazione settennale – la cui approvazione avverrà entro la fine del 2013 - è un passaggio decisivo in quanto stabilisce gli orientamenti e gli obiettivi di lungo-termine dell'UE definendo le aree nelle quali verranno concentrati gli interventi.

Vediamo qui alcuni punti di nostro stretto interesse.

Istruzione, Formazione e Giovani

Programma "Erasmus per tutti" per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport Erasmus per tutti sostituirà, fondendoli in un unico programma, i sette programmi esistenti nei settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù. Un singolo strumento, dunque, che ingloberà gli attuali programmi Apprendimento permanente e Gioventù in Azione, più i cinque programmi di cooperazione internazionale nel settore dell’istruzione superiore, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink e il programma di cooperazione bilaterale con i Paesi industrializzati. Inoltre, attraverso azioni specifiche distinte ma incluse nel programma, Erasmus per tutti continuerà a sostenere la ricerca e l'insegnamento in materia di integrazione europea (Jean Monnet), così come la cooperazione europea nel settore dello sport, compreso la lotta al doping e alla violenza e la promozione della buona governance delle organizzazioni sportive. Per questo programma la Commissione ha proposto un budget di 19,111 miliardi di euro.

Innovazione sociale
Questo strumento costituirà il nuovo programma UE per i settori dell’occupazione e degli affari sociali. Sarà strutturato in tre assi distinti ma complementari che riuniscono in un quadro di finanziamento globale tre strumenti attualmente esistenti: il programma PROGRESS (per l’occupazione e la solidarietà sociale), EURES (la rete di servizi per l’impiego e la mobilità professionale) e lo Strumento Progress di microfinanza. Al nuovo programma è stato proposto di destinare un budget di 958,19 milioni di euro. I lavoratori licenziati a seguito di profondi cambiamenti strutturali beneficeranno di un aiuto specifico erogato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg). Tramite il Feg, l'Unione europea continuerà ad aiutare gli Stati membri a fornire un'assistenza ad hoc ai lavoratori licenziati in ragione di mutamenti strutturali fondamentali provocati dalla crescente globalizzazione dei modelli di produzione e di scambio.

Un posto di primo piano va al programma "Orizzonte 2020: un quadro strategico comune per la ricerca, l'innovazione" - dotato di un budget pari a 80 miliardi di euro - punta ad eliminare la frammentazione e garantire più coerenza, anche con i programmi di ricerca nazionali. Una caratteristica della nuova strategia di finanziamento della ricerca sarà il maggiore ricorso a strumenti finanziari innovativi.

Il FSE sarà indirizzato verso quattro obiettivi tematici: l'occupazione e la mobilità professionale; l'istruzione, le competenze e l'apprendimento permanente; l'integrazione sociale e la lotta contro la povertà; il rafforzamento delle capacità amministrative (quest’ultimo con limitate possibilità per le regioni più sviluppate).

Il FESR contribuirà a tutti gli obiettivi tematici e si concentrerà sui settori d'investimento collegati al contesto nel quale operano le imprese (infrastrutture, servizi alle imprese, sostegno alle imprese, innovazione, ICT e ricerca) e alla fornitura di servizi ai cittadini in alcuni settori (energia, servizi online, istruzione, infrastrutture sanitarie, sociali e di ricerca, accessibilità, qualità dell'ambiente)

Per le Pmi viene anche confezionato un nuovo strumento ad hoc: il programmo "Competitivita' e Pmi "Cosme", imperniato principalmente su misure finalizzate a promuovere Pmi più dinamiche e competitive a livello internazionale. L'intero sostegno alla ricerca e all'innovazione a favore delle Pmi confluirà nel quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione.

lunedì 19 agosto 2013

Lavorare in Franchising come iniziare l'attività nel 2013



Il Franchising è il contratto concluso tra due imprenditori con il quale una parte, il franchisor, cioè l’affiliante, attribuisce all’altra, franchisee, cioè l’affiliato, il diritto di produrre o commercializzare beni o servizi con i propri segni distintivi o brevetti, esperienze e tecniche contro un corrispettivo di denaro, e fa parte della categoria dei contratti atipici.

Il lavoro franchising è una delle più solide opportunità per lo sviluppo di un proprio punto vendita e della crescita economica di un proprio settore. Da un negozio di abbigliamento ad una agenzia viaggi, da un alimentari di prodotti tipici ad uno store di telefonia, molti sono i vantaggi garantiti dai marchi presente sul mercato che offrono contratti di franchising.

Per Contratto di Franchising si deve intendere un accordo con la quale un Franchisor (Impresa Affiliante) concede ad un Franchisee (Impresa affiliata), dietro un corrispettivo finanziario che può essere diretto o indiretto, il diritto di sfruttare un franchising con la possibilità di poter commercializzare beni e/o servizi.

Il contratto di franchising è un accordo tra produttore (che concede la commercializzazione dei propri prodotti a terze persone, nonché l’utilizzo del marchio e dell’insegna) e rivenditore, ossia l’affiliato. Il primo, franchisor, si impegna nella fornitura di prodotti secondo la quantità richiesta (in molti casi contrattualizzata in misura minima o massima). Il franchisee si obbliga a promuovere ed eseguire le vendita nella zona assegnata; prestare assistenza (anche post-vendita) ai clienti; sottostare alle clausole dettate dal franchisor, da intendersi quali regole interne di organizzazione su modalità e prezzo di vendita dei prodotti.  Nella concessione di vendita è molto frequente la clausola “concessionario di vendita in esclusiva” a favore del venditore all’interno di un’area specificata.

Lavorare in franchising presenta un vantaggio, da una parte si avvantaggia l'Impresa Affiliante che riesce grazie alle reciproche prestazioni di servizi dell’affiliato di aumentare le proprie capacità di penetrazione nel mercato, dall’altra si avvantaggia l'Impresa affiliata che si avvale della posizione di affidabilità, Conoscenza e di prestigio acquisita dal franchisor, permettendogli di inserirsi nel mercato sfruttando il Nome e la conoscenza da parte dei consumatori finali del nome dell’impresa Affiliante.

Da preventivare prima di siglare un’affiliazione in franchising sono i costi di inizio attività (start-up). Primo fra tutti per l’affitto di locale idoneo: solitamente, infatti, i franchisor richiedono locali costosi, ubicati in centro città o luoghi ad alta frequentazione come centri commerciali e aeroporti. Le spese per le attrezzatura IT(dotazione informatica e software), per la gestione commerciale e ovviamente per il personale. A queste si aggiungono solitamente anche costi fissi da riconoscere al franchisor quali diritti d’ingresso o fee periodici, ossia una cifra fissa che l’affiliato versa al momento della stipula del contratto di affiliazione commerciale. Per royalties si intende poi la percentuale che l’affiliante deve riconoscere al franchisor commisurata al giro d’affare oppure in quota fissa.

Nella stipula di contratti di franchising è necessario prestare attenzione ai seguenti elementi che possono rivelarsi fondamentali per la buona riuscita dell'attività.
Definizione dell’ambito e estensione della clausola di esclusiva. Questa clausola di esclusiva nei Contratti di franchising è solitamente reciproca, in quanto vincola sia l'Impresa affiliata a non vendere beni prestare servizi in concorrenza con quelli dell’affiliato o dell'Impresa Affiliante, obbligando  l'Impresa affiliata nel Contratto di franchising  non venderli e prestare servizi al di fuori del territorio assegnato.

Durata del contratto in franchising. E’ bene precisare che non è prevista una durata massima del contratto di franchising, infatti può essere stipulato sia tempo indeterminato (in questo caso le parti indicheranno nel contratto la modalità e il potere di recesso da parte sia del Franchisor che del franchisee) sia tempo determinato ( in questo caso le parti dovranno disciplinare la facoltà di rinnovo del contratto di franchising. In ogni caso ed è bene precisare questo punto , la durata del contratto in franchising deve in ogni caso essere tale da consentire al franchisee l’ammortamento degli investimenti effettuati.

Definizione dell’oggetto del contratto di franchising. Occorre che venga definito e descritto con particolare minuzia e attenzione tutto il know how, cioè l’insieme di formule, conoscenze, segni distintivi che permettono di individuare i prodotti e servizi del franchisor.
E’ necessario infine definire sempre nell’ambito dell’oggetto del contratto di franchising nei dettagli anche la tipologia di consulenza commerciale, promozionale e di marketing che il franchisor si impegna a trasmettere ai propri affiliati.
Definire con attenzione gli obblighi per il franchisee al rispetto delle direttive indicate dal franchisor, anche eventualmente modificate in corso d’opera.
Definire con attenzione l’ambito dell’obbligo di riservatezza sul know how trasferito.
Definire il rispetto di determinati standard di qualità e le modalità di verifica dei suddetti standard.
Definire eventuali penali per il non rispetto degli obblighi contrattuali nel contratto in franchising.

Vediamo alcuni siti online da consigliare:

Aprireinfranchising.it
Lavorofranchising.it
Franchising.it

domenica 18 agosto 2013

Fisco le scadenze per i contribuenti a partire da agosto 2013



Ricordiamo che tutti gli adempimenti fiscali, la cui scadenza è compresa tra l'1 ed il 20 agosto del 2013, possono essere effettuati entro il 20 agosto del 2013 senza l'applicazione di sanzioni o corrispettivi aggiuntivi a titolo di interessi.

E' questa infatti la cosiddetta tregua fiscale estiva che ha permesso ai contribuenti di andare in vacanza e procedere agli adempimenti fiscali dopo il Ferragosto. Ne consegue che quello del 20 agosto del 2013 è il termine ultimo per tanti adempimenti fiscali.

Il Fisco chiama in cassa dopo una breve pausa estiva. L'ultima scadenza è stata infatti il 9 agosto scorso con il versamento dell'imposta di bollo. Ma martedì 20 agosto arriva la 'valanga'. Sono infatti ben 262 le scadenze per i contribuenti: 258 versamenti diversi, 1 comunicazione e 3 adempimenti contabili.

Insomma una quantità notevole nel quale bisogna muoversi.

Ecco alcune delle scadenze principali in particolare per le persone fisiche:

Versamento della terza rata dell'Irpef relativa ai maggiori ricavi o compensi indicati nella dichiarazione dei redditi,con applicazione degli interessi nella misura dello 0,42%

Persone fisiche titolari di partita Iva che rateizzano e che hanno effettuato il primo versamento entro il 17 giugno: versamento terza rata primo acconto 2013 e saldo 2012 dell'Irpef

Persone fisiche titolari di partita Iva che rateizzano e che hanno effettuato il primo versamento entro il 17 giugno: terza rata acconto Irpef sui redditi soggetti a tassazione separata da indicare in dichiarazione e non soggetti a ritenuta alla fonte.

Persone fisiche titolari di partita Iva soggette agli studi di settore che rateizzano e che hanno effettuato il primo versamento entro l'8 luglio: versamento terza rata primo acconto 2013 e saldo 2012 dell'Irpef.

Soggetti che si adeguano alle risultanze degli studi di settore nella dichiarazione dei redditi e nella dichiarazione Irap che hanno scelto il pagamento rateale ed hanno effettuato il primo versamento entro l'8 luglio.

Versamento della terza rata dell'Irap relativa ai maggiori ricavi o compensi indicati nella dichiarazione dei redditi, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,42%.

Cedolare secca per le persone fisiche soggette agli studi di settore: versamento saldo 2012 e primo acconto 2013.

Versamento dell'Iva dovuta per il secondo trimestre (maggiorata dell'1% ad esclusione dei regimi speciali).

Versamento, in unica soluzione o come prima rata, dell'Ires, a titolo di saldo per l'anno 2012 e di primo acconto per l'anno 2013, con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo.

Per chi è soggetto agli studi di settore versamento della terza rata dell'Irap relativa ai maggiori ricavi o compensi indicati nella dichiarazione dei redditi, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,42%.

Versamento dell'imposta sostitutiva applicata su ciascuna plusvalenza realizzata nel secondo mese precedente (regime del risparmio amministrato).

Spending review, Mastrapasqua: sistemare spesa per non tagliare gli statali



«Trovare le risorse per gli stipendi degli statali, bloccati da 7 anni, è possibile. Anzi auspicabile. Si può fare tagliando gli sprechi e le inefficienze. Ci stiamo già lavorando e a settembre faremo il punto con i sindacati».

Gianpiero D’Alia, ministro della Pubblica amministrazione, è ben consapevole dei sacrifici fatti finora dai travet. E proprio per questo ha in mente un piano da attuare a settembre.

Il presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua – nel corso di un’intervista al Messaggero – ne traccia brevemente i lineamenti della nuova politica economica e sociale-  i primi segni di ripresa dell’economia: da tre mesi sono in calo costante le domande di cassa integrazione da parte delle aziende

Il massimo dirigente dell’istituto di previdenza sociale afferma: “Personalmente non credo nei tagli lineari, sono invece un fautore della vera spending review. E sono convinto che un miglior utilizzo delle risorse umane, oltre a rendere più facile la vita ai cittadini aiuterebbe la crescita del Pil”. Mastrapasqua ne è sicuro: “Probabilmente questi lavoratori – le risorse umane – li abbiamo spesso impiegati in amministrazioni non sempre utili e non sempre efficienti”.

Come valuta l’idea del governo di prepensionare fino a 200 mila dipendenti pubblici con lo scopo di recuperare 2 miliardi in tre anni?
«Se questa sarà la volontà del governo, l’Inps si muoverà di conseguenza. Personalmente non credo nei tagli lineari, sono invece un fautore della vera spending review. E sono convinto che un miglior utilizzo delle risorse umane, oltre a rendere più facile la vita ai cittadini aiuterebbe la crescita del Pil».

Non pochi sostengono che gli oltre 3 milioni di statali sono un numero esagerato, che una sforbiciata sarebbe perciò salutare.
«Preferisco non entrare nel merito delle polemiche. Mi limito a osservare che non è dell’Italia il record di dipendenti pubblici. Francia e Germania ne hanno più di noi, e non solo nel settore previdenza e assistenza, dove peraltro i 32mila dipendenti Inps si confrontano con i 110 mila dell’istituzione omologa in Francia e i 65 mila in Germania».

«Il punto è che probabilmente questi lavoratori li abbiamo spesso impiegati in amministrazioni non sempre utili e non sempre efficienti. In Italia ci sono 30mila enti dichiarati inutili, forse è lì che si dovrebbero cercare i risparmi. Comunque, ogni piano concordato con le parti sociali è un contributo importante alla crescita».


Per rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e definire tempi certi entro i quali il cittadino può avere risposte, di recente lei ha fatto una proposta shock: silenzio assenso entro cinque giorni dalla richiesta.

«Perché no. Una norma così perentoria renderebbe superato ogni provvedimento anticorruzione, cancellando in un sol colpo le occasioni di clientele o amicizie interessate all’interno dei sistemi di Pa. Uno shock che costringerebbe anche le amministrazioni a riorganizzarsi e a dare prova di efficienza, sottoponendosi alla valutazione più credibile: quella del merito, misurato direttamente dall’utente».


Perché ciò sia possibile è però necessario informatizzare in breve tempo tutta la Pubblica amministrazione.
«Sicuro. D’altro canto è una sfida alla quale l’Italia non può sottrarsi. Pensi che da quando l’invio dei certificati medici è stato reso obbligatorio in via telematica, nell’aprile 2010, ne sono stati emessi quasi 60 milioni. Ciò vuole dire che i cittadini, che erano costretti a inviare due raccomandate, una all’Inps e una al datore di lavoro, hanno speso circa 600 milioni di euro in meno».

È dal 1996 che gli italiani attendono informazioni sul nuovo regime pensionistico. Che fine ha fatto la busta arancione?
«Un’osservazione preliminare: in Svezia, dove nasce il modello della busta arancione, la previdenza deriva dalla fiscalità generale e i cittadini sono 9 milioni, come la sola Lombardia. E’ evidente che in un contesto simile tutto è più semplice. Comunque, noi siamo pronti: l’operazione busta arancione potrebbe partire già entro l’autunno».

Anche al tempo del ministro Elsa Fornero l’operazione sembrava imminente, poi però tutto è finito nel congelatore.
«Non certo per responsabilità dell’Inps. In ogni caso, il confronto è ripartito con il ministro Giovannini. Il governo vuole opportunamente condividere la responsabilità delle informazioni diffuse su una materia tanto delicata, dove i giovani lavoratori devono simulare il loro futuro per poter avere un calcolo o una proiezione credibile. Non possiamo permetterci errori».

Riforma Fornero: quale parte andrebbe riformata?
«Trovo sbagliato parlare di riforma o di controriforma. E’ giusto parlare di manutenzione intelligente, non di stravolgimento. Del resto, la riforma stessa prevedeva l'apertura di un tavolo di monitoraggio. Ed è in questo quadro che va inserito il problema esodati. Il ministro Giovannini ha già comunicato al Parlamento che a settembre se ne riparlerà. Credo che un confronto con i sindacati sarebbe utile. Ma il margine di intervento deve essere contenuto nei termini del problema reale».

A proposito di esodati, basterà a risolvere il problema il terzo decreto in via di gestazione?
«Non sta a me dirlo. In ogni caso, il premier Letta ha assicurato che il governo farà la sua parte fino in fondo».

In tema di welfare la parola tagli ricorre spesso. Davvero c’è ancora qualcosa da tagliare?
«Premesso che l’Italia non spende più della media Ue, anzi è in linea con il 29% del Pil, il problema è come spende. Prima di parlare di tagli bisognerebbe valutare come riallocare la spesa. Per esempio, si spende troppo poco per le politiche attive per il lavoro. Naturalmente è anche un problema di efficienza dei centri per l'impiego, che in Italia intermediano poco più del 3% dell'occupazione contro il 10% della Germania, il 30% del Regno Unito e il 41% della Svezia».


Insomma, basta tagli e in cambio una spesa più razionale.
«Sicuro. Dobbiamo cominciare a vedere nel welfare un motore di sviluppo, non solo un centro di costo. E poi, perché tutto deve essere gratis per tutti? Perché chi ha redditi alti deve avere prestazioni come chi ha meno disponibilità? Penso ai ricoveri ospedalieri, penso all’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili. Diamo di più a chi ha meno togliendo qualche beneficio a chi può contare su più risorse proprie».


Sul fronte della previdenza, pubblico e privato spesso confliggono tra loro. Proprio non è possibile trovare spazi di collaborazione?
«Al contrario, deve però cadere la prevenzione negativa che circonda i temi del welfare e della previdenza. Il paese ha bisogno di integrazione delle risorse. Naturalmente ciascuno secondo le proprie responsabilità e obiettivi, ma senza pregiudizi. Io credo che con la giusta educazione previdenziale, e la busta arancione aiuterà molto, questo obiettivo diventerà possibile».


Mi risulta che a livello di governo si vorrebbe rimettere mano ad alcune norme sulla previdenza integrativa per renderla più facile, conveniente e competitiva. Ne ha sentito parlare?
«Sì, e sarebbe una cosa giusta. Ma senza demonizzare quella obbligatoria mettendo in circolo leggende inverosimili. La pensione ci sarà e sarà commisurata ai versamenti».

Ecobonus 13.700 assunzioni per il settore edilizia



Gli incentivi per l’edilizia rilanciano l’occupazione. A misurare l'impatto degli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico un rapporto di Confartigianato: a luglio 2013 sono 2 milioni i proprietari di case orientati a effettuare entro 12 mesi un intervento di manutenzione circa 22,2% rispetto a luglio dell'anno scorso".

Sono 13.700 i nuovi posti di lavoro nel settore costruzioni per effetto degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni. E' la stima della Confartigianato, che sottolinea che questo è "uno dei principali effetti degli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico varati a giugno dal governo. Una boccata d'ossigeno per il comparto maggiormente colpito dalla crisi, che nell'ultimo anno ha perso 122mila occupati".

Se gli incentivi fiscali trainano l’occupazione, rimane un nodo, quello dei mutui: in uno studio diffuso in vista del nuovo piano casa da 5 miliardi che il governo «si appresta a presentare per sbloccare i mutui e agevolare l’acquisto di abitazioni», Confartigianato avverte: per le famiglie «comprare un’abitazione rimane un miraggio», anche perché in Italia i mutui sono ancora «i più cari d’Europa».

In crescita anche la spesa per ristrutturazioni e riqualificazione energetica che, prevede Confartigianato, nel secondo semestre di quest'anno aumenterà di 1.565 milioni, pari al +26%, di cui 1.065 milioni per ristrutturazioni edili e 500 milioni per risparmio energetico. Gli incentivi fiscali hanno già mostrato in passato il loro effetto benefico sull'edilizia: secondo la Confartigianato, nel 2011 le detrazioni sono state utilizzate da 6.752.644 contribuenti italiani per una cifra di 3.595 milioni e hanno inciso per il 4,2% del valore aggiunto del settore costruzioni.

La spesa complessiva effettuata nel 2011 per interventi di ristrutturazione ammonta a 12 miliardi di cui 3,5 miliardi (29,1%) per il risparmio energetico e 8,5 miliardi (70,9%) per il recupero del patrimonio edilizio. Tale spesa rappresenta il 5,8% del valore del fatturato nel settore delle costruzioni e il 13,9% del valore aggiunto. Positivo anche l'impatto sull'ambiente: nel 2011 gli interventi per l'efficienza energetica degli edifici (per detrazioni pari a 1,8 miliardi) hanno generato un risparmio energetico notevole di 1.435 Gwh/anno.

Dal 2007 al 2011 il risparmio energetico ottenuto grazie agli ecobonus arriva a 7.637 Gwh/anno. Il maggiore risparmio deriva dall'impiego di impianti di riscaldamento efficienti (40,3%), seguito dalla sostituzione di infissi (22,2%), sostituzione di scalda acqua elettrici (13,6%) e dalla coibentazioni di superfici opache orizzontali (7,8%).


giovedì 15 agosto 2013

Assicurazioni professionali obbligatorie dal 15 agosto 2013





"Chiunque esercita un'attività in regime libero-professionale è soggetto all'obbligo dell'assicurazione privata per la responsabilità civile derivante dall'esercizio di tale attività". Così recita l'articolo 1 della proposta di legge, assegnata il 9 gennaio 2013 in sede referente, alle Commissioni riunite Giustizia e Attività produttive di Montecitorio recante "Disposizioni in materia di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile per coloro che esercitano libere professioni".

L'obbligo non scatta per tutte le categorie e in ogni caso i controlli da parte degli Consigli nazionali non si avvieranno prima di settembre.

L'obbligo di munirsi di un'assicurazione contro i danni provocati ai clienti è stato introdotto dalla L. 148/2011, poi precisato dal Dpr 137/2012 che ne ha fatto slittare l'entrata in vigore di un anno (in origine l'obbligo sarebbe dovuto partire da agosto 2012). Non tutti i professionisti sono però interessati dalla norma: i notai ad esempio hanno l'obbligo di assicurarsi già dal 2006, gli avvocati invece seguono la disciplina dettata dalla riforma forense (L. 247/2012) secondo cui le polizze devono essere stipulate in base a delle condizioni che il ministero della Giustizia deve ancora stabilire. Per i medici è stata concessa una proroga di un anno, approvata nel corso della conversione in legge del decreto del fare (L. 69/2013). Per tutti gli altri iscritti ad Albi, che svolgono un'attività di libero professionista, da giovedì 15 agosto scatta l'obbligo di dotarsi di un'adeguata copertura per garantire il proprio patrimonio e il soddisfacimento risarcitorio dei clienti. Chi non si assicura commette un illecito disciplinare, sanzionato dai Consigli nazionali, i quali però avvieranno i controlli non prima di settembre.

Come previsto dal Decreto Sviluppo Bis, dal 15 agosto commercialisti, avvocati, notai, medici, psicologi, ingegneri, architetti, geometri e, in generale, tutti i professionisti iscritti ad un Albo, dovranno dotarsi di una polizza che li tuteli in caso di danni a terzi provocati durante l'esercizio dell'attività lavorativa.

Nell'ultimo anno, si è assistito alla corsa delle categorie per trovare, come accade col preventivo assicurazione auto, le soluzioni meno onerose. Per questo motivo, si è pensato anche alla stipula collettiva con l'intermediazione del proprio Ordine di appartenenza, ma la questione non è andata oltre l'intesa su semplici convenzioni e sconti minimi.

Il premio della polizza, infatti, non può che essere calibrato sulle esigenze del libero professionista. Il rischio è ovviamente diverso a seconda che l'assicurazione si estenda anche ai collaboratori dello studio, che si scelga una formula retroattiva, che ci siano precedenti di danni nei confronti della clientela, e anche in base al tipo di lavoro svolto (solo per questo motivo, la compagnia potrebbe anche rifiutarsi di emettere la polizza).

Proprio questo groviglio ha portato gli Ordini a chiedere a più riprese una proroga, in attesa che fossero definite in modo più chiare le linee guida. L'ultima in ordine di tempo era stata anche inserita nel Decreto del Fare. Al momento l'unica categoria esclusa dall'obbligo è quella delle professioni sanitarie, per le quali l'ex ministro della Salute Balduzzi aveva previsto una normativa a parte non ancora creata.

domenica 11 agosto 2013

Le lauree che daranno più lavoro: le professioni del futuro


Le nuove occupazioni che richiedono un percorso di specializzazione sono collocate soprattutto nel settore dell'IT. Le cose cambiano nel caso di esperti IT con titoli accademici. Questi includono una vasta gamma di professioni che vanno dagli esperti informatici medici agli avvocati in grado di predisporre e aggiornare dati bancari. Poiché le competenze che riguardano l'IT stanno crescendo e sono incluse anche nei corsi di laurea individuali, quegli esperti IT che hanno semplicemente frequentato le scuole professionali stanno già sentendo su di loro il peso della competizione.

Per chi ha un diploma l'offerta universitaria si è ormai stabilizzata rispetto al passato, ma resta pur sempre molto ampia e, con 4.453 corsi presentati dagli atenei, non è facile capire cosa si vuole fare da grandi, conciliando le attitudini personali con le concrete prospettive del mercato del lavoro. Non è un caso che la razionalizzazione dell'offerta formativa punti a ridurre alcuni corsi di primo livello in giurisprudenza, economia o scienze politiche, privilegiando i percorsi a ciclo unico, soprattutto per l'area giuridica, e su una maggiore specificità dell'offerta dei corsi di secondo livello.

Dal punto di vista pratico nell'anno accademico 2013-2014 ci saranno alcune novità. Per lo studente cambia innanzitutto il "contenitore" per la scelta dei corsi perché ormai quasi tutte le università hanno adattato i propri statuti in linea con la riforma del sistema universitario nazionale (legge Gelmini 240/2010) e le facoltà sono state sostituite dai dipartimenti o strutture organizzative intermedie dette scuole. Nuove regole anche per i test di ammissione a numero chiuso a medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e alle professioni sanitarie.

Per le lauree di primo livello (area economico-giuridica) si affiancano insegnamenti in management e governance con particolare attenzione al mondo digitale. E se la prima regola per il professionista del futuro è la versatilità, allora le lauree di secondo livello propongono una specializzazione ad hoc per preparare i giovani a lavorare anche nelle sedi estere delle grandi aziende italiane o nelle multinazionali. Per chi si orienta verso discipline scientifiche, ma anche ingegneria e architettura, è indispensabile invece una conoscenza tecnica al passo con i tempi puntando soprattutto su studi dedicati all'ambiente e alle energie rinnovabili.

Il 2013-2014 è però l'anno dell'internazionalizzazione, con 335 corsi di laurea in 47 atenei che rilasciano un double degree o un titolo congiunto grazie ad accordi con oltre 52 università straniere, ma soprattutto con una vasta gamma di corsi universitari in inglese, nati sia per dare una preparazione di livello internazionale sia per attrarre studenti da altri Paesi. Si moltiplicano i percorsi, anche di primo livello, in lingua: 156 corsi in 34 atenei, a cui si affiancano 91 corsi dove alcuni insegnamenti sono in inglese e altri in italiano.

I laureati in Ingegneria avranno un lavoro certo. Molto richiesti saranno anche i profili altamente specializzati, a livello non solo universitario ma anche prettamente tecnico.

Meno lavori di routine, più tecnologia. Meno impiegati e più figure trasversali a tutti i settori dell’attività economica con competenze e conoscenze che si mescoleranno a creatività e innovazione. In questo modo si trasformerà il mercato del lavoro che continuerà a mostrare una più accentuata polarizzazione delle professioni. E a crescere saranno soprattutto le figure di alto profilo e quei lavori elementari legati in particolare ai servizi alle famiglie e alle imprese.

Entro il 2015 il numero degli occupati con un titolo di laurea, al netto delle entrate e delle uscite dalle imprese, crescerà di 379,6 mila unità e i gruppi professionali che ne beneficeranno di più saranno soprattutto due. Da un lato ci saranno le figure di alto profilo, ovvero tutte le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione. Dall’altro, tutti quei profili più strettamente tecnici. Riguarderà solo in parte le figure con un elevato titolo di studio, l’incremento delle professioni non qualificate (+33,2 per cento). Per i diplomati, d’altro canto, l’occupazione fra il 2010 e il 2015 sarà prevalentemente legata alle professioni non qualificate (+255mila addetti circa).

Nei prossimi anni i datori di lavoro si troveranno ad assumere sempre più figure ad alta qualificazione, sia per sostituire i professionisti che lasceranno le imprese per raggiunti limiti d’età, sia per quelle posizioni aggiuntive che si andranno creando grazie a investimenti e a sviluppi organizzativi. A beneficiare di più delle dinamiche positive saranno gli ingegneri che fino al 2015 mostreranno una variazione occupazionale pari al 12,5 per cento. Tra loro, quelli più richiesti saranno gli ingegneri meccanici, gli ingegneri metallurgico-minerari, gli elettrotecnici, gli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, gli ingegneri chimici e quelli civili.

Evoluzione positiva anche per gli specialisti in Scienze giuridiche, in particolare per esperti legali in imprese ed enti pubblici così come per gli architetti, gli urbanisti e per gli specialisti del recupero e della conservazione del territorio. Tra gli specialisti in Scienze sociali saranno richiesti soprattutto quelli in Scienze economiche e in Scienze sociologiche e antropologiche. In termini di volumi totali cresceranno soprattutto le assunzioni di esperti in Scienze gestionali e commerciali (quasi 80mila). In questo caso, la gran parte delle assunzioni saranno per sostituire le figure in uscita e le professioni coinvolte saranno soprattutto gli specialisti in contabilità e in problemi finanziari.

Tra le professioni tecniche quelle che cresceranno di più saranno i profili finanziari e assicurativi, la cui richiesta da parte delle imprese aumenterà in modo considerevole. Tra loro ci saranno soprattutto i tecnici della gestione finanziaria, quelli del lavoro bancario, i periti, i valutatori di rischi, i liquidatori tecnici e gli esperti dell’intermediazione titoli. Registreranno un trend positivo anche i tecnici in Scienze della vita, in particolare gli agronomi e i biochimici. Cresceranno le opportunità occupazionali dei tecnici della sicurezza e della protezione ambientale. Si tratterà, nel loro caso, soprattutto di tecnici del controllo della qualità industriale, addetti al controllo ambientale, figure esperte nello smaltimento dei rifiuti e tecnici della sicurezza degli edifici e della sicurezza sul lavoro. In ripresa, tra i tecnici delle Scienze quantitative, le prospettive degli informatici. Tra i tecnici delle Scienze ingegneristiche, saranno richiesti soprattutto profili con conoscenze legate alle costruzioni civili e i tecnici metallurgico-minerari.

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